sabato 25 gennaio 2014

Villaggi per la guerra a Teulada e ammissione del rischio radioattivo riemergono dalla naftalina.



Uranio: antimilitaristi, rischio radioattivo a Teulada 
Già uno studio del 2000 sui villaggi addestramento ne parlava CAGLIARI 

Villaggi per la guerra a Teulada e ammissione del rischio radioattivo riemergono dalla naftalina.*  

(Riferimento:* "Progettazione definitiva-esecutiva relativa ai lavori di realizzazione del primo villaggio per l'addestramento negli abitati? elaborata dalla 14^ Direzione Genio Militare, datata 29/09/2000, codice di priorità "Alta") .* 

Di recente le Forze Armate hanno tolto dalla naftalina e ripresentato il Progetto del 2000 di costruzione del PRIMO villaggio (ma quanti ne prevedono?) in stile balcanico e mussulmano allo scopo di conferire maggiore realismo ai giochi di guerra. Il Progetto annunciava anche un approfondito studio per ridurre al minimo l'impatto ambientale, sorprendentemente, tra i fattori da esaminare indicava l'inquinamento radioattivo (pag 23, punto D ). 

Uno studio su questo aspetto, oggi, 2014, è del tutto normale, non considerarlo susciterebbe uno scandalo. E invece singolare che sia stato previsto nel settembre 2000. 

L'anacronismo è shoccante. Allora, infatti, le richieste di chiarezza e accertamenti sulla contaminazione radioattiva si contavano sulle dita di una mano e cadevano nel vuoto totale. 

In Sardegna le sole voci erano quelle del Comitato Gettiamo le Basi, delle famiglie del caporalmaggiore Salvatore Vacca e del soldato di leva Giuseppe Pintus, uno in servizio nel teatro di guerra bosniaco, l'altro a Capo Teulada, entrambi uccisi dallo stesso tipo di tumore, leucemia linfoblastica acuta. Nella penisola il silenzio era sovrano. 

Eppure gli estensori del Progetto del 29/09/2000 denotano la consapevolezza anacronistica del rischio radioattivo allora ignoto alla quasi totalità della popolazione civile e militare. Inoltre, nei quattordici anni trascorsi, man mano che i sospetti crescevano fino a diventare certezza diffusa, Istituzioni, ministri della Difesa, vertici militari e politici hanno ostinatamente negato e categoricamente escluso l'uso di armamento radioattivo e conseguente contaminazione nei poligoni sardi. 

I vari Capi Supremi delle Forze Armate hanno pilatescamente scansato il problema. La sola ipotesi plausibile della "preveggenza" del rischio radioattivo è la svista involontaria e accidentale che fa trapelare il "segreto" gelosamente custodito e da custodire costi quel che costi. 

Sarebbe l'ennesima conferma delle menzogne che ci hanno propinato e ci propinano, della lucida quanto criminale decisione di lasciare esposti alla contaminazione letale militari, popolazione, flora, fauna, terra, aria, acqua e la catena alimentare. 

L'involontaria ammissione del problema contaminazione radioattiva potrebbe chiarire anche l'anomalia della veloce ibernazione e riesumazione dopo quattordici anni del piano di costruzione dei villaggi da war games. 
Non basta a spiegarla, infatti, il parere negativo (non vincolante) della componente civile del CoMiPa (Comitato Misto Paritetico Stato Regione) anche in considerazione del codice di priorità "Alta" assegnato ai lavori. 

Ripugna lo sperpero di denaro pubblico per costruire case da bombardare (circa 8 milioni di euro, più di 15 miliardi di lire nel 2000). Agghiaccia il silenzio della caterva di politici e pseudo esperti che promettono bonifica e pronto smantellamento del poligono "inutile" di Teulada in cambio del potenziamento del poligono della morte Salto di Quirra a rischio chiusura per intervento della Magistratura Rimane una ferita sanguinante lo stupro sistematico della nostra terra e la perdurante strage di Stato per creare paradisi di guerra. 

*Comitato sardo Gettiamo le Basi* Tel 3467059885

Mariella Cao Teulada 10 ottobre 2010


''ALL'ITALIA OCCORRE UNA RIVOLUZIONE. ADESSO!'' (PROFESSOR GIULIO SAPELLI, ECONOMISTA)

''ALL'ITALIA OCCORRE UNA RIVOLUZIONE. ADESSO!'' (PROFESSOR GIULIO SAPELLI, ECONOMISTA)

Fonte: lettera43.it
Giovanna Faggionato

Le note melanconiche di un tango in sottofondo sembrano un fosco presagio. Nell'Italia piegata dalla disoccupazione, colma di lavoratori sottopagati, vedere Giulio Sapelli assorto in una musica lontana fa una certa impressione. Se non fossimo in una sala a parlare di Argentina, si potrebbe leggere come un segno, come se la storia avesse unito i destini della penisola e dello Stato sudamericano colpito dal crack del 2001. 

