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| La bandiera d'origine della Compagnia britannica delle Indie orientali con nell'angolo la croce di San Giorgio |
e Arturo Navone
Nei primi decenni del seicento l’Europa divenne teatro di una sempre maggior rivalità per la conquista e il controllo delle rotte e del commercio con l’Asia. Le due principali protagoniste furono le maggiori potenze navali del tempo: i Paesi Bassi e l’Inghilterra. Queste agivano attraverso le rispettive Compagnie delle Indie, la Compagnia olandese delle Indie orientali, VOC - Vereenigde Oostindische Compagnie e la Compagnia britannica delle Indie orientali, British East India Company, ossia imprese a capitale privato cui veniva garantito un monopolio governativo sugli eventuali traffici in oriente, in cambio di un’espansione dei domini d’oltremare priva di rischi per le due Corone.
Ma in un contesto di economia mercantile, la competizione tra le due Compagnie finì per penalizzare entrambe in quanto portò all’inevitabile riduzione dei prezzi sui beni scambiati, quindi dei profitti. Era inevitabile che la rivalità sarebbe sfociata in un vero e proprio scontro: tra il 1652 e il 1674 inglesi e olandesi combatterono tre guerre, il cui obiettivo principale era assicurarsi il controllo delle più importanti vie di mare da e verso tutte le rotte mondiali. Sorprendentemente furono gli olandesi a vincere, grazie a un sistema finanziario migliore di quello inglese, che si rivelò antiquato e inefficiente. Il governo d’oltremanica invece si indebitò pesantemente per sostenere i costi della guerra e, senza ottenere da essa i risultati sperati, venne a trovarsi sull’orlo della bancarotta.

