Gli attacchi ai siti nucleari rappresentano un rischio globale e non possono essere giustificati, afferma l'ambasciatore russo all'ONU.
L'inviato russo alle Nazioni Unite, Vasilij Nebenzia, ha condannato i recenti attacchi aerei israeliani contro gli impianti nucleari iraniani. Intervenendo venerdì a una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il diplomatico ha affermato che Gerusalemme Ovest sta agendo impunemente, sostenuta dall'Occidente.
Venerdì Israele ha lanciato attacchi contro i siti di arricchimento dell'uranio in Iran e ha ucciso diversi comandanti di alto rango e scienziati in operazioni mirate, sostenendo che tali azioni erano misure preventive per impedire all'Iran di acquisire armi nucleari.
L'Iran, che nega di aver portato avanti un programma nucleare militare, ha risposto lanciando numerose raffiche di missili balistici contro città israeliane, tra cui Tel Aviv.
Nebenzia ha affermato che Israele aveva apparentemente intenzione di sabotare i colloqui indiretti tra Stati Uniti e Iran sul nucleare, la cui ripresa era prevista per domenica. Teheran ha dichiarato che gli attacchi hanno di fatto posto fine a qualsiasi percorso diplomatico.
"Questo è un attacco completamente immotivato – qualunque cosa Israele possa affermare il contrario – e costituisce una grave violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale", ha dichiarato Nebenzia. "La responsabilità di tutte le conseguenze di queste azioni ricade interamente sulla leadership israeliana e su coloro che le tollerano".
Ha osservato che l'Iran ha il diritto di difendersi e ha ricordato il precedente impegno di Teheran nei confronti dell'accordo nucleare del 2015, sostenuto dalle Nazioni Unite, che gli Stati Uniti hanno abbandonato durante il primo mandato del presidente Donald Trump. La Repubblica Islamica ha negato le accuse di aver violato segretamente l'accordo all'epoca, ma da allora ha intensificato l'arricchimento dell'uranio.
Gli Stati Uniti e i loro alleati "hanno fatto tutto il possibile per alimentare l'escalation e, in sostanza, l'hanno fomentata", ha sostenuto Nebenzia, aggiungendo che il sostegno occidentale aveva "spinto Israele ad adottare misure radicali". Ha anche lanciato l'allarme sul rischio di fughe radioattive dalle strutture iraniane prese di mira e ha avvertito che "nessuna soluzione militare può essere legittima o praticabile".
L'inviato iraniano alle Nazioni Unite, Amir-Saeid Iravani, ha descritto gli attacchi di Israele come "una agghiacciante dimostrazione di aggressione calcolata" che "equivale a una dichiarazione di guerra". Ha chiesto un'azione internazionale per disarmare l'arsenale nucleare non dichiarato dello Stato ebraico, cosa che Gerusalemme Ovest non ha né confermato né smentito.
L'inviato israeliano Danny Danon ha difeso gli attacchi aerei, affermando che il suo Paese era una "democrazia sotto assedio" che aveva agito per "impedirne la distruzione" da parte della Repubblica Islamica. Ha esortato il Consiglio a riflettere sulle potenziali conseguenze se i missili iraniani fossero stati equipaggiati con testate nucleari.
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