Per l'economista che ha conosciuto l'Italia di Olivetti, la grande e la media impresa, le cooperative, i distretti, la crisi di oggi è il frutto di un male antico: la persistenza di una classe dirigente che ci condanna alla sudditanza estera. E dove le uniche «rivoluzioni» possibili sono prese di potere generazionali. 
Mentre la commissione europea certifica che siamo il Paese in cui «la situazione sociale si è deteriorata maggiormente», e in cui una quota consistente di occupati non riesce più ad arrivare a fine mese, lo studioso non si dà pace. E si chiede come il parlamento Ue abbia potuto «firmare il Fiscal compact?». «Il problema», spiega in una intervista a Lettera43.it, «è che non abbiamo un'élite nazionale: Machiavelli aveva spiegato tutto». 

Cosa intende dire, professor Sapelli? 
Le nostre classi dirigenti cercano approvazione, legami e inserimento nella finanza internazionale. Lo ha fatto Romano Prodi. E poi Mario Monti. E ora anche Enrico Letta punta alle cariche all'estero. 

Insomma, non fanno gli interessi italiani? 
Monti ha fatto gli interessi di chi lo ha sempre sostenuto cioè le istituzioni finanziarie. 

E Mario Draghi? 
Lui viene da Goldman Sachs, dalla scuola americana. E prova a fare la politica Usa. 

È per questo che non piace alla Germania? 
La Germania ci vuole fare morire di deflazione.

E gli Stati Uniti? 
Agli Stati Uniti in questo momento serve un'Europa forte. 

In realtà sembra che ormai i loro interessi siano sul Pacifico. 
Certo, preparano la guerra che verrà con la Cina. Ma hanno bisogno che l'economia europea vada bene.

Sì, ma non si può dire che facciano i nostri interessi politici. 
Stiamo trattando un accordo di libero scambio transatlantico: possiamo negoziare. E comunque meglio gli Stati Uniti del dominio tedesco. 

Perché? 
A forza di imporre l'ortodossia monetarista e deflazionista, i tedeschi stanno facendo dell'Europa un deserto. 

Secondo lei Draghi non si opporrà? 
Mi viene in mente una frase del Manzoni: «Il coraggio uno non se lo può dare...». 

Faremo la fine dell'Argentina? 
No, faremo la fine opposta. L'Argentina ha il problema contrario: l'inflazione. Ma dell'Argentina stiamo iniziando a copiare i leader peronisti. 

Matteo Renzi non la convince? 
Abbiamo avuto due sole «rivoluzioni» generazionali in Italia. Una l'ha fatta Benito Mussolini ed era il fascismo. E l'altra è stata il 68. Basta guardare come sono finite. 

Insomma non ci sono spiragli? 
Avete votato il Pd, Berlusconi... 

E cosa bisogna votare, Grillo? 
Nessuno. Bisogna rifondare un partito socialista, rivoluzionario. 

Cosa intende per rivoluzionario? 
Come Syriza, in Grecia. Che non vuole uscire dall'Europa, ma rinegoziare il debito. Ma come è possibile che al parlamento europeo abbiano votato il Fiscal compact? 

È stato questo il grande errore? 
Non so. Forse per l'Italia non c'è più speranza. 

Secondo i dati Ue, siamo il Paese con la quota maggiore di occupati che non riescono a vivere col proprio stipendio. 
Questa è una nazione ricca. Con un grande risparmio. E la cultura. Ma i risparmi si stanno erodendo e tra 20 anni, forse, saremo un Paese desertificato. 

Perché è così pessimista? 
Basta leggere Machiavelli. 

Cioè? 
Fino al 1450 eravamo l'economia più florida del mondo. Poi abbiamo conosciuto la crisi del 600. E perché? 

Lo dica lei. 
Perché i figli della borghesia comunale hanno lasciato le città e sono andati a vivere in villa come nobili. Quando si guadagnano troppi soldi, non si risponde più a se stessi. 


Nota biografica di Giulio Sapelli.
Laureato in storia economica a Torino nel 1971, conseguì la specializzazione in ergonomia nel 1972. Ha insegnato e svolto attività di ricerca presso la London School of Economics and Political Science nel 1992-1993 e nel 1995-1996, nonché presso l'Università Autonoma di Barcellona nel 1988-1989 e l'Università di Buenos Aires.
Ha lavorato con compiti di ricerca, formazione e consulenza presso l'Olivetti e l'Eni. Ha svolto incarichi consulenziali presso numerose altre aziende. Dal 1996 al 2002 è stato Consigliere di Amministrazione dell'Eni. Dal 2000 al 2001 è stato Presidente della Fondazione del Monte dei Paschi di Siena. Dal 2002 al 2009 è stato componente del consiglio di amministrazione di Unicredit Banca d'Impresa.
Ha fatto parte di diversi comitati scientifici di imprese, fondazioni e istituti. Dal 1993 al 1995 è stato il rappresentante italiano di Transparency International, organizzazione che lotta contro la corruzione economica. Dal 2002 è tra i componenti del World Oil Council. Dal 2003 fa parte dell’International Board dell'OCSE per il no profit.
È attualmente professore ordinario di Storia Economica presso l'Università degli Studi di Milano, dove insegna anche Analisi Culturale dei Processi Organizzativi. È collaboratore del Corriere della Sera e de Il Sussidiario.net. (WIKIPEDIA)

