domenica 5 giugno 2016

DALLA POLONIA DI WOJTYLA DUE MIRACOLI EUCARISTICI CHE SONO UN CLAMOROSO MONITO PER BERGOGLIO E PER I SUOI PONTI VERSO LA PROFANAZIONE DEL S.S. SACRAMENTO

DALLA POLONIA DI WOJTYLA DUE MIRACOLI EUCARISTICI CHE SONO UN CLAMOROSO MONITO PER BERGOGLIO E PER I SUOI PONTI VERSO LA PROFANAZIONE DEL S.S. SACRAMENTO

www.antoniosocci

31 Mag, 2016 



E’ accaduto in una città polacca della Slesia, Legnica, che prende il nome dalle sue miniere di lignite. E’ un evento enorme, ma si è verificato in sordina.

Il 25 dicembre del 2013, nella chiesa parrocchiale di San Jacek, durante la Messa di Natale, il sacerdote distribuisce la comunione e un’ostia consacrata cade inavvertitamente per terra.

Secondo le norme in questi casi si raccoglie la particola e la si pone dentro il tabernacolo in un bicchiere d’acqua dove di lì a poco si dissolverà.

Così hanno fatto. Ma dieci giorni dopo, il 5 gennaio del 2014, uno dei sacerdoti si accorge che l’ostia c’è ancora e, in una sua parte, è diventata rosso sangue. Viene avvertito il vescovo che – passate due settimane – istituisce una commissione di studio.

Si prelevano alcuni campioni dalla zona rossa della particola e si sottopongono a rigorose analisi del Dipartimento di Medicina Legale che – alla fine degli esami di laboratorio – trae queste conclusioni: “Nell’indagine istopatologica si è scoperto che i frammenti di tessuto contengono parti frammentate di muscolo striato. L’insieme assomiglia molto al muscolo cardiaco, con le alterazioni che appaiono di frequente durante l’agonia. Gli studi genetici indicano l’origine umana del tessuto”.

FATTI CLAMOROSI

Com’è noto la Chiesa – sulla base delle parole di Gesù – riconosce che il pane e il vino consacrati dal sacerdote durante la messa diventano realmente il corpo e il sangue di Cristo, pur conservando l’apparenza del pane e del vino.

Ma da secoli si verificano miracoli in cui quelle apparenze spariscono e il pane e il vino consacrati mostrano, anche scientificamente, di essere diventati davvero carne e sangue umani.

In questo caso addirittura carne di un cuore vivo che sta soffrendo nell’agonia: la sofferenza del Salvatore che viene rifiutato dal mondo.

Il vescovo mons. Zbigniew Kiernikowski, il 17 aprile scorso, dopo aver ottenuto a Roma il placet della Congregazione per la dottrina della fede, ha firmato il riconoscimento ufficiale del miracolo e ha fatto esporre la reliquia.

La diocesi ha convocato una conferenza stampa per dare tutte le informazioni sull’accaduto e sulle analisi mediche che sono state così accurate da fornire un’assoluta certezza morale.

Prodigi simili si sono verificati anche in passato. Per esempio il miracolo eucaristico di Lanciano avvenne in quella cittadina abruzzese nell’VIII secolo e la reliquia è tuttora lì conservata.

Il clamoroso miracolo eucaristico di Bolsena data al XIII secolo. Si potrebbe sospettare che per quei tempi così lontani non sia garantita la veridicità delle testimonianze.

Ma il miracolo eucaristico di Siena – avvenuto nel XVIII secolo – dura ancora oggi, contro tutte le leggi naturali e proprio nei mesi scorsi è stato nuovamente analizzato dagli scienziati e riconosciuto come evento inspiegabile.

Soprattutto però è significativo che i miracoli eucaristici continuino a verificarsi anche ai giorni nostri.

Non si sono dissolti davanti al tribunale dell’analisi scientifica. Anzi, accadono addirittura con una frequenza superiore al passato. E sembra quasi che il buon Dio faccia le cose in modo da spazzar via ogni sospetto di imbroglio.

DIO AL MICROSCOPIO

Consideriamo un altro recente caso, accaduto sempre in Polonia, nel 2008, a Sokolka, nella chiesa di S. Antonio.

