Questo articolo ha l’obiettivo di avvicinare i cittadini alla conoscenza delle smart city o città intelligenti e dei meccanismi che risiedono dietro di esse, ponendo l’accento su come l’utilizzo improprio delle tecnologie digitali stia creando un vero e proprio cortocircuito sociale, economico e politico.
I politici ci dicono che la tecnologia è facile da usare, tutto diventa più semplice e attraverso di essa ogni problema verrà risolto. In realtà, questo è solo l’aspetto più superficiale, quello commerciale, e come ogni buon messaggio pubblicitario nasconde delle insidie. Le tecnologie digitali sono come una torta ben farcita: esternamente vediamo una semplice glassa, ma dentro, ogni strato è interconnesso all’altro con maestria. C'è quindi un elevato livello di complessità sotto la superficie. Affascinati dalla sua gustosità, tendiamo a ignorare tale complessità proprio perché la torta è davvero gustosa, giusto?
A monte di tutto c’è la questione che le tecnologie digitali non sono state progettate per funzionare per noi. Certo, lo smartphone ci aiuta a raggiungere una precisa destinazione o rimanere in contatto con amici o parenti che abitano lontano, ma non sono tecnologie di nostra proprietà. I veri proprietari sono le aziende che le progettano, che scrivono gli algoritmi e costruiscono tutta l’infrastruttura che noi utilizziamo per comunicare. Queste aziende fanno tutto ciò tenendo presente specifici interessi, e sono i loro, non i nostri.
A monte di tutto c’è la questione che le tecnologie digitali non sono state progettate per funzionare per noi. Certo, lo smartphone ci aiuta a raggiungere una precisa destinazione o rimanere in contatto con amici o parenti che abitano lontano, ma non sono tecnologie di nostra proprietà. I veri proprietari sono le aziende che le progettano, che scrivono gli algoritmi e costruiscono tutta l’infrastruttura che noi utilizziamo per comunicare. Queste aziende fanno tutto ciò tenendo presente specifici interessi, e sono i loro, non i nostri.