giovedì 23 gennaio 2014

IL GOVERNO DI TRIPOLI FEDELE ALLEATO DELL' OCCIDENTE BOMBARDA LA POPOLAZIONE CIVILE NEL SUD DELLA LIBIA

IL GOVERNO DI TRIPOLI FEDELE ALLEATO DELL' OCCIDENTE BOMBARDA LA POPOLAZIONE CIVILE NEL SUD DELLA LIBIA 
A.Boassa


La Cirenaica è oramai di fatto indipendente . 
Probabilmente è l'ora del Fezzan , regione meridionale della Libia . 
Le tribù che , in precedenza si erano scontrate violentemente , attualmente si sono riunite in un fronte antioccidentale e antigovernativo , brandendo come arma politica e militare la Jamahiria (governo delle masse) di Gheddafi e la bandiera verde . 

La risposta governativa è stata immediata . La città di Sabha , capitale della regione del Fezzan , caduta in mano ai rivoltosi è stata violentemente bombardata dall'aviazione di Tripoli supportata in primo luogo dall'emirato del Qatar . Come "effetto collaterale" 75 persone sono state uccise . 

E , mentre gli antigovernativi attaccano la base aerea da dove sono partite le incursioni contro Sabha , a Tripoli si è visto sventolare una bandiera verde . 

Ovviamente assenti le televisioni e la stampa internazionale impegnate con maggiore interesse a diffondere le bufale che in Siria l'opposizione stragista , sponsorizzata in particolare in questa fase dall'Arabia Saudita (responsabile accertata degli eccidi di Volgograd) e dalla Turchia , diffonde a piene mani ( si veda " rapporto sulla credibilità di alcuni elementi di prova relativi a tortura ed esecuzione di persone incarcerate dal regime siriano " intriso di evidenti manipolazioni su cui ritornerò in seguito ) . 

Naturalmente non mancano le "invenzioni" dell'americanissima Avaaz con i suoi "neonati torturati" Un'ultima osservazione . 
saranno questi i qaedisti buoni di cui parla la Bonino?
L'Italia è impegnata in prima persona sia in Libia (Letta ha più volte assicurato il sostegno finanziario formativo e militare in caso di necessità) sia in Siria con la partecipazione al gruppo "amici della Siria" dove ultimamente la Bonino ha voluto fare una dotta distinzione tra "qaedisti buoni" che presumo siano quelli che fanno le stragi per "noi" e i "qaedisti cattivi" che presumo siano quelli che"ci" combattono . 

Chissà se in Italia nelle trasmissioni progressiste qualche volta si parla di queste cose . Potrebbe emergere forse il disegno di un governo bellicista , favorevole alle "stragi buone".


la democrazia portata da UE e USA avanza in Libia


mercoledì 22 gennaio 2014

Oltre la globalizzazione, per una società a dimensione umana: la nazione è indipendenza e libertà delle comunità.

Oltre la globalizzazione per una società a dimensione umana: la nazione è indipendenza e libertà delle comunità.



Da dove partire? Ovviamente dalla concezione di nazione, il  significato da cui deriva la parola nazione (nascita in latino) oppure dalla sua implicazione sociale?
 Una nazione (dal latino natio, in italiano "nascita") può riferirsi ad una comunità di individui che condividono alcune caratteristiche comuni quali la lingua, il luogo geografico, la storia ed un governo.  
^Il World Book Dictionary definisce la nazione come “la popolazione che occupa uno stesso luogo geografico, unita sotto lo stesso governo, e parlante usualmente la stessa lingua”. Un'altra definizione considera la nazione come uno "stato sovrano" che può far riferimento ad un popolo, a un'etnia, a una tribù con una discendenza, una lingua e una storia in comune." wikipedia.
Avendo chiaro il significato che abbiamo sopra riportato, pensiamo a che tipo di società deve assumere una nazione sovrana, come si determina, che aspetto istituzionale deve avere e quali i valori deve esprimere per essere tale.
Mancini: le nazioni costituiscono una dimensione naturale e necessaria della storia umana, la cui vitalità storica dipende tuttavia dalla loro libertà e indipendenza, dal fatto cioè di essere non un mero aggregato di fattori naturali e storici (territorio, lingua, ecc.), bensì un corpo politico e di possedere un governo, una volontà giuridica e leggi proprie. Senza lo Stato la nazione rischia di restare un corpo inanimato.wikipedia.
In Sardinya , parlando di indipendenza diciamo che la nostra nazione è rappresentata da: una terra un popolo , una lingua, una cultura, una nazione.
Nazione, libertà, umanità.
La visione illuministica: nazione come realtà nella quale si riconoscono gli esseri illuminati e i popoli i cui costumi siano stati segnati dalla logica del progresso storico. 
Visione romantica: nazione come sfera di appartenenza particolaristica ma non esclusiva. La nazione non può fare a meno di entrare in rapporto con la cultura e lo spirito delle altre nazioni e degli altri popoli, insieme ai quali essa costituisce un più vasto organismo vivente. I popoli possono vivere in armonia mantenendo la propria individualità.  
 Per Sieyès il soggetto storico che fa nascere la nazione attraverso la volontà sono i cittadini (liberi e uguali).wikipedia. 