I fatti sono praticamente identici a quelli di Legnica. Il grumo rosso dell’ostia è stato analizzato da specialisti della facoltà di medicina dell’università di Bialystok, Maria Elzbieta Sobaniec-Lotowska e Stanislaw Sulkowski, i quali hanno rilevato che il fenomeno non si è prodotto per l’azione di batteri: una quantità di indicatori inducono a identificare il campione come proveniente da muscolo cardiaco e si tratta di fibre non necrotiche. In pratica tessuto vivente.

Oltretutto la lunga permanenza in acqua avrebbe dovuto avviare un processo di autodistruzione dovuto agli enzimi intracellulari, ma nulla di tutto questo si è verificato.

Sui giornali polacchi qualcuno ha insinuato che quella sostanza rossa potesse in realtà provenire dal cuore di un cadavere per essere posta appositamente sull’ostia.

Ma la particola è sempre stata sotto chiave, nessuno ha potuto manipolarla. E soprattutto i medici legali hanno escluso quella manipolazione perché hanno rilevato un dettaglio impressionante: i tessuti della particola sono inestricabilmente interconnessi con il tessuto cardiaco umano, tanto compenetrati che le particelle dell’ostia a un certo punto si trasformano in tessuto cardiaco.

Cose mai viste. Nessuno sulla terra è in grado di fare questo. La professoressa Sobaniec-Lotowska ha dichiarato: “Nemmeno gli scienziati della Nasa, che pure dispongono delle più moderne tecnologie, sarebbero in grado di riprodurre artificialmente una cosa del genere”.

SCIENZA E MIRACOLI


Paradossalmente nella modernità i miracoli eucaristici, anziché sparire (come avrebbero immaginato gli scettici), si sono moltiplicati e sono divenuti ancora più credibili, proprio grazie al vaglio della scienza. Essa ha finito col diventare – di fatto – la migliore alleata della Chiesa Cattolica.

Perché la Chiesa – diversamente da quanto credono i disinformati e i faziosi – dà un posto d’onore alla ragione e riconosce il ruolo fondamentale della conoscenza scientifica.

E’ proprio alla scienza che la Chiesa chiede il primo responso sui presunti miracoli, sia quelli analizzati nelle cause dei santi, sia quelli che si verificano a Lourdes o di altri santuari (perlopiù miracoli di guarigioni straordinarie).

Solo se e quando la scienza attesta che il fatto è scientificamente inspiegabile la Chiesa lo prende in considerazione e lo studia per riconoscere l’eventuale sua origine soprannaturale.

Così – volente o nolente – il mondo scientifico di fatto fornisce la sua autorevole convalida a quei fenomeni che superano la nostra ragione, sovvertono le leggi naturali e sono infine chiamati “miracoli”.

MESSAGGIO DAL CIELO

Ma perché il Cielo dovrebbe volere dei miracoli eucaristici? La Chiesa risponde: per confermare la fede dei cristiani e suscitare domande ragionevoli nella mente dei non credenti.

Ma anche per esaltare la presenza viva di Gesù fra i suoi. Papa Benedetto sempre sottolinea la centralità dell’eucarestia: “senza l’Eucaristia la Chiesa non esisterebbe”.

Nulla è casuale, anche in questi due miracoli eucaristici che sono avvenuti nella patria di Giovanni Paolo II.

Proprio lui istituì la diocesi di Legnica nel 1992 e la visitò cinque anni dopo. E’ nella sua memoria che la Chiesa polacca, nei recenti Sinodi, si è battuta contro la “rivoluzione” bergogliana sull’eucaristia.

E sempre nel ricordo di papa Wojtyla la Chiesa polacca ha accolto i due miracoli ricordando le parole di Gesù alla mistica di Cracovia S. Faustina Kowalska: “onora il mio Cuore che nel SS.mo Sacramento è pieno di Misericordia”.

E’ stato proprio Wojtyla a far conoscere S. Faustina e a canonizzarla. La vera misericordia – ha spiegato recentemente Benedetto XVI – è quella illustrata da papa Wojtyla e da S. Faustina.

Benedetto ha poi aggiunto che Bergoglio non può che predicare questa misericordia, la sola autentica. Sapendo, dolorosamente, che egli invece diffonde un’idea errata di “misericordia” che – con l’Amoris laetitia – legittima perfino la profanazione dei sacramenti e quindi il sacrilegio.

