Il nostro blog si è occupato frequentemente della situazione geopolitica, geoeconomica e geosociale cercando anche di immaginarne il contesto storico. Non sappiamo se in futuro definiremo questo periodo Terza Guerra Mondiale, Transizione Post-Capitalista, Guerra Civile Globale o in un altro modo, essendo il nostro presente è difficile immaginare come sarà visto dal futuro. In questo articolo vorrei fare il quadro della situazione dato l’ampliamento delle situazioni di instabilità che rendono anche difficoltoso seguirle tutte.
CONFLITTI IN CORSO
1) SIRIA: il conflitto siriano continua nella sua tragicità con le vittime totali che probabilmente raggiungono il mezzo milione. Grazie all’intervento russo e iraniano lo Stato Islamico e i Ribelli hanno perso terreno e probabilmente sarebbero anche essere potuti sconfitti se Russia ed Iran non avessero deciso di ritirarsi parzialmente lasciando da solo Assad. La tregua che ne è scaturita ha consentito ai paesi ostili dell’area di rifornire i Ribelli di armamenti e soprattutto di armi in grado di distruggere carri armati e abbattere aerei. Armi di cui misteriosamente si è impadronito anche l’ISIS. Dopo la caduta di Palmyra il Califfato sembrava sul punto di implodere ma invece è riuscito a riassestarsi ed ha iniziato nuove offensive contro la sacca di Deir Ezzor, ad Aleppo ed anche contro altri gruppi ribelli. Altro “misterioso” regalo per il Califfato è il disimpegno dei curdi che si trovano ora a fronteggiare i quotidiani attacchi turchi e anche alcune milizie filogovernative con cui hanno iniziato a scontrarsi probabilmente incoraggiati da qualcuno di grosso (vedi USA). La situazione rimane quella di un tragico stallo dove le forze in campo non riescono a prevalere l’una sull’altra e dove non riescono neanche a concludere una pace data la pesante ingerenza di potenze straniere.
2) IRAQ: in Iraq la situazione sembrava migliorare con l’ISIS che perdeva la città di Ramadi e con i governativi che si organizzavano per la presa di Mosul. Anche qua però la situazione torna ad essere favorevole allo Stato Islamico grazie alla recente rivolta degli estremisti sciiti di al Sadr che hanno anche occupato alcuni edifici governativi. Se si dovesse creare una guerra civile dentro una guerra civile lo Stato Islamico potrebbe riprendere fiato e tornare ad espandersi.
3) YEMEN: anche in Yemen la guerra civile che contrappone ribelli sciiti contro coalizione sunnita e contro al- Qaeda è in una fase stallo con una tregua violata quotidianamente e che per ora non ha portato a neanche un minimo accordo di pace.
4) AFGHANISTAN:situazione di guerra strisciante ed attentati con i Talebani che continuamente lentamente a recuperare territorio.
5) UCRAINA: il conflitto con i separatisti del Donbass continua anche se ufficialmente regge la tregua permangono violazioni quotidiane. Anche qua la situazione potrebbe degenerare velocemente soprattutto a casa del collasso economico in cui versano l’Ucraina, il Donbass e anche a causa della crisi economica in Russia.
6) LIBIA: situazione esplosiva in Libia con la creazione di un governo di unità nazionale che però gode di pochissimo sostegno tra le milizie armate. Voci di intervento militare occidentale, dove l’Italia sarebbe in prima linea, voci che però vengono sempre smentite a causa probabilmente del timore di Renzi di trovarsi coinvolto in un conflitto difficile che potrebbe rischiare di fargli perdere la poltrona.
7) NAGORNO-KARABAKH: la tensione tra Armenia e Azerbagian ha subito una brutta escalation nelle settimane scorse. Ora la situazione si è tranquillizzata ma si continua a sparare con diverse vittime tra i soldati.
8) COREA: anche il conflitto (ricordiamo che i due paesi sono ufficialmente in guerra anche se non combattono) coreano continua ad aggravarsi con il regime comunista del Nord che continua la sua politica di deterrenza nucleare con i continui test missilistici. Situazione molto tesa che potrebbe peggiorare velocemente.
