Venezuela, prorogato lo stato d'emergenza, pericolo di intervento straniero
Attilio Folliero,
umbvrei
Caracas 16/05/206
Durante questo incontro l’ex presidente colombiano Alvaro Uribe (che ricordiamo nel 1991 era considerato dalla National Security USA il narcotrafficante n. 82 più ricercato al mondo) ha dichiarato, parole testuali: “Le forze armate democratiche siano poste al servizio dell'opposizione venezuelana”.
Inoltre ha aggiunto che in Venezuela deve essere replicato il colpo di stato giuridico-parlamentare che in Brasile ha rimosso dal suo incarico per 180 giorni la Presidente eletta Dilma Rousseff.
Dopo queste dichiarazioni, il presidente Nicolas Maduro ha fatto vari annunci per proteggere la sicurezza nazionale da possibili interventi stranieri; inoltre ha colto l’occasione per comunicare nuovi provvedimenti contro la guerra economica che le oligarchie nazionali e internazionali stanno promuovendo contro il Venezuela.
In sostanza Alvaro Uribe ha proposto una invasione militare contro Venezuela. Vedasi a tal proposito il video sotto delle dichiarazioni di Alvaro Uribe (in lingua spagnola).
Le dichiarazioni di Alvaro Uribe
Che cosa comporta la dichiarazione dello stato d’emergenza?
La dichiarazione dello stato d’emergenza comporta una serie di misure riguardanti sia la sicurezza nazionale sia gli aspetti economici:
Secondo la Legge quadro sullo stato d’emergenza (Ley Orgánica sobre Estados de Excepción) lo stato d’emergenza può essere dichiarato per motivi di ordine sociale, economico, politico ed ambientale che compromettono seriamente la sicurezza della Nazione, dei cittadini e delle istituzioni.
Durante lo stato d’emergenza possono essere sospesi i diritti costituzionali, salvo i diritti umani e particolarmente il diritto alla vita; è fatta proibizione assoluta di usare la tortura contro gli eventuali arrestati; inoltre, si garantisce sempre un processo giusto e tutti gli altri diritti umani inderogabili.
Secondo l’articolo 45 della Costituzione venezuelana è proibito praticare o tollerare la “sparizione forzata” delle persone.
Sempre secondo la Legge quadro sullo stato d’emergenza, approvata nel 2001, una volta dichiarato lo stato d’emergenza, il Presidente della Repubblica ha la facoltà di mobilitare qualsiasi reparto della Forza Armata o l’intera Forza Armata; inoltre, ha la possibilità di requisire qualsiasi bene, mobile o immobile, di proprietà privata al fine di ristabilire lo stato di normalità.
Tale legge prevede anche la possibilità di chiudere le frontiere ed il Presidente avvalendosi appunto di tale legge ha decretato la chiusura delle frontiere per 72 ore.
Da anni avvertiamo che gli USA, perdendo potere a livello mondiale e ridotti progressivamente a potenza regionale saranno costretti a concentrarsi sempre più sul continente americano. Tutti i loro sforzi saranno diretti ad impadronirsi delle ingenti risorse naturali presenti nei vari stati del continente americano e particolarmente negli stati dell’America del Sud; ovviamente l’obiettivo principale è e continuerà ad essere il petrolio del Venezuela, la più grande riserva del mondo, che per il momento supera i 300 miliardi di barili, ma nel futuro immediato grazie a nuove certificazioni potrebbe arrivare al doppio.
Il Venezuela oltre ad essere la più grande riserva di petrolio del mondo ha numerose altre riserve naturali e strategiche, come il gas, l’acqua dolce, il coltan, la bauxite (alluminio), le terre rare e molte altre; inoltre, si stima che il Venezuela possieda nel suo sottosuolo riserve aurifere per non meno di 7.000 tonnellate (A tal proposito vedasi articolo di Selvas “Venezuela dispone di 7000 tonnellate d'oro”), che potrebbero rivelarsi anche superiori alle 30.000 tonnellate, ossia la più grande riserva di oro del mondo, equivalente – tanto per avere una idea – alla riserva di oro di tutte le banche centrali del mondo.
È chiaro il motivo per cui le grandi potenze, a partire dagli USA, hanno gli occhi fissi sul Venezuela e dunque il pericolo di una invasione è concreto.
Attilio Folliero,
umbvrei
Caracas 16/05/206
Lo scorso 13 maggio, il Presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, ha prorogato per altri tre mesi lo stato d’emergenza. La proroga è stata decisa dopo le recenti dichiarazioni dell’ex Presidente della Colombia, Alvaro Uribe. Il 12 e 13 maggio all’Università “Dade College” di Miami, negli USA, si è svolto un incontro di leader mondiali di organizzazioni pubbliche, private e non profit, tra i quali alcuni coinvolto nello scandalo “Panama Papers”, come Jorge Arrizurieta, imprenditore cubano-statunitense sostenuto dalla famiglia Bush o l’ecuadoriano Guillermo Lasso.
