mercoledì 18 febbraio 2015

SARDINYA CAGLIARI: LA LOTTA DELLA GRECIA E' LA NOSTRA LOTTA FACCIAMO LA NOSTRA PARTE!

SARDINYA CAGLIARI: La lotta della Grecia è la nostra lotta facciamo la nostra parte!

CAGLIARI: Giovedì 19.02.2015 a partire dalle ore 17.00
Presidio di solidarietà in Via Garibaldi di fronte al Consolato greco

SARDINYA ΚΑΛΙΑΡΙ: Η ΚΑΤΑΠΟΛΕΜΗΣΗ ΤΗΣ ΕΛΛΆΔΑ ΚΑΙ «ΚΑΤΑΠΟΛΕΜΗΣΗ ΜΑΣ κάνουμε το μέρος μας!


Il ricatto della BCE al nuovo governo greco è un ricatto contro tutti noi. Il momento è ora, per fare in tutta Europa come hanno fatto i greci: alzare la testa e non avere paura.

Siamo tutte/i in gioco: La lotta della Grecia è la nostra lotta, facciamo la nostra parte

I promotori, nell’indire questa manifestazione pensano sia irrisoria la manovra del governatore della banca centrale europea di immettere sul mercato la somma di 720 miliardi di euro da parte della BCE. Si giudica ipocrita il comportamento di chi da un lato si dice amico e perfino fan di Tsipras e di Syriza e dall’altro saluta festante la manovra del governatore della banca europea, noi pensiamo che questa manovra riuscirà a chi fa il mestiere di speculatore di arricchirsi di più e a favorire ,  la perpetuazione dell'austerity e con essa l'abbattimento ulteriore delle condizioni di vita delle masse popolari . 

Il debito pubblico appositamente creato per mettere in ginocchio i paesi del'America latina e dell'Africa dall'impero americano e da quello europeo è stato lo strumento principale usato per imporre alla nazione aggredita politiche di tagli, di rinuncia alla difesa dei beni pubblici, di concessioni alle multinazionali per lo sfruttamento brutale del territorio, di privatizzazioni, condannando le popolazioni alla miseria e nei casi più gravi alla fame. 

Ora è la volta dell'Europa . Naturalmente le oligarchie politico-finanziarie iniziano con particolare avidità dalle vecchie periferie :IrlandaPortogallo, Spagna,  Italia, Grecia denominate con dispregio calcolato : PIIGS . Ed intanto si prepara la trappola per il resto del continente...

Chiariamo subito. Non è sul debito il vero scontro tra i PIIGS e la Troica ma è sulle "riforme" . La BCE ha elargito alle istituzioni finanziarie 4.000 miliardi di euro in pochi anni e può benissimo annullare parte del debito allo scopo di rilanciare un'economia asfittica che alla lunga non conviene neanche all'imperatrice Germania

Ma in questo caso la Troica, molto abile nel provocare ondate speculative , perderebbe il suo potere di ricatto per raggiungere i suoi veri obiettivi che coltiva fin dalle sue origini : le"riforme" necessarie al raggiungimento del potere assoluto delle multinazionali che dovrebbe compiersi definitivamente con accordi internazionali tipo: il TTIP , con le RDIE ,con TISA.

Il trionfo elettorale di Syriza segna una crepa nella rete politico-monetaria dell'Austerity e va salutato con grande partecipazione da chi ha sempre lottato contro l'austerity e i governi servili che la imponevano a tutto un popolo . 

La Grecia con Tsipras potrebbe costituire un esempio per tutta l'Europa mediterranea e ciò è fonte di grande preoccupazione per Berlino e per la Troica.

Il timore non è solo una possibile procedura di cancellazione di una parte del debito che venga richiesta dai Piigs ma anche e sopratutto il blocco delle "riforme" che potrebbe essere preteso non certo dai maggiordomi del potere ma da grandi manifestazioni di massa . 

Già oggi molte piazze europee hanno voluto dimostrare la loro solidarietà ad un programma politico che seppure ambiguo e in certi punti per nulla convincente ha avuto l'indubbio merito di smuovere grandi masse , di restituire dignità ad un popolo e di ridare fiducia a quanti in Europa hanno visto passo dopo passo perdere diritti conquistati lungo decenni di lotta

Beni pubblici svenduti, servizi esternalizzati, Atene non deve essere lasciata sola.  