 Non vogliamo fasciarci il capo con etichette politiche superficiali su nazionalismo ecc.. che servono solo a sviarci dal punto fondamentale che vogliamo affrontare: le nazioni hanno dato e danno benessere alle comunità ove le rappresentano, mentre oggi le comunità sono schiacciate dalla globalizzazione, ovvero da una società non più nazionale ma globale e nello spirito che lo alimenta, abbiamo la mano invisibile che prende il sopravvento:il capitalismo delle multinazionali, delle élite e della finanza globale, ove non vi è più al centro l'uomo e  il sociale , ma solo il consumo per produrre mero profitto.
Lo Stato Nazione ha costruito il capitalismo nel mondo. La Mano Invisibile non avrebbe potuto controllare il pianeta, senza gli eserciti, gli esattori fiscali e le scuole. Ma la stessa Mano Invisibile oggi sta spazzando via lo Stato Nazione. Il capitalismo globale non è certo una novità; però negli ultimi decenni, è diventato insieme sistema unico di governo reale e ideologia totalizzante. kelebeklerblog.
La Mano Invisibile  del capitalismo globale a cui si fa riferimento è la teoria espressa nel libro di Toni Negri e Michael Hardt,  Impero, di cui Costanzo Preve denuncia come la rivoluzione non più necessaria, in quanto accettata e sostituita  dalla soddisfazione dei propri bisogni, esaudita di fatto dalle merci prodotte  in eccesso e dal consumismo imposto dal capitalismo.
Costanzo Preve si dimostra imbattibile nel riconoscimento di questi giochi di prestigio letterari: “…Il motivo per cui generalmente i marxisti dicono che è impossibile realizzare una rivoluzione comunista dentro il modo di produzione capitalistico sta appunto nel fatto che essi ritengono che il capitalismo sviluppa falsi bisogni. Se invece partiamo dal "desiderio", come lo interpretano Deleuze e Negri, effettivamente non c’è più nessun bisogno di una rivoluzione, perché il soddisfacimento dei flussi desideranti delle moltitudini può tranquillamente essere esaudito dentro il quadro della produzione capitalistica stessa. Si ha così una tipica rivoluzione senza rivoluzione, ed è esattamente per questo che Negri piace ai due poli opposti delle oligarchie capitalistiche al potere e dei centri sociali autoghettizzati di consumo detto ‘alternativo’…”conflittiestrategie 
Cosa fa bene alla nazione e alla comunità in essa contenuta, quali contraddizioni apparenti si profilano e come risolverle?

Una delle contraddizioni apparentemente più inspiegabili di questi anni è la coincidenza tra crisi delle grandi visioni del mondo globali e ideologiche, con le relative appartenenze politico-culturali, e il manifestarsi di ondate nazionaliste che ripropongono una forte appartenenza etnico-culturale e una riproposizione delle "radici" di individui e collettività territorialmente fondate.

Di fronte a questa contraddizione che assume caratteri così inediti la sinistra ha certamente necessità di una rifondazione che riguardi anche l’analisi del problema nazionale ed etnico-culturale.

Non sono del tutto persuaso che a questo proposito il vero limite della cultura marxista sia quello di essersi limitata a un approccio di classe ed economicista. I diversi movimenti che si sono ispirati al socialismo e al comunismo hanno avuto impostazioni complesse e differenziate sul tema nazionalitario, ed è troppo facile ridurre il marxismo alla sua vulgata superficiale o propagandistica.