E’ nota la “freddezza” verso l’Eucaristia di Bergoglio che non si inginocchia davanti ad essa e che fece sconcertanti affermazioni “relativiste” sull’Eucaristia e sulla messa durante la sua visita ai luterani di Roma.

Queste per i cattolici sono le cose veramente importanti e infatti su di esse si sta verificando uno scontro epocale nella Chiesa.

Molti pensano che il moltiplicarsi dei “miracoli eucaristici”, oggi, sia da leggere come un segno per il nostro tempo e un ammonimento per chi sta nel seggio più alto: quel Bergoglio che – già da vescovo ausiliare di Buenos Aires – mise la sordina a un altro miracolo eucaristico, avvenuto negli anni Novanta proprio nella capitale argentina.



Antonio Socci

Da “Libero”, 31 maggio 2016


ANCHE PER LA GRAN BRETAGNA GIUNGE L’ORA DELL’AUTORAZZISMO?

ANCHE PER LA GRAN BRETAGNA GIUNGE L’ORA DELL’AUTORAZZISMO?

Di comidad 

la City

Molti giornali hanno riportato la notizia secondo cui la settimana scorsa lo scrittore Roberto Saviano avrebbe tenuto un discorso sulla corruzione della City londinese al parlamento britannico, su invito di un deputato laburista. 

La notizia ha un suono un po’ irrealistico, dato che, conoscendo il razzismo degli Inglesi, risulta improbabile che ad un italiano, per di più meridionale, sia stato consentito arringare il parlamento britannico manco fosse la regina Elisabetta. 

Magari il discorso è stato tenuto in qualche scantinato o garage del parlamento alla presenza di qualche passante. 

Circa il contenuto del discorso, in Italia alcuni commentatori hanno osservato che si trattava di scoperte dell’acqua calda, visto che da anni esiste una ricca documentazione sul ruolo delle grandi piazze finanziarie e immobiliari nel riciclaggio del denaro delle narco-mafie. 

Già qualche anno fa l’economista Giorgio Ruffolo diede un grosso contributo scientifico a riguardo. 

Negli anni '80 inoltre molti critici del thatcherismo osservarono che le riforme in atto stavano trasformando la Gran Bretagna da Paese industriale a lavanderia finanziaria del denaro illecito. 

Ma l’aspetto interessante del discorso di Saviano riguarda la sua indiretta ingerenza nel dibattito referendario in corso nel Regno Unito sulla cosiddetta “Brexit”. 

Saviano ha affermato infatti che sarebbe illusorio per qualsiasi Paese fare scelte isolazioniste ed affrontare certe emergenze criminal-finanziarie senza una stabile cooperazione internazionale.

La dichiarazione di Saviano ha un carattere decisamente paradossale se si considera che l’attuale presidente della Commissione Europea, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, ha già accumulato migliaia di anni di potenziali condanne per reati finanziari commessi nella sua veste di ministro delle finanze. 

Non a caso egli è stato posto al riparo da quelle condanne grazie all’immunità giudiziaria riservata agli eurocrati. 

A Juncker non se ne può fare neppure una colpa, poiché il meschino ha subìto un grave condizionamento ambientale, essendo nato in un piccolo Paese, il Lussemburgo, che è stato inventato solo in funzione dell’evasione fiscale e del riciclaggio. 

Gli Svizzeri, mentre riciclano il denaro del narco-traffico, possono almeno narcotizzarsi con la loro leggenda storiografica di popolo fiero e bellicoso che sarebbe riuscito a preservare gelosamente la propria indipendenza; i Lussemburghesi invece non hanno a disposizione neppure di queste fiabe per giustificare altrimenti la propria esistenza. 

Con uno come Juncker a capo della Unione Europea, i narcotrafficanti ed i loro riciclatori non hanno neppure bisogno di darsi troppo da fare per trovare rifugio e protezione nelle regole europee; gli basta il normale lobbismo. 

I discorsi come quelli di Saviano fanno quindi riferimento ad una “cooperazione” idealizzata, mentre nella realtà le organizzazioni sovranazionali esistono appunto per eliminare ogni ostacolo alla circolazione dei capitali, compresi quelli illegali (ammesso che ne esistano di legali e non semplicemente di legalizzati).

