Questo libro nasce come risposta all’aumento della censura digitale e alla repressione sistematica contro gli autori indipendenti, nonché al tentativo di alcuni noti depistatori di riabilitarsi, proseguendo nella loro opera di mistificazione della realtà e riscrittura della storia.
Negli ultimi anni, si è assistito ad un susseguirsi di minacce, operazioni di spionaggio e "suicidi" di Stato che hanno colpito non solo giornalisti e scrittori indipendenti, ma chiunque abbia osato approfondire – volontariamente o meno – affari e "progetti" destinati a rimanere occulti. L’impronta di questi delitti è sempre stata identica, così come la loro matrice.
L’atlantismo è un cancro dalle radici profonde, radicate nel delitto Moro e giunto oggi alla sua massima espressione, che si fonda su fanatismo, dipendenze farmacologiche e degenerazione sessuale: strumenti di controllo sociale basati su protocolli militari degli anni ’50 e ’60.
Con l’avvento del governo di Giorgia Meloni, marionetta della massoneria conservatrice londinese, la situazione è peggiorata. La farsa pandemica ha annichilito le coscienze degli italiani e degli occidentali, trasformando intere popolazioni in branchi di pedofili e tossicodipendenti, incapaci di interpretare la realtà circostante.
Questa opera costituisce un testamento per le nuove generazioni dei Paesi multipolari – Russia, Cina, Iran, Venezuela, India – nazioni che hanno rifiutato l’imbecillità programmata come metodo di "educazione" delle masse, preferendo la conoscenza, la verità, la crescita interiore e il rispetto delle leggi di natura.
Il declino della società occidentale ha coinciso con l’ascesa della massoneria e con la sua degenerazione in una setta satanista, aristocratica, filosionista e rosacrociana; degenerazione in cui ritroviamo la completa alienazione dei suoi gerarchi dalla realtà concreta e materiale (un delirio patologico a tutto tondo).
Analizzare metodi e obiettivi di questi protocolli è fondamentale per riconoscere le strategie di delegittimazione progressivamente applicate in ogni ambito: sociale, economico, politico e d’intelligence.
Lo stesso avviene quando le organizzazioni criminali acquisiscono (o hanno acquisito) troppa autonomia, o quando alcuni collaboratori di giustizia scelgono (o hanno scelto) di svelare la verità storica – quella autentica – anziché diffondere la consueta falsa narrazione giudiziaria; costruita per manipolare l’opinione pubblica, per renderla sterile, apatica e incapace di cogliere il cambiamento o riconoscere la verità.
Ed è per porre un freno a questa deriva che speriamo questo libro – giunto a noi per gentile donazione dall’anonimo autore, in cui vengono rivelati numerosi segreti di Stato – possa portare un barlume di speranza. Al suo interno, infatti, si analizzano casi come quelli di Paolo Ferraro, Carmine Schiavone e Carlo Palermo, con tanto di denuncia delle strategie delegittimanti in atto.
Ringraziamo la fonte, sottolineando che Sa Defenza non ha alcun legame con questa persona e che restiamo aperti a ogni chiarimento e approfondimento, qualora si volessero smentire o confermare le informazioni presentate.
Per preparare il lettore a ciò che sta per leggere, è bene ripassare un po’ di storia, prestando attenzione ai seguenti – e ormai pubblici – "segreti di Stato" che si cerca ancora di cancellare da parte di quell’impero massonico fatto di pedofili, satanisti e tossicodipendenti atlantisti, che credono nella demenziale ideologia di un "mundus novus".
Alcuni casi degni di menzione
La storia, come sempre, si ripete, e con essa l’idiozia umana, che rimane una costante. Tuttavia, è innegabile che, dopo l’inoculazione del veleno genico, l’imbecillità e l’incapacità mentale siano diventate la norma qui in occidente. Dopotutto, le nanotecnologie non perdonano.
Per quanto la verità possa apparire scontata, il suddetto “rincoglionimento” programmato delle masse ha trasformato ogni tentativo di contrastare il controllo totale della popolazione in una "deriva psichiatrica" o "complottista".
Che dire? I tempi cambiano ma non gli uomini. In alcune epoche l’umanità degenera, in altre migliora. In questa, l’umanità è stata decimata: trasformata in un gregge di essere sub-umani depensanti, al di sotto del livello di bestialità (almeno gli animali seguono le leggi di natura, i sub-umani no).
Come avrete modo di scoprire (o di ripassare), nulla di nuovo sotto il nostro cielo.
D’altronde, come abbiamo detto, la storia si ripete.
1. Woodrow Wilson e la presidenza nascosta (1919). Dopo un grave ictus, Wilson, Presidente statunitense, rimase paralizzato al lato sinistro e incapace di governare. La moglie Edith divenne l’unico filtro tra lui e il governo, decidendo quali informazioni passargli. Il Segretario di Stato Robert Lansing tenne riunioni non autorizzate, finendo licenziato. Questo creò un precedente per il 25esimo emendamento (successione presidenziale). Fonti giornalistiche (come il New York World) sospettarono la verità, ma la Casa Bianca negò fino al 1924. La moglie, difatti, divenne il primo “presidente donna” occulto della storia statunitense.
Riferimento: https://millercenter.org/president/wilson/strokes-and-denial
1. La tragica vicenda di Christine Collins e la scomparsa di suo figlio Walter (1928). Nel marzo del 1928, Christine Collins, una madre single di Los Angeles, visse un incubo quando suo figlio Walter, di soli nove anni, scomparve senza lasciare traccia. Malgrado le sue disperate richieste di aiuto, la polizia inizialmente minimizzò il caso, costringendola a una snervante attesa. Cinque mesi dopo, le autorità annunciarono trionfalmente il ritrovamento del bambino in Illinois, ma quando Christine lo vide capì immediatamente che non era Walter: il bambino era più basso, aveva i denti diversi e persino la circoncisione mancante. Nonostante le sue proteste, il capitano di polizia J.J. Jones la costrinse ad accettare il bambino, insinuando che il trauma le avesse offuscato il giudizio. Quando Christine osò ribellarsi a questa assurda imposizione, la polizia la fece internare in un manicomio con la scusa di "instabilità mentale", in un crudele tentativo di zittirla e nascondere la verità.
Con l'aiuto del reverendo Gustav Briegleb, Christine riuscì a far emergere la scandalosa corruzione del dipartimento di polizia e a ottenere la sua liberazione. Nel frattempo, si scoprì che il falso Walter era in realtà un ragazzino di nome Arthur Hutchins, che aveva mentito per sfuggire a un padre violento. La tragedia assunse toni ancora più agghiaccianti quando emerse che il vero Walter era probabilmente stato vittima del serial killer Gordon Northcott, giustiziato nel 1930 per l'omicidio di diversi bambini. La storia di Christine, portata sul grande schermo da Clint Eastwood nel film Changeling (2008), con Angelina Jolie nella parte della madre, rimane un simbolo della lotta contro l'ingiustizia istituzionale e della disperata ricerca di una madre per la verità.
Note al riguardo: A) Il LAPD, ufficialmente, sotto pressione per risolvere il caso di Walter Collins (scomparso nel 1928), presentò un bambino sconosciuto (Arthur Hutchens) come il figlio ritrovato, ignorando le proteste di Christine Collins. L'obiettivo era chiudere rapidamente un caso mediatico e dimostrare efficienza anche a costo di mentire; B) Christine fu internata in manicomio con un "Codice 12”. Questo “codice” era un oscuro strumento di repressione utilizzato dal dipartimento di polizia di Los Angeles negli anni '20 e '30 per mettere a tacere cittadini scomodi. Il termine gergale, non ufficialmente codificato ma ampiamente utilizzato dal LAPD, permetteva agli agenti di far internare arbitrariamente individui in strutture psichiatriche con la semplice accusa di "disturbo mentale" o "comportamento pericoloso", senza alcuna valutazione medica obiettiva; C) Il caso rivelò un sistema in cui la polizia privilegiava l'immagine pubblica rispetto alla giustizia. Christine vinse una causa contro il capitano J.J. Jones, ma non ricevette mai il risarcimento, a dimostrazione della diffusa impunità.
Oggi sappiamo che le ‘giustificazioni’ psichiatriche illecite, specie in presenza di serial killer e traffico di bambini, in una cornice fatta di corruzione di corpi di polizia, nascondono non solo la presenza del ritualismo massonico di esponenti di primo livello delle istituzioni, ma l’esecuzione di un esperimento sociale allestito per futuri fini di controllo mentale delle masse.
2. Progetti Sunshine & Gabriel (1949-1955). Gli esperimenti radioattivi segreti sugli esseri umani. Dopo la scoperta della fissione nucleare e lo sviluppo delle prime bombe atomiche, gli Stati Uniti avviarono una serie di esperimenti segreti per studiare gli effetti delle radiazioni sul corpo umano. Questi test, condotti senza consenso informato, coinvolsero donne incinte, bambini disabili, soldati e persino cadaveri. Nello specifico, metodi e vittime furono i seguenti:
A) Donne incinte e neonati: A partire dagli anni '40, i medici somministrarono ferro radioattivo (Fe-59) a donne in gravidanza, sostenendo che fosse un "integratore vitaminico".