Il comunismo prima di Marx rifiutava il concetto di nazione (vedi Fourier) perché lo identificava con gli Stati borghesi allora esistenti, divisi e belligeranti. Veniva contrapposto un universalismo dei popoli che si opponeva ai patriottismi. In seguito, con Marx ed Engels viene sottoposta a critica la "triviale retorica" della fratellanza universale dei popoli, e si sceglie una analisi che storicizza il rapporto tra i popoli e tra popolo e nazione, legandolo al contesto dei rapporti sociali. Nello stesso tempo i fondatori del socialismo scientifico erano convinti che gli antagonismi nazionali dei popoli fossero un fenomeno arcaico, destinato a scomparire con lo sviluppo della borghesia, e ancor di più con il dominio del proletariato. rivistaindipendenza
La questione nazionale  non può risolversi dentro quella istituzione inventata di sana pianta la UE ,come possiamo vedere dalla citazione sottostante:
L'UE di oggi è una struttura sovranazionale. Gli Stati membri hanno abbandonato gran parte dei loro diritti sovrani. E' stato Jean Monnet che anticipò in maniera decisiva la costruzione di istituzioni sovranazionali.[..] 
In una lettera indirizzata a Dean Acheson (Segretario di Stato, al Ministero delle Finanze di Roosevelt, vice segretario di Stato 1945-1949, Segretario di Stato 1949-1953) Monnet ha scritto il 23.11.1962: "Nella misura in cui gli interessi sono sempre più unificati, le opinioni politiche devono essere sempre più comuni. […] Penso che se vogliamo unire gli uomini, dobbiamo unire prima gli interessi e per questo è necessario che gli uomini accettino di agire secondo le stesse regole, ed essere amministrati dalle stesse istituzioni. So che questo può sembrare un lungo processo, ma un cambiamento nell'atteggiamento degli uomini è necessariamente un processo lento."Dean Acheson Papers, Box 28, cartella 288. Yale University Library, New Haven / Connecticut, citato da E. Roussel, op. Roussel, op. Cit. p. 766 sadefenza.jean-monnet
Le ricerche di Pierre Hillard mostrano, che oggi tutta l'Europa è coperta e penetrata da organizzazioni, gruppi e associazioni, con il fine di far scoppiare dall'interno gli Stati-Nazioni. Per consentire questo sviluppo, Monnet si è procurato in più riprese soldi provenienti dall'area anglo-americana. cfr. Pierre Hillard, La Marche irrésistible du nouvel ordre mondial (La marcia irresistibile del nuovo ordine mondiale), F.-X. de Guibert 2007 sadefenza.jean-monnet-
Quali interessi vengono anteposti alle nazioni dei popoli nella UE, visto che non  possono essere rappresentate le nazioni dentro la sua istituzione?
L’Unione Europea ha rifiutato di includere i parlamenti nazionali nella "governance" economica, ossia in ciò che forma la ragion d’essere di un parlamento. E i parlamenti che fanno, sono insorti? Nient’affatto: hanno accettato di non essere più consultati sulle decisioni dell’economia in Europa. contrelacour
 Vorrei che ci chiedessimo invece, da un punto di vista economico  e sociale, cosa ci fa bene  e cosa non ci fa bene, cosa prevede e cosa ci impone il trattato Transatlantic Trade and Investment Partnership ( TTIP ), ci fa bene o male ?  Traetene Voi la risposta:

 La nazione che voglia mantenere il controllo statale sui trasporti , sulla sanità , sull'istruzione... diventerebbe una nazione fuorilegge .
 Prendiamo in considerazione in breve sintesi le tematiche principali della bozza di mandato negoziale : cooperazione doganale ; adozione di standard comuni ; liberalizzazione dei servizi . 
COOPERAZIONE DOGANALE : si aspira con l'entrata in vigore dell'accordo all'azzeramento dei dazi che allo stato attuale già presentano un livello di protezione tariffaria media"relativamente basso"( 3,5% USA ; 5,2% UE) . 
ADOZIONE DI STANDARD COMUNI : la differenza tra le misure regolamentari , tra gli standard relativi alla sicurezza ,alla salute e alla tutela dell'ambiente costituirebbero degli ostacoli -si dice- alla conquista dei mercati e perciò si promuove la rimozione degli stessi . Ora risulta pacifico che Statunitensi ed Europei hanno visioni diverse sulla tutela dell'ambiente , sugli Ogm , sulla ricerca sugli esseri viventi , sul ruolo dei servizi pubblici ,sulla privacy ... sadefenza.trattato
Il trattato TTIP, imporrà ai consumatori e cittadini europei le "libertà" amate dagli americani, l’uso obbligatorio di sementi geneticamente modificate, il vitello all’estrogeno eccetera: chi si opporrà, potrà essere chiamato in giudizio per ostacolo al profitto capitalista. Attualmente, le trattative vengono condotte in segreto dalla Commissione Europea. Ai governi nazionali è vietato l’accesso alla documentazione relativa ai negoziati: non hanno il diritto di sapere di cosa tramano. www.contrelacour 
Come ci ricorda Mauro Miccolis su "Sbilanciamoci" potremmo mangiare carne agli ormoni , prodotti Ogm , importare carcasse di animali lavate con la varechina , consumare senza disporre delle denominazioni di origine ...
 LIBERALIZZAZIONE DEI SERVIZI : gli imprenditori europei gongolano dato il livello altamente protezionista degli USA nel settore dei servizi ( trasporti aerei e marittimi , poste ...) e negli appalti pubblici (aperti alle imprese europee soltanto per poco più del 30%) . Gli USA altresì pretendono protezione non discriminatoria (secondo loro) degli investimenti il che significa aggressione legale a tutto ciò che può essere oggetto di profitto : scuola , istruzione universitaria, ricerca , salute ,acqua ... Un'autostrada , tanto per intenderci , per sbarazzarsi di opinione e di protesta popolare , di referendum e di altri simili fastidiosi ostacoli che impediscano la riuscita di un ricco bottino (volevo dire profitto).sadefenza.trattato

 E' evidente che l'UE , non fa bene ai popoli ne alle nazioni, ma, è fatta ad uso e a  misura del capitalismo globale , che opprime e sfrutta i popoli, non gliene frega nulla della loro salute psicofisica o economica, a loro interessa avere delle marionette che consumano, si ammalano e pagano il conto che sia personale o pubblico.