Esiste un diffuso luogo comune secondo cui oggi il potere della finanza sarebbe del tutto de-territorializzato, un potere fatto di puri segni elettronici che condiziona popoli e governi con una dominazione puramente immateriale. 

C’è anche del vero in questo luogo comune, ma l’imperialismo non può essere mai soltanto finanziario; esso è invece la risultante di un intreccio tra militarismo e finanza. 

In altre parole il territorio conta, eccome. 

Non c’è potere senza controllo materiale del territorio, altrimenti non esisterebbero centinaia di basi militari statunitensi sparse per il mondo. 

Il Kosovo  è un narco-Stato fantoccio che si regge per la presenza della base USA di Camp Bondsteel, il più grande “hub” militar-criminale dell’Europa orientale. 

L’attuale presidente del Kosovo, Hashim Thaci, è persino indagato per traffico di organi umani, cosa che non ha impedito all’Unione Europea di espletare prontamente le pratiche per ammettere a pieno titolo lo stesso Kosovo nell’Unione. 

La NATO lo impone e l’UE si adegua. 

C’è quindi da immaginarsi quanto i narcotrafficanti temano la “cooperazione internazionale”.

Probabilmente nel Regno Unito degli ammonimenti di Saviano non si è accorto nessuno ma si tratta comunque di un segnale del tipo di terrorismo psicologico a cui va incontro oggi l’euroscetticismo britannico, sottoposto alle stesse minacce catastrofistiche che caratterizzano da sempre il linguaggio politico in colonie come l’Italia

Qualche settimana fa il primo ministro inglese, David Cameron, non ha esitato ad evocare lo spettro di una guerra nel caso in cui il Regno Unito dovesse uscire dalla UE. 

Un primo ministro inglese oggi non esita ad affermare che, senza una tutela sovranazionale, la Gran Bretagna si smarrirebbe nei meandri di un mondo troppo complicato per le sue forze. 

Sembra di ascoltare un politico italiano. 

Per una nemesi storica anche la Gran Bretagna viene attualmente sottoposta alle stesse spinte autorazzistiche che hanno condizionato l’Europa meridionale, ormai convinta di necessitare assolutamente di una tutela sovranazionale.


sabato 4 giugno 2016

DOPO AVER IMPOVERITO MILIONI DI PERSONE, IL FMI AMMETTE CHE IL NEOLIBERISMO È UN FALLIMENTO

DOPO AVER IMPOVERITO MILIONI DI PERSONE, IL FMI AMMETTE CHE IL NEOLIBERISMO È UN FALLIMENTO







L’ottimo sito Counterpunch pubblica un intervento che smaschera l’ipocrisia mostrata dal FMI nella sua recente condanna al neoliberismo. Benché l’analisi dei risultati delle politiche neoliberiste sia certamente corretta, il FMI omette di dire che l’imposizione di queste politiche sia stata deliberata, e sovente imposta ai Paesi dalla potenza egemone (USA). I critici avevano ampiamente previsto in largo anticipo quali sarebbero state le conseguenze del neoliberismo: l’impoverimento di milioni e milioni di persone a vantaggio dei ricchissimi non è stato un errore, ma una scelta ben precisa.

Di Benjamin Dangl

Traduzione di Sil Viar (@sil_viar0)

La scorsa settimana da un dipartimento di ricerca del Fondo Monetario Internazionale è uscito un rapporto che ammette che il neoliberismo è stato un fallimento. Lo studio, intitolato “Neoliberalism: Oversold?” (Neoliberismo: sopravvalutato?), è, auspicabilmente, un segnale della morte dell’ideologia. Sono solo in ritardo di circa 40 anni. Naomi Klein sul rapporto ha twittato “Allora tutti i miliardari che sono stati creati stanno per restituire i soldi, vero?”

Molte delle scoperte del rapporto che colpiscono il cuore dell’ideologia sono l’eco di quello che i critici e le vittime del neoliberismo dicono da decenni.

“Invece di creare crescita,” il rapporto spiega che le politiche neoliberiste di austerità e di bassa regolamentazione dei movimenti di capitale hanno di fatto “incrementato la diseguaglianza”. Questa diseguaglianza “potrebbe essa stessa recidere alla base la crescita…” Di conseguenza il rapporto afferma che “i politici dovrebbero essere più aperti alla redistribuzione di quello che sono”.

