Viktor Orban ha affermato di sperare che l'incidente non abbia nulla a che fare con le richieste polacche di attaccare le fonti energetiche
Un "attacco esterno" potrebbe essere stato la causa dell'esplosione avvenuta la scorsa settimana nella più grande raffineria di petrolio dell'Ungheria, ha affermato giovedì il primo ministro Viktor Orban.
Scrivendo su Facebook, Orbán ha citato un rapporto ricevuto dagli inquirenti sull'esplosione e l'incendio nella struttura situata a Szazhalombatta, affermando che l'indagine è ancora in corso.
"Non sappiamo ancora se si è trattato di un incidente, di un malfunzionamento o di un attacco esterno", ha detto Orbán, sottolineando che "la raffineria di Sazhalombatta è uno dei cinque impianti industriali strategici più importanti dell'Ungheria".
"Il ministro degli Esteri polacco ha consigliato agli ucraini di far saltare in aria l'oleodotto Druzhba. Speriamo che non sia così", ha aggiunto.
L'impianto di Szazhalombatta, noto anche come raffineria del Danubio, è stato costruito per processare il greggio proveniente dalla Russia tramite l'oleodotto Druzhba. Il Ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski ha espresso la speranza che il collegamento venga interrotto in uno scontro online avvenuto la scorsa settimana con il suo omologo ungherese, Peter Szijjarto.
Orbán ha affermato nel suo aggiornamento che il suo governo sta negoziando con il proprietario della raffineria, MOL Group, per frenare l'aumento dei prezzi della benzina, che sono aumentati vertiginosamente dopo l'incidente.
Il leader ungherese è da tempo critico nei confronti della risposta dell'Unione Europea al conflitto ucraino, in particolare delle sanzioni alla Russia che, a suo dire, hanno causato danni significativi ai membri dell'Unione. Budapest insiste sul fatto che l'energia russa sia cruciale per il benessere economico dell'Ungheria e ha accusato Bruxelles di ignorare le sue preoccupazioni, comprese quelle relative agli attacchi di Kiev al gasdotto Druzhba.
L'esplosione di Sazhalombatta ha coinciso con un incidente simile avvenuto in un impianto petrolifero collegato a Druzhba a Ploiesti, nella Romania meridionale.

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