La Trans-Pacific Partnership e i contrari al tattato: un’introduzione e una petizione contro il TPP 批判序論と要望書
di Sachie Mizohata,
in collaborazione con l’Associazione di docenti universitari contrari alla TPP
La Trans-Pacific Partnership (TPP) è un patto commerciale che il Giappone sta attualmente negoziando con Australia, Brunei, Canada, Cile, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore, Stati Uniti e Vietnam (dati riferiti al Settembre 2013). La TPP punta ad accrescere la liberalizzazione delle economie nella regione del Pacifico attraverso la deregolamentazione e l’abolizione delle tasse sul commercio (1).
Nel 2008, gli Stati Uniti hanno preso parte alle trattative "adottando una politica intransigente di libero commercio totale" ed estendendo ampiamente la portata dei negoziati (2). Con l’America e il Giappone come partecipanti, il patto coprirebbe circa il 40% dell’economia mondiale. (3)
Il Giappone ha preso ufficialmente parte ad una delle fasi finali dei negoziati nel luglio del 2013 in Malesia, in quanto i Paesi che vi partecipano intendono finalizzare le trattative (almeno parzialmente) entro la fine del 2013 (4). L’accordo per la TPP non influisce solo sugli scambi commerciali, ma anche su questioni non commerciali che hanno un impatto immenso sulle vite dei cittadini di tutti i Paesi coinvolti. (5)
Le aree in questione includono ad esempio:
Per una breve spiegazione, consultare il video realizzato dai lavoratori dei Paesi dell’area Pacifica.
Nonostante i negoziati per la TPP si siano svolti in “nome del popolo”, i testi preparatori sono stati occultati non solo al pubblico, ma anche ai membri della Dieta e della società civile, precludendo così il pubblico scrutinio e il riscontro della popolazione.
Stando a quanto riportato, i Paesi coinvolti hanno acconsentito a non rivelare il contenuto dell’accordo fino a quattro anni dopo averlo sottoscritto (6). Tutte le informazioni disponibili al pubblico giungono da testi trapelati (leaks). Stranamente, la TPP fa un’eccezione speciale per "un gruppo di circa 600 “consiglieri” per il commercio, dominati dai rappresentanti di grosse aziende" (7).
La TPP è un cavallo di Troia: è stato presentato come un accordo per il "libero commercio", ma esula da qualsiasi trattamento giusto ed equo. A conti fatti, è proprio "una lista dei desideri dell’1%, ovvero del potere corporativo mondiale" (8). "Solo 5 su 29 capitoli riguardano questioni commerciali tradizionali, come tariffe e quote" (9). "Gli altri capitoli stabiliscono nuovi diritti e privilegi per le principali corporazioni, indebolendo il potere degli Stati nazionali che vi si oppongono". (10)
I cittadini giapponesi hanno iniziato a guardare con preoccupazione le potenziali implicazioni della TPP sulle loro vite, e alcuni gruppi hanno espresso le loro obiezioni nei riguardi di tale patto. Uno di questi gruppi è l’Associazione di docenti universitari [Association of University Faculties (AUF); in japanese Daigaku kyouin no kai ], un comitato che chiede il ritiro immediato dai negoziati per la TPP.
Il 10 aprile 2013, alcuni membri dell’AUF hanno tenuto una conferenza stampa per annunciare la fondazione del comitato e l’invio al Primo Ministro Abe di una petizione di 839 firme per il ritiro dai negoziati (11). Da allora, hanno sconsigliato pubblicamente di partecipare alle trattative, hanno calcolato le perdite stimate in caso di adesione alla TPP, e tenuto svariati workshop e conferenze stampa. Il 14 settembre 2013, l’AUF ha indetto un simposio con i membri dell’Associazione Medica Giapponese, la Rete di Avvocati che si oppone alla TPP, l’Unione Centrale delle Cooperative Agricole (o JA-Zenchu), la Federazione delle Casalinghe, e altri gruppi civici per trovare un modo di bloccare la TPP.
