Jérôme  Duval     
Fonte: http://www.cadtm.org/La-Hongrie-defie-le-FMI
             Tradotto da  Raffaella Selmi      
L'Ungheria, che dal 1° gennaio  2011 assumerà per sei mesi la presidenza dell'UE , subisce pesantemente  le conseguenze di una crisi finanziaria che sembra non finire. Pur non  essendo così distante dai parametri di Maastricht in materia di deficit  pubblico (3,8% nel 2008), l'Ungheria è il primo paese dell'Unione  europea ad aver ottenuto il sostegno finanziario della Troika costituita  da: Fondo Monetario Internazionale, UE e Banca Mondiale.
 Nel mese di ottobre 2008 è stato concordato un  piano di finanziamento di 20 miliardi di euro: 12,3 miliardi messi a  disposizione dal FMI, 6,5 dall’Unione europea e uno dalla Banca  Mondiale. Lo stock del debito è cresciuto in maniera automatica: oltre  alla perdita secca dovuta al pagamento degli interessi, che aggrava il  deficit, alla popolazione sono state imposte pesanti condizioni,  l'aumento di 5 punti percentuali di IVA, attualmente al 25%,  l’innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni, il congelamento per due  anni dello stipendio dei funzionari, la soppressione della tredicesima  per i pensionati, la riduzione degli aiuti pubblici all'agricoltura e al  trasporto ...
 L'estrema destra entra in  Parlamento
 In passato l’Ungheria, governata dai  socialdemocratici, era riuscita a tenere in piedi un sistema di 
  relative garanzie sociali, ma l'attuazione  delle misure di austerità imposte dal FMI, ha scontentato la popolazione  e giovato alla destra conservatrice, che nell’aprile 2010 ha vinto le  elezioni legislative. La vittoria del nuovo primo ministro conservatore,  Viktor Orbán, è stata accolta con favore dall’agenzia Fitch Ratings  secondo la quale il partito di Orbán, Fidesz, che ha ottenuto la  maggioranza necessaria per modificare la Costituzione "rappresenta  un'opportunità per introdurre riforme strutturali”. (1) I  socialdemocratici hanno riportato una sconfitta storica aprendo la  strada all’estrema destra (Jobbik) che per la prima volta è entrata in  parlamento con la percentuale del 16,6% .
Non appena insediatosi, il governo ha diffuso dichiarazioni  allarmistiche sulla situazione finanziaria del paese, chiamando in causa  una sottostima dei conti da parte del precedente esecutivo che, in  realtà, avrebbe portato al 7,5 % il rapporto tra il deficit e il PIL,  ben al di sopra quindi del 3,8% previsto dal Fondo monetario  internazionale. Bluff o falsificazione dei conti? In seguito a queste  dichiarazioni, il 5 giugno 2010, il panico fa crollare le Borse di  Londra, Parigi, Budapest ... e l'euro si deprezza nel timore di una  crisi simile a quella della Grecia. Il governo sotto pressione, nel  tentativo di recuperare, diffonde comunicati per tentare di calmare gli  speculatori.
 Tassazione del capitale o del  lavoro ?
 Per contenere il deficit al 3,8% del PIL nel  2010, come concordato con il Fondo monetario internazionale e l'UE, il  governo sta lavorando all’approvazione di una tassa straordinaria  sull’intero settore finanziario, che permetterebbe di prelevare lo 0,45%  dell’attivo dichiarato dalle banche (calcolato non sul profitto, ma sul  fatturato), di tassare fino al 5,2% le entrate delle compagnie  assicurative e fino al 5,6% quelle degli altri istituti finanziari  (borse, agenti finanziari, gestori di fondi d’investimento ...).  L’Ungheria supera così Obama che ha annunciato una tassa sulle banche  dello 0,15% solamente. Ma questo provvedimento, che dovrebbe garantire  un gettito di 650 milioni di euro l'anno per due anni (2010 e 2011),  circa lo 0,8% del PIL secondo le stime del governo, non piace alle  banche che fanno pressione minacciando di ritirare gli investimenti in  Ungheria. Il Fondo monetario ha dal canto suo sospeso i negoziati  avvertendo che chiuderà il rubinetto del credito concesso nel 2008, e  questo nonostante che il piano di finanziamento, con scadenza  inizialmente prevista a marzo 2010, fosse stato prorogato a ottobre  dello stesso anno.