B) Bambini disabili: In Massachusetts, alla Fernald School (un istituto per bambini disabili), ai ragazzi vennero dati da mangiare fiocchi d’avena contaminati con traccianti radioattivi.
C) Soldati e civili esposti a test nucleari: Durante i test atmosferici in Nevada, migliaia di soldati furono posizionati vicino alle esplosioni per studiarne gli effetti. Molti svilupparono leucemia e tumori senza mai ricevere risarcimenti.
D) Malati ospedalieri: In Tennessee, a pazienti ospedalieri fu iniettato plutonio-239 per misurare quanto tempo impiegasse a essere espulso dal corpo.
E) Cadaveri: Il governo rubò cadaveri di neonati da ospedali per misurare l’accumulo di stronzio-90 (un isotopo radioattivo) nelle ossa, legato ai fallout nucleari. Alcuni corpi furono prelevati senza il permesso delle famiglie, come rivelato da documenti declassificati nel 1995.
Perché?
Lo scopo era calcolare quante bombe atomiche sarebbero servite per avvelenare l’umanità con lo stronzio-90. Si scoprì che meno di 100 test nucleari avrebbero reso l’atmosfera mortale a lungo termine. Solo nel 1995, grazie a un’inchiesta del Comitato per gli Esperimenti Umani (Advisory Committee on Human Radiation Experiments), molti di questi crimini vennero resi pubblici. Il governo si scusò formalmente, ma quasi nessuna vittima ricevette un risarcimento.
Poiché il progetto richiedeva dati sull’assorbimento umano di Sr-90, il governo U.S.A. condusse studi illegali su civili inconsapevoli. I risultati di Gabriel furono usati per giustificare la corsa agli armamenti: se l’URSS avesse lanciato abbastanza bombe, avrebbe reso la Terra inabitabile. Il progetto fu declassificato parzialmente negli anni ’90, ma molti documenti rimangono secretati. Nessun responsabile fu processato, sebbene le violazioni dei diritti umani.
Riferimenti: https://www.gao.gov/products/RCED-94-51; https://www.theguardian.com/; https://www.archives.gov/
3. Operazione Paperclip. I Nazisti della NASA (‘45 - ‘59). L’OSS (poi C.I.A.) reclutò 1.600 scienziati nazisti, tra cui: A) Wernher von Braun (ex SS), che progettò i razzi V-2 usati contro Londra. Divenne direttore della NASA e padre del Saturn V; B) Hubertus Strughold, coinvolto in esperimenti su prigionieri a Dachau, ma nominato "padre della medicina spaziale".
La giustificazione ufficiale fu "prevenire che cadessero in mani sovietiche", ma molti crimini furono insabbiati. Nel 1985, il caso riemerse con il processo a Arthur Rudolph (deportato per crimini di guerra).
Riferimento: https://www.archives.gov/iwg/declassified-records/rg-330-defense-secretary
4. MK Ultra: il “lavaggio del cervello” (‘50 - ‘60). La C.I.A. investì 25 milioni in 149 subprogetti per il controllo mentale, tra cui: LSD su civili inconsapevoli (come Frank Olson, morto suicida nel 1953); Elettroshock e ipnosi su prostitute a San Francisco (operazione Midnight Climax); Donald Ewen Cameron (McGill University) usò "driver psichici" per cancellare la memoria di pazienti, lasciandoli in stato vegetativo. I driver psichici consistevano nella ripetizione continua di messaggi audio registrati, trasmessi a ripetizione, senza sosta, a pazienti o soggetti sotto sperimentazione. L'obiettivo era alterare il comportamento o "riprogrammare" la mente attraverso un'esposizione prolungata a frasi suggestive, spesso combinate con farmaci paralizzanti (come il curaro) per immobilizzare il soggetto, contando, il più delle volte, con privazione sensoriale per aumentarne la suggestionabilità. Nel 1975 la Commissione Church rivelò gli abusi, ma l’80% dei documenti fu distrutto.
Riferimento: https://www.intelligence.senate.gov/
5. Progetto Blue Book. UFO e armi segrete (1952-1962). L’Aerial Phenomena Task Force investigò 12.618 avvistamenti UFO. Il 5% rimase "inspiegabile", tra cui: L’incidente di Roswell (1947), inizialmente dichiarato "disco volante", poi "pallone meteorologico"; UFO di Washington (1952): oggetti ripresi da radar sulla Casa Bianca, attribuiti a "inversioni termiche". Nel 2017, il Pentagono ammise il "Programma UFO" (2007-2012), studiando fenomeni come il Tic-Tac UFO ripreso da piloti nel 2004.
Riferimenti: https://www.defense.gov/Newsroom/Releases/Release/Article/1658794/
6. Golfo del Tonchino. La bugia che scatenò il Vietnam (1964). Il 2 agosto 1964, un presunto attacco nordvietnamita al cacciatorpediniere USS Maddox fu usato da Johnson per far passare la Risoluzione del golfo del Tonchino. In realtà, il Maddox sparò per primo durante una missione di spionaggio. Il "secondo attacco" del 4 agosto non avvenne mai: i radar rilevarono falsi echi. Nel 2005, la National Security Agency (NSA) ammise che i rapporti furono "falsificati per errore".
Riferimento: https://www.nsa.gov/Portals/70/documents/news-features/declassified-documents/gulf-of-tonkin/
7. Il tentativo dell'F.B.I. di indurre Martin Luther King Jr. al suicidio (1964). Nel 1964, l'F.B.I. – sotto la direzione di J. Edgar Hoover – avviò una campagna segreta per distruggere psicologicamente Martin Luther King Jr., tentando di spingerlo al suicidio. Il Bureau, che considerava King una "minaccia comunista", raccolse illegalmente registrazioni di sue presunte relazioni extraconiugali e, nel novembre 1964, gli inviò una lettera anonima insieme a dei nastri compromettenti. La missiva era firmata "un vostro amico nero". Il documento, scritto al culmine della campagna COINTELPRO contro i leader dei diritti civili, includeva anche un invito esplicito a suicidarsi entro 34 giorni. Questo episodio, rivelato solo nel 1975 dalle indagini del Church Committee del Senato, dimostrò e dimostra l'estremo livello di persecuzione subita da King, che sopravvisse all'attacco psicologico (ma venne assassinato quattro anni dopo). La lettera suicida rimane uno dei capitoli più bui della storia dell'F.B.I., confermando che l'agenzia abbia sistematicamente violato i diritti civili pur di contrastare il movimento per l'uguaglianza razziale.
Nota: L'F.B.I., attraverso microfoni piazzati in hotel e luoghi privati, registrò conversazioni intime di King e di tanti altri a partire dal 1963, seguendo alla lettera i dettami dell'operazione COINTELPRO che mirava a "neutralizzare" leader civili scomodi, fabbricando addirittura false prove audio.
8. David Reimer. La tragedia dell'esperimento di genere forzato (1965-2004). Nel 1965, la vita di David Reimer – nato come Bruce – cambiò per sempre a causa di un intervento medico fallito. A soli 8 mesi, una circoncisione mal eseguita lo lasciò gravemente mutilato. I suoi genitori, disperati, caddero nella rete del dottor John Money, uno psicologo della Johns Hopkins University, che vedeva in questa tragedia l'opportunità perfetta per dimostrare la sua degenerata teoria, ovvero che il genere fosse esclusivamente un costrutto sociale, indipendente dalla biologia (una follia attuale tra gli ambienti “dem” della massoneria dei pedofili).
Money convinse i genitori a trasformare Bruce in "Brenda" attraverso una serie di interventi brutali. A 22 mesi, il bambino fu sottoposto a castrazione chirurgica e iniziò un incubo che sarebbe durato per anni. Money imponeva terapie ormonali, vestiti femminili e sedute psicologiche invasive, durante le quali fotografava i bambini nudi e li costringeva a simulare atti sessuali tra loro, sostenendo che questo fosse necessario per "insegnare" a Brenda il suo ruolo di genere. Queste pratiche, che non erano altro che abuso psicologico e sessuale minorile, venivano spacciate per terapia scientifica.
Il ruolo del fratello gemello di Bruce divenne cruciale per l’esperimento: egli doveva essere il “controllo” maschile nell’imposizione del genere sul fratello, nonché il modello di confronto (i due, ricordiamo, venivano obbligati a simulare atti di incesto).
Nonostante Money pubblicasse articoli che descrivevano l'esperimento come un successo, la realtà era ben diversa. Fin dall'infanzia, Bruce (ancora costretto a vivere come Brenda) mostrava una profonda sofferenza: strappava i vestiti da donna, rifiutava le bambole e subiva bullismo a scuola. Suo fratello gemello Brian - usato come controllo nell'esperimento - sviluppò gravi disturbi psicologici a causa delle stesse pratiche abusive.
