sabato 8 dicembre 2012

Sardinya: Monte Prama, ecco la storia dei Giganti di pietra

sardinya: Monte Prama, ecco la storia dei Giganti di pietra

L'appassionante vicenda delle statue 

 Carlo Figari

www.unionesarda.it

 

Finalmente tutta la verità sui Giganti di Monte Prama. O almeno quello che sinora è possibile raccontare in attesa che futuri scavi possano aggiungere nuovi particolari sulla vicenda che più di ogni altra ha appassionato gli archeologi nell'ultimo decennio. Messe da parte le polemiche sulla destinazione delle statue di pietra restaurate nel laboratorio di Li Punti a Sassari, oggi la loro storia è raccolta in un bel volume appena pubblicato dalla cagliaritana Fabula. L'editore Enrico Clemente ha chiamato attorno a questa complessa opera i protagonisti della scoperta: quattro illustri archeologi che dal 1974 (il primo ritrovamento risale al maggio di quell'anno quando un contadino scavando con l'aratro trovò alcuni frammenti scultorei) hanno lavorato a più riprese nel sito, recuperato il grosso dei reperti e poi dato un significato alle statue. Oggi possiamo dire di sapere molto su questi clamorosi Guerrieri nuragici, il velo di mistero che li ha circondati per oltre un trentennio è stato tolto, le ipotesi degli studiosi più o meno concordano sulla base di attente valutazioni e confronti stilistici. 
Nelle 277 pagine patinate scorrono i saggi di Alessandro Bedini, il primo archeologo della Soprintendenza ad arrivare sul sito e a lavorarci negli anni Settanta per poi trasferirsi a Roma e a Firenze; Carlo Tronchetti, ex direttore della Soprintendenza e del museo nazionale di Cagliari; Giovanni Ugas, docente dell'ateneo cittadino e Raimondo Zucca, docente a Sassari e instancabile promotore di mostre e convegni. Arricchiscono il volume le immagini di Massimo Migoni e i disegni ricostruttivi delle statue eseguiti dall'architetto Panaiotis Kruklidis.Un lavoro importante ed esaustivo che consente al lettore, anche non specialista, di capire cosa fossero e rappresentassero quei Giganti di pietra (alti quasi due metri). Il libro, già presentato in anteprima a Sassari, verrà illustrato oggi alle 18 da Clemente e Tronchetti nella libreria Feltrinelli di via Paoli.


LE STATUE
 
I reperti recuperati non hanno consentito di rimettere insieme nella loro interezza una o più statue, restaurate sapientemente dagli esperti di Li Punti, ma lo studio dei pezzi al computer ha permesso, però, agli archeologi e ai disegnatori di fare una ricostruzione quanto mai fedele. Ce li possiamo immaginare così come appaiono nel disegno introduttivo del volume: arcieri, pugilatori, atleti, in fila su un piedistallo lungo la strada che dal Campidano portava al Sinis e al porto fenicio di Tharros (la città punica sarebbe nata qualche secolo dopo). Dietro e a fianco sorgevano modelli di nuraghi in scala maggiore rispetto alle statuine di bronzo che oggi conosciamo nei musei, e di betili votivi. Il tutto faceva parte di un'area monumentale e sacrale (Heeron) in una zona di sepolture, tra i numerosi villaggi popolati dai protosardi che vivevano tra il Sinis, il Grighine e l'attuale Oristanese.
«Lo scavo ha portato alla luce una situazione straordinaria - affermano Bedini e Tronchetti - sia per l'eccezionale presenza della statue, che per il significato culturale dell'intero contesto. Siamo di fronte ad una vasta area adibita a sepolture di cui si può riconoscere con sicurezza il solo limite occidentale che presenta un'articolazione in varie fasi, con funzioni diversificate e caratterizzata da un tracciato viario». 


TRE FASI 
A Monte Prama si possono distinguere tre fasi: la prima di un sepolcreto con tombe a pozzetto (tipo quelle rinvenute ad Antas, Fluminimaggiore); la seconda vede l'area recintata con tombe più importanti coperte da lastroni; una terza fase con la sistemazione della sponda est della strada, la realizzazione del complesso scultoreo e la contestuale monumentalizzazione dell'area sacra.