Tuttavia, il rapporto lascia fuori alcuni elementi degni di nota sulla storia e l’impatto del neoliberismo.

Il FMI suggerisce che il neoliberismo è stato un fallimento. Ma ha funzionato molto bene per l’1% globale, il che è sempre stato l’intento del FMI e della Banca Mondiale. Come ha riportato Oxfam all’inizio di quest’anno l’1% più ricco del pianeta adesso detiene più ricchezza di tutto il resto della popolazione mondiale. (Analogamente la giornalista investigativa Dawn Paley ha provato nel suo libro Drug War Capitalism che, lontano dall’essere un fallimento, la Guerra alla Droga è stata un grande successo per Washington e le multinazionali).

Il rapporto del FMI cita il Cile come un caso di studio per il neoliberismo, ma non menziona nemmeno una volta che quella visione economica è stata applicata attraverso la dittatura di Augusto Pinochet sostenuta dagli USA – una omissione rilevante che non è una svista casuale da parte dei ricercatori. In tutta l’America Latina, il neoliberismo e il regime del terrore in genere sono andati di pari passo.

Il coraggioso giornalista argentino Rodolfo Walsh, nel 1977, nella Lettera Aperta alla Giunta Militare Argentina, denunciò l’oppressione di quel regime, una dittatura che aveva organizzato l’uccisione e la scomparsa di 30.000 persone.

“Questi fatti, [Walsh aveva scritto delle torture e degli omicidi] che scuotono la coscienza del mondo civile, non sono però quelli che hanno arrecato le maggiori sofferenze al popolo argentino né sono le peggiori violazioni dei diritti umani in cui voi incorrete. Nella politica economica di codesto governo si deve ricercare non solo la spiegazione dei vostri crimini, ma una maggiore atrocità, la condanna di milioni di esseri umani alla miseria pianificata (…) Basta camminare per qualche ora nel Gran Buenos Aires per verificare la rapidità con la quale una simile politica l’ha trasformata in una città-miseria di dieci milioni di abitanti.”
Questa “miseria pianificata”, come dimostra vividamente Shock Economy di Naomi Klein, è stata l’agenda neoliberista che il FMI ha imposto per decenni.
Il giorno dopo aver spedito la “Lettera alla Giunta Militare”, Walsh fu catturato dal regime, ucciso, bruciato e gettato nel fiume, una tra le milioni di vittime del neoliberismo.



venerdì 3 giugno 2016

Ucciso il Marito del Pubblico Ministero che indaga, sugli abusi sessuali su minori di, Bill Clinton.

Ucciso il Marito del Pubblico Ministero che indaga, sugli abusi sessuali su minori di, Bill Clinton. 

By: Sorcha Faal



Una scioccante nuova relazione del Foreign Intelligence Service ( SVR ) circola al Cremlino di oggi relativo al fatto che una squadra d'élite di assassini della Central Intelligence Agency ( CIA ) controllata dal Presidente Obama hanno sparato al marito di un procuratore degli Stati Uniti che si apprestava a indagare l'ex presidente William (Bill) Clinton per i  crimini relativi al suo abuso sessuale con una ragazza minorenne mantenuta come schiava per il sesso  dal suo amico miliardario Jeffery Epstein .

Secondo questo rapporto, SVR monitora regolarmente i luoghi e le attività di queste " squadre per colpire " della CIA  , e nel 2013 sono stati descritti dal giornalista che ha vinto il premio Pulitzer  per il New York Times, Mark Mazzetti (nel suo libro intitolato The Way of the Knife: La CIA, un esercito segreto, per una guerra ai confini del mondo ), come "esercito personale del presidente Obama " sono autorizzati al " assassinio senza restrizioni " .

Il 31 maggio, continua la relazione, SVR  nella sorveglianza " elettronica / telefonica / satellitare " che a una di queste "squadre" della CIA  è stato rilevato il loro movimento  e [ Cancellato местоположение ] nella regione di Atlanta , in Georgia, dove hanno " gestito / missione di lavoro " fino alle prime ore del mattino del 1 ° giugno per poi ripartire. [ Nota: Alcune parole che compaiono tra virgolette in questo rapporto sono approssimazioni in lingua inglese di parole russe / frasi che non hanno una esatta controparte.]

