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Articolo di Mariano Abis |
Siate Tuttologi, non esiste altra strada per poter pensare che la liberazione della nostra terra sia fattibile.
E' facile se non si ha la giusta preparazione venire convinti e abbagliati dalla parlantina del primo furbetto che ha una particolare preparazione in argomenti specifici.
La nostra nazione non si libera con l'economia, non si libera con investimenti altrui, non si libera con foglietti depositati dentro le urne altrui, le urne di chi ci colonizza.
Non ci si libera promettendo sicurezza economica a patto di venire omaggiati da una bella poltrona alle votazioni statali italiane per la regione sardegna.
I candidati non sono mai le stesse persone degli eletti, le crocchette statali contengono sicuramente qualche sostanza che offusca sia la dignità che l'onore.
Nonostante che il sottoscritto per oltre vent'anni abbia convintamente esercitato il diritto di dissentire dall'approvare e riconoscere occupazione italiana in terra di Sardegna e da tutte le sue storture, elezioni e referendum compresi, devo ammettere che non esiste solo la strada del diritto internazionale per la realizzazione dello stato sardo.
Ma sono sardo, e da sardo colonizzato nella concretezza ma non nella mente, mai e poi mai avallerò l'idea che possiamo cercare libertà con le regole del colonizzatore, e i referendum sono cosa italiana, le votazioni sono cosa italiana, i sindaci sono cosa italiana, i sindacati sono cosa italiana, gli albi professionali idem, come pure la informazione che ci viene propinata.
So per certo che la mancanza di cultura, di vera cultura, può portare i sardi a venire abbagliati dalla parlantina dell'ultimo venuto, ma i sardi non hanno la memoria corta, prima o poi presenteranno il conto.
In estrema sintesi tutte queste cose appartengono al "diritto positivo del colonizzatore".
Non biasimo e non mi contrappongo affatto a chi lotta per la decolonizzazione e libertà secondo le regole italiane, hanno una loro logica ferrea, ammetto anche che referendum e votazioni con risultanze di una forte impronta sardiana siano gran bella cosa, ma essendo certo che possiamo trovare decolonizzazione e libertà solo tramite il diritto internazionale (e non secondo il diritto italiano) ai mille amici che insistono per volermi convincere di deroghare per una volta alle mie convinzioni, faccio sapere che hanno tutta la mia approvazione e vicinanza, ma mai mi vedranno entrare in una cabina elettorale o mettere una firma per qualsivoglia referendum italiano.
La prossima volta che metterò un foglio di carta dentro un'urna sarà in occasione delle prossime, ineluttabili elezioni indette dal neonato Stato Sardo.
Cultura e decolonizzazione reale sono l'unica strada per la liberazione, lasciamo andare i furbi erutiti e superscolarizzati e per una volta e tante altre volte ancora, ascoltiamo attentamente i cosiddetti tuttologi, così tanto ridicolizzati da chi non ci vuole bene, perchè essere tuttologi non è un difetto ma un grande pregio.
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