L'ETÀ DEL FERRO
  La datazione? Per quanto riguarda la cronologia assoluta delle tre fasi si parla di un arco compreso tra il nono e la fine dell'ottavo secolo. I Giganti sarebbero i simboli grandiosi di una élite aristocratica che governava la popolazione protosarda nel periodo detto del "Ferro". Quella gente laboriosa di contadini e pastori, con a capo clan di guerrieri, era l'erede della precedente civiltà dei costruttori di nuraghi, che viveva e commerciava a contatto con i vicini fenici di Tharros. Solo dopo arriveranno i cartaginesi che trasformeranno quello scalo in una fiorente città punica. Nel frattempo i monumentali Giganti, realizzati con la pietra proveniente da una vicina cava e simbolo di una civiltà indigena, verranno distrutti, ammucchiati e sepolti nella stessa area di Monte Prama.

IL SIGNIFICATO


   «Allo stato attuale della documentazione - sottolinea Enrico Clemente - molti problemi sul valore e sul significato storico di Monte Prama rimangono aperti. Gli autori hanno presentato le proprie ipotesi che, in particolare sulla cronologia e distruzione dell' Heroon, presentano soluzioni diverse. Bedini e Tronchetti concordano sostanzialmente sulla datazione di costruzione dell'Heroon in base ai loro dati di scavo, mentre per la distruzione evidenziano la mancanza di reperti che permettano certezze. Ugas, al contrario, dissentendo dagli autori degli scavi, retrodata la cronologia (750-740) e indica una periodo preciso per la sua distruzione, non oltre un paio di decenni dopo l'edificazione (720)». 

LO STILE
 
Lo stile dei Guerrieri riporta all'ideologia della grande statuaria orientale giunta nell'Isola con i mercanti e con maestranze artigiane. Questo volume rappresenta una base di partenza: scavi ulteriori e la discussione della comunità scientifica potranno gettare nuova luce sulle statue del Sinis e, di riflesso, sulla storia della Sardegna protostorica e su quella del Mediterraneo occidentale. «Purtroppo - conclude Tronchetti - non conosciamo niente dell'antica mitologia sarda se non attraverso notizie assai più tarde giunteci da scrittori di cultura ellenica, ma sicuramente una mitologia esisteva: i Giganti di Monte Prama ne facevano parte».
 

martedì 4 dicembre 2012

Il Qatar investe in Sardinya promettendo un nuovo mondo mentre lo cancella in patria con l'ergastolo al poeta che incito' alla Primavera Araba..

Mohammed al-Ajami

 

A FORAS SU GERARCA CUATARIANU DE SARDINYA!


DOHA, 29 NOV - Il poeta del Qatar Mohammad Ibn al-Dheeb al-Ajami, che era stato arrestato per aver incitato a un colpo di stato e per aver insultato l'emiro, è stato condannato all'ergastolo, secondo quanto riferisce il sito di notizie Doha News.

La fonte non precisa i capi d'accusa dei quali al-Ajami è stato riconosciuto colpevole, ma aggiunge che ora il condannato ha una settimana di tempo per ricorrere in appello. L'arresto, nel novembre scorso, era seguito ad una sua poesia in cui diceva: "Siamo tutti la Tunisia di fronte all'elite repressiva". "Questa sentenza invia segnali allarmanti in tutto il Golfo, non solo in Qatar, dove gli attivisti sentono che vi è sempre meno spazio per loro" ha dichiarato Dina El-Mamoun, ricercatore per Amnesty International. Secondo Amnesty, il processo ad Al-Ajami si è svolto in maniera irregolare, con udienze segrete in cui non è stato ammesso l'avvocato difensore.


"E' da condannare il fatto che il Qatar, che si dipinge a livello internazionale come un Paese che promuove la libertà di espressione, stia permettendo quella che appare come una evidente violazione di questo stesso diritto" ha dichiarato Philip Luther, Direttore di Amnesty International Medio Oriente e Nord Africa, chiedendo la liberazione immediata di Al-Ajami.


Nel suo World Report del 2012, l'organizzazione Human Rights Watch afferma in merito all'emirato che, "mentre la costituzione tutela la libertà di espressione secondo le condizioni e le circostanze previste dalla legge, in pratica il Qatar limita la libertà di espressione e la libertà di stampa". (ANSAmed).


