mercoledì 29 gennaio 2014

SARDINYA: Servitù Militari? Fatele a Roma

Servitù Militari? Fatele a Roma

Il Movimento Zona Franca per “Gigi Sanna Presidente” ha le idee chiarissime su ciò che si deve fare delle servitù militari in Sardegna: CHIUDERLE!

Sono più di cinquanta anni che I Sardi dicono “fuori le basi militari” e nulla da allora è cambiato. Su 400 km2 di servitù militari 240 km2 sono in Sardegna (65%) anche se la Sardegna ha solo l’8% della superficie italiana. Sono state promesse compensazioni finanziarie: le solite elemosine per corrompere chi è già povero. Abbiamo imparato sulla nostra pelle, che i padroni “in domu nostra” non hanno mai dato nulla e mai daranno.

Abbiamo sentito le incredibili dichiarazioni del ministro Mauro, un esempio di come l'ipocrisia si eleva a sistema, arroganza e disonestà intellettuale. Anche allora si diceva che erano necessarie per la difesa “nazionale” e che non ci sarebbe stato alcun pericolo per la popolazione, perché il monitoraggio sarebbe stato costante e avrebbe visto coinvolte le istituzioni dell'Isola.

E invece cosa ci rimane? Interi territori devastati e inquinati dal torio, indagini della magistratura, malformazioni e carcinomi. E sono solo le cose di cui noi sappiamo. Cosa fanno i nostri eroi “sardi” Pigliaru e Cappellacci? Cosa fanno questi scout indiani asserviti alle dipendenze delle loro centrali romane? Abbassano la testa, come sempre.

Signor designato ex governatore Ugo Cappellacci: Come fa a parlare di Stato Italiano “patrigno” solo pochi giorni fa e oggi parlare di quello stesso Stato davanti alla brigata Sassari chiamandolo “patria”? E non si è sentito male quando qualcuno proponeva che il nostro “Fortza Paris”, grido di coraggio di un intero popolo sardo, divenisse un grido italiano?

Il piano è un altro: quello di spopolare questa terra, mandarci tutti nella riserva virtuale dell’emigrazione per poi farla voi la Zona Franca. La Zona Franca Integrale MILITARE.

Coordinamento Movimento Zona Franca

martedì 28 gennaio 2014

MISSIONE IMPERIALE FRANCO-TEDESCA NELLE EX COLONIE FRANCOFONE . NULLAOSTA UE E SUPERVISIONE USA

MISSIONE IMPERIALE FRANCO-TEDESCA NELLE EX COLONIE FRANCOFONE . NULLAOSTA UE E SUPERVISIONE USA
A. Boassa

LE COLONIE DEL SECOLO SCORSO 
L'Africa saccheggiata e dilaniata da guerre intestine sponsorizzate da multinazionali e da governi imperiali subirà un nuovo assalto
I ministri degli Esteri UE hanno deciso di sostenere militarmente la Francia nella riconquista della Repubblica Centrafricana
La Germania a sua volta ha palesato la disponibilità ad intervenire assieme ai Francesi in Mali . 

Le motivazioni sono banalmente "umanitarie" ma sempre efficaci mediaticamente : il paese è impossibilitato a crescere civilmente a causa dei perduranti odii tribali.
Gli Europei devono perciò sedare con le armi , insediare al potere persone di fiducia (attualmente in Centrafrica Catherine Samba-Panza) che governino sotto comando FMI e naturalmente poter disporre il più possibile delle risorse del paese.

Sia in Mali sia in Centrafrica la regia francese ha seguito lo stesso copione come previsto già negli anni '50 nel manuale del generale inglese Frank E. Kitson che tra le varie operazioni che risultano necessarie per aver ragione del nemico tipo infiltrazione di agenti doppi , uso dell'inganno e dei provocatori include la guerra provocata e la creazione del caos .

Come sappiamo da ex militari Usa , Forze Speciali degli Stati Uniti e della Nato hanno addestrato terroristi provenienti in gran parte dalla Libia perché sciamassero verso il Mali "invadendolo", formassero una strana alleanza con i berberi "giustificando" l'intervento della Francia che per favorire ancora di più il caos nel paese aveva estromesso dal potere il Presidente Toure con il colpo di stato di Sanogo (addestrato militarmente Negli Usa) .

I DUE ALLEATI IN AFRICA
La Repubblica Centrafricana è stata devastata dai Seleka , signori della guerra ,le cui truppe sono formate da mercenari ugandesi , ciadiani , sudanesi...supportate dal presidente del Ciad Idriss Deby particolarmente gradito ad Holland per la sua opera di destabilizzazione nella regione(Mali , Costa d'Avorio , Sudan). 

Perché il caos fosse al massimo si rendeva indispensabile sollevare dal potere Bozizè e insediare al suo posto Michel Dyotodia con il quale si consuma lo sfascio dello stato . Inevitabile lo scontro tra bande . Il presidente attuale ha un'immagine più presentabile ed è anche questa una mossa astuta che fa parte del repertorio imperiale .

Berlino vuole la sua parte e interverrà militarmente in entrambi i paesi per spezzare l'influenza eccessiva della Francia nei paesi francofoni . Ma si badi bene la lotta tra le due minipotenze imperiali europee si inserisce in uno scontro di ben più ampia portata che è quello tra Cina e Stati Uniti che assecondano le aspirazioni francesi e e tedesche che non possono fuoriuscire da un ruolo ben definito e gerarchicamente subordinato.

I successi di natura economica e diplomatica della Cina in Africa hanno allertato l'amministrazione Usa che nel 2007 ha creato Africom ,il comando Africa del Pentagono, allo scopo di contrastare l'egemonia cinese . 

