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| Seo Cizmic |
Patrizia Boi, BARCELLONA, 5 NOVEMBRE 2025 – Il "Sa Themesqo Dives e Rromane Ćhibaqo" (Giornata Internazionale della Lingua Romaní) non è stato un semplice tributo culturale, ma un vibrante atto di rivendicazione. Ospitato dal Museo di Storia della Catalogna e organizzato da Romanó Kher, l'evento ha trasformato il decimo anniversario del riconoscimento UNESCO della Romaní Ćhib in un'esplicita richiesta di saldare il "debito storico" contratto dalla politica.
Il tema centrale, "Debito storico nella politica pubblica: Consolidare l'insegnamento del romaní in Catalogna come garanzia di diritti linguistici e di uguaglianza", ha messo in luce una profonda contraddizione: se da un lato si celebrano i 600 anni dall'arrivo del Popolo Gitano nella Penisola Iberica, dall'altro si registra l'assenza di tutela per la sua lingua, che per secoli è stata attivamente proibita.
Nonostante la Romaní Ćhib sia un patrimonio linguistico di 33.000 parole e sia la base di 17 dialetti, la sua sopravvivenza attiva è in discussione. La lingua è stata definita il "passaporto verso altri Rom del mondo", l'unico legame indissolubile tra la memoria di un popolo perseguitato e il suo futuro.
A dare il contesto politico e a inquadrare questa resistenza è stato Seo Cizmic (Perseo Cizmic), direttore di Romanó Kher e Ambasciatore Onorifico della Lingua Romaní. Cizmic, la cui vita è dedicata alla lotta contro l'antigitanismo e alla conservazione della memoria (inclusa quella del Samudaripen, l'Olocausto Romaní), ha utilizzato la piattaforma per esigere che il riconoscimento internazionale si traduca finalmente in politica pubblica concreta, con l'integrazione della lingua nel sistema educativo catalano.
Un Fronte Comune: La Tavola Rotonda dei Diritti
La giornata, aperta dai saluti istituzionali di Georgina Pol Borràs e Raquel Castellà, con la conduzione di Sonia Rodríguez, ha raggiunto il suo culmine con la Tavola Rotonda, moderata da María Rubia.
L'obiettivo era chiaro: definire misure pratiche. Vi hanno partecipato figure di peso accademico e politico, tra cui il cattedratico linguista Ignasi Xavier Adiego, la parlamentare catalana Gisela Navarro, e gli attivisti Enerida Isuff e Juan Antonio Heredia. Le loro voci sono state affiancate da messaggi di solidarietà e supporto da personalità internazionali, come il deputato croato Veljko Kajtazi (promotore dell'UNESCO) e la Direttrice spagnola contro il Razzismo, Beatriz Carrillo e il musicista e saggista Santino Spinelli.
L'Arte come Prospettiva
A chiudere l'evento, dopo il forte intervento finale di Juan de Dios Ramírez Heredia, sono stati i momenti artistici che hanno dimostrato la resilienza e la modernità della cultura Rom. L'attrice Lucía Raya Flores ha dato voce alla poesia, mentre il rapper ucraino Mykhailo Shpakov ha utilizzato il rap in Romaní Ćhib per cantare di rifugio e speranza.
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| Lucía Raya Flores |
L'esibizione conclusiva del musicista Antonio Carmona ha posto il sigillo su una giornata che ha saputo fondere l'orgoglio per la propria identità con una determinata richiesta di giustizia e di piena cittadinanza linguistica, in attesa della consegna dei premi “Kherdipe Romaní Chibaqo IV Edizione”. L'evento di Barcellona si configura come un punto di svolta per la tutela del patrimonio linguistico Romaní in Europa.





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