L'Emiro del Qatar investe in Sardegna e fa condannare all'ergastolo un poeta che chiede libertà. Il poeta Al-Ajani libero subito
di Mario Carboni


L'Emiro del Qatar, il “nuovo benefattore” della Sardegna ha fatto condannare a morte, convertita nell'ergastolo, il poeta Al-Ajami, di 36 anni , dopo un anno di prigionia.
L'Emiro Hamad bin Khalifa, che ha recentemente acquistato la Costa Smeralda e che vorrebbe investire un altro miliardo in Sardegna attraverso il Fondo sovrano del Qatar non è un investitore qualsiasi.
Governa come monarca assoluto il suo paese, con il pugno di ferro rispetto alla maggioranza degli abitanti, emigrati asiatici senza diritti di nessun tipo, blandendo con ricchi stipendi la minoranza autoctona dei Qatairoti che attendono invano le prime elezioni legislative.

Le enormi ricchezze di questo paese più piccolo di metà Sardegna ma dotato di petrolio e gas, vengono investite in tutto il mondo, sostenute politicamente dal megafono televisivo satellitare di Al Jazeera basata a Doha capitale dello Stato.
L'emiro che è al potere dopo aver deposto il padre con un colpo di stato destina quasi un quarto del PIL alle spese militari necessarie anche per mantenere il potere insidiato da un movimento democratico duramente represso.
L'Emiro è più conosciuto per i suoi investimenti in Occidente con l'acquisto dei magazzini Harrods a Londra o della maison Valentino, per aver comprato arte moderna come i Giocatori di carte di Cèzanne e recentemente aver acquistato la Costa Smeralda .
Non esiste giustizia nel Qatar e se esiste è gestita secondo la legge islamica, la Sharia.
L'Emiro è un grande finanziatore del fondamentalismo islamico ed esportatore di quel pensiero tanto da aver finanziato recentemente con 500 milioni di euro l'organizzazione terrorista Hamas che tiranneggia i palestinesi a Gaza e promesso un analogo investimento nelle banlieu francesi per sostenere gli islamici, creando critiche e riserve nella società francese.
Nel Qatar non esistono partiti d'opposizione e il dissenso e represso.
La televisione Al Jazeera aveva dato molto spazio alla “Primavera araba” ed in particolare ai suoi inizi alla rivoluzione tunisina.
Forse intellettuali e politici democratici di Doha si erano illusi che anche nel Qatar potessero aprirsi spazi democratici.
Fra questi il poetaAl-Ajami che aveva scritto un poema “ Gelsomino tunisino”, nel quale aveva affermato “ siamo tutti tunisini di fronte alla repressione”.
Il 16 novembre 2011 il poeta convocato dai funzionari della sicurezza veniva arrestato.

Accusato di aver insultato l'Emiro Al Thani e di incitamento al rovesciamento del sistema di potere è stato tenuto un anno in carcere e cinque mesi in isolamento senza nessuna garanzia e prova per un'accusa che prevede la pena di morte.
Il 29 novembre 2012 il suo avvocato ha fatto sapere che Al-Ajami era stato condannato all'ergastolo dopo un processo segreto.
Secondo la Sharia sono stati consultati due esperti islamici di poesia impiegati nel Ministero della cultura che hanno certificato che la poesia “ Gelsomino tunisino” che si riferiva alla rivoluzione tunisina avrebbe offeso l'Emiro e il figlio.
La poesia, letta in una riunione privata nella quale errano stati criticati i governanti arabi era stata pubblicata da una persona presente on-line.
Il poeta ha confermato la paternità del poema smentendo un suo contenuto offensivo.

L'avvocato del poeta ha denunciato l'irregolarità del processo, la manomissione delle prove e la falsità delle accuse.
Anche Amnesty international ha denunciato questo atto repressivo che risulta un colpo durissimo all'espressione libera di opinioni politiche di un'area riformista che è comunque presente nel paese anche quando si esprime con una poesia.
Se è vero che pecunia non olet è anche vero che da investitori che vengono in Sardegna bisogna pretendere che abbiano una compatibilità democratica per evitare inquinamenti della nostra società che sarà pur povera e colonizzata ma ricchissima di tradizioni di libertà e democrazia.

E' indispensabile chiarire ai sardi che questo nuovo investitore non è come Karim Aga Kan, né come il Fondo Colony che ha sostituito nella proprietà della Costa Smeralda, ma è un Fondo sovrano di uno Stato.
Uno stato ricco ma ambiguo, liberticida e antidemocratico con un potere enorme di corruzione e che si presenta con le credenziali della condanna all'ergastolo di un poeta che ha scritto solo versi di libertà.

