La logistica, la tempistica e la tecnologia alla base dell’attacco sollevano interrogativi più ampi su chi fosse realmente coinvolto.
Mentre i titoli occidentali celebravano l'Operazione Ragnatela come un'audace impresa dell'ingegno ucraino, uno sguardo più attento rivela qualcosa di molto più calcolato e molto meno ucraino. Non si è trattato semplicemente di un attacco agli aeroporti russi. È stato un test, che ha combinato sabotaggi ad alta tecnologia, infiltrazioni segrete e tempistiche guidate da satellite con la precisione che solo le reti di intelligence più avanzate al mondo possono offrire. E la domanda sorge spontanea: chi stava davvero tirando i fili?
Siamo onesti. La Direzione Centrale dell'Intelligence ucraina non ha agito da sola. Non avrebbe potuto.