venerdì 9 dicembre 2022

Il complice e il sovrano

Giorgio Agamben, filosofo
“E se un giorno gli storici indagheranno su quello che è successo sotto la copertura della pandemia, risulterà, io credo, che la nostra società non aveva forse mai raggiunto un grado così estremo di efferatezza, di irresponsabilità e, insieme, di disfacimento.”
Splendida riflessione del filosofo Giorgio Agamben sulla tragica esperienza di violenza attuata in nome della legge in questi tre anni della cosiddetta pandemia. Rilanciamo il suo intervento riprendendolo da Quodolibet. Intervento alla commissione DU.PRE del 28-XI-2022

di Giorgio Agamben

Vorrei condividere con voi alcune riflessioni sulla situazione politica estrema che abbiamo vissuto e dalla quale sarebbe ingenuo credere di essere usciti o anche soltanto di poter uscire. Credo che anche fra di noi non tutti si siano resi conto che quel che abbiamo di fronte è più e altro di un flagrante abuso nell’esercizio del potere o di un pervertimento – per quanto grave – dei principi del diritto e delle istituzioni pubbliche. Credo che ci troviamo piuttosto di fronte una linea d’ombra che, a differenza di quella del romanzo di Conrad, nessuna generazione può credere di poter impunemente scavalcare. E se un giorno gli storici indagheranno su quello che è successo sotto la copertura della pandemia, risulterà, io credo, che la nostra società non aveva forse mai raggiunto un grado così estremo di efferatezza, di irresponsabilità e, insieme, di disfacimento. Ho usato a ragione questi tre termini, legati oggi in un nodo borromeo, cioè un nodo in cui ciascun elemento non può essere sciolto dagli altri due. E se, come alcuni non senza ragione sostengono, la gravità di una situazione si misura dal numero delle uccisioni, credo che anche questo indice risulterà molto più elevato di quanto si è creduto o si finge di credere. Prendendo in prestito da Lévi-Strauss un’espressione che aveva usato per l’Europa nella seconda guerra mondiale, si potrebbe dire che la nostra società ha «vomitato se stessa». Per questo io penso che non vi è per questa società una via di uscita dalla situazione in cui si è più o meno consapevolmente confinata, a meno che qualcosa o qualcuno non la metta da cima a fondo in questione.

Il mistero dei "Giganti di Mont'e Prama" in Sardegna

Giganti di Monte Prama
Nel 1974 il comune di Cabras, la zona è Monte Prama , nella Sardegna occidentale , fu sorpreso quando fu dichiarata una scoperta accidentale all'interno di un campo privato dove furono riportati cinquemila frammenti di arenaria, che dopo un duro lavoro portarono alla luce enormi figure umane di composizione stilizzata. 

Prodotto lo spettacolare annuncio, il ritrovamento è stato rapidamente ritirato dalla scena pubblica e per decenni è stato confinato nei depositi del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari . 

Solo nel 2015, dopo un paziente restauro, una mostra ha messo fine al mistero, e quelle colossali sculture hanno fatto la loro trionfante ricomparsa, presentate come retaggio della scomparsa cultura nuragica . Da allora, una discussione interminabile ha travolto gli esperti che ne negano la reale origine, alimentando infinite voci, tra cui quella di un collegamento con Atlantide. Propongo al lettore di accompagnarmi nell'indagine di segreti ben custoditi. 

Siamo davvero cittadini europei?


di Mariella Camedda
A seguito degli eventi che hanno contraddistinto la storia italiana degli ultimi anni, le evidenze sociali, economiche, nonché giuridiche che ne sono scaturite, non ultimo il singolare pronunciamento della Corte Costituzionale del 1° dicembre c.a., mi preme portarvi a conoscenza, sperando di offrire degno spunto di riflessione, quanto il magistrato Giorgio Santacroce, primo presidente della Corte suprema di Cassazione dal 13 maggio 2013 al 1° gennaio 2016, ebbe ad affermare nella sua relazione di apertura dei lavori del Convegno dal titolo “Workshop in diritto europeo e internazionale/Convegno di Magistratura Democratica, Movimento per la Giustizia”, tenutosi a Roma 13 novembre 2015 (Documento in archivio a Radio Radicale/Conoscere per deliberare).

giovedì 8 dicembre 2022

No alla pacificazione nazionale post-Covid!

Prof. Luca Marini e Prof. Francesco Benozzo 
di Francesco Benozzo – Luca Marini
La volontà di pacificazione nazionale post-Covid è auspicata in questi giorni da più parti ed è, di fatto, sostenuta dal nuovo governo.

Come sempre, il mondo accademico non perde occasione per piegarsi al (mutato) vento che tira e lo fa utilizzando gli strumenti che gli sono propri.

Ecco dunque annunciarsi in pompa magna il primo convegno universitario in grado di promuovere un approccio pluralista alla gestione del Covid, organizzato dal Politecnico di Torino per il 21-25 novembre 2022 (dal titolo soporifero: “Poli-Covid-22. Salute, scienza e società alla prova della pandemia”), che in realtà altro non è che un convegno-trappola, uno specchietto per le allodole, una cortina di fumo dietro la quale si cela la volontà citata in apertura.