Durante le fasi iniziali della TPP, Hiromasa Yonekura, direttore della Camera di commercio giapponese (Keidanren), il 26 ottobre 2010 aveva dichiarato: "Il Giappone si troverà solo al mondo come un orfano" se non prenderà parte alle trattative (12). Da notare che "Yonekura è anche il presidente del consiglio di amministrazione della Sumitomo Chemical, che nel 2010 ha firmato un accordo vincolante con Monsanto, il gigante agrochimico americano". (13)
Oltre ai paragoni con gli orfani, i proponenti della TPP hanno improntato una campagna nel nome del kaikoku (aprire il Paese), ampiamente pubblicizzata dai media. L’allora Primo Ministro, Naoto Kan, aveva definito la TPP come «la terza apertura del Paese» (14). La retorica del kaikoku rievoca la storia delle relazioni tra America e Giappone, e dei trattati ineguali imposti coercitivamente. (15)
La "prima apertura" avvenne all’arrivo nelle Navi Nere del commodoro Matthew Perry nel 1853, a seguito del quale fu firmato il Trattato di Amicizia e commercio nippo-americano senza che vi fosse autonomia tariffaria per la parte giapponese.
La "seconda apertura" si riferisce all’occupazione militare americana e al suo attuale proseguimento. Dopo la sconfitta nella Guerra del Pacifico nel 1945, il Giappone accettò la Dichiarazione di Postdam, la resa incondizionata, e l’occupazione da parte dell’esercito americano, firmando successivamente il Trattato di Sicurezza e il Trattato di pace di San Francisco nel 1951. (16)
Chiaramente, l’impiego dei termini "orfano" e kaikoku è un’operazione di vuota retorica. Il Giappone non è più isolato sotto la politica del sakoku ("Paese blindato"). Al contrario, la nazione è membro della World Trade Organization fin dalla sua creazione nel 1995 (17). Inoltre, "le attuali barriere commerciali tra questi Paesi sono già molto basse" (18). Perciò, la rimozione delle tariffe doganali (es.: tra il 2 e 3% negli Stati Uniti) avrà poca influenza sulle esportazioni. (19)
L’11 novembre 2011, il successore di Kan, Yoshihiko Noda, del Partito Democratico, ha annunciato l’interesse del Giappone nell’unirsi alle trattative per la TPP (20). Il 16 dicembre 2012, il Partito Liberal Democratico di Shinzo Abe ha ripreso il potere, in parte con la promessa di non prendere parte alle trattative (si veda lo slogan del poster qui sotto) noto per aver contribuito al successo elettorale: "Uso tsukanai. TPP danko hantai" ovvero "Non raccontiamo bugie. Siamo fortemente opposti alla TPP").
Poco dopo la vittoria delle elezioni, il 15 marzo 2013, Abe ha annunciato l’entrata del Giappone ai negoziati nonostante molte persone gli avessero sconsigliato di prenderne parte, visto che il Giappone si trovava costretto ad accettare tutti gli accordi a scatola chiusa, presi dagli altri Paesi nelle trattative precedenti. (21)
Il professor Nobuhiro Suzuki, dell’Università di Tokyo, ex funzionario pubblico informato da persone di fiducia, rivela che lo scenario TPP sopra descritto era stato ben preparato da funzionari di alto rango subito dopo l’11 marzo 2011. (22) Perversamente, alcuni burocrati in carriera videro l’11 marzo come una grande opportunità: mentre il Paese era in uno stato di shock collettivo, sarebbe stato più facile nascondere all’attenzione del pubblico il proseguimento dei negoziati a porte chiuse per la TPP. Dopo aver ingannato i cittadini e i membri della Dieta prendendo parte a "incontri per ottenere informazioni necessarie a fini decisionali", i burocrati in carriera hanno negoziato privatamente gli accordi per la deregulation del settore automobilistico, postale e alimentare (con la riduzione delle precauzioni sanitarie contro la BSE), al fine di soddisfare i "requisiti necessari all’ammissione" come richiesto dagli Stati Uniti, svendendo così gli interessi pubblici giapponesi. (23)
Questa storia segreta ci porta alla tesi di Shock Doctrine di Naomi Klein, che esamina l’uso di "momenti di trauma collettivo per dedicarsi a misure radicali di ingegneria sociale ed economica" che sarebbero quasi impossibili in momenti meno caotici (24). Mentre il Giappone ancora risente dello shock di Fukushima, il Governo si dimostra determinato a "imporre una trasformazione lampo dell’economia ― tagli alle tasse, libero commercio, privatizzazione dei servizi, tagli alla spesa sociale e deregulation" (25). Soprattutto, questa storia nippo-americana conferma il persistere della "linea servile" discussa da Ukeru Magosaki, o dello "Stato cliente (subordinato)" di Gavan McCormack. (26)
Tra i molti e deplorevoli problemi legati alla TPP, i giapponesi dovrebbero prestare particolare attenzione a due questioni (Attention: Prime Minister Abe Shinzo).