Già nel 2007 si era programmato l'assalto al Mali ,ricco di uranio ,di oro , di petrolio e sopratutto base di lancio per procedere alla militarizzazione a all'ideologizzazione del Continente . 

E' su questo terreno che gli USA lanciano alla Cina la sfida data l'impossibilità di competere sul piano finanziario

Stabilire relazioni militari con i governi (attualmente 53) , lavorare a stretto contatto con le ambasciate , favorire il coordinamento di programmi di formazione , incentivare operazioni militari che promuovano"un ambiente africano stabile e sicuro a sostegno della politica estera degli Stati Uniti" , "suggerire" scelte di politica economica ...

E' da secoli che l'Africa
 subisce "the burden of the white man" . 
Come risponderanno a questo ennesimo assalto , cui concorre la "nobile" Europa , i popoli e i governi africani ?

domenica 26 gennaio 2014

ELEZIONI IN SARDINYA: GIGI SANNA PRESIDENTE MOVIMENTO ZONA FRANCA, A MANU TENTA

GIGI SANNA PRESIDENTE DEL MOVIMENTO ZONA FRANCA : A MANU TENTA.

Vàturu Erriu Onnis Sayli

Mandiamo a casa tutti questi politici, 
No alla casta che si mette i soldi in tasca.


Professor Luigi Amedeo  noto Gigi Sanna 
Sabato sera , Santa Giusta, a mezza strada circa,  tra il nord ed il sud della Sardinya, il professore Gigi Sanna a capo del Movimento Zona Franca chiama all'adunata le sue  "armate" composte di persone impegnate in ogni parte del paese sardo nella lotta per i riconoscimento del FREE ZONE , per reclamare la fiscalità di svantaggio che sarebbe dovuta alla Sardinya, e per giocare una partita importante in queste prossime elezioni del 16 febbraio per la regione sarda RAS. 


Basilica di Santa Giusta
La Basilica di Santa Giusta è uno dei monumenti più significativi dell'intero patrimonio artistico sardo. La data di costruzione non si conosce con precisione, ma, si può collocare per via ipotetica nella prima metà del XII secolo (1140 ca.), al suo interno sono conservate le reliquie della Santa che dona il suo nome alla città, in cui è stata presentata la lista elettorale del movimento ZF di Gigi Sanna. 

L'analisi del professore è incalzante e mette in evidenza le incongruenze e i meriti dei vari candidati presidenti, Cappellacci , candidato del centrodestra italiota, è riconosciuto come il furbetto che si dipinge da "democristiano" e che strizza l'occhiolino alla chiesa; 

Pigliaru il dotto universitario, candidato del centrosinistra italiota, omini "cun anima frida"; Pili ex Presidente in quota PdL oggi corre con Unidos, che a motivo della sua storia politica è definito "uno che predica bene ma razzola male"; 

Pier Franco Devias del Fronte Unidu Indipendentista ne ha parole di stima e ammirazione per il coraggio di essere andati alle elezioni con le loro forze senza essersi infarinato nei partiti italioti; così ha anche parole di stima e ringrazia con calore il valoroso segretario di Sardigna Natzione, Bustianu Cumpostu,  per avere rinunciato alla candidatura alle elezioni a motivo del fatto di non essere riuscito a convincere altri soggetti in un'alleanza dell'area indipendentista fuori dai partiti italioti; soggetti che invece  sono caduti nella rete delle sirene italiote: candidati, di iRS in primis Gavino Sale, poi Sedda Partito dei Sardi e Zuncheddu di Sardigna Libera in lista con SEL;   Michela Murgia di Sardegna Possibile, persona molto valida  ed ecletica, donna intelligente, a cui guarda con stima ed ammirazione, a una possibile futura alleanza, in cui include anche Devias .




Il punto di vista del professore Gigi Sanna si può sintetizzare in queste parole:
Per un economista come il Prof. Pigliaru, non voler riconoscere i vantaggi della Zona Franca è, come per un medico, proibire gli antibiotici in caso di grave infezione batterica.
Il fatto che il suo antagonista di destra, si sia appropriato indebitamente di un tema politico che noi del Movimento Zona Franca con “Gigi Sanna Presidente” abbiamo lanciato più di un anno fa e l’abbia volutamente trasformato in tema elettorale adottando i suoi metodi di “letargo operativo”, non può essere il motivo per dire che la Zona Franca sia una cosa “utopistica e demagogica”.
Il designato ex governatore Cappellacci è, solo la persona meno adatta a fare la Zona Franca, considerate le sue poco edificanti esperienze di “detto e mai fatto”. Il Prof. Pigliaru, che è una persona preparata, ma arrivato per caso a capo di un partito di burocrati eccellenti e capobastone (parole loro) con candidati indagati nelle liste, dovrebbe saper cogliere queste differenze.
Quando il Prof. Pigliaru, da noi più noto ormai come Montipigliaru, dice che: “fa fatica a capire perché s’insiste tanto sulla Zona Franca Integrale” e che: “se uno vuole un territorio con tasse al minimo e con servizi pubblici anch'essi al minimo, basta soltanto dirlo” pare viva in un altro universo. Gli facciamo notare, visto che nella torre di avorio accademica non ci sono finestre per osservare la realtà popolare, che qui paghiamo le tasse al massimo, ma i servizi pubblici sono al minimo, se non addirittura inesistenti.
Se le zone franche di questo mondo, nelle loro più svariate forme di applicazione per corrispondere ai fabbisogni specifici di sviluppo di chi le applica, sono poi cosi deleterie, perché tutti coloro che vivono in quelle zone franche stanno meglio di noi? Perché pagano meno tasse e godono di servizi migliori dei nostri? A Livigno si guadagna bene e l’autobus è gratis. Alle Canarie (Zona Franca fiscale), un imprenditore paga il 4% di tasse sugli utili se investe e crea posti di lavoro. Gli ospedali alle Canarie sono eccellenti e non hanno nemmeno liste di attesa.
Certo è che alle Canarie, i grandi centri dei “servizi burocratici” non ci sono, forse sono quelli i servizi di cui parla Montipigliaru. Noi di quelli però, ne facciamo volentieri a meno, perché anche noi vorremmo aprire un’impresa in un giorno, così come fanno a Tenerife. Caro Montipigliaru: lasciaci vivere in queste zone “utopistiche e demagogiche”!n movzf
I lavoratori e giornalisti dell'emittente sarda Sardegna Uno chiedono la solidarietà al movimento ZF, oltre alla richiesta di una presa di posizione a loro favore; essendo  scioperanti già da decine di giorni , e non trovando il favore dei media e dei partiti a loro favore chiedono visibilità, atti di sostegno alla risoluzione della loro situazione di difficoltà lavorativa per la conservazione del loro posto di lavoro, messo in dubbio dopo la vendita dell'azienda ad altra proprietà. 