E’ evidente che il piano di tassazione delle banche, vero pomo della  discordia tra Ungheria e Fmi, costituisce l’ostacolo al proseguimento  del prestito. Il Fondo ritiene che il paese dovrebbe adottare misure in  linea con il dogma corrente neoliberista: col che s’intende tassare i  poveri prima delle banche. Certamente i poveri hanno pochi soldi…ma ce  ne sono tanti!... A qualcuno sfugge il cinismo?
Inoltre, la previsione di un tetto agli stipendi dei dipendenti  pubblici, compreso il governatore della banca centrale, è in netto  contrasto con le raccomandazioni del Fondo che preferisce un  livellamento “dal basso” attraverso la riduzione o il congelamento dei  salari, com’è avvenuto in Grecia o in Romania. Attenzione a non farsi  illusioni su un partito di governo che già nel 1990 aveva favorito  l’ingresso del neoliberismo...
 « O la tassa sulle banche, o  l’austerità»
 Christoph Rosenberg, capo della delegazione  del Fmi in Ungheria, riporta la richiesta di maggiori dettagli sul  bilancio del prossimo anno da parte dell'organizzazione internazionale:  "Quando torneremo, sempre che non sia la settimana prossima, il governo  avrà proseguito nella definizione del bilancio 2011 e sarà un bilancio  molto importante". (2).
 Ancora una volta il Fondo monetario  internazionale si appresta a riesaminare la copia del governo e  interviene direttamente nella definizione del bilancio ungherese a  dispetto dalla sua sovranità. Nell’attesa, il FMI stima che il paese  dovrà prendere "misure supplementari" di austerità per raggiungere gli  obiettivi di disavanzo che si è dato. Dal canto suo il ministro  dell'Economia, Gyorgy Matolcsy ha dichiarato in un’intervista che: "Abbiamo  detto (ai nostri partner N.d.T.) che non c’è modo di aggiungere  ulteriori misure di rigore a quelle già prese [...].: da cinque anni  stiamo applicando un piano di austerità , e quindi è fuori questione”.
"Applicheremo la tassa sulle banche, sappiamo che si tratta di un  fardello pesante, ma sappiamo anche che possiamo raggiungere  (l'obiettivo), del 3,8% di disavanzo ". “O la tassa sulle banche, o  l'austerità" Ha anche aggiunto (3). Per contenere un’estrema destra  in continua ascesa, la destra conservatrice al potere vuole evitare  misure impopolari in vista delle prossime elezioni comunali previste per  ottobre e respinge qualsiasi ulteriore negoziato con il Fondo.
 Rottura delle trattative tra  Ungheria e FMI ?
 Il 17 luglio il FMI ha sospeso le trattative e,  di conseguenza, l’utilizzo della parte residua del credito. La reazione  dei mercati non si è fatta attendere, e il fiorino, la moneta nazionale,  ha perso circa il circa il 2,4% in apertura, mentre la Borsa ha subito  una perdita di oltre il 4%. Il primo ministro, Viktor Orbán,  ringraziando il FMI per il suo "aiuto durante i tre anni" ha indicato  che "l’accordo sul prestito è scaduto nel mese di ottobre, e quindi  non c'era niente da sospendere.”
"Le banche sono all’origine della crisi mondiale, è normale che  contribuiscano a ripristinare la stabilità", ha sottolineato (4).