In primo luogo, vi è la risoluzione delle Dispute tra Investitori e Stato (ISD). Public Citizen, un gruppo no profit americano che si batte per i diritti dei consumatori, spiega: "Sotto questo regime, gli investitori stranieri possono aggirare leggi e tribunali nazionali, e far causa ai Governi direttamente presso tribunali (stranieri) in cui a far da giudici ci sono avvocati del settore privato che operano con le regole della Banca Mondiale e dell’ONU, al fine di richiedere un risarcimento, a spese dei contribuenti, per qualsiasi legge che gli investitori ritengono deleteria per i loro “profitti futuri” . " (27) Il problema dell’ISD è particolarmente grave. Kouji Tsuruoka, deputato del Ministero degli Esteri, nonché capo negoziatore giapponese per la TPP, ha affermato che il Giappone accetterà l’inclusione dell’ISD nei suoi accordi commerciali per future dispute con Paesi "sottosviluppati" (28). Tuttavia, l’ISD permette alle corporazioni di attaccare anche Paesi "sviluppati" come il Giappone o l’America.
"Oltre 3 miliardi di dollari sono stati pagati a investitori stranieri per rispettare i patti di commercio e investimento, mentre sono in attesa di giudizio richieste per oltre 14 miliardi di dollari, riguardanti principalmente le politiche ambientali, energetiche e di salute pubblica". (29)
Inoltre, questo può essere applicato a "qualsiasi cosa: dai contratti di procurement e protezione ambientale, alla normativa finanziaria" (30). In questa mappa è possibile vedere quali aziende potrebbero avvalersi di tali diritti per gli investitori.
In secondo luogo, il sistema sanitario pubblico del Giappone è a rischio. La riunione annuale dell’US-Japan Business Council (USJBC), tenutasi l’8 e 9 novembre 2012, ha diramato un comunicato pubblico: "le imprese facenti parte dell’USJBC possono affiancarsi alle industrie e al Governo giapponese per aiutare a redigere regole di scambio, standard e regolamentazioni trasparenti per questa dinamica regione — soprattutto in caso il Giappone decida di diventare membro della TPP". (31)
Presidente dell’USJBC era Charles Lake II. Da notare che Lake è presidente del consiglio di amministrazione della divisione giapponese dell’American Family Life Assurance Company of Columbus (Aflac), i cui ricavi erano 16,6 miliardi di dollari nel 2008, di cui circa il 70% proveniente dal Giappone. (32) Se il Governo abbraccia la privatizzazione a fini di lucro accettando il sistema ISD, ciò avverrebbe ai danni del tanto amato sistema di sanità nazionale giapponese.
Concludiamo l’analisi di questo accordo — tanto fuori dall’ordinario da poter sovvertire e riscrivere in maniera rovinosa la storia dell’umanità con le sue ripetute lotte per la democrazia, libertà, diritti umani e welfare. Come notato, "la segretezza delle trattative per la Trans-Pacific Partnership rappresenta un assalto colossale ai princìpi e alla pratica del Governo democratico" (33).