Il poeta Muhammad Ibn al-Dheeb al Ajami deve essere subito liberato, deve essergli permesso di esprimere il suo pensiero poetico e politico liberamente affinché anche nel Qatar si aprano spazi di libertà e venga posta fine alla dittatura feudale e garantiti i diritti civili con libere elezioni.
In caso contrario deve essere dichiarato l'Emiro del Qatar non gradito in Sardegna.

Spero che si possa creare anche in Sardegna un Comitato per la liberazione subito del poeta Al-Ajami e per vigilare attentamente su una operazione, apparentemente economica ma eminentemente politica di penetrazione dell'islamismo politico radicale che rischia di aggiungersi alle precedenti colonizzazioni della Sardegna e più velenosa di quella dei petrolieri che tanto danno hanno fatto alla Sardegna nel recente passato

Il dittatore del Qatar: l'Emiro Ahmad bin Kalifa al Thani con il premier italiota  Monti
 

sabato 1 dicembre 2012

Indipendenza, no dei giudici italioti al referendum in Sardinya!

LA MOZIONE del PsdAz
  È una novità di ieri sera (21.11.12): il testo del Psd'Az che «dichiara solennemente la Sardegna nazione indipendente», e invoca un referendum popolare sul tema, ha raccolto le firme di 26 consiglieri. Molti più degli eletti coi Quattro Mori e ben oltre la soglia numerica che trasforma il documento in mozione urgente, dunque da discutere entro dieci giorni.
Si tratta perlopiù di adesioni tecniche: date da chi magari voterà contro il testo, ma vuole consentire che sia discusso subito in aula. Non è probabilmente il caso della consigliera indipendentista Claudia Zuncheddu (Sardigna libera), ma forse degli esponenti del Pdl, presenti con 13 firme, a partire da quella del capogruppo Pietro Pittalis. Dal Pd, invece, ha aderito solo Chicco Porcu. Ci sono poi Luciano Uras e gli altri tre di Sel, Franco Cuccureddu (Mpa), Roberto Capelli (Api), Massimo Mulas (Upc).
«Non sono certo diventati tutti indipendentisti, non credo ai miracoli», scherza il capogruppo Psd'Az Giacomo Sanna, primo firmatario, «ma c'è interesse su questi temi. In tutta Europa. È il momento opportuno per discutere la mozione, ora che anche nell'Isola si chiede un confronto forte col governo, come ha dimostrato la manifestazione dei sindaci».


Sa Defenza pensa:

La Sardinya, natzione da sempre libera ed indipendente, ha subito nelle varie ere la dominazione di varie culture diverse, oltre alle occupazioni manu militari, MA, nonostante la pressione dell'avvicendarsi delle varie potenze mondiali , ha sempre rivendicato la sua dignità di natzione libera e indipendente. 

Anche oggi la lotta di liberazione dall'asservimento ad un'altra capobastone del mondo continua, con tutti gli strumenti che sono possibili in una società che dice di dare libertà ma che in effetti è sempre subordinata al potere dei vari politicanti del momento.

La rivendicazione storica di indipendenza è dentro il DNA del nostro popolo e sapere che i giudici di una nazione a noi aliena insiste a dettare  la sua supremazia nel nostro territorio, questo ci indispone molto e ci riempie i polmoni per soffiare e spegnere il fuoco calamitoso dell'imperialismo italiota, con la speranza di riuscire a disfarcene il più presto possibile. 

Non possiamo accettare, ancora, dictat da uno stato vigliacco e indecente e indegno come quello italiano , che leva la libertà alle natzioni senza stato e lo stato sociale agli indigenti per dare richezze ai suoi corrotti dirigenti politici oltre che alla tecnocrazia al governo che si dimostra essere al servizio degli interessi delle banche mondiali. 

E' giusto e doveroso dare a noi Sardi il diritto di poterci esprimere sul fatto: "se vogliamo continuare a stare con questa banda di delinquenti istituzionali italioti, oppure se ri-andare e ripercorrere  la strada che fu già dei nostri antenati, liber ed indipendentzia!" 

Ecco perchè è giusto, per tutti noi indipendentisti, aldilà del colore e delle idee politiche che ogni gruppo politico sardo professa; sostenere il referendun sull'indipendentzia aldilà  da... chichessia fosse  il promotore o sostenitore, perchè essere dalla nostra parte, significa sostenere anche la sorte delle avanguardie propositive di libertà; infatti esso è un dovere morale e politico di tutti, che DOBBIAMO SOSTENERE E COMPLETARE PER ARRIVARE AL NOSTRO FINE E INTENTO, CARI AMICI, COMPAGNI E FRATELLI E PATRIOTI SARDI. 