I lavoratori europei non devono farsi abbacinare dai sacerdoti dell'austerity e devono invece occupare in massa le piazze e radicalizzare le lotte . 
La sconfitta di Syriza, un cedimento del programma elettorale sarebbe un disastro politico che riguarderebbe non solo la Grecia ma tutta l'Europa...e senza una grande partecipazione popolare-crediamo- sarebbe inevitabile.

CAGLIARI: Giovedì prossimo 19.02.2015 a partire dalle ore 17.00 

Presidio di solidarietà in Via Garibaldi di fronte al Consolato greco



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La BAYER appare povera al fisco. Giuste tasse per le multinazionali!

La BAYER appare povera al fisco.
Giuste tasse per le multinazionali!



La compagnia chimica e farmaceutica BAYER sposta sistematicamente i profitti in paesi a tassazione ridotta. In questo modo, la multinazionale riduce il suo carico fiscale a spese dei contribuenti in Germania, Stati Uniti e Francia.

La BAYER, nella sola Olanda, ha 15 compagnie sussidiarie. Ma questo ha poco a che vedere con i sentimenti patriottici del suo amministratore delegato, Marijn Dekkers. La vera ragione è che l'Olanda promuove aggressivamente la sua offerta di risparmio sui profitti commerciali. L'uso di proprietà intellettuale e di marchi d'affari, per esempio nelle cosiddette "patent boxes", è tassato solo al 5%. Quindi le sussidiarie della BAYER in Germania o nel Regno Unito, possono portare le spese per la licenza dell'aspirina, in detrazione fiscale, mentre queste stesse spese fanno poca differenza sui profitti in Olanda. Il paese va bene anche per ospitare una banca interna della Compagnia che presta soldi alle varie divisioni per fare investimenti. L'interesse sui crediti riduce le tasse in Germania, ma non riduce i profitti a Mijdrecht, dove ha sede la BAYER WORLD INVESTMENTS B.V.

Nel 2012 la BAYER ha trasferito azioni per un valore di 1,4 miliardi di euro dagli Stati Uniti alla BAYER WORLD INVESTMENTS in Olanda. La sussidiaria BAYER GLOBAL INVESTMENTS ha ricevuto 536 milioni di euro dalle divisioni francesi e la BAYER CAPITAL CORPORATION ha concesso prestiti per 1,3 miliardi di dollari in Olanda.

La BAYER usa anche il Belgio per evadere le tasse, perché il paese consente gli interessi sulle azioni. Nel 2011 la Compagnia ha raddoppiato i fondi della sua sussidiaria ad Antwerp, portandoli a 8 miliardi di euro e ha poi trasferito quasi completamente un profitto di 254,8 milioni di euro in Germania. In Belgio ha dovuto lasciare solo 10,8 milioni di euro equivalente alla quota di tasse del 4,3 per cento. In Lussemburgo la BAYER approfitta delle concessioni sulle assicurazioni. In questo paese hanno la sede le sue due compagnie di assicurazioni, INDURISK RUECKVERSICHERUNG AG e PANDIAS RE AG.


Il trucco è quello di fare i profitti dove non vengono tassati e le perdite dove il fisco è minaccioso. Il Capo del settore Strategie e Portafoglio della BAYER, Werner Baumann, chiama questa tattica "variazione nella distribuzione geografica dei risultati". Baumann è il capo del dipartimento Progetto Fiscale Globale. Gli impiegati di questo dipartimento lavorano, tra le altre cose, sulla "pianificazione fiscale" e sui "prezzi di trasferimento", cioè calcolano i prezzi per gli scambi, tra compagnie interne, di marchi, licenze e prodotti finiti.
La fuga dalle tasse è molto dannosa per la società. Lo si può vedere nella città tedesca di Leverkusen, dove è situato il quartier generale della BAYER. Sebbene la BAYER sia la compagnia tedesca di maggior valore, Leverkusen ha problemi economici da due decenni. Alcuni anni la municipalità è stata costretta a introdurre bilanci di emergenza perché la BAYER paga pochissime tasse e in certi anni come il 1999, il 2001, il 2003 e il 2004 niente del tutto

L'ultima notizia catastrofica per Leverkusen è del maggio 2014 ed è collegata all'acquisizione, da parte della BAYER, della MERCK's per i prodotti da scaffale in libera vendita. Annunciando l'acquisto, la Compagnia ha dichiarato: "La BAYER si aspetta notevoli riduzioni fiscali a un anno dal completamento dell'affare". Nella sola Leverkusen si perderanno decine di milioni di tasse. Quest'anno la municipalità incasserà soltanto 60 milioni di euro dalle tasse sul commercio di tutte le compagnie. Per fare un confronto, nel 1990 la sola BAYER pagò oltre il doppio di quella cifra.