La Trans-Pacific Partnership (TPP) è un patto commerciale che il Giappone sta attualmente negoziando con Australia, Brunei, Canada, Cile, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore, Stati Uniti e Vietnam (dati riferiti al Settembre 2013). La TPP punta ad accrescere la liberalizzazione delle economie nella regione del Pacifico attraverso la deregolamentazione e l’abolizione delle tasse sul commercio (1).
Nel 2008, gli Stati Uniti hanno preso parte alle trattative "adottando una politica intransigente di libero commercio totale" ed estendendo ampiamente la portata dei negoziati (2). Con l’America e il Giappone come partecipanti, il patto coprirebbe circa il 40% dell’economia mondiale. (3)
Il Giappone ha preso ufficialmente parte ad una delle fasi finali dei negoziati nel luglio del 2013 in Malesia, in quanto i Paesi che vi partecipano intendono finalizzare le trattative (almeno parzialmente) entro la fine del 2013 (4). L’accordo per la TPP non influisce solo sugli scambi commerciali, ma anche su questioni non commerciali che hanno un impatto immenso sulle vite dei cittadini di tutti i Paesi coinvolti. (5)
Le aree in questione includono ad esempio:
• il potere decisionale dei tribunali nazionali in relazione agli standard legali internazionali (es.: sovvertire le leggi nazionali in ambito commerciale e non, il diritto degli investitori stranieri di far causa ai Governi in tribunali internazionali che annullerebbero la sovranità nazionale)• regolamenti ambientali (es.: energia nucleare, inquinamento, sostenibilità)• deregolamentazione finanziaria (es.: più potere e privilegi a banchieri e finanzieri)• sicurezza alimentare (es: diminuire l’auto-sufficienza alimentare, proibire l’etichettatura obbligatoria per i prodotti geneticamente modificati, allentare le precauzioni contro il rischio della BSE – encefalopatia spongiforme bovina, nota anche come morbo della mucca pazza)• attività di procurement da parte del Governo (es.: abolizione delle tutele per l’agricoltura e i prodotti locali)• libertà di internet (es.: monitorare e regolare l’attività degli utenti)• lavoro (es.: gestione del welfare, sicurezza sul posto di lavoro, trasferimento di posti di lavoro all’estero)• protezione di brevetti e diritti d’autore (es.: restringere l’accesso a medicine a prezzi accessibili)• l’accesso pubblico a servizi essenziali potrebbe essere ristretto a causa di regole di investimento (es.: acqua, elettricità e gas)
Per una breve spiegazione, consultare il video realizzato dai lavoratori dei Paesi dell’area Pacifica.
Nonostante i negoziati per la TPP si siano svolti in “nome del popolo”, i testi preparatori sono stati occultati non solo al pubblico, ma anche ai membri della Dieta e della società civile, precludendo così il pubblico scrutinio e il riscontro della popolazione.
Stando a quanto riportato, i Paesi coinvolti hanno acconsentito a non rivelare il contenuto dell’accordo fino a quattro anni dopo averlo sottoscritto (6). Tutte le informazioni disponibili al pubblico giungono da testi trapelati (leaks). Stranamente, la TPP fa un’eccezione speciale per "un gruppo di circa 600 “consiglieri” per il commercio, dominati dai rappresentanti di grosse aziende" (7).
La TPP è un cavallo di Troia: è stato presentato come un accordo per il "libero commercio", ma esula da qualsiasi trattamento giusto ed equo. A conti fatti, è proprio "una lista dei desideri dell’1%, ovvero del potere corporativo mondiale" (8). "Solo 5 su 29 capitoli riguardano questioni commerciali tradizionali, come tariffe e quote" (9). "Gli altri capitoli stabiliscono nuovi diritti e privilegi per le principali corporazioni, indebolendo il potere degli Stati nazionali che vi si oppongono". (10)
I cittadini giapponesi hanno iniziato a guardare con preoccupazione le potenziali implicazioni della TPP sulle loro vite, e alcuni gruppi hanno espresso le loro obiezioni nei riguardi di tale patto. Uno di questi gruppi è l’Associazione di docenti universitari [Association of University Faculties (AUF); in japanese Daigaku kyouin no kai ], un comitato che chiede il ritiro immediato dai negoziati per la TPP.