SA DEFENZA  

Indipendenza, no dei giudici italioti al referendum in Sardinya!

 Antonio Masala 

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Doddore Meloni
 Dopo l'ufficio referendario sardo anche il Tribunale di Cagliari dice no: il referendum per la Sardegna indipendente proposto dalla Repubblica di Malu Entu non passa. Bocciato, morto prima di nascere. Doddore Meloni protesta, drizza i baffoni bianchi e passa al contrattacco. La sua voglia di giustizia lo porta dritto e per diritto alla Corte europea per i diritti dell'uomo e alle Nazioni Unite. Il ricorso va oltre l'Isola perché, come spiega l'avvocato Cristina Puddu, «se la Corte d'appello dovesse rigettare l'istanza la questione si chiuderebbe lì, non si potrebbe ricorrere neppure in Cassazione». 

IL PRONUNCIAMENTO
  Il Tribunale ha sposato in pieno la decisione dell'ufficio referendario della Regione: «Il referendum consultivo è inammissibile perché apporterebbe modifiche di ordine costituzionale e politico». Ribattono Doddore Meloni e il suo avvocato Cristina Puddu: «Non si fa alcun riferimento agli accordi internazionali approvati dall'Italia sul diritto all'autodeterminazione dei popoli. Di questo non c'è traccia nelle due decisioni e in forza di questo ci appelliamo all'Europa e alle Nazioni unite». 

GLI ALTRI ESEMPI
 
 Meloni ricorda che, a differenza della Sardegna, il Consiglio regionale veneto ha approvato a netta maggioranza un referendum identico mentre in Sardegna il presidente Cappellacci «un giorno è favorevole e l'altro contrario, tanto che la Regione si è costituita nel procedimento. La verità è che abbiamo una rappresentanza politica schizofrenica. Dicono che l'approvazione del referendum modificherebbe l'assetto costituzionale. Ma quando si è votato per l'abolizione delle Province che cosa si è modificato?», si chiede Doddore.

LE POSIZIONI
  Sul fronte del consenso sarebbero schierati tutti i movimenti indipendentisti europei riuniti in un solo contenitore, mentre sui partiti sardi Doddore è sbrigativo: «Affari loro, qualcuno si sta svegliando ma io mi rivolgo al 95% dei sardi che votano da tutte la parti ma che di fatto non contano. Il peso specifico politico della Sardegna non esiste, questa è la verità». Amara, conclude Doddore.

giovedì 22 novembre 2012

Il Fisco “fai da te” con il redditest .. ti traccia il tuo IP e ti persegue! Inquisitzione docet!

Il Fisco “fai da te”  con il redditest... tracciano il tuo IP e ti perseguono.  Inquisizione docet!