Come distruggere una compagnia petrolifera e vivere felici

petrolchimico di Priolo
Scritto da Piero Messina
La via italiana delle sanzioni alla Russia, come distruggere una compagnia petrolifera e vivere felici. Se qualcuno avesse in mente di scrivere un manuale su come manipolare l'opinione pubblica, dovrebbe raccontare la storia del petrolchimico di Priolo, a sud della Sicilia. È la quinta raffineria in Europa e fornisce il 25 per cento del fabbisogno italiano.

Tali impianti furono realizzati tra la fine degli anni Sessanta e il decennio successivo. Sono passati di proprietà in proprietà, anche a causa di scandali di corruzione che hanno coinvolto la gestione dello stabilimento molti anni fa. Dal 2008 all'ingresso dello stabilimento è presente l'insegna con la “L” stilizzata di Lukoil. L'arrivo dell'azienda russa fu salutato all'epoca come l'inizio di una nuova era di prosperità per il settore industriale. In una terra come la Sicilia che vanta il primato europeo di disoccupazione, i rubli di Lukoil sono stati la migliore “benzina” per sostenere l'economia di una delle zone più povere della già povera Italia.

Quando il signor Xi arriva in città

Xi Jinping 
Scritto da James M. Dorsey
La pompa e le circostanze sono importanti. Così sono molteplici gli accordi da firmare durante la visita del presidente cinese Xi Jinping in Arabia Saudita questa settimana, la sua prima avventura oltre l'Asia orientale e centrale in tre anni.

Senza dubbio, l'accoglienza del signor Xi sarà pari a quella  di Donald J. Trump quando si recò in Arabia Saudita nel 2017 per il suo primo viaggio all'estero come presidente degli Stati Uniti. Allo stesso tempo, contrasterà nettamente con la risposta più pessimistica al pellegrinaggio col cappello in mano di Joe Biden   nel regno di luglio.

Germania: Trama di un colpo di stato

Leggete bene l'articolo,  che vi riportiamo all'attenzione, il fatto significativo è che si apre una nuova fase politica, e che non essendo riusciti a convincere tutti i cittadini , uomini e donne liberi, a farsi iniettare il siero genico  che modifica il DNA e ferisce gravemente. Cambiano strategia dal lockdown risultato insufficiente a bloccare le coscienze e sottometterle al loro intento demoniaco destabilizzante della essenza umana, si passa ora al tentativo di accusa di terrorismo politico;  una nuova strategia della tensione parte dalla Germania con la repressione di azioni "golpiste" di un gruppo  "para nazista",   adducono la solita politica repressiva di stato con con motivazioni inappellabili accusano personaggi discutibili mirando a  ben altro che questi "invasati", intendono sferrare un attacco ai diritti di tutti noi "puro sangue"...  infatti , guarda caso i cosiddetti golpisti intendevano rapire e uccidere il ministro della salute tedesco Karl Lauterbach, capite che il giro per metterci sotto accusa è molto breve; infatti mirano non al gruppetto nazista propagandistico di facciata, ma, pensano di attaccare le nostre rivendicazioni, al diritto al libero arbitrio e  libertà di cura...  apriamo bene gli occhi sugli eventi in corso in Germania, amici,  IL LORO vero OBIETTIVO siamo NOI che rifiutiamo le loro terapie geniche ...
SaDefenza

La tredicesima tribù

di Arthur Koestler
L'IMPERO DI KHAZAR E IL SUO PATRIMONIO

Questo libro ripercorre la storia dell'antico impero Khazaro, una potenza importante ma quasi dimenticata nell'Europa orientale, che nel Medioevo si convertì al giudaismo. Khazaria fu infine spazzata via dalle forze di Gengis Khan, ma le prove indicano che gli stessi Khazari emigrarono in Polonia e formarono la culla degli ebrei occidentali. . .

Il dominio dei Khazari si estendeva dal Mar Nero al Caspio, dal Caucaso al Volga, e furono determinanti nel fermare l'assalto musulmano contro Bisanzio, la mascella orientale del gigantesco movimento a tenaglia che in Occidente attraversò l'Africa settentrionale e Spagna.

Nella seconda parte di questo libro, "The Heritage", il signor Koestler specula sulla fede ultima dei Khazari e sul loro impatto sulla composizione razziale e sul patrimonio sociale dell'ebraismo moderno. Produce un ampio corpus di ricerche meticolosamente dettagliate a sostegno di una teoria che suona tanto più convincente per la moderazione con cui viene avanzata. Tuttavia, se questa teoria fosse confermata, il termine "antisemitismo" diventerebbe privo di significato, poiché, come scrive il signor Koestler, si basa "su un malinteso condiviso sia dagli assassini che dalle loro vittime. La storia dell'impero cazaro , man mano che emerge dal passato, comincia ad apparire come la più crudele bufala che la storia abbia mai perpetrato."

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