A 14 anni, dopo un crollo emotivo, Bruce scelse di cambiare nome e di abbracciare il suo sesso biologico. Assunto il nome di David e scoperta la verità, si sottopose a una mastectomia e a terapia con testosterone, cercando di riprendersi la propria identità, ma i danni psicologici erano profondi. Negli anni '90, David trovò il coraggio di denunciare pubblicamente Money, rivelando al mondo la natura crudele dell'esperimento. La sua testimonianza smantellò la reputazione dello psicologo e dimostrò l'importanza della componente biologica nell'identità di genere. Tuttavia, il prezzo pagato fu altissimo. Brian morì di overdose da antidepressivi nel 2002, probabilmente a causa dei traumi subiti. David, dopo anni di depressione e difficoltà economiche, si tolse la vita nel 2004. Sua moglie dichiarò che Money "lo uccise tanto quanto quel proiettile".
Questo caso rappresenta uno dei più tragici fallimenti etici nella storia della medicina. Le manipolazioni di Money, inizialmente celebrate come rivoluzionarie, si rivelarono sadismo camuffato da scienza. Oggi, la vicenda di David Reimer viene studiata come monito sui pericoli dell'arroganza scientifica e della manipolazione psicologica, contribuendo a riformare gli standard etici nella ricerca sul genere (e, speriamo, a proibirla per sempre).
Vi sono molte inchieste al riguardo e documentari che parlano del caso, ma è necessario evidenziare che le torture subite furono molto più macabre e deviate: Money e la Johns Hopkins distrussero parte degli archivi negli anni '90 dopo le prime denunce, e la famiglia Reimer – altrettanto colpevole – raggiunse un accordo extragiudiziale con la Johns Hopkins, che impose la rimozione dei documenti sensibili.
La vicenda dimostrò – e dimostra - il fallimento della teoria della "neutralità di genere" di Money, provando che l'identità sessuale ha forti – e naturali - componenti biologiche innate.
Fonti: CBC Fifth Estate (2000) - "The Boy Who Was Turned Into a Girl"
https://www.cbc.ca/archives (cerca nel loro archivio il titolo del documentario)
BBC Horizon (2000) - "Dr. Money and the Boy with No Penis"
https://www.bbc.co.uk/science/horizon (disponibile su BBC Archives)
9. L'Operazione "Acoustic Kitty" (1966): quando la C.I.A. trasformò un gatto in una spia fallimentare. Nel pieno della Guerra Fredda, la C.I.A. avviò un bizzarro progetto segreto chiamato "Acoustic Kitty" con l'obiettivo di trasformare un gatto in una microspia vivente per intercettare conversazioni nel Cremlino. L'agenzia investì 20 milioni di dollari (equivalenti nell’attualità a circa 160 milioni) per impiantare nel felino un microfono nell'orecchio, un trasmettitore radio alla base del cranio e un'antenna intrecciata nella coda. Dopo anni di sperimentazioni, il primo test sul campo nel 1966 si risolse in un epico fiasco: appena rilasciato vicino a due diplomatici sovietici a Washington, il gatto attraversò la strada distrattamente e fu investito da un taxi, morendo sul colpo. I documenti declassificati nel 2001 rivelarono che il progetto fu abbandonato per l'imprevedibilità degli animali e i costi esorbitanti, diventando un simbolo delle follie della C.I.A.
Riferimenti: https://nsarchive.gwu.edu/briefing-book/tech/2021-07-23/acoustic-kitty-cias-bizarre-cat-spy-project ; https://www.cia.gov/library/readingroom/docs/CIA-RDP96-00792R000400470001-9.pdf ; https://www.cia.gov/library/readingroom/docs/CIA-RDP96-00792R000400470001-9.pdf
10. L'esperimento "Occhi Marroni/Occhi Azzurri" di Jane Elliott (1968): un crudo esperimento sociale sul razzismo. Il giorno dopo l'assassinio di Martin Luther King Jr., il 5 aprile 1968, l'insegnante elementare Jane Elliott decise di condurre un audace esperimento con la sua classe di terza elementare a Riceville, Iowa, per dimostrare ai suoi alunni bianchi gli effetti concreti della discriminazione razziale.
Elliott divise arbitrariamente i bambini in due gruppi basandosi sul colore degli occhi: quelli con gli occhi chiari furono dichiarati "superiori" e più intelligenti, mentre quelli con gli occhi scuri furono classificati come "inferiori", assegnando privilegi concreti ai bambini dagli occhi chiari: più tempo per la ricreazione, accesso prioritario alle attrezzature scolastiche e complimenti continui sul loro presunto valore superiore. Contemporaneamente, impose restrizioni umilianti ai bambini dagli occhi scuri: dovettero indossare collari per essere immediatamente identificabili, furono criticati apertamente e privati di diritti fondamentali come quello di usare il bicchiere comune per l'acqua.
L'effetto fu immediato e scioccante. I bambini dagli occhi chiari, anche quelli normalmente timidi, iniziarono a comportarsi in modo arrogante e prepotente, mentre quelli dagli occhi scuri mostrarono segni di stress, confusione e ridotta autostima. I risultati accademici del gruppo "inferiore" peggiorarono sensibilmente già nel primo giorno.
Il giorno successivo, Elliott invertì i ruoli: ora erano i bambini dagli occhi scuri ad essere dichiarati superiori. Con altrettanta rapidità, si verificò lo stesso fenomeno, ma con una differenza significativa: i bambini precedentemente oppressi (ora privilegiati) mostrarono comportamenti più vendicativi e duri rispetto a quanto fatto il giorno prima dai loro compagni.
L'esperimento rivelò diversi aspetti fondamentali:
La discriminazione può essere appresa e interiorizzata con sorprendente velocità
I ruoli di potere influenzano immediatamente comportamento e autopercezione
Le vittime di discriminazione, una volta ottenuto potere, possono diventare più crudeli dei loro precedenti oppressori.
Fonte: Intervista a Jane Elliott nel documentario "A Class Divided" (PBS, 1985): https://www.pbs.org/wgbh/frontline/film/class-divided/
11. L'esperimento carcerario di Stanford (1971): Quando studenti ‘normali’ diventano aguzzini. Nel 1971, il professor Philip Zimbardo dell'Università di Stanford condusse uno degli esperimenti più controversi della psicologia sociale, trasformando il seminterrato del dipartimento di psicologia in una prigione simulata. Ventiquattro studenti universitari, selezionati per la loro stabilità mentale e divisi casualmente in "guardie" e "prigionieri", presero parte a un gioco estremo che avrebbe dovuto durare due settimane. L'esperimento degenerò in poche ore: le guardie, dotate di uniformi e occhiali a specchio per rendersi anonimi, iniziarono a umiliare i prigionieri (costretti a indossare vestiti da ospedale e catene alle caviglie) con punizioni crudeli come flessioni forzate, isolamento in un armadio e privazione del sonno. I prigionieri, a loro volta, mostrarono segni di stress acuto, crisi di pianto e sottomissione patologica. La situazione sfuggì così rapidamente di mano che Zimbardo, che aveva assunto il ruolo di "direttore del carcere", fu costretto a interrompere l'esperimento dopo soli sei giorni. L'esperimento dimostrò con drammatica evidenza come l'anonimato, l'autorità percepita e la “deindividuazione” possano trasformare persone comuni in carnefici, anticipando gli scandali delle torture di Abu Ghraib. Criticato per violazioni etiche, resta una pietra miliare nello studio dell'obbedienza all'autorità e della psicologia del potere.
Gli studi di Zimbardo sull'anonimato, deindividuazione e obbedienza all'autorità spiegano perfettamente i comportamenti tossici dei social media. L'esperimento carcerario di Stanford dimostrò come l'anonimato (uniformi delle guardie, numeri al posto dei nomi dei prigionieri) e i ruoli imposti possano portare persone normali a compiere abusi, esattamente come accade online: profili anonimi o falsi, protetti dallo schermo, diventano più aggressivi (“trolling”, “hate speech”), mentre gli utenti si conformano passivamente alle dinamiche di gruppo (“cancel culture”, “echo chamber”). La lezione chiave è che i social non creano nuovi comportamenti, ma amplificano - attraverso meccanismi già mappati da Zimbardo - sia il peggio (polarizzazione, crudeltà) sia il meglio (solidarietà, attivismo) della natura umana.
12. Operazione Condor. Il Terrorismo di Stato (‘75 – ‘83). L'Operazione Condor fu un sistema di repressione coordinata tra le dittature militari di Argentina, Cile, Uruguay, Paraguay, Bolivia e Brasile, sostenuto dagli Stati Uniti durante la Guerra Fredda per eliminare gli oppositori politici. Attraverso omicidi, torture e "desapariciones", colpì militanti di sinistra, sindacalisti e intellettuali, con un bilancio stimato di 80.000 vittime. La C.I.A. fornì addestramento, risorse e tecniche di tortura, mentre la Scuola delle Americhe a Panama formò i militari coinvolti, come documentato dagli "Archivi del Terrore" scoperti in Paraguay nel 1992. Parallelamente, le dittature e i loro alleati tentarono di riscrivere la narrazione storica, criminalizzando le figure simbolo della lotta anticapitalista: Che Guevara veniva definito un "terrorista", mentre si glorificavano i regimi a mo’ di baluardi contro il "caos comunista".