Il 10 aprile 2013, alcuni membri dell’AUF hanno tenuto una conferenza stampa per annunciare la fondazione del comitato e l’invio al Primo Ministro Abe di una petizione di 839 firme per il ritiro dai negoziati (11). Da allora, hanno sconsigliato pubblicamente di partecipare alle trattative, hanno calcolato le perdite stimate in caso di adesione alla TPP, e tenuto svariati workshop e conferenze stampa. Il 14 settembre 2013, l’AUF ha indetto un simposio con i membri dell’Associazione Medica Giapponese, la Rete di Avvocati che si oppone alla TPP, l’Unione Centrale delle Cooperative Agricole (o JA-Zenchu), la Federazione delle Casalinghe, e altri gruppi civici per trovare un modo di bloccare la TPP.
Durante le fasi iniziali della TPP, Hiromasa Yonekura, direttore della Camera di commercio giapponese (Keidanren), il 26 ottobre 2010 aveva dichiarato: "Il Giappone si troverà solo al mondo come un orfano" se non prenderà parte alle trattative (12). Da notare che "Yonekura è anche il presidente del consiglio di amministrazione della Sumitomo Chemical, che nel 2010 ha firmato un accordo vincolante con Monsanto, il gigante agrochimico americano". (13)
Oltre ai paragoni con gli orfani, i proponenti della TPP hanno improntato una campagna nel nome del kaikoku (aprire il Paese), ampiamente pubblicizzata dai media. L’allora Primo Ministro, Naoto Kan, aveva definito la TPP come «la terza apertura del Paese» (14). La retorica del kaikoku rievoca la storia delle relazioni tra America e Giappone, e dei trattati ineguali imposti coercitivamente. (15)
La "prima apertura" avvenne all’arrivo nelle Navi Nere del commodoro Matthew Perry nel 1853, a seguito del quale fu firmato il Trattato di Amicizia e commercio nippo-americano senza che vi fosse autonomia tariffaria per la parte giapponese.
La "seconda apertura" si riferisce all’occupazione militare americana e al suo attuale proseguimento. Dopo la sconfitta nella Guerra del Pacifico nel 1945, il Giappone accettò la Dichiarazione di Postdam, la resa incondizionata, e l’occupazione da parte dell’esercito americano, firmando successivamente il Trattato di Sicurezza e il Trattato di pace di San Francisco nel 1951. (16)
Chiaramente, l’impiego dei termini "orfano" e kaikoku è un’operazione di vuota retorica. Il Giappone non è più isolato sotto la politica del sakoku ("Paese blindato"). Al contrario, la nazione è membro della World Trade Organization fin dalla sua creazione nel 1995 (17). Inoltre, "le attuali barriere commerciali tra questi Paesi sono già molto basse" (18). Perciò, la rimozione delle tariffe doganali (es.: tra il 2 e 3% negli Stati Uniti) avrà poca influenza sulle esportazioni. (19)
L’11 novembre 2011, il successore di Kan, Yoshihiko Noda, del Partito Democratico, ha annunciato l’interesse del Giappone nell’unirsi alle trattative per la TPP (20). Il 16 dicembre 2012, il Partito Liberal Democratico di Shinzo Abe ha ripreso il potere, in parte con la promessa di non prendere parte alle trattative (si veda lo slogan del poster qui sotto) noto per aver contribuito al successo elettorale: "Uso tsukanai. TPP danko hantai" ovvero "Non raccontiamo bugie. Siamo fortemente opposti alla TPP").