Con tutte queste conoscenze , si comprende che il globalismo non è fatto per il benessere delle persone , ma al contrario è solo un bene per quel 1% delle élite private, multinazionali e finanza globale che che si preoccupano solo del loro profitto a danno dei popoli e delle nazioni.

Non ci sono alternative alle nazioni, la UE è solo una tribuna di imposizione delle Lobby globali dello sfruttamento e della morte, nel documento,  della UE prevede per il 2023 un impoverimento generale dell'area euro , sotto il 50% del benessere che sarà riscontrabile negli USAec.europa.eu/economy

Qual'è la strada d'uscita da questa situazione?

L'uscita dagli accordi e trattati UE vari firmati da politicanti del malaffare , ignoranti e ingordi di vile denaro, traditori del popolo , andrebbero denunciati alla corte internazionale per truffa aggravata e strage ai danni dei popoli da loro rappresentati illegalmente.

La soluzione allora qual'é?
 I Vincoli borsistici, valutari, e dell'esportazione dei capitali, il controllo democratico dell'esportazione dei capitali, è lo stato che deve valutare gli interessi nazionali non il privato o 1% , fare l'interesse del 99% che democraticamente lo mantiene in piedi e lo finanzia. 
Il libero scambio serve al più forte, mai  al più debole.
Abbiamo bisogno che lo stato torni a essere sovrano e a fare il suo lavoro di stato , con il controllo della moneta, la dogana, e la valuta...
..per il nostro bene (del 99%)  la nazionalizzazione delle banche più importanti la moneta nazionale la regolamentazione delle valute, delle dogane ecc .. per impedire che loro (1%) siano sempre più liberi di schiacciarci con l'import export fatto apposta con la deregulation per favorire i grossi business delle trust multinazionali  di altre parte a costi così bassi che  dilaniano la nostra non protetta situazione produttiva industriale e di conseguenza il  benessere comune.....La carenza di denaro, non esiste, ma sono stati indotti dalla continua propaganda a crederlo, perché le persone credono alle favole raccontate sia  sulla inflazione che a tutte la balle che i liberisti ti inculcano per non arrivare a capire qual'è il punto vero della diatriba.  sadefenza.che-fare
 BASTA COL FARE GLI INTERESSI ESCLUSIVI DELLE MULTINAZIONALI, DELLE ELITE PRIVATE MONDIALI E DEI BANKSTERS

LA LIBERTA'  DEI POPOLI E DELLE NAZIONI E' MESSA A REPENTAGLIO DALLO SFRUTTAMENTO CAPITALISTA.

RIBELLARSI A QUESTI MANIGOLDI POLITICANTI DEL MALAFFARE  E' UN DOVERE VERSO LE GENERAZIONI AVVENIRE, DARE FUTURO AI POPOLI E ALLE NAZIONI E' LA GIUSTA SOLUZIONE!





lunedì 20 gennaio 2014

IN PERICOLO IL MEDITERRANEO, SIRYA: ARMI CHIMICHE TRATTATE CON IDROLISI E INABISSATE NEL MEDITERRANEO.. ADDIO alla FLORA E alla FAUNA MARINA.. e l'uomo?

IN PERICOLO IL MEDITERRANEO, SIRYA: ARMI CHIMICHE TRATTATE CON IDROLISI E INABISSATE NEL MEDITERRANEO.. ADDIO alla FLORA E alla FAUNA  MARINA..e l'uomo?
Vàturu Erriu Onnis Sayli 

Negli anni della guerra fredda , il potenziale bellico chimico  veniva chiamato l'atomica dei "poveri" per il solo fatto che la produzione e lo stoccaggio d'esse non abbisognavano di conoscenze profonde di tecnologie e Know-how di interesse altamente specifico e limitato nelle nazioni.

L'atomica dei poveri necessita di fabbriche di produzione abbastanza "semplici" in confronto al nucleare, sia per i costi accessibili alla loro costruzione e manutenzione che per le conoscenza scientifiche necessarie, cosa ben diversa per quanto concerne  le centrali nucleari e le così dette  centrifughe per l'arricchimento dell'uranio che oltre ad essere molto costose ,che richiedevano una tecnologia avanzata ed un know-how specifico, oltre a tecnici preparati. Vi rammento che spesso i paesi in via di sviluppo così chiamati negli anni passati, si avvalevano in queste tecnologie, di personale tecnico direttamente dalle potenze nucleari note, USA, Russia; Francia ; GranBretagna, ecc.

Il business legato agli armamenti chimici che si diffuse negli anni della guerra fredda fu di grande portata.