La riforma tedesca del 2001 del regime fiscale per le multinazionali, ha giocato un ruolo significativo nella riduzione delle tasse pagate dalle multinazionali tedesche. Da allora e per anni, la BAYER non ha pagato tasse sul commercio né sui profitti. Tra il 1997 e il 2000 la Compagnia ha pagato circa un miliardo di euro all'anno di tasse. Nel 2009 la cifra era scesa a 511 milioni e a 411 milioni nel 2010. La "legge d'oro" che ha reso possibile tutto questo è stata presentata da Heribert Zitzelsberger, ex capo del dipartimento fiscale della BAYER, spedito dalla Compagnia al Ministero delle Finanze della Germania


La Coalizione contro i pericoli derivanti dalla BAYER (CBG GERMANIA) chiede la fine di questa distruttiva corsa all'eversione fiscale. Jan Pehrke del Consiglio della Coalizione afferma: "Il fatto che la BAYER, contribuisca poco o nulla al finanziamento della comunità è inaccettabile. La compagnia continua a non assumersi le sue responsabilità verso il pubblico, a spese del contribuente che deve saldare il conto pagando più tasse e imposte. E' ora di fare qualcosa perché le grandi compagnie si accollino la loro parte del peso fiscale!". La Coalizione sta monitorando la BAYER dal 1978


lunedì 16 febbraio 2015

SARDINYA: Terna ci riprova. Tirrenia si prepara. I monopòli di Stato giocano a Monòpoli

SARDINYA: Terna ci riprova. Tirrenia si prepara. 

I monopòli di Stato giocano a Monòpoli

Paolo Maninchedda
sardegnaeliberta


Ieri la Rai ha intonato il coretto al laboratorio tecnologico di Terna a Codrongianos, sinfonia vocale appena attenuata dall’intelligenza di Paolo Mastino che almeno ha detto ai telespettatori che le batterie di Codrongianos non sono rose senza spine.

Riepiloghiamo alcuni temi.

Non è vero che il sistema elettrico della Sardegna sarebbe in equilibrio col solo santuario elettrico di Codrongianos attivo. 

Ossia non è vero che il sistema si reggerebbe se le centrali di Porto Torres, Ottana e Portovesme chiudessero.

Terna punta a negare l’essenzialità alle centrali sarde. L’essenzialità si traduce in soldi, cioè in produzione incentivata. 

Perché è nata l’essenzialità? Per due motivi, uno tecnico e uno sociale. Il primo è legato all’equilibrio della rete, il secondo è legato al sostegno in aree svantaggiate (per esempio non raggiunte dal gas) del sistema industriale.

Da chi viene pagata l’essenzialità? Dai cittadini, che la pagano in bolletta. Non da Terna, dunque, ma dai cittadini italiani.


La bolletta ha una composizione abbastanza semplice: per l’80% di oneri di sistema e il 20 di prezzo dell’energia

Nell’80% in cui ci sono tasse, accise e corbellerie varie, c’è anche l’essenzialità. Ma la parte da leone la fanno le quote destinate a remunerare chi, al tempo dei diversi conti energia, ha fatto impianti fotovoltaici ecc. L’incidenza dell’essenzialità sulla bolletta degli italiani è niente rispetto allo svantaggio dell’unica regione d’Europa senza gas

Ma che fa Terna? Per bocca del suo AD dice che la fine dell’essenzialità sarda vale 200 milioni di euro, che sembrano (e sono) tanti, ma rapportati all’intera anagrafe dei cittadini italiani si traduce in incrementi minimi. 

Viceversa, togliere 200 milioni di euro dall’economia della Sardegna è una mazzata mortale. Ma vi è di più: i cittadini italiani vedrebbero diminuire di qualche euro la loro bolletta per il risparmio sull’essenzialità sarda, ma i sardi non vedrebbero diminuire di niente la loro bolletta rispetto al ristoro del solare fatto in Italia e in Sardegna dai grandi gruppi padroni del sole di cui non mancano esempi, a suo tempo da alcuni celebrati, anche in Sardegna.