Questa propaganda, costruita su mere falsità, mirava a legittimare le violazioni dei diritti umani. Per i media controllati dai militari, i desaparecidos erano "minacce alla sicurezza", occultando, così, le esecuzioni extragiudiziali.
Oggi, nonostante i processi per crimini contro l'umanità (es. in Argentina contro Videla), settori della destra latinoamericana continuano a riabilitare quelle dittature, negando le prove emerse dagli archivi declassificati. L'eredità del Condor resta una ferita aperta, con vittime ancora senza giustizia e una battaglia culturale tra verità storica e revisionismo imperialista.
Con riguardo a Che Guevara, la campagna per demonizzarlo fu sistematica: si enfatizzò il suo ruolo nella guerriglia, omettendo il contesto delle dittature che combatté. I regimi usarono la sua immagine per giustificare la repressione, associando ogni dissidenza al "pericolo guevarista", esaltando al contempo i militari come "salvatori della patria".
Documenti declassificati mostrano che la C.I.A. collaborò alla sua cattura in Bolivia nel 1967, evidenziando l'intreccio tra propaganda e azione militare.
La demonizzazione di Che Guevara e la lotta per l'indipendenza dell'America Latina dagli Stati Uniti
La figura di Ernesto "Che" Guevara è stata oggetto di una campagna sistematica di disinformazione da parte dei governi conservatori latinoamericani e degli Stati Uniti, volta a screditare non solo il suo ruolo rivoluzionario, ma anche l'idea stessa di indipendenza dell'America Latina dall'imperialismo statunitense. Questa operazione propagandistica ha incluso falsificazioni storiche, manipolazioni mediatiche e narrazioni distorte, utilizzate per giustificare repressioni e colpi di stato.
A. La costruzione del “Che terrorista” e il parallelismo con Osama bin Laden. Alcuni documenti statunitensi, come quelli citati in Veritas (2008), hanno paragonato Guevara a "l'Osama bin Laden degli anni '60", dipingendolo come una minaccia terroristica anziché come un rivoluzionario anticolonialista.
Si è spesso taciuto sul fatto che il Che combatté contro dittature sostenute dagli U.S.A., come quella di Fulgencio Batista a Cuba, e che la sua guerriglia in Bolivia rispondeva all'oppressione dei contadini e alla presenza della C.I.A. nel paese.
Le accuse di "brutalità" durante i processi rivoluzionari a Cuba (come quelli alla Cabaña) sono state amplificate, mentre si è ignorato che molti condannati erano ufficiali del regime batistiano responsabili di torture e omicidi.
B. La criminalizzazione dell'anti-imperialismo: l'eredità di Bolívar e Martí. Il Che, seguendo le orme di Simón Bolívar e José Martí, sognava un'America Latina unita e libera dal dominio straniero. Questa visione è stata distortamente presentata come un "piano comunista" per destabilizzare la regione.
Documenti declassificati mostrano che gli Stati Uniti finanziarono campagne per associare Guevara al "pericolo sovietico", nascondendo che la sua lotta era per l'autodeterminazione dei popoli.
Dopo la sua cattura in Bolivia (1967), la C.I.A. e il governo boliviano diffusero foto del suo cadavere per sminuirne il mito, mentre oggi sappiamo che fu giustiziato a sangue freddo per ordine di Washington.
C. Il revisionismo storico attuale: Neofascismo e “fake news”. Oggi, governi marionetta proiezione degli U.S.A. e di Donald Trump, come quello di Javier Milei in Argentina, riprendono le vecchie narrazioni, definendo il Che un "assassino", mentre esaltano dittatori come Pinochet. Questa retorica ignora i rapporti di Amnesty International sulle violazioni dei diritti umani sotto quelle dittature.
In Bolivia, dove il Che fu ucciso, alcuni settori tentano di cancellare i luoghi simbolo della sua guerriglia, mentre movimenti indigeni e socialisti li preservano come spazi di resistenza (“cancel culture”).
Chi condanna Guevara per i tribunali rivoluzionari, tace sulle decine di migliaia di desaparecidos dell'Operazione Condor, pianificata con l'appoggio degli U.S.A.
D. Contro-narrazioni: la voce delle vittime e dei movimenti. La figlia del Che, Aleida Guevara, ha denunciato che la demonizzazione del padre serve a legittimare l'ingiustizia sociale: "Come si può parlare di terrorismo per due torri cadute, ma non per milioni di bambini che muoiono di fame?".
Studiosi indipendenti come Carlos Tablada hanno smontato i falsi sul "Che sanguinario", mostrando come le sue teorie economiche puntassero a ridistribuire ricchezza e terra.
I medici cubani, eredi del suo internazionalismo, operano ancora oggi in paesi poveri, contrastando la narrativa che lo dipinge come un "violento".
Conclusione. Perché questa propaganda continua?
La criminalizzazione del Che e dell'indipendenza latinoamericana risponde a un obiettivo geopolitico: mantenere la regione subordinata agli interessi statunitensi. Come scrisse Guevara: "L’imperialismo è un sistema di dominio che non si ferma davanti a nulla". La sua figura, però, resiste come simbolo di chi "si ribella all’ingiustizia ovunque essa sia".
Riferimenti:
https://arsof-history.org/articles/v4n4_false_idol_page_1.html
https://www.ilblogdellestelle.it/2005/10/la_figlia_del_c.html
https://nsarchive.gwu.edu/briefing-book/latin-america/2017-10-09/cia-files-che-guevara
https://history.state.gov/historicaldocuments/frus1964-68v31
https://www.theguardian.com/world/2007/oct/08/cuba
https://nsarchive.gwu.edu/briefing-book/southern-cone/2021-09-20/operation-condor-45-years-later
13. La falsa testimonianza di Nayirah, le incubatrici del Kuwait e la guerra del Golfo (1990). Nel 1990, la giovane kuwaitiana Nayirah al-Ṣabaḥ testimoniò davanti al Congresso degli Stati Uniti, affermando di aver visto soldati iracheni strappare bambini prematuri dalle incubatrici in un ospedale di Kuwait City, lasciandoli morire sul pavimento. Questa testimonianza scioccante, ripresa dai media di tutto il mondo, divenne un'arma propagandistica cruciale per giustificare l'intervento militare nella guerra del Golfo. Tuttavia, dopo la guerra, emerse la verità: Nayirah era in realtà la figlia dell'ambasciatore del Kuwait negli U.S.A., Saud al-Ṣabaḥ, e la sua storia era stata orchestrata dalla società di pubbliche relazioni Hill & Knowlton, assoldata dal governo kuwaitiano per influenzare l'opinione pubblica americana. Un'indagine successiva di Amnesty International e del The New York Times rivelò che non esisteva alcuna prova concreta dell'episodio delle incubatrici, e che si trattava di una montatura costruita per ottenere il sostegno dell'opinione pubblica alla guerra.
14. L'F.B.I., il Patrioct act e la creazione di falsi terroristi (2010). A) Dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, il governo degli Stati Uniti approvò in fretta il “Patriot Act”, una legge che ampliò enormemente i poteri di sorveglianza delle agenzie federali. Tra le misure più controverse, l'F.B.I. creò una "lista nera" di oltre 10.000 sospettati di terrorismo, molti dei quali inclusi semplicemente perché condividevano nomi comuni quali "Mohammed". Migliaia di cittadini americani e stranieri furono sottoposti a interrogatori, perquisizioni e arresti arbitrari, spesso senza prove concrete. Inoltre, il Patriot Act permise all'F.B.I. di accedere a dati personali di milioni di persone — tra cui i libri presi in prestito nelle biblioteche — senza bisogno di un mandato. Nonostante questa sorveglianza di massa, solo 154 persone furono effettivamente incriminate, e nessuna per reati legati al terrorismo. Nel 2015, il Congresso approvò l’ “USA Freedom Act”, che limitò parzialmente questi poteri, ma molte critiche rimangono sull'eredità del Patriot Act nella violazione della privacy.
B) Un'inchiesta del The Guardian e di Human Rights Watch rivelò che, tra il 2004 e il 2014, circa il 50% dei casi di "terrorismo" negli U.S.A. erano in realtà operazioni sotto copertura in cui l'F.B.I. aveva istigato e poi arrestato persone vulnerabili. Uno dei casi più eclatanti fu quello di Mohamed Osman Mohamud, un giovane somalo-statunitense di Portland, che nel 2010 fu accusato di aver pianificato un attentato con un'autobomba. In realtà, l'esplosivo gli era stato fornito da un agente sotto copertura che per mesi lo aveva manipolato, spingendolo verso l'estremismo. Mohamud, che inizialmente non aveva legami con gruppi terroristici, fu condannato a 30 anni di carcere, nonostante le prove mostrassero che l'F.B.I. aveva creato il pericolo anziché prevenirlo. Questo modus operandi sollevò domande etiche: l'F.B.I. stava davvero combattendo il terrorismo, o stava fabbricando minacce per giustificare il suo budget e la sua esistenza?
