giovedì 2 maggio 2024

Reflusso gastroesofageo? No, è allergia alimentare

Come sospettato da diversi anni, l’eccesso di prescrizioni di inibitori di pompa protonica, i famosi protettori gastrici, per la malattia da reflusso è il più delle volte inutile.


Ormai un protettore gastrico non si nega a nessuno.

Basta che una persona abbia la lingua semplicemente un po’ irritata per sentirsi prescrivere un protettore gastrico. “Sicuramente avrà un po’ di reflusso” dice spesso il medico, e l’ignaro paziente assume un prodotto che probabilmente non darà beneficio, e che in moltissimi casi può addirittura peggiorare la condizione vera di partenza: una infiammazione da cibo con conseguente aumento degli eosinofili e spasmo esofageo successivo.

Oltre al fatto che anche di fronte ad una irritazione gastrica od esofagea, quando copriamo solo lo stomaco l’intestino continua a soffrire e mantiene tutti i suoi potenziali di danno, purtroppo è ormai documentato in modo rigoroso e scientifico che l’assunzione di antiacidi, protettori gastrici, inibitori di pompa aumenti il rischio di una allergia anche grave.

Quando quindi viene dimostrato (Aceves SS, et al, J Clin Gastroenterol 2007 Mar;41(3):252-6) da un recentissimo lavoro effettuato in California che in molti casi, e soprattutto nei giovani, la diagnosi di Reflusso gastroesofageo è in realtà falsa, e che la vera causa è l’aumentata presenza di eosinofili nella mucosa digestiva, causata da una allergia alimentare, il problema si complica.

Usare farmaci potenzialmente dannosi come quelli segnalati per tamponare un sintomo, senza centrare la vera causa del problema, può diventare una tragedia per la gente.

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