Durante questo incontro l’ex presidente colombiano Alvaro Uribe (che ricordiamo nel 1991 era considerato dalla National Security USA il narcotrafficante n. 82 più ricercato al mondo) ha dichiarato, parole testuali: “Le forze armate democratiche siano poste al servizio dell'opposizione venezuelana”.
Inoltre ha aggiunto che in Venezuela deve essere replicato il colpo di stato giuridico-parlamentare che in Brasile ha rimosso dal suo incarico per 180 giorni la Presidente eletta Dilma Rousseff.
Dopo queste dichiarazioni, il presidente Nicolas Maduro ha fatto vari annunci per proteggere la sicurezza nazionale da possibili interventi stranieri; inoltre ha colto l’occasione per comunicare nuovi provvedimenti contro la guerra economica che le oligarchie nazionali e internazionali stanno promuovendo contro il Venezuela.
In sostanza Alvaro Uribe ha proposto una invasione militare contro Venezuela. Vedasi a tal proposito il video sotto delle dichiarazioni di Alvaro Uribe (in lingua spagnola).
Le dichiarazioni di Alvaro Uribe
Che cosa comporta la dichiarazione dello stato d’emergenza?
La dichiarazione dello stato d’emergenza comporta una serie di misure riguardanti sia la sicurezza nazionale sia gli aspetti economici:
- La Forza Armata Venezuelana (FANB) e gli altri organi di sicurezza dello stato sono chiamati a garantire l’ordine pubblico contro eventuali gruppi criminali;
- Combattere il crimine organizzato e le possibili minacce esterne;
- Garantire una maggiore partecipazione del settore privato nei processi produttivi fondamentali;
- La Forza Armata Venezuelana sarà maggiormente impiegata nella distribuzione degli alimenti e delle medicine;
- Saranno semplificati i meccanismi per l’assegnazione di fondi straordinari destinati alla distribuzione di beni di prima necessità;
- Incrementare e diffondere capillarmente su tutto il territorio nazionale i Comitati Locali di Distribuzione e Produzione degli Alimenti (CLAP, per la sua sigla in spagnolo), al fine di incrementare la distribuzione diretta degli alimenti;
- Incrementare dunque la distribuzione degli alimenti, delle medicine e degli altri beni di prima necessità
Secondo la Legge quadro sullo stato d’emergenza (Ley Orgánica sobre Estados de Excepción) lo stato d’emergenza può essere dichiarato per motivi di ordine sociale, economico, politico ed ambientale che compromettono seriamente la sicurezza della Nazione, dei cittadini e delle istituzioni.
Durante lo stato d’emergenza possono essere sospesi i diritti costituzionali, salvo i diritti umani e particolarmente il diritto alla vita; è fatta proibizione assoluta di usare la tortura contro gli eventuali arrestati; inoltre, si garantisce sempre un processo giusto e tutti gli altri diritti umani inderogabili.
Secondo l’articolo 45 della Costituzione venezuelana è proibito praticare o tollerare la “sparizione forzata” delle persone.
Sempre secondo la Legge quadro sullo stato d’emergenza, approvata nel 2001, una volta dichiarato lo stato d’emergenza, il Presidente della Repubblica ha la facoltà di mobilitare qualsiasi reparto della Forza Armata o l’intera Forza Armata; inoltre, ha la possibilità di requisire qualsiasi bene, mobile o immobile, di proprietà privata al fine di ristabilire lo stato di normalità.
Tale legge prevede anche la possibilità di chiudere le frontiere ed il Presidente avvalendosi appunto di tale legge ha decretato la chiusura delle frontiere per 72 ore.
Da anni avvertiamo che gli USA, perdendo potere a livello mondiale e ridotti progressivamente a potenza regionale saranno costretti a concentrarsi sempre più sul continente americano. Tutti i loro sforzi saranno diretti ad impadronirsi delle ingenti risorse naturali presenti nei vari stati del continente americano e particolarmente negli stati dell’America del Sud; ovviamente l’obiettivo principale è e continuerà ad essere il petrolio del Venezuela, la più grande riserva del mondo, che per il momento supera i 300 miliardi di barili, ma nel futuro immediato grazie a nuove certificazioni potrebbe arrivare al doppio.
Il Venezuela oltre ad essere la più grande riserva di petrolio del mondo ha numerose altre riserve naturali e strategiche, come il gas, l’acqua dolce, il coltan, la bauxite (alluminio), le terre rare e molte altre; inoltre, si stima che il Venezuela possieda nel suo sottosuolo riserve aurifere per non meno di 7.000 tonnellate (A tal proposito vedasi articolo di Selvas “Venezuela dispone di 7000 tonnellate d'oro”), che potrebbero rivelarsi anche superiori alle 30.000 tonnellate, ossia la più grande riserva di oro del mondo, equivalente – tanto per avere una idea – alla riserva di oro di tutte le banche centrali del mondo.
È chiaro il motivo per cui le grandi potenze, a partire dagli USA, hanno gli occhi fissi sul Venezuela e dunque il pericolo di una invasione è concreto.
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