Nella " esatta / analoga vicinanza " del luogo questo " Squadra d'élite " della CIA   era all'opera, nota la relazione, e poco dopo la loro partenza dalla regione di Atlanta, gli agenti di polizia locale sono stati chiamati per aver scoperto il corpo di Shahriar Zolfaghari  marito del procuratore dello stato della Georgia, che indaga sul traffico di esseri umani, Camila Wright -e la polizia di Atlanta nella persona del Maggiore Adam Lee III ha riferito che era stato sparato con due colpi al petto da distanza ravvicinata , e ha detto: " è un mistero il motivo per cui lo abbiano colpito a morte ".



Shahriar Zolfaghari (a sinistra) con la moglie Camila Wright (a destra) E' il pubblico ministero che nello stato della Georgia indaga per traffico di esseri umani. 

Questo rapporto del SVR, tuttavia, afferma che la " presunta/ possibile " ragione dell'assassinio di Zolfaghari è un " messaggio di intimidazione " per la moglie Camila, per impedirle di indagare sull'ex presidente Clinton sui crimini sessuali contro bambini e per fermare la sua indagine sull'illegale traffico sessuale.

Per quanto riguarda il procedimento penale esatto del Procuratore Wright contro il presidente Clinton, spiega il rapporto, si tratta del " contraente / di un giro d'affari " con un numero di ragazze minorenni che vivono nella regione di Atlanta della società bene di New York e British,  Ghislaine Maxwell , Sarah Kellen e Nada Marcinkova -Tutte e tre le quali sono state incaricate dal pedofilo miliardario, già condannato,  Jeffery Epstein di procurarsi schiave del sesso minorenni per il suo complesso nella isola caraibica privata conosciuta come " Pedophile Island ", che approvvigiona i ricchi e famosi, del mondo tra cui il presidente Clinton e il principe Andrea .



Ghislaine Maxwell, che è stata etichettata come " Mamma protetrice di Epstein ", continua il rapporto, è stata la principale " dealmaker / contractor " di minorenni ad Atlanta, schiave del sesso femminili, preferite dal suo caro amico Presidente Clinton durante le sue visite a " Pedophile Island i cui rapporti del registro di volo scoperti di recente hanno dimostrato numerose visite, di cui molte senza la sua particolare scorta Servizio Segreto .



Ghislaine Maxwell è una buona amica del presidente Bill Clinton la si può vedere sulla destra al matrimonio la figlia il suo Chelsea nel luglio 2010


Se il Procuratore Wright cede all'intimidazione del " messaggio di morte " del regime Obama e lascia le sue accuse sui crimini sessuali in previste contro il presidente Clinton (e, per estensione, per molte altre élite americane che erano anche " asservite " da ragazze minorenni schiave del sesso di Epstein) la relazione non ci specula sopra -ma non può altro che notare,  in passato, in particolare quando, si tratta dei Clinton,  se non basta un omicidio, presto ne seguiranno molti altri.



2 giugno, 2016 © UE e USA Tutti i diritti riservati. Il permesso di utilizzare questo rapporto nella sua interezza è concesso a condizione sia citata la fonte originale WhatDoesItMean.Com. Contenuti freebase sotto licenza CC-BY e GFDL .

giovedì 2 giugno 2016

LE BANCHE ITALIANE ROVINATE MOSTRANO I PERICOLI CHE SI NASCONDONO DIETRO L’EURO

LE BANCHE ITALIANE ROVINATE MOSTRANO I PERICOLI CHE SI NASCONDONO DIETRO L’EURO

vocidallestero 




In un bell’articolo sul Telegraph, Hallagan sottolinea il legame tra le miserie economiche italiane e l’appartenenza all’euro. Non c’è dubbio che le attuali condizioni disastrose del nostro sistema bancario siano legate a doppio filo all’appartenenza all’UE e all’eurozona E la situazione è tale da rendere un’esplosione dell’eurozona probabile e dannosa per tutti i membri dell’UE. I cittadini britannici dovrebbero tenere conto di questi rischi quando decideranno se rimanere nell’Unione.


Di Liam Halligan,

La scorsa settimana ero a Milano per parlare di Brexit, quando si è saputo che la maggiore banca italiana aveva perso il suo CEO.

L’UniCredit è a un passo dalla crisi, le sue azioni sono crollate del 40% durante il 2016. L’intero sistema bancario italiano sembra estremamente fragile, infatti, con i valori delle azioni delle banche in calo in media di un terzo da inizio anno.