CONFLITTI ED INSTABILITA’ IN CRESCITA:
TURCHIA: Erdogan sta trascinando la Turchia nella sua follia autoritaria. Il paese è già in parte in guerra civile, con il sud-est curdo praticamente in guerra (anche se i media occidentali se ne guardano di parlarne). Ma non è solo la parte curda ad essere in ebollizione, anche il resto del paese ha iniziato a ribellarsi al regime di Erdogan e la situazione diventa sempre più esplosiva anche a causa della depressione economica, delle tensioni con i paesi confinanti (Siria, Stato Islamico, Kurdistan siriano e iracheno, Grecia, Russia, Armenia) e dei milioni di profughi presenti nel paese.
EGITTO: in Egitto situazione simile alla Turchia, con il governo militare che incrementa la propria deriva autoritaria e con una parte del paese (il Sinai) in guerra con importanti cellule dello Stato Islamico. Anche qui la situazione è sempre più esplosiva a causa dell’isolamento internazionale in cui sta precipitando il paese ed a causa della depressione economica e del crollo del turismo. Rumors di nuova rivoluzione e di riorganizzazione della Fratellanza Musulmana (che governava con Morsi prima del golpe).
GRECIA: molto grave anche la situazione del paese ellenico che continua ad avvitarsi nella propria recessione e che presto rischierà di nuovo di essere a corto di liquidi e di non poter ripagare i propri debiti. A differenza delle precedenti volte, stavolta sembrano non esserci sponde tra i partner europei e il paese rischia di trovarsi presto senza governo, senza fondi e con banche chiuse. Potrebbe essere imminente la caduta di questo governo e nuove elezioni dove i comunisti duri del KKE e i neonazisti di Alba Dorata, sono dati vicini al 10% a testa. Se a questo aggiungiamo la difficilissima situazione con i profughi che si aggraverà per certo con l’arrivo della bella stagione, il paese potrebbe veramente collassare.
EUROPA: nel resto dei paesi europei assistiamo ad un clima molto teso di scontri interni con gli estremismi di varia natura raggiungere le prime posizioni in molti paesi. Questo non potrà che spingere i governi in carica verso posizioni più dure. A questo si aggiunge la deflazione economica e il referendum sul Brexit che potrebbe dare un forte scossone all’impalcatura europea
EX-BRICS: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica stanno subendo il clima di depressione mondiale, Brasile e Sudafrica sono in cattivissime condizioni, ma anche gli altri tre paesi non nuotano in acque tranquille.
Il quadro della situazione è quindi quello di un mondo in crisi dove nonostante i tentativi delle banche centrali, l’economia non si riprende ed anzi la bolla diventa sempre più grossa. E da anni che blogger, analisti, economisti, manager, politici gridano al collasso sistemico, ma in un modo o nell’altro si è comunque riusciti a tirare il calcio al barattolo. Ora però ci troviamo con diverse situazioni di guerra che non si sono affatto risolte ed anzi tendono a peggiorare e con ulteriori paesi anche importanti (vedi Turchia) che stanno sprofondano nell’instabilità. Il quadro è quello di tanti principi di incendio accesi con un vento ancora lieve. Quindi non è tanto importarsi chiedere quale sarà la scintilla che farà scoppiare l’inevitabile incendio mondiale (che si alimenterà sopra miliardi di carta stampata) ma più che altro quale sarà il vento che spargerà le fiamme dappertutto. In Scenari per il 2016 abbiamo ipotizzato gli scenari più rischiosi ora è possibile individuarne i più probabili, dove capeggiano in primis l’eventuale vittoria di Trump, un ulteriore espansione dell’ISIS o il collasso dell’Egitto. A quelli scritti ora si deve aggiungere il collasso della Grecia che potrebbe veramente dare fuoco alle polveri. Concludiamo dicendo che in una situazione come questa è facile prevedere l’esplosione di un gigantesco incendio mondiale, l’unico neo rimane sapere quando e questo 2016 mi sembra troppo difficile che passi con tranquillità.