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Fonte per scaricare il libro: https://cloud.mail.ru/public/Drhy/esWw8d4GL
Fonte per scaricare il materiale e il database allegato: https://mega.nz/folder/CEIlRSoB#6vs79Aavt8yk7LQoHdLQ0A
*Sa Defenza non ha alcuna relazione con l'autore del testo né si fa portavoce delle informazioni riportate e dei "segreti di Stato" rivelati
Con l’avvento del governo di Giorgia Meloni, marionetta della massoneria conservatrice londinese, la situazione è peggiorata. La farsa pandemica ha annichilito le coscienze degli italiani e degli occidentali, trasformando intere popolazioni in branchi di pedofili e tossicodipendenti, incapaci di interpretare la realtà circostante.
Questa opera costituisce un testamento per le nuove generazioni dei Paesi multipolari – Russia, Cina, Iran, Venezuela, India – nazioni che hanno rifiutato l’imbecillità programmata come metodo di "educazione" delle masse, preferendo la conoscenza, la verità, la crescita interiore e il rispetto delle leggi di natura.
Il declino della società occidentale ha coinciso con l’ascesa della massoneria e con la sua degenerazione in una setta satanista, aristocratica, filosionista e rosacrociana; degenerazione in cui ritroviamo la completa alienazione dei suoi gerarchi dalla realtà concreta e materiale (un delirio patologico a tutto tondo).
Analizzare metodi e obiettivi di questi protocolli è fondamentale per riconoscere le strategie di delegittimazione progressivamente applicate in ogni ambito: sociale, economico, politico e d’intelligence.
Lo stesso avviene quando le organizzazioni criminali acquisiscono (o hanno acquisito) troppa autonomia, o quando alcuni collaboratori di giustizia scelgono (o hanno scelto) di svelare la verità storica – quella autentica – anziché diffondere la consueta falsa narrazione giudiziaria; costruita per manipolare l’opinione pubblica, per renderla sterile, apatica e incapace di cogliere il cambiamento o riconoscere la verità.
Ed è per porre un freno a questa deriva che speriamo questo libro – giunto a noi per gentile donazione dall’anonimo autore, in cui vengono rivelati numerosi segreti di Stato – possa portare un barlume di speranza. Al suo interno, infatti, si analizzano casi come quelli di Paolo Ferraro, Carmine Schiavone e Carlo Palermo, con tanto di denuncia delle strategie delegittimanti in atto.
Ringraziamo la fonte, sottolineando che Sa Defenza non ha alcun legame con questa persona e che restiamo aperti a ogni chiarimento e approfondimento, qualora si volessero smentire o confermare le informazioni presentate.
Per preparare il lettore a ciò che sta per leggere, è bene ripassare un po’ di storia, prestando attenzione ai seguenti – e ormai pubblici – "segreti di Stato" che si cerca ancora di cancellare da parte di quell’impero massonico fatto di pedofili, satanisti e tossicodipendenti atlantisti, che credono nella demenziale ideologia di un "mundus novus".
Alcuni casi degni di menzione
La storia, come sempre, si ripete, e con essa l’idiozia umana, che rimane una costante. Tuttavia, è innegabile che, dopo l’inoculazione del veleno genico, l’imbecillità e l’incapacità mentale siano diventate la norma qui in occidente. Dopotutto, le nanotecnologie non perdonano.
Per quanto la verità possa apparire scontata, il suddetto “rincoglionimento” programmato delle masse ha trasformato ogni tentativo di contrastare il controllo totale della popolazione in una "deriva psichiatrica" o "complottista".
Che dire? I tempi cambiano ma non gli uomini. In alcune epoche l’umanità degenera, in altre migliora. In questa, l’umanità è stata decimata: trasformata in un gregge di essere sub-umani depensanti, al di sotto del livello di bestialità (almeno gli animali seguono le leggi di natura, i sub-umani no).
Come avrete modo di scoprire (o di ripassare), nulla di nuovo sotto il nostro cielo.
D’altronde, come abbiamo detto, la storia si ripete.
1. Woodrow Wilson e la presidenza nascosta (1919). Dopo un grave ictus, Wilson, Presidente statunitense, rimase paralizzato al lato sinistro e incapace di governare. La moglie Edith divenne l’unico filtro tra lui e il governo, decidendo quali informazioni passargli. Il Segretario di Stato Robert Lansing tenne riunioni non autorizzate, finendo licenziato. Questo creò un precedente per il 25esimo emendamento (successione presidenziale). Fonti giornalistiche (come il New York World) sospettarono la verità, ma la Casa Bianca negò fino al 1924. La moglie, difatti, divenne il primo “presidente donna” occulto della storia statunitense.
Riferimento: https://millercenter.org/president/wilson/strokes-and-denial
1. La tragica vicenda di Christine Collins e la scomparsa di suo figlio Walter (1928). Nel marzo del 1928, Christine Collins, una madre single di Los Angeles, visse un incubo quando suo figlio Walter, di soli nove anni, scomparve senza lasciare traccia. Malgrado le sue disperate richieste di aiuto, la polizia inizialmente minimizzò il caso, costringendola a una snervante attesa. Cinque mesi dopo, le autorità annunciarono trionfalmente il ritrovamento del bambino in Illinois, ma quando Christine lo vide capì immediatamente che non era Walter: il bambino era più basso, aveva i denti diversi e persino la circoncisione mancante. Nonostante le sue proteste, il capitano di polizia J.J. Jones la costrinse ad accettare il bambino, insinuando che il trauma le avesse offuscato il giudizio. Quando Christine osò ribellarsi a questa assurda imposizione, la polizia la fece internare in un manicomio con la scusa di "instabilità mentale", in un crudele tentativo di zittirla e nascondere la verità.
Con l'aiuto del reverendo Gustav Briegleb, Christine riuscì a far emergere la scandalosa corruzione del dipartimento di polizia e a ottenere la sua liberazione. Nel frattempo, si scoprì che il falso Walter era in realtà un ragazzino di nome Arthur Hutchins, che aveva mentito per sfuggire a un padre violento. La tragedia assunse toni ancora più agghiaccianti quando emerse che il vero Walter era probabilmente stato vittima del serial killer Gordon Northcott, giustiziato nel 1930 per l'omicidio di diversi bambini. La storia di Christine, portata sul grande schermo da Clint Eastwood nel film Changeling (2008), con Angelina Jolie nella parte della madre, rimane un simbolo della lotta contro l'ingiustizia istituzionale e della disperata ricerca di una madre per la verità.
Note al riguardo: A) Il LAPD, ufficialmente, sotto pressione per risolvere il caso di Walter Collins (scomparso nel 1928), presentò un bambino sconosciuto (Arthur Hutchens) come il figlio ritrovato, ignorando le proteste di Christine Collins. L'obiettivo era chiudere rapidamente un caso mediatico e dimostrare efficienza anche a costo di mentire; B) Christine fu internata in manicomio con un "Codice 12”. Questo “codice” era un oscuro strumento di repressione utilizzato dal dipartimento di polizia di Los Angeles negli anni '20 e '30 per mettere a tacere cittadini scomodi. Il termine gergale, non ufficialmente codificato ma ampiamente utilizzato dal LAPD, permetteva agli agenti di far internare arbitrariamente individui in strutture psichiatriche con la semplice accusa di "disturbo mentale" o "comportamento pericoloso", senza alcuna valutazione medica obiettiva; C) Il caso rivelò un sistema in cui la polizia privilegiava l'immagine pubblica rispetto alla giustizia. Christine vinse una causa contro il capitano J.J. Jones, ma non ricevette mai il risarcimento, a dimostrazione della diffusa impunità.
Oggi sappiamo che le ‘giustificazioni’ psichiatriche illecite, specie in presenza di serial killer e traffico di bambini, in una cornice fatta di corruzione di corpi di polizia, nascondono non solo la presenza del ritualismo massonico di esponenti di primo livello delle istituzioni, ma l’esecuzione di un esperimento sociale allestito per futuri fini di controllo mentale delle masse.
2. Progetti Sunshine & Gabriel (1949-1955). Gli esperimenti radioattivi segreti sugli esseri umani. Dopo la scoperta della fissione nucleare e lo sviluppo delle prime bombe atomiche, gli Stati Uniti avviarono una serie di esperimenti segreti per studiare gli effetti delle radiazioni sul corpo umano. Questi test, condotti senza consenso informato, coinvolsero donne incinte, bambini disabili, soldati e persino cadaveri. Nello specifico, metodi e vittime furono i seguenti:
A) Donne incinte e neonati: A partire dagli anni '40, i medici somministrarono ferro radioattivo (Fe-59) a donne in gravidanza, sostenendo che fosse un "integratore vitaminico".
B) Bambini disabili: In Massachusetts, alla Fernald School (un istituto per bambini disabili), ai ragazzi vennero dati da mangiare fiocchi d’avena contaminati con traccianti radioattivi.