Noi ti consigliamo di non scaricare il software del redditest, perchè la curiosità dell'autodiagnosi ti espone alla persecuzione dell'Agenzia entrate; Befera dice:" i dati inseriti rimangono noti solo al contribuente e non ne rimane alcuna traccia sul web" 
Sa defenza:  non è vero quanto affermato,  dal servo delle banche e dello stato di diritto tributario italiota Befera, perchè tutti coloro che hanno un po di conoscenza del web sa che quando scarichi un download sei rintracciabile tramite appunto l'IP .. 
ma cos'è l'IP?
L'ip è l'abbreviazione di Internet Protocol (protocollo di internet)
ed è quel numero che avete sicuramente visto al centro della homepage, cioè un indirizzo numerico che vi assegna il vostro provider quando vi connettete ad internet. L'ip possiamo dire che è' la base da cui partono e arrivano i dati e senza di esso non potrebbe esistere nessun passaggio di dati: quindi non esisterebbe Internet.
L'ip, che come già ho detto vi viene assegnato automaticamente dal provider, ha la funzione di identificare ogni singolo computer nella grande rete e non può mai essere identico ad un altro.
Esso in genere ad ogni collegamento cambia e automaticamente quello che voi avevate prima verrà assegnato ad un altro navigatore. Questo è appunto l'ip dinamico. Ci sono anche ip statici come ad esempio i server che ospitano siti e a loro volta altre connessioni e raramente troviamo ip statici anche tra utenti di normali abbonamenti il che però ha i suoi vantaggi e svantaggi che descriverò tra poco.
Per fissare meglio il concetto di ip è utile fare l'esempio della macchina che ha aiutato anche me quando ero alle prime armi con il pc. Possiamo dire che tra computer e ip c'è un rapporto come quello che esiste tra l'automobile e la sua targa!!!
Infatti ogni macchina può essere identificata tramite quella sigla alfa numerica posta nella parte posteriore della vettura. Senza di essa ogni viaggiatore sarebbe anonimo, uguale ad ogni altro automobilista se non per il modello di auto che non è mai un unico esemplare!!!
Come la targa dell'auto così anche i navigatori hanno l'ip, una sigla che li identifica e li rende rintracciabili su internet (proprio per questo cerchiamo di sfatare il mito che ciò che si fa su internet non si può rintracciare). Infatti ad ogni ip corrisponde un collegamento, quindi un singola singola rete che, fatte eccezioni per enti pubblici e governativi, si contraddistingue con il numero di telefono. (http://ipworld.altervista.org/cosaip.html)
Per questi inquisitori dell'Agenzia delle entrate , il solo fatto che provi a a calcolare la presunta evasione è già prova della tua colpevolezza.
Perciò vi sconsigliamo di scaricare il mefitico redditest!
Da come si può comprendere il test èha il solo scopo persecutorio del "utente" sprovveduto per sottoporlo ai raggi x  epoterlo spolpare per chissà quale colpa...  ti mettono nel confessionale aanlitico della bestia succhiasangue e ti chiedono:le spese che hai sostenuto nell’anno, suddivise in 7 categorie: abitazione, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, tempo libero e cura della persona, altre spese significative, investimenti immobiliari e mobiliari. e se non tornano i loro conti ti salassano con presunte evasioni , se non ti accusano addirittura di furti o  imbrogli di qualsiasi genere.
Ecco il nuovo governo italiota autoritario tecno-tributario, è venuto alla luce!
Aspettatevi che vi facciano le domande che ci facevano i preti in confessionale da piccoli: QUANTE VOLTE FIGLIOLO/A?   
SA DEFENZA
tabella del Sole 24 Ore su quel che può chiedervi l nuovo governo italiota autoritario tecno-tributario di Befera e Monti con appoggio di PD PdL UDC SEL
 

Ok del Garante privacy al controllo dei conti correnti Ok del Garante privacy al controllo dei conti correnti
rainews24
L'Autorita' Garante per la protezione dei dati ha espresso, nella riunione di oggi, l'atteso parere favorevole sullo schema di provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate che stabilisce le modalita' con le quali gli operatori finanziari dovranno trasmettere all'Agenzia, a fini di controllo fiscale, le informazioni contabili relative ai conti correnti (saldo iniziale e finale, importi totali degli accrediti e degli addebiti) e ai rapporti finanziari per la cosiddetta "comunicazione integrativa annuale".

Lo schema - ricorda il Garante in una nota - tiene conto delle osservazioni e delle richieste avanzate dall'Autorita', in un precedente parere del 17 aprile 2012, finalizzate all'adozione da parte dell'Agenzia di piu' elevate misure di sicurezza a protezione dei dati dei contribuenti, considerata l'enorme concentrazione di informazioni presso l'Anagrafe tributaria e il potenziale di rischio difficilmente riscontrabile in un ordinario esercizio dell'attivita' finanziaria o bancaria.

Il nuovo schema prevede che i dati vengano trasmessi attraverso una nuova infrastruttura, il "Sistema di interscambio" (SID), e non piu' con il servizio Entratel inizialmente individuato. Il nuovo sistema consente di realizzare procedure di trasmissione totalmente automatizzate. Banche e operatori finanziari dovranno utilizzare due sistemi alternativi di intercambio informatizzato con il SID: o mediante un server FTP, cioe' un "nodo" di colloquio con l'Agenzia, o mediante il servizio di Posta elettronica certificata (PEC), utilizzabile in caso di file di piccole e medie dimensioni.

La predisposizione dei file da trasmettere all'Agenzia dovra' essere effettuata - sottolinea il Garante della Privacy - esclusivamente dall'operatore finanziario che non potra' avvalersi di intermediari fiscali e dovra' utilizzare meccanismi automatizzati di estrazione, composizione, compressione e cifratura. Il file cifrato dovra' essere conservato nei nodi FTP per il tempo strettamente necessario allo scambio dei dati. Come richiesto dal Garante, il provvedimento definisce anche il periodo di conservazione dei dati: non potra' superare i 6 anni, allo scadere dei quali le informazioni saranno automaticamente cancellate.