Poco dopo la vittoria delle elezioni, il 15 marzo 2013, Abe ha annunciato l’entrata del Giappone ai negoziati nonostante molte persone gli avessero sconsigliato di prenderne parte, visto che il Giappone si trovava costretto ad accettare tutti gli accordi a scatola chiusa, presi dagli altri Paesi nelle trattative precedenti. (21)
Il professor Nobuhiro Suzuki, dell’Università di Tokyo, ex funzionario pubblico informato da persone di fiducia, rivela che lo scenario TPP sopra descritto era stato ben preparato da funzionari di alto rango subito dopo l’11 marzo 2011. (22) Perversamente, alcuni burocrati in carriera videro l’11 marzo come una grande opportunità: mentre il Paese era in uno stato di shock collettivo, sarebbe stato più facile nascondere all’attenzione del pubblico il proseguimento dei negoziati a porte chiuse per la TPP. Dopo aver ingannato i cittadini e i membri della Dieta prendendo parte a "incontri per ottenere informazioni necessarie a fini decisionali", i burocrati in carriera hanno negoziato privatamente gli accordi per la deregulation del settore automobilistico, postale e alimentare (con la riduzione delle precauzioni sanitarie contro la BSE), al fine di soddisfare i "requisiti necessari all’ammissione" come richiesto dagli Stati Uniti, svendendo così gli interessi pubblici giapponesi. (23)
Questa storia segreta ci porta alla tesi di Shock Doctrine di Naomi Klein, che esamina l’uso di "momenti di trauma collettivo per dedicarsi a misure radicali di ingegneria sociale ed economica" che sarebbero quasi impossibili in momenti meno caotici (24). Mentre il Giappone ancora risente dello shock di Fukushima, il Governo si dimostra determinato a "imporre una trasformazione lampo dell’economia ― tagli alle tasse, libero commercio, privatizzazione dei servizi, tagli alla spesa sociale e deregulation" (25). Soprattutto, questa storia nippo-americana conferma il persistere della "linea servile" discussa da Ukeru Magosaki, o dello "Stato cliente (subordinato)" di Gavan McCormack. (26)
Tra i molti e deplorevoli problemi legati alla TPP, i giapponesi dovrebbero prestare particolare attenzione a due questioni (Attention: Prime Minister Abe Shinzo).
In primo luogo, vi è la risoluzione delle Dispute tra Investitori e Stato (ISD). Public Citizen, un gruppo no profit americano che si batte per i diritti dei consumatori, spiega: "Sotto questo regime, gli investitori stranieri possono aggirare leggi e tribunali nazionali, e far causa ai Governi direttamente presso tribunali (stranieri) in cui a far da giudici ci sono avvocati del settore privato che operano con le regole della Banca Mondiale e dell’ONU, al fine di richiedere un risarcimento, a spese dei contribuenti, per qualsiasi legge che gli investitori ritengono deleteria per i loro “profitti futuri” . " (27) Il problema dell’ISD è particolarmente grave. Kouji Tsuruoka, deputato del Ministero degli Esteri, nonché capo negoziatore giapponese per la TPP, ha affermato che il Giappone accetterà l’inclusione dell’ISD nei suoi accordi commerciali per future dispute con Paesi "sottosviluppati" (28). Tuttavia, l’ISD permette alle corporazioni di attaccare anche Paesi "sviluppati" come il Giappone o l’America.
"Oltre 3 miliardi di dollari sono stati pagati a investitori stranieri per rispettare i patti di commercio e investimento, mentre sono in attesa di giudizio richieste per oltre 14 miliardi di dollari, riguardanti principalmente le politiche ambientali, energetiche e di salute pubblica". (29)
Inoltre, questo può essere applicato a "qualsiasi cosa: dai contratti di procurement e protezione ambientale, alla normativa finanziaria" (30). In questa mappa è possibile vedere quali aziende potrebbero avvalersi di tali diritti per gli investitori.