C) Soldati e civili esposti a test nucleari: Durante i test atmosferici in Nevada, migliaia di soldati furono posizionati vicino alle esplosioni per studiarne gli effetti. Molti svilupparono leucemia e tumori senza mai ricevere risarcimenti.
D) Malati ospedalieri: In Tennessee, a pazienti ospedalieri fu iniettato plutonio-239 per misurare quanto tempo impiegasse a essere espulso dal corpo.
E) Cadaveri: Il governo rubò cadaveri di neonati da ospedali per misurare l’accumulo di stronzio-90 (un isotopo radioattivo) nelle ossa, legato ai fallout nucleari. Alcuni corpi furono prelevati senza il permesso delle famiglie, come rivelato da documenti declassificati nel 1995.
Perché?
Lo scopo era calcolare quante bombe atomiche sarebbero servite per avvelenare l’umanità con lo stronzio-90. Si scoprì che meno di 100 test nucleari avrebbero reso l’atmosfera mortale a lungo termine. Solo nel 1995, grazie a un’inchiesta del Comitato per gli Esperimenti Umani (Advisory Committee on Human Radiation Experiments), molti di questi crimini vennero resi pubblici. Il governo si scusò formalmente, ma quasi nessuna vittima ricevette un risarcimento.
Poiché il progetto richiedeva dati sull’assorbimento umano di Sr-90, il governo U.S.A. condusse studi illegali su civili inconsapevoli. I risultati di Gabriel furono usati per giustificare la corsa agli armamenti: se l’URSS avesse lanciato abbastanza bombe, avrebbe reso la Terra inabitabile. Il progetto fu declassificato parzialmente negli anni ’90, ma molti documenti rimangono secretati. Nessun responsabile fu processato, sebbene le violazioni dei diritti umani.
Riferimenti: https://www.gao.gov/products/RCED-94-51; https://www.theguardian.com/; https://www.archives.gov/
3. Operazione Paperclip. I Nazisti della NASA (‘45 - ‘59). L’OSS (poi C.I.A.) reclutò 1.600 scienziati nazisti, tra cui: A) Wernher von Braun (ex SS), che progettò i razzi V-2 usati contro Londra. Divenne direttore della NASA e padre del Saturn V; B) Hubertus Strughold, coinvolto in esperimenti su prigionieri a Dachau, ma nominato "padre della medicina spaziale".
La giustificazione ufficiale fu "prevenire che cadessero in mani sovietiche", ma molti crimini furono insabbiati. Nel 1985, il caso riemerse con il processo a Arthur Rudolph (deportato per crimini di guerra).
Riferimento: https://www.archives.gov/iwg/declassified-records/rg-330-defense-secretary
4. MK Ultra: il “lavaggio del cervello” (‘50 - ‘60). La C.I.A. investì 25 milioni in 149 subprogetti per il controllo mentale, tra cui: LSD su civili inconsapevoli (come Frank Olson, morto suicida nel 1953); Elettroshock e ipnosi su prostitute a San Francisco (operazione Midnight Climax); Donald Ewen Cameron (McGill University) usò "driver psichici" per cancellare la memoria di pazienti, lasciandoli in stato vegetativo. I driver psichici consistevano nella ripetizione continua di messaggi audio registrati, trasmessi a ripetizione, senza sosta, a pazienti o soggetti sotto sperimentazione. L'obiettivo era alterare il comportamento o "riprogrammare" la mente attraverso un'esposizione prolungata a frasi suggestive, spesso combinate con farmaci paralizzanti (come il curaro) per immobilizzare il soggetto, contando, il più delle volte, con privazione sensoriale per aumentarne la suggestionabilità. Nel 1975 la Commissione Church rivelò gli abusi, ma l’80% dei documenti fu distrutto.
Riferimento: https://www.intelligence.senate.gov/
5. Progetto Blue Book. UFO e armi segrete (1952-1962). L’Aerial Phenomena Task Force investigò 12.618 avvistamenti UFO. Il 5% rimase "inspiegabile", tra cui: L’incidente di Roswell (1947), inizialmente dichiarato "disco volante", poi "pallone meteorologico"; UFO di Washington (1952): oggetti ripresi da radar sulla Casa Bianca, attribuiti a "inversioni termiche". Nel 2017, il Pentagono ammise il "Programma UFO" (2007-2012), studiando fenomeni come il Tic-Tac UFO ripreso da piloti nel 2004.
Riferimenti: https://www.defense.gov/Newsroom/Releases/Release/Article/1658794/
6. Golfo del Tonchino. La bugia che scatenò il Vietnam (1964). Il 2 agosto 1964, un presunto attacco nordvietnamita al cacciatorpediniere USS Maddox fu usato da Johnson per far passare la Risoluzione del golfo del Tonchino. In realtà, il Maddox sparò per primo durante una missione di spionaggio. Il "secondo attacco" del 4 agosto non avvenne mai: i radar rilevarono falsi echi. Nel 2005, la National Security Agency (NSA) ammise che i rapporti furono "falsificati per errore".
Riferimento: https://www.nsa.gov/Portals/70/documents/news-features/declassified-documents/gulf-of-tonkin/
7. Il tentativo dell'F.B.I. di indurre Martin Luther King Jr. al suicidio (1964). Nel 1964, l'F.B.I. – sotto la direzione di J. Edgar Hoover – avviò una campagna segreta per distruggere psicologicamente Martin Luther King Jr., tentando di spingerlo al suicidio. Il Bureau, che considerava King una "minaccia comunista", raccolse illegalmente registrazioni di sue presunte relazioni extraconiugali e, nel novembre 1964, gli inviò una lettera anonima insieme a dei nastri compromettenti. La missiva era firmata "un vostro amico nero". Il documento, scritto al culmine della campagna COINTELPRO contro i leader dei diritti civili, includeva anche un invito esplicito a suicidarsi entro 34 giorni. Questo episodio, rivelato solo nel 1975 dalle indagini del Church Committee del Senato, dimostrò e dimostra l'estremo livello di persecuzione subita da King, che sopravvisse all'attacco psicologico (ma venne assassinato quattro anni dopo). La lettera suicida rimane uno dei capitoli più bui della storia dell'F.B.I., confermando che l'agenzia abbia sistematicamente violato i diritti civili pur di contrastare il movimento per l'uguaglianza razziale.
Nota: L'F.B.I., attraverso microfoni piazzati in hotel e luoghi privati, registrò conversazioni intime di King e di tanti altri a partire dal 1963, seguendo alla lettera i dettami dell'operazione COINTELPRO che mirava a "neutralizzare" leader civili scomodi, fabbricando addirittura false prove audio.
8. David Reimer. La tragedia dell'esperimento di genere forzato (1965-2004). Nel 1965, la vita di David Reimer – nato come Bruce – cambiò per sempre a causa di un intervento medico fallito. A soli 8 mesi, una circoncisione mal eseguita lo lasciò gravemente mutilato. I suoi genitori, disperati, caddero nella rete del dottor John Money, uno psicologo della Johns Hopkins University, che vedeva in questa tragedia l'opportunità perfetta per dimostrare la sua degenerata teoria, ovvero che il genere fosse esclusivamente un costrutto sociale, indipendente dalla biologia (una follia attuale tra gli ambienti “dem” della massoneria dei pedofili).
Money convinse i genitori a trasformare Bruce in "Brenda" attraverso una serie di interventi brutali. A 22 mesi, il bambino fu sottoposto a castrazione chirurgica e iniziò un incubo che sarebbe durato per anni. Money imponeva terapie ormonali, vestiti femminili e sedute psicologiche invasive, durante le quali fotografava i bambini nudi e li costringeva a simulare atti sessuali tra loro, sostenendo che questo fosse necessario per "insegnare" a Brenda il suo ruolo di genere. Queste pratiche, che non erano altro che abuso psicologico e sessuale minorile, venivano spacciate per terapia scientifica.
Il ruolo del fratello gemello di Bruce divenne cruciale per l’esperimento: egli doveva essere il “controllo” maschile nell’imposizione del genere sul fratello, nonché il modello di confronto (i due, ricordiamo, venivano obbligati a simulare atti di incesto).
Nonostante Money pubblicasse articoli che descrivevano l'esperimento come un successo, la realtà era ben diversa. Fin dall'infanzia, Bruce (ancora costretto a vivere come Brenda) mostrava una profonda sofferenza: strappava i vestiti da donna, rifiutava le bambole e subiva bullismo a scuola. Suo fratello gemello Brian - usato come controllo nell'esperimento - sviluppò gravi disturbi psicologici a causa delle stesse pratiche abusive.
A 14 anni, dopo un crollo emotivo, Bruce scelse di cambiare nome e di abbracciare il suo sesso biologico. Assunto il nome di David e scoperta la verità, si sottopose a una mastectomia e a terapia con testosterone, cercando di riprendersi la propria identità, ma i danni psicologici erano profondi. Negli anni '90, David trovò il coraggio di denunciare pubblicamente Money, rivelando al mondo la natura crudele dell'esperimento. La sua testimonianza smantellò la reputazione dello psicologo e dimostrò l'importanza della componente biologica nell'identità di genere. Tuttavia, il prezzo pagato fu altissimo. Brian morì di overdose da antidepressivi nel 2002, probabilmente a causa dei traumi subiti. David, dopo anni di depressione e difficoltà economiche, si tolse la vita nel 2004. Sua moglie dichiarò che Money "lo uccise tanto quanto quel proiettile".