Qual è la posizione della Regione? La Regione dice che il tema dell’energia è legata da un lato alle famiglie e dall’altro alle industrie.  È chiaro che se si spengono le centrali prima che si sia avviato un processo di riconversione industriale verso produzioni innovative, è molto più difficile avviare il processo.



Non è un segreto che la Regione sta cercando di far decollare una nuova chimica. È noto che la Regione sta cercando di indurre Eni e Novamont a completare gli investimenti a Porto Torres sulla chimica verde; sta cercando di capire quali condizioni di contesto possano garantire nuovi investimenti a Ottana per far ripartire una chimica diversa, più redditizia e meno impattante; sta cercando di favorire il rapporto tra energia e industria nel Sulcis per riaprire le fabbriche o aprirne di nuove e di più stabili. 


Nel mezzo di questo sforzo titanico, che non si fa per decreto ma dialetticamente e per persuasione, Terna fa la splendida e dice: «Io ho le batterie, ho il monopolio delle reti e di voi non me ne importa nulla». Terna è il nuovo Marchese del Grillo, solo un po’ più educato.

È chiaro che il tema dell’energia è un tema strategico per noi sardi, più che per altri, perché siamo un isola. È chiaro che se avessimo un atteggiamento diverso, più riformista e meno attaccato a ‘su connotu’ noi dovremmo capire che dobbiamo rapidamente riorganizzarci, come presenza pubblica, nel settore dell’acqua, dell’energia e dei rifiuti

Dovremmo diventare più grandi, meglio organizzati, capaci di non farci divorare da grandi gruppi che si stanno aggregando proprio per essere irresistibili. 
Ma è altrettanto chiaro che per realizzare grandi disegni occorre un consenso che è superiore a quello politico e che oggi non c’è in Sardegna, per tanti motivi che non è il caso di analizzare ora. Ma la direzione, almeno per quelli che hanno il senso dello Stato (Sardo), deve essere chiara e in questa direzione Terna è chiaramente un avversario.



Un altro avversario è Tirrenia-Moby. Il quadro che sta emergendo dalla fusione Moby-Tirrenia è stato oggetto di una lunga conversazione fra me e l’assessore dei trasporti. 

Il quadro è terrificante e reso terrificante dal perimetro normativo tipicamente italiano. 
In sintesi, le rotte più propriamente turistiche, quelle del nord-Sardegna, oggi nei mesi estivi sono contributate dallo Stato, grazie alla convezione con la Tirrenia, ma non regolate rispetto alle tariffe. In poche parole, lo Stato dà 76 milioni di euro alla Tirrenia, ma la Tirrenia nei mesi estivi non ha obblighi rispetto alle tariffe. 
Perché? Perché, si diceva all’epoca, la tariffa sarebbe stata comunque calmierata dal mercato. 
Oggi il mercato non c’è più, di fatto, perché si è di fronte a un monopolista che non ha obblighi sulle tariffe. Questo è il quadro terribile sui trasporti che abbiamo ereditato. E adesso bisogna aprire un confronto che è certamente politico, ma è soprattutto legale, cioè non rapido.


domenica 15 febbraio 2015

Scienziati prove alla mano dichiarano: Alieni inseminano di vita la Terra...

Scienziati prove alla mano dichiarano: Alieni inseminano di vita la Terra...
tradusiu imprentau
de Sa Defenza
scienziati UK affermano che, la microscopica sfera catturata nella stratosfera, emette germe di vita...







Scienziati del Regno Unito sono un po sconcertati da una piccola sfera, l'oggetto circolare che hanno esaminato,  è microscopico, non più grande del diametro di un capello umano.

La University of Buckingham dell'UK riferisce che il piccolo mondo di metallo è stato scoperto da Milton Wainwright, un astrobiologo, nella polvere raccolta da un palloncino nella stratosfera della Terra, che ha volato alto sopra la superficie del nostro pianeta.