In secondo luogo, il sistema sanitario pubblico del Giappone è a rischio. La riunione annuale dell’US-Japan Business Council (USJBC), tenutasi l’8 e 9 novembre 2012, ha diramato un comunicato pubblico: "le imprese facenti parte dell’USJBC possono affiancarsi alle industrie e al Governo giapponese per aiutare a redigere regole di scambio, standard e regolamentazioni trasparenti per questa dinamica regione — soprattutto in caso il Giappone decida di diventare membro della TPP". (31)
Presidente dell’USJBC era Charles Lake II. Da notare che Lake è presidente del consiglio di amministrazione della divisione giapponese dell’American Family Life Assurance Company of Columbus (Aflac), i cui ricavi erano 16,6 miliardi di dollari nel 2008, di cui circa il 70% proveniente dal Giappone. (32) Se il Governo abbraccia la privatizzazione a fini di lucro accettando il sistema ISD, ciò avverrebbe ai danni del tanto amato sistema di sanità nazionale giapponese.
Concludiamo l’analisi di questo accordo — tanto fuori dall’ordinario da poter sovvertire e riscrivere in maniera rovinosa la storia dell’umanità con le sue ripetute lotte per la democrazia, libertà, diritti umani e welfare. Come notato, "la segretezza delle trattative per la Trans-Pacific Partnership rappresenta un assalto colossale ai princìpi e alla pratica del Governo democratico" (33).
Note
1 Anche se, alcune eccezioni possono essere fatte, tenendo dazi sulle importazioni di taluni beni e servizi per 7-10 anni. Vedere Nobuhiro Suzuki, "最悪の選択· TPP許しがたい背信行為(Il TPP:. La scelta peggiore perfidia che è difficile da perdonare).," Sekai , aprile 2013 (842), pp 40-48.
2 James Simpson, "TPP un'impresa rischiosa per il Giappone," I tempi del Giappone , 12 marzo, 2013.
3 Cherrie Lou Billones, "Giappone e Stati Uniti accordi portata di eccezioni di auto in TPP," The Japan Daily Press , 6 Marzo 2013.
5 Lori Wallach e Ben Beachy, " di Obama Covert Commercio Deal, " The New York Times , 2 Giugno 2013; Dean Baker, " The Pacific accordo di libero scambio che è tutt'altro che libero , " The Guardian , 27 Agosto 2012; Sul sito di Public Citizen , " più potere alle società per attaccare Nations , "(accessibile 7 settembre 2013). Inoltre, vederewww.exposethetpp.org (letta 7 settembre 2013).
7 Ibid.
8 Laurel Sutherlin, " Cosa c'è da sapere su una Worldwide Corporate presa di potere di enormi proporzioni , " AlterNet 2012 (accesso Sepember 7, 2013).
9 Lori Wallach e Ben Beachy, 2013.
10 Laurel Sutherlin, 2012.
13 Filippo Brasor, "l'agricoltura del Giappone potrebbe essere andare a seminare," I tempi del Giappone , 6 Gennaio 2013.
14 Yasumi Iwakami . (Accessibile 7 Settembre 2013).
15 Ibid. Inoltre, Magosaki Ukeru. 戦後史の正体(La verità dietro la storia del dopoguerra) . Tokyo: Sougensha, 2012.
16 Yasumi Iwakami.
18 Dean Baker, 2012.
19 Ukeru Magosaki, "最悪の選択· TPP国家主権投げ捨てる安倍政権(Il TPP:. la scelta peggiore L'amministrazione Abe che butta via la sovranità nazionale)." Sekai , aprile 2013 (842), pp 49-54.
22 Nobuhiro Suzuki, 2013.
23 Ibid.
24 Naomi Klein, The Shock Doctrine . London: Penguin Books, 2007, p. 8.
25 Ibid., p. 7.
26 Gavan McCormack, "Stato del Giappone client (Zokkoku) Problema," The Asia-Pacific Journal , Vol. 11, Issue 25, No. 2, 24 GIUGNO 2013.
32 Daniel P Amos, "CEO di Aflac spiega come ha Fell per l'Anatra," Harvard Business Review . Gen / feb 2010, vol. 88, Issue 1/2, pp 131-134; Ukeru Magosaki, "最悪の選択· TPP国家主権投げ捨てる安倍政権(Il TPP:. La scelta peggiore L'amministrazione Abe che butta via la sovranità nazionale)." Sekai , aprile 2013 (842), pp 49-54.