Questo caso rappresenta uno dei più tragici fallimenti etici nella storia della medicina. Le manipolazioni di Money, inizialmente celebrate come rivoluzionarie, si rivelarono sadismo camuffato da scienza. Oggi, la vicenda di David Reimer viene studiata come monito sui pericoli dell'arroganza scientifica e della manipolazione psicologica, contribuendo a riformare gli standard etici nella ricerca sul genere (e, speriamo, a proibirla per sempre).
Vi sono molte inchieste al riguardo e documentari che parlano del caso, ma è necessario evidenziare che le torture subite furono molto più macabre e deviate: Money e la Johns Hopkins distrussero parte degli archivi negli anni '90 dopo le prime denunce, e la famiglia Reimer – altrettanto colpevole – raggiunse un accordo extragiudiziale con la Johns Hopkins, che impose la rimozione dei documenti sensibili.
La vicenda dimostrò – e dimostra - il fallimento della teoria della "neutralità di genere" di Money, provando che l'identità sessuale ha forti – e naturali - componenti biologiche innate.
Fonti: CBC Fifth Estate (2000) - "The Boy Who Was Turned Into a Girl"
https://www.cbc.ca/archives (cerca nel loro archivio il titolo del documentario)
BBC Horizon (2000) - "Dr. Money and the Boy with No Penis"
https://www.bbc.co.uk/science/horizon (disponibile su BBC Archives)
9. L'Operazione "Acoustic Kitty" (1966): quando la C.I.A. trasformò un gatto in una spia fallimentare. Nel pieno della Guerra Fredda, la C.I.A. avviò un bizzarro progetto segreto chiamato "Acoustic Kitty" con l'obiettivo di trasformare un gatto in una microspia vivente per intercettare conversazioni nel Cremlino. L'agenzia investì 20 milioni di dollari (equivalenti nell’attualità a circa 160 milioni) per impiantare nel felino un microfono nell'orecchio, un trasmettitore radio alla base del cranio e un'antenna intrecciata nella coda. Dopo anni di sperimentazioni, il primo test sul campo nel 1966 si risolse in un epico fiasco: appena rilasciato vicino a due diplomatici sovietici a Washington, il gatto attraversò la strada distrattamente e fu investito da un taxi, morendo sul colpo. I documenti declassificati nel 2001 rivelarono che il progetto fu abbandonato per l'imprevedibilità degli animali e i costi esorbitanti, diventando un simbolo delle follie della C.I.A.
Riferimenti: https://nsarchive.gwu.edu/briefing-book/tech/2021-07-23/acoustic-kitty-cias-bizarre-cat-spy-project ; https://www.cia.gov/library/readingroom/docs/CIA-RDP96-00792R000400470001-9.pdf ; https://www.cia.gov/library/readingroom/docs/CIA-RDP96-00792R000400470001-9.pdf
10. L'esperimento "Occhi Marroni/Occhi Azzurri" di Jane Elliott (1968): un crudo esperimento sociale sul razzismo. Il giorno dopo l'assassinio di Martin Luther King Jr., il 5 aprile 1968, l'insegnante elementare Jane Elliott decise di condurre un audace esperimento con la sua classe di terza elementare a Riceville, Iowa, per dimostrare ai suoi alunni bianchi gli effetti concreti della discriminazione razziale.
Elliott divise arbitrariamente i bambini in due gruppi basandosi sul colore degli occhi: quelli con gli occhi chiari furono dichiarati "superiori" e più intelligenti, mentre quelli con gli occhi scuri furono classificati come "inferiori", assegnando privilegi concreti ai bambini dagli occhi chiari: più tempo per la ricreazione, accesso prioritario alle attrezzature scolastiche e complimenti continui sul loro presunto valore superiore. Contemporaneamente, impose restrizioni umilianti ai bambini dagli occhi scuri: dovettero indossare collari per essere immediatamente identificabili, furono criticati apertamente e privati di diritti fondamentali come quello di usare il bicchiere comune per l'acqua.
L'effetto fu immediato e scioccante. I bambini dagli occhi chiari, anche quelli normalmente timidi, iniziarono a comportarsi in modo arrogante e prepotente, mentre quelli dagli occhi scuri mostrarono segni di stress, confusione e ridotta autostima. I risultati accademici del gruppo "inferiore" peggiorarono sensibilmente già nel primo giorno.
Il giorno successivo, Elliott invertì i ruoli: ora erano i bambini dagli occhi scuri ad essere dichiarati superiori. Con altrettanta rapidità, si verificò lo stesso fenomeno, ma con una differenza significativa: i bambini precedentemente oppressi (ora privilegiati) mostrarono comportamenti più vendicativi e duri rispetto a quanto fatto il giorno prima dai loro compagni.
L'esperimento rivelò diversi aspetti fondamentali:
La discriminazione può essere appresa e interiorizzata con sorprendente velocità
I ruoli di potere influenzano immediatamente comportamento e autopercezione
Le vittime di discriminazione, una volta ottenuto potere, possono diventare più crudeli dei loro precedenti oppressori.
Fonte: Intervista a Jane Elliott nel documentario "A Class Divided" (PBS, 1985): https://www.pbs.org/wgbh/frontline/film/class-divided/
11. L'esperimento carcerario di Stanford (1971): Quando studenti ‘normali’ diventano aguzzini. Nel 1971, il professor Philip Zimbardo dell'Università di Stanford condusse uno degli esperimenti più controversi della psicologia sociale, trasformando il seminterrato del dipartimento di psicologia in una prigione simulata. Ventiquattro studenti universitari, selezionati per la loro stabilità mentale e divisi casualmente in "guardie" e "prigionieri", presero parte a un gioco estremo che avrebbe dovuto durare due settimane. L'esperimento degenerò in poche ore: le guardie, dotate di uniformi e occhiali a specchio per rendersi anonimi, iniziarono a umiliare i prigionieri (costretti a indossare vestiti da ospedale e catene alle caviglie) con punizioni crudeli come flessioni forzate, isolamento in un armadio e privazione del sonno. I prigionieri, a loro volta, mostrarono segni di stress acuto, crisi di pianto e sottomissione patologica. La situazione sfuggì così rapidamente di mano che Zimbardo, che aveva assunto il ruolo di "direttore del carcere", fu costretto a interrompere l'esperimento dopo soli sei giorni. L'esperimento dimostrò con drammatica evidenza come l'anonimato, l'autorità percepita e la “deindividuazione” possano trasformare persone comuni in carnefici, anticipando gli scandali delle torture di Abu Ghraib. Criticato per violazioni etiche, resta una pietra miliare nello studio dell'obbedienza all'autorità e della psicologia del potere.
Gli studi di Zimbardo sull'anonimato, deindividuazione e obbedienza all'autorità spiegano perfettamente i comportamenti tossici dei social media. L'esperimento carcerario di Stanford dimostrò come l'anonimato (uniformi delle guardie, numeri al posto dei nomi dei prigionieri) e i ruoli imposti possano portare persone normali a compiere abusi, esattamente come accade online: profili anonimi o falsi, protetti dallo schermo, diventano più aggressivi (“trolling”, “hate speech”), mentre gli utenti si conformano passivamente alle dinamiche di gruppo (“cancel culture”, “echo chamber”). La lezione chiave è che i social non creano nuovi comportamenti, ma amplificano - attraverso meccanismi già mappati da Zimbardo - sia il peggio (polarizzazione, crudeltà) sia il meglio (solidarietà, attivismo) della natura umana.
12. Operazione Condor. Il Terrorismo di Stato (‘75 – ‘83). L'Operazione Condor fu un sistema di repressione coordinata tra le dittature militari di Argentina, Cile, Uruguay, Paraguay, Bolivia e Brasile, sostenuto dagli Stati Uniti durante la Guerra Fredda per eliminare gli oppositori politici. Attraverso omicidi, torture e "desapariciones", colpì militanti di sinistra, sindacalisti e intellettuali, con un bilancio stimato di 80.000 vittime. La C.I.A. fornì addestramento, risorse e tecniche di tortura, mentre la Scuola delle Americhe a Panama formò i militari coinvolti, come documentato dagli "Archivi del Terrore" scoperti in Paraguay nel 1992. Parallelamente, le dittature e i loro alleati tentarono di riscrivere la narrazione storica, criminalizzando le figure simbolo della lotta anticapitalista: Che Guevara veniva definito un "terrorista", mentre si glorificavano i regimi a mo’ di baluardi contro il "caos comunista".
Questa propaganda, costruita su mere falsità, mirava a legittimare le violazioni dei diritti umani. Per i media controllati dai militari, i desaparecidos erano "minacce alla sicurezza", occultando, così, le esecuzioni extragiudiziali.