Nell'esprimere parere favorevole, il Garante ha chiesto all'Agenzia di adottare alcune misure di sicurezza, prevedendo innanzitutto che il protocollo FTP utilizzato per l'intercambio dei dati sia cifrato. L'Autorita' ha, inoltre, individuato le misure e gli accorgimenti che l'Agenzia e gli operatori finanziari, chiamati a svolgere un ruolo rilevante nella messa in sicurezza del nuovo canale di trasmissione, dovranno adottare al fine di minimizzare i rischi di accessi abusivi e trattamenti non consentiti.

Nel prescrivere queste misure, il Garante ha tenuto conto delle esigenze dei piccoli operatori che non riescono ad automatizzare completamente la procedura di estrazione e invio. L'Autorita', visto l'attuale stato di avanzamento della realizzazione del SID, si e' comunque riservata di verificare nel dettaglio il completamento delle funzionalita' della nuova infrastruttura informatica, anche prima della messa in esercizio.

Per quanto riguarda infine il provvedimento del Direttore dell'Agenzia con il quale saranno individuati i criteri per la formazione delle liste selettive dei contribuenti a maggior rischio di evasione, l'Agenzia ha dichiarato che sara' sottoposto preventivamente al Garante. La procedura di verifica preliminare dovra' comunque essere prevista per ogni ulteriore utilizzo dei dati collegato ad altre finalita' (es. controlli ISEE).

 

 In attesa del redditometro una simulazione on line 

 Giuseppe Deiana

www.unionesarda.it

Se un milione di famiglie va oltre le proprie possibilità, «spendendo» nonostante redditi «vicini allo zero», come denuncia il direttore dell'Agenzia delle entrate, Attilio Befera, qualche problema deve esserci. Ed è questa una delle ragioni che hanno spinto il braccio armato dello Stato contro l'evasione a mettere a punto prima il redditest (on line da ieri sul sito web dell'Agenzia delle entrate) e poi il redditometro, che invece entrerà in vigore soltanto nel 2013. 

GLI OBIETTIVI
 
Lo scopo è sempre lo stesso: fare la guerra agli evasori, anche se poi ci passano tutti, buoni e cattivi. Gli italiani, oltre al Grande fratello fiscale, che dal 2013 potrà controllare anche i movimenti bancari, da ieri hanno a disposizione il redditest. In realtà non è altro che un simulatore virtuale di quello che fanno gli addetti del Fisco: serve dunque per verificare la congruità dei redditi delle famiglie italiane. E se dopo aver inserito tutti i dati, il semaforo segna giallo, c'è da preoccuparsi, se invece segna rosso è meglio fissare un appuntamento con gli addetti dell'Agenzia delle entrate.

COME FUNZIONA
 
Per utilizzare il redditest basta collegarsi con il sito Internet dell'Agenzia delle entrate e scaricare sul proprio computer un software. Il programma chiede una serie di informazioni, per poi dire se la spesa è in linea con quanto guadagnato. I dati da inserire nel sistema riguardano il nucleo familiare nel suo complesso e partono dal principio che un contribuente non possa spendere più di quanto guadagna. Una volta detto al redditest quanto si è percepito (reddito lordo) nell'ultimo anno, il programma chiede tutte le informazioni (a dire il vero in modo un po' macchinoso, ed è sempre meglio farlo con tutta la documentazione, per esempio su casa, mutuo o spese mediche, a portata di mano) sulle uscite familiari. Le voci censite sono circa un centinaio: intanto, il redditest vuole sapere dove viviamo, quanto spendiamo per la casa, per il condominio, il riscaldamento, l'energia elettrica. Poi passa al setaccio le voci che riguardano la previdenza complementare, le polizze assicurative, le spese per l'istruzione dei figli, per arrivare al tempo libero: dalla palestra alla pay tv, fino al cinema, alla spesa per lo stadio, a quella per i viaggi e i ristoranti. Infine, non può mancare un capitolo dedicato all'auto, per chiudere con gioielli, investimenti e assegni per il mantenimento del coniuge. Tutto viene scandagliato, fino all'ultimo centesimo.