33 Lori Wallach e Ben Beachy, 2013.
Il comitato dei professori che si oppongono al TPP tra i firmatari ci sono:
Isoda Hiroshi (Professore associato presso l’Università del Kyushu/ Teoria dei sistemi agricoli, Teoria agricola americana)
Ito Makoto (Professore emerito presso l’Università di Tokyo / Teoria economica)
Onishi Hiroshi (Professore presso l’Università Keio / Teoria economica)
Okada Tomohiro (Professore presso l’Università di Kyoto / Economiche regionali)
Kaneko Masaru (Professore presso l’Università Keio / Finanza pubblica, Teoria di governo e finanza locale)
Kurumisawa Yoshiki (Professore presso l’Università di Waseda / Sociologia del diritto, Diritto agrario)
Shimizu Kiyoko (Professore emerito presso l’Università Otemon Gakuin / Filosofia)
Shirafuji Hiroyuki (Professore presso l’Università Senshu / Diritto amministrativo)
Shindo Eiichi (Professore emerito presso l’Università di Tsukuba / Relazioni internazionali)
Suzuki Nobuhiro (Professore presso l’Università di Tokyo / Economia e politica agraria)
Daigo Satoshi (Professore emerito presso l’Università di Tokyo / Teoria della contabilità finanziaria)
Tashiro Yoichi (Professore presso l’Università femminile di Otsuma / Teoria dei sistemi agricoli)
Hagiwara Shinjiro (Professore emerito presso l’Università nazionale di Yokohama / Economia americana)
Hino Shuitsu (Professore emerito presso l’Università del Tohoku / Economia del benessere, Teoria delle politiche di salute)
Hirowatari Seigo (Professore presso l’Università Senshu / Diritto germanico)
Yamaguchi Jiro (Professore presso l’Università dell’Hokkaido / Pubblica amministrazione)
Watanabe Osamu (Professore emerito presso l’Università Hitotsubashi / Scienze politiche, Legge costituzionale)
Il comitato dei professori che si oppongono al TPP tra i firmatari ci sono:
Isoda Hiroshi (Professore associato presso l’Università del Kyushu/ Teoria dei sistemi agricoli, Teoria agricola americana)
Ito Makoto (Professore emerito presso l’Università di Tokyo / Teoria economica)
Onishi Hiroshi (Professore presso l’Università Keio / Teoria economica)
Okada Tomohiro (Professore presso l’Università di Kyoto / Economiche regionali)
Kaneko Masaru (Professore presso l’Università Keio / Finanza pubblica, Teoria di governo e finanza locale)
Kurumisawa Yoshiki (Professore presso l’Università di Waseda / Sociologia del diritto, Diritto agrario)
Shimizu Kiyoko (Professore emerito presso l’Università Otemon Gakuin / Filosofia)
Shirafuji Hiroyuki (Professore presso l’Università Senshu / Diritto amministrativo)
Shindo Eiichi (Professore emerito presso l’Università di Tsukuba / Relazioni internazionali)
Suzuki Nobuhiro (Professore presso l’Università di Tokyo / Economia e politica agraria)
Daigo Satoshi (Professore emerito presso l’Università di Tokyo / Teoria della contabilità finanziaria)
Tashiro Yoichi (Professore presso l’Università femminile di Otsuma / Teoria dei sistemi agricoli)
Hagiwara Shinjiro (Professore emerito presso l’Università nazionale di Yokohama / Economia americana)
Hino Shuitsu (Professore emerito presso l’Università del Tohoku / Economia del benessere, Teoria delle politiche di salute)
Hirowatari Seigo (Professore presso l’Università Senshu / Diritto germanico)
Yamaguchi Jiro (Professore presso l’Università dell’Hokkaido / Pubblica amministrazione)
Watanabe Osamu (Professore emerito presso l’Università Hitotsubashi / Scienze politiche, Legge costituzionale)