Abbiamo sentito nelle scorse settimane un sacco di discorsi terrorizzanti riguardo i “pericoli del Brexit” provenire dal Tesoro e dalla Banca d’Inghilterra, istituzioni vitali che, sfortunatamente, sembrano ormai interamente politicizzate. Ma sentiamo molto meno di frequente le istituzioni che parlano dei gravi rischi di rimanere all’interno dell’UE.

Naturalmente un grosso pericolo ben presente nelle coscienze del pubblico inglese è l’immigrazione, di ben 333.000 persone lo scorso anno, comprese un numero record pari a 184.000 dalla UE. Non sono contrario all’immigrazione – nemmeno per scherzo – ma penso sul serio che le grosse differenze salariali all’interno della UE, unite al movimento di massa generalizzato da Africa e Medio Oriente verso l’Europa, significa che la “libertà di movimento” non è solo da ingenui, ma sempre più pericolosa.

La migrazione all’interno della UE sta mettendo a dura prova il tessuto sociale, radicalizzando la politica europea a un ritmo allarmante. Chiunque non si accorga di questo e non pensi alle sue implicazioni, mostra un’incredibile mancanza di consapevolezza.

Assistiamo alla continua ascesa di partiti come i Social Democratici svedesi, i Veri Finlandesi, Alternativa per la Germania, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo in Italia, e ovviamente l’Ukip, che sono partiti relativamente moderati, tutti sostenitori di controlli all’immigrazione e tutti accumunati da un forte consenso del pubblico.

Se questi partiti non dovessero ottenere i loro obiettivi, allora organizzazioni più dure e radicali prenderanno il sopravvento, chiedendo misure più estreme e mostrando pochissima tolleranza.

Ecco una ragione per cui il Regno Unito deve lasciare la UE: per poter passare a un sistema di immigrazione controllata e selezionata – come in altra nazioni avanzate come gli USA e l’Australia – capace di preservare la nostra tradizione di accogliere i veri rifugiati.

Se la Gran Bretagna lo facesse, sospetto che ci sarebbe un’enorme pressione politica nel continente per modificare l’accordo di Schengen, che alcune nazioni hanno già sospeso. “Impossibile” sento dire ai sostenitori della UE. “I trattati lo impediscono”.

Be’, gli stessi trattati avrebbero dovuto imporre il Patto di Stabilità e Crescita – ve lo ricordat? – che doveva limitare i debiti pubblici europei al 60% del PIL. I trattati impediscono i “salvataggi”. I trattati insistono sul fatto che nessun paese potrà mai lasciare l’eurozona.

Tutte queste regole apparentemente non negoziabili, queste verità immutabili, si sono mostrate adattabili se non delle pure follie, passando dalla teoria alla pratica politica. La stessa cosa vale per Schengen, qualunque cosa dicano “i trattati”. In Francia, il movimento di estrema destra del Front National arriverà probabilmente al ballottaggio alle prossime elezioni presidenziali.

Abbiamo appena visto il partito della libertà anti immigrati arrivare a un pelo dall’aggiudicarsi la presidenza austriaca.. I ben pensanti e la classe politica possono ignorare questi sviluppi, dando degli “stupidi” agli elettori, ma questa si chiama democrazia.

Se le politiche non danno risposte, prendendosi cura di un crescente numero di persone poco pagate ed economicamente vulnerabili, la politica europea peggiorerà ancora di più.

Ma lasciamo perdere questo argomento. Perché il pericolo legato a Rimanere nell’UE che vogli sottolineare questa settimana riguarda l’Italia e, in particolare, le performance economiche del Paese all’interno della moneta unica e le possibilità di una crisi bancaria nella quarta maggior economia dell’eurozona.

Non parliamo di un “Progetto Paura”, ma di un “Progetto guarda ai fatti, anche se scomodi. L’economia italiana è andata malissimo nel periodo dell’euro, facendo meglio della sola Grecia. L’Italia è cresciuta a una media dello 0,2% all’anno dal lancio dell’euro nel 1999.

Costretta nella camicia di forza della monetona, ha perso il 30% in termini di competitività da costo del lavoro rispetto alla Germania, una perdita che sarebbe stata compensata in larga parte da un deprezzamento graduale della lira.