Il 22 luglio la nuova legge della tassa sulle banche, che prevede  inoltre la riduzione del prelievo fiscale sulle piccole e medie imprese  (PMI) dal 16 al 10 %, è stata approvata con una larga maggioranza (301  voti a favore e 12 contrari) dal Parlamento guidato dal Fidesz di Orbán .  Non sorprende che il giorno dopo, le agenzie di rating Moody's e  Standard and Poor's abbiano messo sotto osservazione l’Ungheria per un  possibile declassamento del rating. Il ruolo di queste agenzie, giudici e  parti di un sistema speculativo strangolatore, è presto detto: si alza  il rating del governo conservatore salito al potere che aderisce al  programma di austerità capitalista, si abbassa quando ci si rende conto  che le misure non sono in linea con il dogma neoliberista. 
 Il quotidiano “Le Monde”  sostiene i creditori
 Diversamente da quanto sostiene il quotidiano  francese Le Monde (5) nella sua edizione del 20 luglio, occorre  appoggiare l’insubordinazione manifesta del governo ungherese al FMI,e  sostenere l'idea che anzi deve fare lo stesso con l’altro suo creditore,  l'Unione europea. Prendere le distanze da tali creditori non è un torto  al popolo ungherese, per il quale pagare un debito alle condizioni  imposte dal FMI e dalla UE è già un pesante fardello.
Naturalmente occorre andare oltre una semplice rottura diplomatica,  proponendo, ad esempio, un fronte dei paesi a favore della cancellazione  del debito, perché, come ha detto giustamente Sankara , ex presidente  del Burkina Faso, pochi mesi prima di essere assassinato: "Il debito  non può essere rimborsato innanzitutto perché ,se non paghiamo , i  nostri creditori non moriranno, stiamone pur certi. Mentre, se paghiamo,  siamo noi che moriremo .E anche di questo possiamo essere certi…(... )  Se solo il Burkina Faso si rifiuta di pagare il debito, non sarò qui  alla prossima conferenza. Ma, con il sostegno di tutti, di cui ho  bisogno (applausi), con il sostegno di tutti possiamo evitare di pagare.  Ed evitando di pagare potremo impiegare le nostre scarse risorse per il  nostro sviluppo." (6)
Solo una mobilitazione popolare che pretenda la verità sulla  destinazione del denaro preso in prestito così come anche la  soddisfazione delle richieste in termini di salari, occupazione o  garanzie sociali, potrà ottenere che i veri responsabili della crisi ne  paghino il costo.
Perciò è di vitale importanza per i popoli d'Europa e altrove,  contestare questi debiti macchiati d’illegalità e rifiutarne il  pagamento. E’ un primo passo verso la sovranità che permetterebbe di  dirottare gli enormi fondi dedicati al rimborso del debito verso i  bisogni reali della popolazione, la salute, l'istruzione, le pensioni, e  (permetterebbe) di tutelare il servizio pubblico e non delegarlo ad  aziende private.
   Note
 |1| Hongrie : Fitch salue le résultat électoral, Le Figaro, 26 aprile 2010
|2|  Krisztina Than e Marton Dunai, L'UE et le FMI suspendent les consultations  avec la Hongrie, Reuters, 17  luglio 2010
|3| Gergely  Szakacs et Krisztina Than, La Hongrie exclut de nouvelles mesures  d'austérité, Reuters, 19  luglio 2010
[4] « Hongrie : la taxe sur les banques est "juste  et nécessaire" selon le Premier ministre », AFP, 22 luglio  2010.
[5] « En Hongrie, les curieuses manières de M. Orbán », editoriale di Le Monde
|6| Discorso di Thomas Sankara ad Addis-Abeba, il 29 luglio 1987, tre mesi prima della sua  morte.
Per concessione di CADTM
Fonte: http://www.cadtm.org/La-Hongrie-defie-le-FMI
Data dell'articolo originale: 29/07/2010
URL dell'articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=2098