Il Movimento Zona Franca è il soggetto che a distanza di anni ha preso il posto di quei giovani sardi intellettuali pieni di passione, che nel 1981 dentro il Partito Sardo rivendicavano un salto di qualità del loro partito per un cambiamento , già allora anticasta, con la mozione entusiastica piena di forte idealità e connotazione indipendentista.

Nelle parole di Gigi Sanna, sono enumerati i meriti di molti uomini valorosi della storia sarda, da Lussu a Gramsci, a Simon Mossa a Michele Columbu fino all'umanista insegnante negli anni sessanta presso l'Università di Cagliari Aldo Capitini e molti altri.

I tempi in cui viviamo sono tempi difficili, a motivo della grave crisi economica in cui ci hanno portato i partiti italioti che hanno rinunciato alla sovranità dello stato per darlo in amano a degli autentici manigoldi della Troika.


nomi di caduti nell'oblio del suicidio

Le difficoltà delle famiglie sarde e delle aziende e delle persone sono manifeste e lo dimostrano i molti suicidi che abbiamo nella nostra terra.

La disperazione è grande, e non si può non tenerne conto, al buio della difficoltà e della disperazione si contrappone il motivo solare proposto dal movimento ZF de "su ballu tundu" il tipico ballo sardo che riconosce nel circolo del motivo solare di antica memoria nuragica della vita e della speranza di un nuovo giorno pieno della luce pregna di umanità di solidarietà  e di gioia nel magico cerchio della vita.

Così le disperate grida nel buio della solitudine che si ergono a nuovi capisaldi della modernità dello stato italiota menefreghista,  che pensa esclusivamente non al bene del popolo che lo ha stabilito e instaurato al potere della nazione, ma prono e desto a preservare in esclusiva i diritti delle élite private e se ne sbatte altamente dei problemi dei popolani.
il buio della disperazione è rappresentato dal maniacale pensiero del suicidio
e le genti e le nazioni si chinano alla strage qutidiana che passa inosservata nei media del grigiore del pensiero unico italiota dipendente UE.

Solo la voce flebile ma inflessibile dei movimenti popolari che si ode nelle orecchie delle persone affrante e debilitate da questo sistema corrotto e qualunquista agisce  spera e ripone fiducia nella resurrezione della politica con la P maiuscola;  si indignano e alzano in alto il loro sentimento popolare e corale in un unisono e forte intento che sale alto nei cieli e reclama il cambiamento di governo, di un governo logoro dagli scandali, dagli interessi personali della casta e dalla servitù ai mercanti del lusso e degli interessi multinazionali e militari.


E' con il movimento popolare che si ottiene la possibile liberazione con la parola liberatoria riportata: ORA BASTA!



Lo slogan iniziale del movimento diviene finalmente visibile e percorribile, sa "manu tenta", la mano tesa per far aggrappare  tutti i diseredati e caduti nella depressione piscofisica determinata da quella diretta dall'economia di questo sistema malato  e al servizio del nulla, è porta affinché tutti i provati e angustiati da questo malgoverno ipocrita del malaffare possano ricorrerVi ed essere salvati dal buio solitario.







             Lista dei candidati del Movimento Zona Franca

CARBONIA-IGLESIAS
Suella, Francesco
Scanu, Angela
Tiragallo, Antonio

OLBIA-TEMPIO
Congiu, Pasqualino
Salciccia, Diego
Sanna, Gianfranco
Brandanu, Janette
Quercia, Lucia

SASSARI
Galasso, Mario
Ledda, Sabrina Dania
Simula, Piero
Cadoni, Gian Paolo
Fenu, Ettore
Mereu, Angela
Mura, Graziella
Catgiu, Francesco
Zolo, Paoletta
Secci, Marco

ORISTANO
Scibilia, Carla
Atzori, Maria Vittoria
Manca, Sandro
Mestroni, Alessandro
Poddi, Carlo
Canneddu, Ivo







CAGLIARI
Baldino, Anna Maria
Anselmeti, Giuseppina
Marini, Giuseppe
Lai, Gianpaola
Garraffa, Vincenzo
Masala, Vittorio
Ciarpi, Gabriele
Pusceddu, Maria Cristina
Carrus, Cristian
Deiana, Francesco
Coghe, Mario
Marras, Margherita
Mundula, Gian Luca Giulio
Coghe, Dino
Scanu, Alessandro
Mallus, Daniela
Mascia, Marco
Loi, Pietro

NUORO
Rubanu, Mario
Zola, Stefano
Bacchitta, Chiara
Nurchis, Tommasina
5. Pischedda, Antonio

OGLIASTRA
Conciatori, Monia 
Garau, Oscar






Il programma elettorale del movimento Zona Franca

sabato 25 gennaio 2014

Villaggi per la guerra a Teulada e ammissione del rischio radioattivo riemergono dalla naftalina.