La pericolosità di dette armi,  è che nella loro semplicità produttiva  e di stoccaggio, potessero cadere in mano a gruppi organizzati di terroristi, com'è accaduto in Sirya, le morti provocate, per mano dei ribelli/mercenari al soldo dei Saud, con i gas hanno mietuto centinaia di persone tra cui decine di bambini:

Il sito web di cultura e politica islamica Islamic Invitation Turkey sostiene che numerosi video siano stati caricati con un giorno di anticipo rispetto alla notizia dell’utilizzo di armi chimiche vicino a Damasco. Questa mostrerebbe che i terroristi hanno massacrato le persone per poi registrare i fatti ed imbrogliare il mondo. Ma ecco l’errore: i terroristi hanno caricato i video dei propri crimini commessi ad East Ghouta, Damasco, il 20 di agosto del 2013 per poi accusare dell’attacco il governo siriano nelle prime ore del 21 agosto. Questo stando al sito web IIT. sadefenza

Indovinate chi ha rifornito i ribelli in Siria di armi chimiche?
Secondo il corrispondente di Associated Press Dale Gavlak, sono stati Sauditi …:
 I ribelli siriani nel sobborgo di Damasco di Ghouta hanno ammesso col corrispondente di Associated Press Dale Gavlak, di essere responsabili per l'incidente delle armi chimiche della scorsa settimana, quello per il quale le potenze occidentali hanno accusato le forze di Bashar al-Assad, rivelando che le vittime sono state il risultato di un incidente causato dai ribelli trattando in malo modo le armi chimiche fornite loro dall'Arabia Saudita.
"Dalle numerose interviste a medici, residenti a Ghouta, combattenti ribelli e loro famiglie .... molti credono che alcuni ribelli hanno ricevuto delle armi chimiche tramite il capo dell'intelligence saudita, il principe Bandar bin Sultan, e sono stati responsabili dell'attacco col gas ( mortale ) " scrive Gavlak. sadefenza
CI CHIEDIAMO QUALI SONO GLI EFFETTI ECONOMICI DI UNA GUERRA STUDIATA A TAVOLINO, COME QUELLA SIRIANA? 
Secondo uno studio del Syrian Centre for Policy Research (struttura accademica sicuramente non filo-Assad) l’economia siriana è stata in netta ascesa fino ai primi mesi del 2011. Nell’ultimo decennio il PIL registrava un incremento medio annuo del 4,45% ma già all’inizio del 2012, grazie all’instabilità causata dai ribelli/terroristi, c’è una contrazione dell’81% ed il tasso di disoccupazione pre-crisi del 10,6% sale al 35%. Potremmo parlare a lungo anche dei danni “umani” che le sanzioni stanno arrecando alla popolazione civile. Basterebbe ricordareFarrida, una bambina ferita la scorsa primavera con dodici schegge di granata nel cervello e che non è potuta essere sottoposta a radiografie e alla rimozione delle schegge per via della mancanza di corrente nell’ospedale di Aleppo. .osservatorioglobale.
Dopo il business nella vendita , oggi abbiamo quello per lo smaltimento: 
il nome dei Paesi che si sarebbero occupati del trasporto marittimo dalla Siria all'imbarcazione Usa era ancora incerto, venerdì l'agenzia di stampa Reuters riporta che tra le nazioni che si sono offerte spiccano Danimarca e Norvegia. Ad annunciarlo sono stai i rispettivi ministri degli Esteri (il norvegese Borg Brende e il danese Rasmus Helveg) con una dichiarazione congiunta: "stiamo programmando una comune operazione navale per assicurare il trasporto dell'arsenale chimico dalla Siria" si legge nella nota, dove aggiungono come "la rimozione di queste feroci armi dal Paese è un compito fondamentale della Comunità Internazionale". http://it.ibtimes.com 
Esperti dell'Onu al lavoro in Siria