"E' una palla della grandezza, in termini di diametro, di un capello umano, si nota una espulsione filamentosa verso l'esterno dal centro, trasuda un materiale biologico appiccicoso", afferma Wainwright, vincitore del Premio Nobel. 
"La teoria è che sia stata inviata sulla Terra da qualche civiltà sconosciuta, al fine di continuare a inseminare la vita sul pianeta." ipotizza Wainwright.
"Quella che - è chiamata 'panspermia guidata' - in apparenza  ipotesi fantascientifica, probabilmente non viene presa sul serio da tutti gli scienziati, se non fosse per il fatto che è stata seriamente suggerita dal premio Nobel di fama mondiale per gli studi sul DNA , Francis Crick, passerebbe inosservata "ha detto Wainwright .
Panspermia è la teoria che dice che la vita si diffonde attraverso la galassia, e forse l'intero universo, una specie di  autostop su comete e meteoriti. E' la prima volta suggerisce F.Crick, un biologo molecolare, ha co-scoperto la struttura del DNA. In un articolo scientifico sulla panspermia, ha scritto:
Sembra improbabile che  organismi viventi extraterrestri possano raggiungere la Terra, sia come spore guidate dalla pressione della radiazione di un'altra stella che come organismi incorporati in un meteorite vivente. In alternativa a questi meccanismi ottocenteschi, abbiamo considerato direttamente la Panspermia, la teoria che gli organismi siano stati deliberatamente trasmessi alla Terra da esseri intelligenti di un altro pianeta. 
Concludiamo perciò, che è possibile, che la vita ha raggiunto la Terra in questo modo, ma che l'evidenza scientifica è inadeguata allo stato attuale da non poter dire nulla circa la sua probabilità. Richiamiamo all'attenzione il tipo di prove che possono gettare ulteriore luce sull'argomento.
Wainwright ha lanciato questi palloni nella stratosfera a quasi 17 miglia sopra la superficie della Terra. La scoperta di un piccolo segno di caduta dell'oggetto sferico atterrato sull'aerostato.
"Colpito il campionatore nella stratosfera, la microsfera ha fatto un cratere da impatto, la stessa cosa ha che causato un asteroide nell'impatto con la Terra,  un enorme cratere che ha fatto estinguere i dinosauri", ha detto Wainwright.
Naturalmente, Wainwright e il suo team hanno davanti a se una lunga strada da percorrere, prima che questa idea della inseminazione aliena  dallo spazio sia accettata dalla scienza moderna.
"A meno che, naturalmente, non siamo in grado di trovare i dettagli della civiltà che si suppone abbia inviato il pansperma, probabilmente è una teoria indimostrabile", ha ammesso Wainwright.

sabato 14 febbraio 2015

MAURO PILI deputato di UNIDOS : "Galsi riparte il progetto. I sardi risparmieranno il 40% dei costi energetici "

Mauro Pili deputato di UNIDOS : 
"Galsi riparte il progetto. I sardi risparmieranno il 40% dei costi energetici"


“Il metanodotto per portare in Sardegna il metano è un’occasione unica e irripetibile per far risparmiare ai sardi il 40% dei costi energetici. Ora che Algeria e Italia rilanciano il progetto la Sardegna deve essere protagonista. Le dichiarazioni di ieri dei ministri degli esteri italiano Gentiloni e algerino Ramtane Lamamra con le quali si riavvia di fatto il Galsi sono un’opportunità straordinaria per la Sardegna e la Regione deve essere in prima linea per sostenere questa strategia. 
Il fatto che i due governi algerino e italiano abbiano in maniera esplicita affermato la volontà di portare a compimento la diversificazione delle fonti energetiche con la realizzazione del metanodotto di connessione Algeria Sardegna Europa è un fatto nuovo e rilevante. Il contesto internazionale legato alla crisi Europa – Russia rende strategico ancor di più quel progetto che non a caso viene rilanciato dai due stati protagonisti: Algeria e Italia”.

Lo ha detto il deputato sardo Mauro Pili rivolgendo un’interpellanza al governo perché riferisca al parlamento i fatti nuovi che hanno portato a questa importante decisione di riavviare il progetto Galsi.


Pili, che da Presidente della Regione aveva fondato Galsi insieme al Governo Algerino e gli altri partner energetici, ha anche rivolto un appello alla Regione perché non perda questa occasione e riveda la decisione suicida di uscire dal Galsi.


E’ l’unico progetto europeo definito in ogni suo aspetto, ha le autorizzazioni, ed è l’unico progetto in grado di dare concretamente il metano alla Sardegna. Nessun altro progetto, tantomeno quello scellerato dei rigassificatori può consentire una distribuzione capillare del metano come il Galsi. Si tratta di un progetto in grado di cambiare la storia economica della Sardegna, a partire dall’investimento infrastrutturale per arrivare alla ricaduta economica del gas nella struttura produttiva e sociale dell’isola. E’ indubbio che tutto il sistema produttivo sardo verrebbe rilanciato in modo imponente così come le famiglie che avrebbero uno sgravio dei costi energetici tra il 30 e 40%”.