Uranio: antimilitaristi, rischio radioattivo a Teulada 
Già uno studio del 2000 sui villaggi addestramento ne parlava CAGLIARI 

Villaggi per la guerra a Teulada e ammissione del rischio radioattivo riemergono dalla naftalina.*  

(Riferimento:* "Progettazione definitiva-esecutiva relativa ai lavori di realizzazione del primo villaggio per l'addestramento negli abitati? elaborata dalla 14^ Direzione Genio Militare, datata 29/09/2000, codice di priorità "Alta") .* 

Di recente le Forze Armate hanno tolto dalla naftalina e ripresentato il Progetto del 2000 di costruzione del PRIMO villaggio (ma quanti ne prevedono?) in stile balcanico e mussulmano allo scopo di conferire maggiore realismo ai giochi di guerra. Il Progetto annunciava anche un approfondito studio per ridurre al minimo l'impatto ambientale, sorprendentemente, tra i fattori da esaminare indicava l'inquinamento radioattivo (pag 23, punto D ). 

Uno studio su questo aspetto, oggi, 2014, è del tutto normale, non considerarlo susciterebbe uno scandalo. E invece singolare che sia stato previsto nel settembre 2000. 

L'anacronismo è shoccante. Allora, infatti, le richieste di chiarezza e accertamenti sulla contaminazione radioattiva si contavano sulle dita di una mano e cadevano nel vuoto totale. 

In Sardegna le sole voci erano quelle del Comitato Gettiamo le Basi, delle famiglie del caporalmaggiore Salvatore Vacca e del soldato di leva Giuseppe Pintus, uno in servizio nel teatro di guerra bosniaco, l'altro a Capo Teulada, entrambi uccisi dallo stesso tipo di tumore, leucemia linfoblastica acuta. Nella penisola il silenzio era sovrano. 

Eppure gli estensori del Progetto del 29/09/2000 denotano la consapevolezza anacronistica del rischio radioattivo allora ignoto alla quasi totalità della popolazione civile e militare. Inoltre, nei quattordici anni trascorsi, man mano che i sospetti crescevano fino a diventare certezza diffusa, Istituzioni, ministri della Difesa, vertici militari e politici hanno ostinatamente negato e categoricamente escluso l'uso di armamento radioattivo e conseguente contaminazione nei poligoni sardi. 

I vari Capi Supremi delle Forze Armate hanno pilatescamente scansato il problema. La sola ipotesi plausibile della "preveggenza" del rischio radioattivo è la svista involontaria e accidentale che fa trapelare il "segreto" gelosamente custodito e da custodire costi quel che costi. 

Sarebbe l'ennesima conferma delle menzogne che ci hanno propinato e ci propinano, della lucida quanto criminale decisione di lasciare esposti alla contaminazione letale militari, popolazione, flora, fauna, terra, aria, acqua e la catena alimentare. 

L'involontaria ammissione del problema contaminazione radioattiva potrebbe chiarire anche l'anomalia della veloce ibernazione e riesumazione dopo quattordici anni del piano di costruzione dei villaggi da war games. 
Non basta a spiegarla, infatti, il parere negativo (non vincolante) della componente civile del CoMiPa (Comitato Misto Paritetico Stato Regione) anche in considerazione del codice di priorità "Alta" assegnato ai lavori. 

Ripugna lo sperpero di denaro pubblico per costruire case da bombardare (circa 8 milioni di euro, più di 15 miliardi di lire nel 2000). Agghiaccia il silenzio della caterva di politici e pseudo esperti che promettono bonifica e pronto smantellamento del poligono "inutile" di Teulada in cambio del potenziamento del poligono della morte Salto di Quirra a rischio chiusura per intervento della Magistratura Rimane una ferita sanguinante lo stupro sistematico della nostra terra e la perdurante strage di Stato per creare paradisi di guerra. 

*Comitato sardo Gettiamo le Basi* Tel 3467059885

Mariella Cao Teulada 10 ottobre 2010


''ALL'ITALIA OCCORRE UNA RIVOLUZIONE. ADESSO!'' (PROFESSOR GIULIO SAPELLI, ECONOMISTA)

''ALL'ITALIA OCCORRE UNA RIVOLUZIONE. ADESSO!'' (PROFESSOR GIULIO SAPELLI, ECONOMISTA)

Fonte: lettera43.it
Giovanna Faggionato

Le note melanconiche di un tango in sottofondo sembrano un fosco presagio. Nell'Italia piegata dalla disoccupazione, colma di lavoratori sottopagati, vedere Giulio Sapelli assorto in una musica lontana fa una certa impressione. Se non fossimo in una sala a parlare di Argentina, si potrebbe leggere come un segno, come se la storia avesse unito i destini della penisola e dello Stato sudamericano colpito dal crack del 2001. 

Per l'economista che ha conosciuto l'Italia di Olivetti, la grande e la media impresa, le cooperative, i distretti, la crisi di oggi è il frutto di un male antico: la persistenza di una classe dirigente che ci condanna alla sudditanza estera. E dove le uniche «rivoluzioni» possibili sono prese di potere generazionali. 
Mentre la commissione europea certifica che siamo il Paese in cui «la situazione sociale si è deteriorata maggiormente», e in cui una quota consistente di occupati non riesce più ad arrivare a fine mese, lo studioso non si dà pace. E si chiede come il parlamento Ue abbia potuto «firmare il Fiscal compact?». «Il problema», spiega in una intervista a Lettera43.it, «è che non abbiamo un'élite nazionale: Machiavelli aveva spiegato tutto». 