Lo smaltimento, come per altre produzioni pericolose, richiede capacità e conoscenze oltre a ad avere specifiche infrastrutture per lo smaltimento, che il prof Gidarakos individua nelle infrastrutture di nazioni dotate per questo tipo  di operazioni:
Solitamente le sostanze chimiche vengono distrutte tramite combustione in aree specifiche dotate di opportune infrastrutture. Queste aree esistono da tempo e svolgono questo tipo di operazioni negli Stati Uniti, in Germania, Francia, Russia, Cina ed altri paesi da molti anni. In questo caso però, trattandosi di un problema politico, nessuno vuole assumersi la responsabilità. Così ricorrono al metodo di idrolisi in mare aperto, nonostante, per ammissione indiretta degli americani stessi, questo metodo sia particolarmente pericoloso: infatti, il mare Mediterraneo è stato scelto proprio perché chiuso. Negli oceani la contaminazione ci sarebbe stata lo stesso, ma la dissoluzione delle sostanze sarebbe stata agevolata dalla più grande quantità d'acqua. In un mare aperto però la possibilità di onde marine di grande altezza e quindi di incidenti è sostanzialmente maggiore.
 Il luogo scelto per questa operazione di idrolisi è nel triangolo del mediterraneo che si estende a sud del mar Jonio triangolandolo con Malta e isole Greche, quali i pericoli?
Il professor Gidarakos sostiene che l'idrolisi di tutto questo quantitativo pericoloso produrrà una terza componente tossica che sarà formata direttamente nelle acque marine. Perché l'idrolisi non è più un processo relativamente sicuro come nel passato (p. es. durante la neutralizzazione delle armi chimiche della 2a Guerra Mondiale al largo del Giappone) in quanto oggi l'idrolisi produce anche degli scarti in forma liquida, cosa che non succedeva nel passato. Aggiunge inoltre che si sarebbe aspettato un comportamento più responsabile da parte dell'Organizzazione per il Divieto delle Armi Chimiche, un'organizzazione direttamente coinvolta in questa faccenda, che pochi mesi fa aveva fortemente sconsigliato la neutralizzazione di tali sostanze in alto mare.
 Cosa comporta per il Mediterraneo e il ciclo alimentare una scelta così pericolosa di idrolisi nel mare?
Una “bomba” tossica, estremamente pericolosa per l'ambiente, minaccia la salute pubblica e l'economia dei paesi del Mediterraneo centrale, ma anche tutto il mare Mediterraneo, inteso come un mare chiuso e già seriamente contaminato.
L'arsenale chimico della Siria inizialmente era destinato a essere neutralizzato in Albania ma, dopo le forti proteste pubbliche in quel paese e nonostante i generosi benefici contributivi offerti dagli americani, il governo è stato costretto a declinare “l'offerta”, e così questo arsenale sarà distrutto nella zona di mare ad ovest di Creta, con la connivenza delle autorità greche, italiane e maltesi.
L'allarme è dato dagli scienziati di Democritos (Centro Nazionale di Ricerca Scientifica) di Atene e del Politecnico di Creta, che parlano di “completa distruzione dell'ecosistema e del turismo”. 

Qual'è il rischio per le popolazioni ivi residenti? 
Un gravissimo rischio, parla il professor Evangelos Gidarakos del Politecnico di Creta, che ha lanciato l'allarme alle autorità greche, le quali appaiono in disparte in questo processo. 
"Queste sostanze chimiche sono miscele di sostanze pericolose e tossiche, che non sono in grado di essere inattivate in modo da non causare danni agli organismi viventi solo con questo metodo", sottolinea. “Questa zona tra l'Adriatico e il Mediterraneo era diventata 'un cimitero di prodotti chimici' dalla mafia italiana, che aveva immerso in un periodo di 20 anni circa 30 navi cariche di vari tipi di sostanze e rifiuti chimici, come è stato rivelato in questi ultimi anni”.Secondo annunci ufficiali, le armi chimiche, dopo essere trasportate dalla Siria, saranno caricate in Italia nel recipiente di titanio della nave americana Cape Ray e saranno distrutte col processo di idrolisi in acque internazionali tra l'Italia e la Grecia, nel tratto di mare tra Malta - Libia - Creta. La procedura per la distruzione dell'arsenale chimico della Siria dovrebbe durare circa tre mesi. Non vengono forniti ulteriori dettagli.
Il professor Gidarakos però ha molti dubbi. “L'armamento chimico della Siria consiste di due parti”, dice. “Esistono 1.250 tonnellate di armamenti 'principali' come i gas sarin e i gas mostarda ed altre 1.230 tonnellate di sostanze precursori che sono utilizzate per la fabbricazione delle armi vere e proprie. Queste sostanze, principalmente composti chimici di cloro e fluoro, sono di per sé altamente velenose e tossiche. E poi esiste una gamma di altre sostanze acquistate dalla Siria dopo l'embargo per cui sono sia di provenienza sia di natura ignota. Anche prendendo per buone le 1.500 tonnellate ufficialmente dichiarate, non credo che tutto possa essere concluso in soli tre mesi. Ci vorrà probabilmente il triplo di questo tempo, sempre che non succedano degli spiacevoli imprevisti”.
“Tutta questa storia ricorda molto un'operazione militare ed ha poco di scientifico”, conclude.Intanto qui cominciano a circolare le varie “voci”. C'è persino chi parla della reale possibilità di condizioni che "non permetteranno a chiunque di nuotare" nelle spiagge di Creta per (almeno) i prossimi 5 anni. Catastrofisti, certo. E il primo che ci rimette, oltre al turismo, è il morale del già martoriato popolo greco. Ma, pensandoci bene, chi gli può garantire il contrario? Un corrispondente volontario dalla Grecia. comedonchisciotte


Fonti http://www.haniotika-nea.gr/anastatosi-gia-ta-chimika/http://www.koutipandoras.gr/article/103763/sos-sti-thalassa-tis-kritis-tha-rixoyn-ta-himika-opla-tis-syriashttp://www.efsyn.gr/?p=164848http://www.efsyn.gr/?p=164847http://www.youtube.com/watch?v=YkY7sXu9qtE (intervista del professor Gidarakos)

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