“Siamo ancora interessati al progetto (GALSI) e sosteniamo l'idea della diversificazione delle risorse energetiche" - aveva detto ieri il ministro degli Esteri Gentiloni durante una conferenza stampa tenuta insieme al suo omologo algerino – ribadendo che il Galsi rientra in "uno dei principali obiettivi della prossima riunione della commissione congiunta, che si terrà quest'anno a Roma, per individuare mezzi per promuovere questa cooperazione. "


“Oggi – ha detto Pili – il Galsi è più che mai strategico e occorre agire in tempi rapidi per evitare che l’Europa e l’Italia continuino ad essere sotto scacco del gas russo. La crisi internazionale tra Europa, Stati Uniti e Russia sulla Crimea e Ucraina apre nuovi scenari internazionali, fino a qualche settimana fa impensabili, che rendono decisivo nello scacchiere energetico internazionale il metanodotto Algeria-Sardegna-Europa. Si tratta di una svolta nella storia contemporanea e come tutti questi eventi, occorre riposizionare l’opera infrastrutturale energetica nel nuovo contesto. Davanti a questo scenario inedito il quale il progetto Galsi risulta essere una risposta immediata e urgente”.



“I numeri – sostiene Pili – parlano chiaro: l’Europa dipende per il 30% delle sue forniture dal gas russo. In Italia la dipendenza dal gas russo si attesta al 30%, la Germania con il 39% . L’aggravarsi della crisi Europa Russia sull’Ucraina è la conseguenza di un vuoto storico della politica europea nello sviluppare un piano energetico autonomo. L’Italia e l’Europa – scrive Pili nell’interpellanza parlamentare – oggi più che mai devono contrastare la dipendenza dalla Russia rivolgendosi a sud, nel bacino del Mediterraneo, dove il Galsi rappresenta l’opportunità progettuale più avanzata in quanto tutte le autorizzazioni sono definite e il progetto può partire immediatamente. Il metanodotto Algeria – Sardegna – Europa è un’opera strategica che potrebbe cambiare la storia economica e sociale della Sardegna collegandola per la prima volta alle grandi reti energetiche europee e rappresentando nel contempo una risposta decisiva alla crisi internazionale. Perdere questa occasione irripetibile significa isolare per sempre la nostra terra e rendere l’Europa sempre più dipendente dalla Russia. Per questa ragione la decisione del governo di riavviare questo progetto è un’iniziativa internazionale utile a posizionare sullo scacchiere energetico il Galsi come opera urgente e indifferibile”.


“Oggi – sostiene Pili - è possibile ancor di più coniugare il ruolo strategico del Galsi sia per eliminare il gravissimo limite energetico della Sardegna che soddisfare le esigenze strategiche energetiche dell’Europa e ridurre la dipendenza totale dai combustibili petroliferi. Con l’arrivo del metano in Sardegna si apre uno scenario concorrenziale a forte valenza ambientale considerato la rilevante riduzione delle emissioni in atmosfere rispetto al petrolio. Si tratta di ridurre notevolmente anche il costo dell’approvvigionamento energetico della Sardegna da sempre gravato dal monopolio petrolifero e dalla trasformazione unilaterale sul fronte elettrico”.


Per la Sardegna significa diventare baricentro nel Mediterraneo dello snodo energetico con il Magreb, assumendo un ruolo fondamentale anche alla luce della persistente crisi russa. Mentre tutta Europa va a metano la Sardegna è l’unica regione a non avere quell’approvvigionamento energetico. Tutto questo – prosegue Pili – ci mette in posizione di grande disparità economica e sociale”.


“ Il Galsi – aggiunge Pili - migliorerà la sicurezza di approvvigionamento del gas garantendo il transito di ulteriori 8 mld m³/a di gas naturale algerino verso il mercato italiano ed europeo, sarà in grado di soddisfare la domanda crescente di gas naturale nell'Unione Europea, costituirà una rotta alternativa a costi competitivi che approda al baricentro della domanda italiana ed europea”.


“La metanizzazione della Sardegna è strategica anche per abbattere la quasi totale dipendenza dal petrolio, che costituisce il 74.7% delle fonti di produzione energetica dell'Isola. La domanda potenziale di gas in Sardegna – conclude Pili - si attesta attorno ai 1/1.5 mld m³/annui. Un apporto energetico che sarà decisivo ai fini della sicurezza delle forniture così come per il costo dell'energia per la Sardegna”.




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