Cosa intende dire, professor Sapelli? 
Le nostre classi dirigenti cercano approvazione, legami e inserimento nella finanza internazionale. Lo ha fatto Romano Prodi. E poi Mario Monti. E ora anche Enrico Letta punta alle cariche all'estero. 

Insomma, non fanno gli interessi italiani? 
Monti ha fatto gli interessi di chi lo ha sempre sostenuto cioè le istituzioni finanziarie. 

E Mario Draghi? 
Lui viene da Goldman Sachs, dalla scuola americana. E prova a fare la politica Usa. 

È per questo che non piace alla Germania? 
La Germania ci vuole fare morire di deflazione.

E gli Stati Uniti? 
Agli Stati Uniti in questo momento serve un'Europa forte. 

In realtà sembra che ormai i loro interessi siano sul Pacifico. 
Certo, preparano la guerra che verrà con la Cina. Ma hanno bisogno che l'economia europea vada bene.

Sì, ma non si può dire che facciano i nostri interessi politici. 
Stiamo trattando un accordo di libero scambio transatlantico: possiamo negoziare. E comunque meglio gli Stati Uniti del dominio tedesco. 

Perché? 
A forza di imporre l'ortodossia monetarista e deflazionista, i tedeschi stanno facendo dell'Europa un deserto. 

Secondo lei Draghi non si opporrà? 
Mi viene in mente una frase del Manzoni: «Il coraggio uno non se lo può dare...». 

Faremo la fine dell'Argentina? 
No, faremo la fine opposta. L'Argentina ha il problema contrario: l'inflazione. Ma dell'Argentina stiamo iniziando a copiare i leader peronisti. 

Matteo Renzi non la convince? 
Abbiamo avuto due sole «rivoluzioni» generazionali in Italia. Una l'ha fatta Benito Mussolini ed era il fascismo. E l'altra è stata il 68. Basta guardare come sono finite. 

Insomma non ci sono spiragli? 
Avete votato il Pd, Berlusconi... 

E cosa bisogna votare, Grillo? 
Nessuno. Bisogna rifondare un partito socialista, rivoluzionario. 

Cosa intende per rivoluzionario? 
Come Syriza, in Grecia. Che non vuole uscire dall'Europa, ma rinegoziare il debito. Ma come è possibile che al parlamento europeo abbiano votato il Fiscal compact? 

È stato questo il grande errore? 
Non so. Forse per l'Italia non c'è più speranza. 

Secondo i dati Ue, siamo il Paese con la quota maggiore di occupati che non riescono a vivere col proprio stipendio. 
Questa è una nazione ricca. Con un grande risparmio. E la cultura. Ma i risparmi si stanno erodendo e tra 20 anni, forse, saremo un Paese desertificato. 

Perché è così pessimista? 
Basta leggere Machiavelli. 

Cioè? 
Fino al 1450 eravamo l'economia più florida del mondo. Poi abbiamo conosciuto la crisi del 600. E perché? 

Lo dica lei. 
Perché i figli della borghesia comunale hanno lasciato le città e sono andati a vivere in villa come nobili. Quando si guadagnano troppi soldi, non si risponde più a se stessi. 


Nota biografica di Giulio Sapelli.
Laureato in storia economica a Torino nel 1971, conseguì la specializzazione in ergonomia nel 1972. Ha insegnato e svolto attività di ricerca presso la London School of Economics and Political Science nel 1992-1993 e nel 1995-1996, nonché presso l'Università Autonoma di Barcellona nel 1988-1989 e l'Università di Buenos Aires.
Ha lavorato con compiti di ricerca, formazione e consulenza presso l'Olivetti e l'Eni. Ha svolto incarichi consulenziali presso numerose altre aziende. Dal 1996 al 2002 è stato Consigliere di Amministrazione dell'Eni. Dal 2000 al 2001 è stato Presidente della Fondazione del Monte dei Paschi di Siena. Dal 2002 al 2009 è stato componente del consiglio di amministrazione di Unicredit Banca d'Impresa.
Ha fatto parte di diversi comitati scientifici di imprese, fondazioni e istituti. Dal 1993 al 1995 è stato il rappresentante italiano di Transparency International, organizzazione che lotta contro la corruzione economica. Dal 2002 è tra i componenti del World Oil Council. Dal 2003 fa parte dell’International Board dell'OCSE per il no profit.
È attualmente professore ordinario di Storia Economica presso l'Università degli Studi di Milano, dove insegna anche Analisi Culturale dei Processi Organizzativi. È collaboratore del Corriere della Sera e de Il Sussidiario.net. (WIKIPEDIA)

giovedì 23 gennaio 2014

IL GOVERNO DI TRIPOLI FEDELE ALLEATO DELL' OCCIDENTE BOMBARDA LA POPOLAZIONE CIVILE NEL SUD DELLA LIBIA

IL GOVERNO DI TRIPOLI FEDELE ALLEATO DELL' OCCIDENTE BOMBARDA LA POPOLAZIONE CIVILE NEL SUD DELLA LIBIA 
A.Boassa


La Cirenaica è oramai di fatto indipendente . 
Probabilmente è l'ora del Fezzan , regione meridionale della Libia . 
Le tribù che , in precedenza si erano scontrate violentemente , attualmente si sono riunite in un fronte antioccidentale e antigovernativo , brandendo come arma politica e militare la Jamahiria (governo delle masse) di Gheddafi e la bandiera verde . 