Oggi, nonostante i processi per crimini contro l'umanità (es. in Argentina contro Videla), settori della destra latinoamericana continuano a riabilitare quelle dittature, negando le prove emerse dagli archivi declassificati. L'eredità del Condor resta una ferita aperta, con vittime ancora senza giustizia e una battaglia culturale tra verità storica e revisionismo imperialista.
Con riguardo a Che Guevara, la campagna per demonizzarlo fu sistematica: si enfatizzò il suo ruolo nella guerriglia, omettendo il contesto delle dittature che combatté. I regimi usarono la sua immagine per giustificare la repressione, associando ogni dissidenza al "pericolo guevarista", esaltando al contempo i militari come "salvatori della patria".
Documenti declassificati mostrano che la C.I.A. collaborò alla sua cattura in Bolivia nel 1967, evidenziando l'intreccio tra propaganda e azione militare.
La demonizzazione di Che Guevara e la lotta per l'indipendenza dell'America Latina dagli Stati Uniti
La figura di Ernesto "Che" Guevara è stata oggetto di una campagna sistematica di disinformazione da parte dei governi conservatori latinoamericani e degli Stati Uniti, volta a screditare non solo il suo ruolo rivoluzionario, ma anche l'idea stessa di indipendenza dell'America Latina dall'imperialismo statunitense. Questa operazione propagandistica ha incluso falsificazioni storiche, manipolazioni mediatiche e narrazioni distorte, utilizzate per giustificare repressioni e colpi di stato.
A. La costruzione del “Che terrorista” e il parallelismo con Osama bin Laden. Alcuni documenti statunitensi, come quelli citati in Veritas (2008), hanno paragonato Guevara a "l'Osama bin Laden degli anni '60", dipingendolo come una minaccia terroristica anziché come un rivoluzionario anticolonialista.
Si è spesso taciuto sul fatto che il Che combatté contro dittature sostenute dagli U.S.A., come quella di Fulgencio Batista a Cuba, e che la sua guerriglia in Bolivia rispondeva all'oppressione dei contadini e alla presenza della C.I.A. nel paese.
Le accuse di "brutalità" durante i processi rivoluzionari a Cuba (come quelli alla Cabaña) sono state amplificate, mentre si è ignorato che molti condannati erano ufficiali del regime batistiano responsabili di torture e omicidi.
B. La criminalizzazione dell'anti-imperialismo: l'eredità di Bolívar e Martí. Il Che, seguendo le orme di Simón Bolívar e José Martí, sognava un'America Latina unita e libera dal dominio straniero. Questa visione è stata distortamente presentata come un "piano comunista" per destabilizzare la regione.
Documenti declassificati mostrano che gli Stati Uniti finanziarono campagne per associare Guevara al "pericolo sovietico", nascondendo che la sua lotta era per l'autodeterminazione dei popoli.
Dopo la sua cattura in Bolivia (1967), la C.I.A. e il governo boliviano diffusero foto del suo cadavere per sminuirne il mito, mentre oggi sappiamo che fu giustiziato a sangue freddo per ordine di Washington.
C. Il revisionismo storico attuale: Neofascismo e “fake news”. Oggi, governi marionetta proiezione degli U.S.A. e di Donald Trump, come quello di Javier Milei in Argentina, riprendono le vecchie narrazioni, definendo il Che un "assassino", mentre esaltano dittatori come Pinochet. Questa retorica ignora i rapporti di Amnesty International sulle violazioni dei diritti umani sotto quelle dittature.
In Bolivia, dove il Che fu ucciso, alcuni settori tentano di cancellare i luoghi simbolo della sua guerriglia, mentre movimenti indigeni e socialisti li preservano come spazi di resistenza (“cancel culture”).
Chi condanna Guevara per i tribunali rivoluzionari, tace sulle decine di migliaia di desaparecidos dell'Operazione Condor, pianificata con l'appoggio degli U.S.A.
D. Contro-narrazioni: la voce delle vittime e dei movimenti. La figlia del Che, Aleida Guevara, ha denunciato che la demonizzazione del padre serve a legittimare l'ingiustizia sociale: "Come si può parlare di terrorismo per due torri cadute, ma non per milioni di bambini che muoiono di fame?".
Studiosi indipendenti come Carlos Tablada hanno smontato i falsi sul "Che sanguinario", mostrando come le sue teorie economiche puntassero a ridistribuire ricchezza e terra.
I medici cubani, eredi del suo internazionalismo, operano ancora oggi in paesi poveri, contrastando la narrativa che lo dipinge come un "violento".
Conclusione. Perché questa propaganda continua?
La criminalizzazione del Che e dell'indipendenza latinoamericana risponde a un obiettivo geopolitico: mantenere la regione subordinata agli interessi statunitensi. Come scrisse Guevara: "L’imperialismo è un sistema di dominio che non si ferma davanti a nulla". La sua figura, però, resiste come simbolo di chi "si ribella all’ingiustizia ovunque essa sia".
Riferimenti:
https://arsof-history.org/articles/v4n4_false_idol_page_1.html
https://www.ilblogdellestelle.it/2005/10/la_figlia_del_c.html
https://nsarchive.gwu.edu/briefing-book/latin-america/2017-10-09/cia-files-che-guevara
https://history.state.gov/historicaldocuments/frus1964-68v31
https://www.theguardian.com/world/2007/oct/08/cuba
https://nsarchive.gwu.edu/briefing-book/southern-cone/2021-09-20/operation-condor-45-years-later
13. La falsa testimonianza di Nayirah, le incubatrici del Kuwait e la guerra del Golfo (1990). Nel 1990, la giovane kuwaitiana Nayirah al-Ṣabaḥ testimoniò davanti al Congresso degli Stati Uniti, affermando di aver visto soldati iracheni strappare bambini prematuri dalle incubatrici in un ospedale di Kuwait City, lasciandoli morire sul pavimento. Questa testimonianza scioccante, ripresa dai media di tutto il mondo, divenne un'arma propagandistica cruciale per giustificare l'intervento militare nella guerra del Golfo. Tuttavia, dopo la guerra, emerse la verità: Nayirah era in realtà la figlia dell'ambasciatore del Kuwait negli U.S.A., Saud al-Ṣabaḥ, e la sua storia era stata orchestrata dalla società di pubbliche relazioni Hill & Knowlton, assoldata dal governo kuwaitiano per influenzare l'opinione pubblica americana. Un'indagine successiva di Amnesty International e del The New York Times rivelò che non esisteva alcuna prova concreta dell'episodio delle incubatrici, e che si trattava di una montatura costruita per ottenere il sostegno dell'opinione pubblica alla guerra.
14. L'F.B.I., il Patrioct act e la creazione di falsi terroristi (2010). A) Dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, il governo degli Stati Uniti approvò in fretta il “Patriot Act”, una legge che ampliò enormemente i poteri di sorveglianza delle agenzie federali. Tra le misure più controverse, l'F.B.I. creò una "lista nera" di oltre 10.000 sospettati di terrorismo, molti dei quali inclusi semplicemente perché condividevano nomi comuni quali "Mohammed". Migliaia di cittadini americani e stranieri furono sottoposti a interrogatori, perquisizioni e arresti arbitrari, spesso senza prove concrete. Inoltre, il Patriot Act permise all'F.B.I. di accedere a dati personali di milioni di persone — tra cui i libri presi in prestito nelle biblioteche — senza bisogno di un mandato. Nonostante questa sorveglianza di massa, solo 154 persone furono effettivamente incriminate, e nessuna per reati legati al terrorismo. Nel 2015, il Congresso approvò l’ “USA Freedom Act”, che limitò parzialmente questi poteri, ma molte critiche rimangono sull'eredità del Patriot Act nella violazione della privacy.
B) Un'inchiesta del The Guardian e di Human Rights Watch rivelò che, tra il 2004 e il 2014, circa il 50% dei casi di "terrorismo" negli U.S.A. erano in realtà operazioni sotto copertura in cui l'F.B.I. aveva istigato e poi arrestato persone vulnerabili. Uno dei casi più eclatanti fu quello di Mohamed Osman Mohamud, un giovane somalo-statunitense di Portland, che nel 2010 fu accusato di aver pianificato un attentato con un'autobomba. In realtà, l'esplosivo gli era stato fornito da un agente sotto copertura che per mesi lo aveva manipolato, spingendolo verso l'estremismo. Mohamud, che inizialmente non aveva legami con gruppi terroristici, fu condannato a 30 anni di carcere, nonostante le prove mostrassero che l'F.B.I. aveva creato il pericolo anziché prevenirlo. Questo modus operandi sollevò domande etiche: l'F.B.I. stava davvero combattendo il terrorismo, o stava fabbricando minacce per giustificare il suo budget e la sua esistenza?
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Fonte per scaricare il libro: https://cloud.mail.ru/public/Drhy/esWw8d4GL
Fonte per scaricare il materiale e il database allegato: https://mega.nz/folder/CEIlRSoB#6vs79Aavt8yk7LQoHdLQ0A
*Sa Defenza non ha alcuna relazione con l'autore del testo né si fa portavoce delle informazioni riportate e dei "segreti di Stato" rivelati
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