REDDITOMETRO
 
  I guai però possono arrivare solo a partire dal 2013, quando entrerà in vigore il redditometro. Sì perché se le informazioni inserite nel redditest restano sul proprio computer, lo strumento messo a punto dall'Agenzia delle entrate per controllare il reddito degli italiani valuterà realmente se le uscite dei contribuenti sono in linea con i guadagni. E oggi gli ispettori del Fisco sono in grado di farlo, grazie alle banche dati che possono essere confrontate e incrociate. Alla fine, dunque, viene fuori un profilo del contribuente che deve corrispondere al reddito percepito. «Il limite di tolleranza sarà di circa il 20%», ha spiegato Befera. Altrimenti, è proprio il contribuente ad avere l'onere di provare che non ha evaso le tasse ed evitare l'accertamento fiscale. E a quel punto sono dolori.

lunedì 19 novembre 2012

Indipendentisti sardi contro la Bper

Indipendentisti sardi contro la Bper

«Basta con i tagli, la Regione riacquisti il Banco di Sardegna»


Annalisa Bernardini
www.unionesarda.it

Comunicato stampa di SNI, CSS, AMpI sul Banco di Sardegna
 
Un grido d'allarme perché il Banco di Sardegna rimanga un punto di riferimento nel mondo del credito nella nostra Isola. A lanciarlo sono stati ieri i rappresentanti di Sardigna Nazione, di A manca pro s'Indipendentzia e della Confederazione sindacale sarda (Css) che hanno denunciato i tagli che il gruppo starebbe per fare su tutto il territorio isolano.

LA POSIZIONE

«Dei circa 1.250 esuberi annunciati dal piano industriale di marzo da Bper, 450 saranno in Sardegna», tuona Giacomo Meloni, del Css. «A questo si deve aggiungere la chiusura delle filiali del Banco di Sardegna: si parte da 65 ma si arriverà facilmente a un centinaio. I dipendenti diventeranno lavoratori delle società di servizio». Quella che è nata come la banca dei sardi «potrebbe non esserlo più», aggiunge Bustianu Cumpostu, leader di Sardigna Natzione. «Chiuderanno le filiali nei paesi dell'interno costringendo le persone ad andare nei centri vicini: oltre al danno economico con due posti in meno e sofferenze per le aziende dell'indotto, ci sarà anche quello sociale». A farne le spese, secondo Meloni, «saranno le imprese sarde: la Fondazione del Banco raccoglie i soldi nell'Isola ma li porta fuori e ora le politiche saranno mirate a sostenere le imprese continentali». Il presidente del Banco, Franco Farina, aveva però parlato di «una razionalizzazione» con l'eliminazione delle filiali in centri poco significativi della penisola e magari «l'apertura in piazze più interessanti».
Bustianu Cumpostu SNI
Giacomo Meloni CSS

PROPOSTE
 
«C'è un silenzio sospetto su questo piano, sia da parte della politica che degli stessi componenti della Fondazione del Banco che erano perplessi su questo piano», ha attaccato Meloni. Il piano di Bper, che detiene il 51% delle azioni del Banco, «prevede in sintesi la riduzione dell'istituto sardo a una succursale commerciale della banca modenese e non possiamo accettarlo», ha detto Meloni. Per questo ieri sono state elencate alcune proposte di cui la Regione dovrebbe farsi carico. «Prima di tutto chiediamo conto dell'operato dei vertici dell'Istituto e della Fondazione. Chiediamo anche lo stop alla cessione delle 35 filiali del Banco di Sardegna e della Banca di Sassari nella penisola». La politica, inoltre, dovrebbe «sostenere il riacquisto da parte della collettività sarda del 51% delle azioni dell'Istituto ed emanare una legge regionale per indirizzare il mercato del credito sardo con il vincolo di reimpiegare i fondi nello stesso territorio dove sono raccolti».
Cristiano Sabino AMpI

IDEE
 
Per i due movimenti e il sindacato, inoltre, dovrebbe essere potenziato il Banco e ricostituito il Centro dati a Sassari. «Il Ced avrebbe anche il compito di gestire il flusso operativo della clientela del Gruppo», si legge in un documento. «Il centro dati servirebbe per dare vita, in un'intesa banca-Regione, a un consorzio di imprese ed enti pubblici per dare il supporto tecnologico nel territorio».
Gavinu Piredda, sindacalista sardu de sos bancarios de su Bancu de Sardigna in sa cunferentzia de imprenta ammanigiada da SNI, AMPI e CSS. Mi siscuso si no apo pitidu registrare sos ateros interventos ma b'at subennidu problemas tecnicos.

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