La risposta governativa è stata immediata . La città di Sabha , capitale della regione del Fezzan , caduta in mano ai rivoltosi è stata violentemente bombardata dall'aviazione di Tripoli supportata in primo luogo dall'emirato del Qatar . Come "effetto collaterale" 75 persone sono state uccise . 

E , mentre gli antigovernativi attaccano la base aerea da dove sono partite le incursioni contro Sabha , a Tripoli si è visto sventolare una bandiera verde . 

Ovviamente assenti le televisioni e la stampa internazionale impegnate con maggiore interesse a diffondere le bufale che in Siria l'opposizione stragista , sponsorizzata in particolare in questa fase dall'Arabia Saudita (responsabile accertata degli eccidi di Volgograd) e dalla Turchia , diffonde a piene mani ( si veda " rapporto sulla credibilità di alcuni elementi di prova relativi a tortura ed esecuzione di persone incarcerate dal regime siriano " intriso di evidenti manipolazioni su cui ritornerò in seguito ) . 

Naturalmente non mancano le "invenzioni" dell'americanissima Avaaz con i suoi "neonati torturati" Un'ultima osservazione . 
saranno questi i qaedisti buoni di cui parla la Bonino?
L'Italia è impegnata in prima persona sia in Libia (Letta ha più volte assicurato il sostegno finanziario formativo e militare in caso di necessità) sia in Siria con la partecipazione al gruppo "amici della Siria" dove ultimamente la Bonino ha voluto fare una dotta distinzione tra "qaedisti buoni" che presumo siano quelli che fanno le stragi per "noi" e i "qaedisti cattivi" che presumo siano quelli che"ci" combattono . 

Chissà se in Italia nelle trasmissioni progressiste qualche volta si parla di queste cose . Potrebbe emergere forse il disegno di un governo bellicista , favorevole alle "stragi buone".


la democrazia portata da UE e USA avanza in Libia


mercoledì 22 gennaio 2014

Oltre la globalizzazione, per una società a dimensione umana: la nazione è indipendenza e libertà delle comunità.

Oltre la globalizzazione per una società a dimensione umana: la nazione è indipendenza e libertà delle comunità.



Da dove partire? Ovviamente dalla concezione di nazione, il  significato da cui deriva la parola nazione (nascita in latino) oppure dalla sua implicazione sociale?
 Una nazione (dal latino natio, in italiano "nascita") può riferirsi ad una comunità di individui che condividono alcune caratteristiche comuni quali la lingua, il luogo geografico, la storia ed un governo.  
^Il World Book Dictionary definisce la nazione come “la popolazione che occupa uno stesso luogo geografico, unita sotto lo stesso governo, e parlante usualmente la stessa lingua”. Un'altra definizione considera la nazione come uno "stato sovrano" che può far riferimento ad un popolo, a un'etnia, a una tribù con una discendenza, una lingua e una storia in comune." wikipedia.
Avendo chiaro il significato che abbiamo sopra riportato, pensiamo a che tipo di società deve assumere una nazione sovrana, come si determina, che aspetto istituzionale deve avere e quali i valori deve esprimere per essere tale.
Mancini: le nazioni costituiscono una dimensione naturale e necessaria della storia umana, la cui vitalità storica dipende tuttavia dalla loro libertà e indipendenza, dal fatto cioè di essere non un mero aggregato di fattori naturali e storici (territorio, lingua, ecc.), bensì un corpo politico e di possedere un governo, una volontà giuridica e leggi proprie. Senza lo Stato la nazione rischia di restare un corpo inanimato.wikipedia.
In Sardinya , parlando di indipendenza diciamo che la nostra nazione è rappresentata da: una terra un popolo , una lingua, una cultura, una nazione.
Nazione, libertà, umanità.
La visione illuministica: nazione come realtà nella quale si riconoscono gli esseri illuminati e i popoli i cui costumi siano stati segnati dalla logica del progresso storico. 
Visione romantica: nazione come sfera di appartenenza particolaristica ma non esclusiva. La nazione non può fare a meno di entrare in rapporto con la cultura e lo spirito delle altre nazioni e degli altri popoli, insieme ai quali essa costituisce un più vasto organismo vivente. I popoli possono vivere in armonia mantenendo la propria individualità.  
 Per Sieyès il soggetto storico che fa nascere la nazione attraverso la volontà sono i cittadini (liberi e uguali).wikipedia. 

 Non vogliamo fasciarci il capo con etichette politiche superficiali su nazionalismo ecc.. che servono solo a sviarci dal punto fondamentale che vogliamo affrontare: le nazioni hanno dato e danno benessere alle comunità ove le rappresentano, mentre oggi le comunità sono schiacciate dalla globalizzazione, ovvero da una società non più nazionale ma globale e nello spirito che lo alimenta, abbiamo la mano invisibile che prende il sopravvento:il capitalismo delle multinazionali, delle élite e della finanza globale, ove non vi è più al centro l'uomo e  il sociale , ma solo il consumo per produrre mero profitto.
Lo Stato Nazione ha costruito il capitalismo nel mondo. La Mano Invisibile non avrebbe potuto controllare il pianeta, senza gli eserciti, gli esattori fiscali e le scuole. Ma la stessa Mano Invisibile oggi sta spazzando via lo Stato Nazione. Il capitalismo globale non è certo una novità; però negli ultimi decenni, è diventato insieme sistema unico di governo reale e ideologia totalizzante. kelebeklerblog.
La Mano Invisibile  del capitalismo globale a cui si fa riferimento è la teoria espressa nel libro di Toni Negri e Michael Hardt,  Impero, di cui Costanzo Preve denuncia come la rivoluzione non più necessaria, in quanto accettata e sostituita  dalla soddisfazione dei propri bisogni, esaudita di fatto dalle merci prodotte  in eccesso e dal consumismo imposto dal capitalismo.
Costanzo Preve si dimostra imbattibile nel riconoscimento di questi giochi di prestigio letterari: “…Il motivo per cui generalmente i marxisti dicono che è impossibile realizzare una rivoluzione comunista dentro il modo di produzione capitalistico sta appunto nel fatto che essi ritengono che il capitalismo sviluppa falsi bisogni. Se invece partiamo dal "desiderio", come lo interpretano Deleuze e Negri, effettivamente non c’è più nessun bisogno di una rivoluzione, perché il soddisfacimento dei flussi desideranti delle moltitudini può tranquillamente essere esaudito dentro il quadro della produzione capitalistica stessa. Si ha così una tipica rivoluzione senza rivoluzione, ed è esattamente per questo che Negri piace ai due poli opposti delle oligarchie capitalistiche al potere e dei centri sociali autoghettizzati di consumo detto ‘alternativo’…”conflittiestrategie 
Cosa fa bene alla nazione e alla comunità in essa contenuta, quali contraddizioni apparenti si profilano e come risolverle?