Il tasso di disoccupazione ufficiale in Italia è dell’11,4%, che sebbene alto (nel Regno Unito è del 5,1%) viene in genere ignorato e sottostimato. In Campania il valore è del 53%. In Calabria del 65%. La disoccupazione giovanile, che era la 23% nel primo decennio di euro, è ora a un livello da infarto del 37%

Questa è una delle ragioni per cui i sondaggi mostrano come circa il 50% degli italiani vogliono lasciare la UE, mentre molti partiti tradizionali discutono apertamente la prospettiva dell’abbandono dell’euro. La perdurante mancanza di crescita in Italia ha aggravato pesantemente la crisi debitoria, il debito pubblico vale ora 2.170 miliardi di euro, ossia il 134% del PIL.

L’unica ragione per cui i titoli di stato non hanno rendimenti altissimi è che la BCE sta pompando 80 miliardi di euro al mese di QE. Tuttavia il problema più immediato, che pone il vero pericolo reale di collasso del sistema, sono le banche italiane. La montagna pari a 80 miliardi di euro di crediti in sofferenza di Unicredit è solo una parte della montagna di 360 miliardi di crediti a sofferenza complessivi.

Le banche italiane hanno crediti deteriorati nei loro bilanci per un controvalore di circa il 18% di tutti i prestiti in scadenza, e questo numero è in crescita – mentre in Germania questo valore è del 3% e in Francia del 4%. Mentre le azioni delle banche sono scese in tutta la UE quest’anno, in Italia sono scese più di una volta e mezza rispetto alla media.

Tardivamente – molto tardivamente, e sotto un’immensa pressione diplomatica – l’Italia sta cercando di ripulire il proprio settore bancario. Non c’è molta fiducia a riguardo. Lo scorso anno, il salvataggio di 4 piccole banche è andato storto, e alcuni clienti hanno perso tutti i loro risparmi, scatenando suicidi e indignazione nazionale.

Mentre lo Stato rischia l’insolvenza, le banche stanno cercando di imporre uno schema guidato dal settore privato secondo il quale, anziché tagliare il valore nominale dei crediti deteriorati e imporre di conseguenza perdite ai detentori di azioni e obbligazioni, come dovrebbe accadere, le banche grandi in difficoltà si appoggiano alle piccole banche in difficoltà.

Si tratta essenzialmente di un tentativo di salvare la faccia che potrebbe facilmente andare storto – se non altro perché la perdurante assenza di crescita in Italia all’interno dell’eurozona causerà a far aumentare i crediti deteriorati e il debito pubblico in percentuale al PIL. Sono rimasto scioccato dalla mancanza di un serio dibattito economico nel corso della campagna per il referendum (sul Brexit NdVdE).

Per esempio, chiunque interviene nel dibattito dà per assodato che la sterlina “crollerà” se ci dovesse vincere il Brexit, dato che lo dice la Banca Centrale di Inghilterra. Davvero? Allora perché nelle scorse settimane, mentre i sondaggi dicevano che l’esito del referendum è oggi imprevedibile, la sterlina si è apprezzata significativamente rispetto all’euro, registrando il massimo degli ultimi 4 mesi?

Analogamente, parlando della moneta unica, ormai quasi tutti accettano quello che gente come me dice da 25 anni, ossia che essa potrà sopravvivere solo se si creasse una significativa mutualizzazione di una grossa parte del budget dei governi nonché un’unione bancaria. Ma niente di tutto ciò accadrà a breve.

Si tratta infatti di tabù politici, non di soluzioni politiche realizzabili. Quindi, prima che si realizzi questa enorme diluizione della sovranità nazionale – e io umilmente sostengo che non si realizzerà mai – uno o più paesi finiranno fuori dall’euro, provocando una confusione enorme, il cui conto da pagare dovrà essere saldato dalle economie più forti della UE.

La moneta unica è una polveriera pronta a esplodere. Rappresenta probabilmente il più grande rischio sistemico per i mercati finanziari globali. E, a prescindere da quale dovesse essere la miccia che la farà esplodere, che sia il collasso del sistema bancario italiano o i disordini continui in Grecia, il Regno Unito, in quanto membro della UE, verrà esposto alle relative conseguenze se l’euro dovesse implodere. Tenetelo in considerazione quando valutate l’opportunità di rimanere nella UE.

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