Una delle contraddizioni apparentemente più inspiegabili di questi anni è la coincidenza tra crisi delle grandi visioni del mondo globali e ideologiche, con le relative appartenenze politico-culturali, e il manifestarsi di ondate nazionaliste che ripropongono una forte appartenenza etnico-culturale e una riproposizione delle "radici" di individui e collettività territorialmente fondate.

Di fronte a questa contraddizione che assume caratteri così inediti la sinistra ha certamente necessità di una rifondazione che riguardi anche l’analisi del problema nazionale ed etnico-culturale.

Non sono del tutto persuaso che a questo proposito il vero limite della cultura marxista sia quello di essersi limitata a un approccio di classe ed economicista. I diversi movimenti che si sono ispirati al socialismo e al comunismo hanno avuto impostazioni complesse e differenziate sul tema nazionalitario, ed è troppo facile ridurre il marxismo alla sua vulgata superficiale o propagandistica.

Il comunismo prima di Marx rifiutava il concetto di nazione (vedi Fourier) perché lo identificava con gli Stati borghesi allora esistenti, divisi e belligeranti. Veniva contrapposto un universalismo dei popoli che si opponeva ai patriottismi. In seguito, con Marx ed Engels viene sottoposta a critica la "triviale retorica" della fratellanza universale dei popoli, e si sceglie una analisi che storicizza il rapporto tra i popoli e tra popolo e nazione, legandolo al contesto dei rapporti sociali. Nello stesso tempo i fondatori del socialismo scientifico erano convinti che gli antagonismi nazionali dei popoli fossero un fenomeno arcaico, destinato a scomparire con lo sviluppo della borghesia, e ancor di più con il dominio del proletariato. rivistaindipendenza
La questione nazionale  non può risolversi dentro quella istituzione inventata di sana pianta la UE ,come possiamo vedere dalla citazione sottostante:
L'UE di oggi è una struttura sovranazionale. Gli Stati membri hanno abbandonato gran parte dei loro diritti sovrani. E' stato Jean Monnet che anticipò in maniera decisiva la costruzione di istituzioni sovranazionali.[..] 
In una lettera indirizzata a Dean Acheson (Segretario di Stato, al Ministero delle Finanze di Roosevelt, vice segretario di Stato 1945-1949, Segretario di Stato 1949-1953) Monnet ha scritto il 23.11.1962: "Nella misura in cui gli interessi sono sempre più unificati, le opinioni politiche devono essere sempre più comuni. […] Penso che se vogliamo unire gli uomini, dobbiamo unire prima gli interessi e per questo è necessario che gli uomini accettino di agire secondo le stesse regole, ed essere amministrati dalle stesse istituzioni. So che questo può sembrare un lungo processo, ma un cambiamento nell'atteggiamento degli uomini è necessariamente un processo lento."Dean Acheson Papers, Box 28, cartella 288. Yale University Library, New Haven / Connecticut, citato da E. Roussel, op. Roussel, op. Cit. p. 766 sadefenza.jean-monnet
Le ricerche di Pierre Hillard mostrano, che oggi tutta l'Europa è coperta e penetrata da organizzazioni, gruppi e associazioni, con il fine di far scoppiare dall'interno gli Stati-Nazioni. Per consentire questo sviluppo, Monnet si è procurato in più riprese soldi provenienti dall'area anglo-americana. cfr. Pierre Hillard, La Marche irrésistible du nouvel ordre mondial (La marcia irresistibile del nuovo ordine mondiale), F.-X. de Guibert 2007 sadefenza.jean-monnet-
Quali interessi vengono anteposti alle nazioni dei popoli nella UE, visto che non  possono essere rappresentate le nazioni dentro la sua istituzione?
L’Unione Europea ha rifiutato di includere i parlamenti nazionali nella "governance" economica, ossia in ciò che forma la ragion d’essere di un parlamento. E i parlamenti che fanno, sono insorti? Nient’affatto: hanno accettato di non essere più consultati sulle decisioni dell’economia in Europa. contrelacour
 Vorrei che ci chiedessimo invece, da un punto di vista economico  e sociale, cosa ci fa bene  e cosa non ci fa bene, cosa prevede e cosa ci impone il trattato Transatlantic Trade and Investment Partnership ( TTIP ), ci fa bene o male ?  Traetene Voi la risposta:

 La nazione che voglia mantenere il controllo statale sui trasporti , sulla sanità , sull'istruzione... diventerebbe una nazione fuorilegge .
 Prendiamo in considerazione in breve sintesi le tematiche principali della bozza di mandato negoziale : cooperazione doganale ; adozione di standard comuni ; liberalizzazione dei servizi . 
COOPERAZIONE DOGANALE : si aspira con l'entrata in vigore dell'accordo all'azzeramento dei dazi che allo stato attuale già presentano un livello di protezione tariffaria media"relativamente basso"( 3,5% USA ; 5,2% UE) . 
ADOZIONE DI STANDARD COMUNI : la differenza tra le misure regolamentari , tra gli standard relativi alla sicurezza ,alla salute e alla tutela dell'ambiente costituirebbero degli ostacoli -si dice- alla conquista dei mercati e perciò si promuove la rimozione degli stessi . Ora risulta pacifico che Statunitensi ed Europei hanno visioni diverse sulla tutela dell'ambiente , sugli Ogm , sulla ricerca sugli esseri viventi , sul ruolo dei servizi pubblici ,sulla privacy ... sadefenza.trattato
Il trattato TTIP, imporrà ai consumatori e cittadini europei le "libertà" amate dagli americani, l’uso obbligatorio di sementi geneticamente modificate, il vitello all’estrogeno eccetera: chi si opporrà, potrà essere chiamato in giudizio per ostacolo al profitto capitalista. Attualmente, le trattative vengono condotte in segreto dalla Commissione Europea. Ai governi nazionali è vietato l’accesso alla documentazione relativa ai negoziati: non hanno il diritto di sapere di cosa tramano. www.contrelacour 
Come ci ricorda Mauro Miccolis su "Sbilanciamoci" potremmo mangiare carne agli ormoni , prodotti Ogm , importare carcasse di animali lavate con la varechina , consumare senza disporre delle denominazioni di origine ...
 LIBERALIZZAZIONE DEI SERVIZI : gli imprenditori europei gongolano dato il livello altamente protezionista degli USA nel settore dei servizi ( trasporti aerei e marittimi , poste ...) e negli appalti pubblici (aperti alle imprese europee soltanto per poco più del 30%) . Gli USA altresì pretendono protezione non discriminatoria (secondo loro) degli investimenti il che significa aggressione legale a tutto ciò che può essere oggetto di profitto : scuola , istruzione universitaria, ricerca , salute ,acqua ... Un'autostrada , tanto per intenderci , per sbarazzarsi di opinione e di protesta popolare , di referendum e di altri simili fastidiosi ostacoli che impediscano la riuscita di un ricco bottino (volevo dire profitto).sadefenza.trattato

 E' evidente che l'UE , non fa bene ai popoli ne alle nazioni, ma, è fatta ad uso e a  misura del capitalismo globale , che opprime e sfrutta i popoli, non gliene frega nulla della loro salute psicofisica o economica, a loro interessa avere delle marionette che consumano, si ammalano e pagano il conto che sia personale o pubblico.

Con tutte queste conoscenze , si comprende che il globalismo non è fatto per il benessere delle persone , ma al contrario è solo un bene per quel 1% delle élite private, multinazionali e finanza globale che che si preoccupano solo del loro profitto a danno dei popoli e delle nazioni.

Non ci sono alternative alle nazioni, la UE è solo una tribuna di imposizione delle Lobby globali dello sfruttamento e della morte, nel documento,  della UE prevede per il 2023 un impoverimento generale dell'area euro , sotto il 50% del benessere che sarà riscontrabile negli USAec.europa.eu/economy

Qual'è la strada d'uscita da questa situazione?

L'uscita dagli accordi e trattati UE vari firmati da politicanti del malaffare , ignoranti e ingordi di vile denaro, traditori del popolo , andrebbero denunciati alla corte internazionale per truffa aggravata e strage ai danni dei popoli da loro rappresentati illegalmente.

La soluzione allora qual'é?
 I Vincoli borsistici, valutari, e dell'esportazione dei capitali, il controllo democratico dell'esportazione dei capitali, è lo stato che deve valutare gli interessi nazionali non il privato o 1% , fare l'interesse del 99% che democraticamente lo mantiene in piedi e lo finanzia. 
Il libero scambio serve al più forte, mai  al più debole.
Abbiamo bisogno che lo stato torni a essere sovrano e a fare il suo lavoro di stato , con il controllo della moneta, la dogana, e la valuta...
..per il nostro bene (del 99%)  la nazionalizzazione delle banche più importanti la moneta nazionale la regolamentazione delle valute, delle dogane ecc .. per impedire che loro (1%) siano sempre più liberi di schiacciarci con l'import export fatto apposta con la deregulation per favorire i grossi business delle trust multinazionali  di altre parte a costi così bassi che  dilaniano la nostra non protetta situazione produttiva industriale e di conseguenza il  benessere comune.....La carenza di denaro, non esiste, ma sono stati indotti dalla continua propaganda a crederlo, perché le persone credono alle favole raccontate sia  sulla inflazione che a tutte la balle che i liberisti ti inculcano per non arrivare a capire qual'è il punto vero della diatriba.  sadefenza.che-fare
 BASTA COL FARE GLI INTERESSI ESCLUSIVI DELLE MULTINAZIONALI, DELLE ELITE PRIVATE MONDIALI E DEI BANKSTERS

LA LIBERTA'  DEI POPOLI E DELLE NAZIONI E' MESSA A REPENTAGLIO DALLO SFRUTTAMENTO CAPITALISTA.

RIBELLARSI A QUESTI MANIGOLDI POLITICANTI DEL MALAFFARE  E' UN DOVERE VERSO LE GENERAZIONI AVVENIRE, DARE FUTURO AI POPOLI E ALLE NAZIONI E' LA GIUSTA SOLUZIONE!





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