mercoledì 6 aprile 2016

IL NEOLIBERISMO NON E' "FINITO" . PIUTTOSTO UN CAMBIO DI STRATEGIE PER AGGIRARE LA CRISI DA SOVRAPPRODUZIONE

IL NEOLIBERISMO NON E' "FINITO" . PIUTTOSTO UN CAMBIO DI STRATEGIE PER AGGIRARE LA CRISI DA SOVRAPPRODUZIONE


Antonello Boassa
Una parola Contro la Guerra




La conosci la storia di quell’uomo che precipita da un palazzo di cinquanta piani , e a ogni piano si ripete : fin qui tutto bene ,fin qui tutto bene , fin qui tutto bene … il problema non sta nella caduta ,ma nell’atterraggio “*

Il capitalismo precipita verso un ulteriore disastro ma sarà un disastro per la popolazione non per il "complesso politico-finanziario"* . Chi pagherà all’incanto saranno il “parco buoi “ * e i lavoratori impiegati nelle imprese “finanziarizzate".
La prossima bolla esploderà ( e non sarà una bollicina similcinese) e i guru alla George Soros ne sono consapevoli e ne sono consapevoli le banche centrali …
Si cercano , si dice , strumenti adeguati per “contrastarla” ( vedi accordo Basilea 3 che entrerà in vigore nel 2019 !) ma tali strumenti sono spuntati perché sebbene vengano introdotte regole di un certo peso ( 7% nel rapporto tra capitale e rischio ponderato contro il precedente 2% ) non si porta tale rapporto a un 20/30% che darebbe maggiori garanzie contro una possibile insolvenza mentre si favoriscono invece “un’eccessiva discrezionalità nell’assunzione del rischio “ , la mancanza “di norme stringenti sulla liquidità … e su come limitare la leva finanziaria “* e soprattutto è assente un progetto serio di contrasto al sistema ombra bancario illegale che favorisce il diffondersi di una criminalità quotidiana di fatto autorizzata .

Per il complesso politico-finanziario occidentale non si può fare altrimenti . Una regolazione seria del sistema finanziario che provenga dal ceto dominante non è fattibile in quanto fermamente impedito non solo dalle banche che avrebbero forti restrizioni nella riduzione del credito ma anche dall’imprenditoria che subirebbe danni non da poco per un’eventuale stretta creditizia .
E dunque nessuna strategia d’attacco contro il ripetersi di una nuova crisi economico-finanziaria . Il volano oggi accreditato dai governi occidentali per la “crescita “ e per la realizzazione del profitto è dato dal fluire ininterrotto del giuoco finanziario planetario che crea un “consumo” alternativo a quello miserrimo prodotto dalle attività produttive . Poco importa se non si è a conoscenza della reale quantità di titoli “tossici” vaganti come di quelli “in itinere” . Secondo alcune stime 54 volte il PIL mondiale . Poco importa perché le bolle sono sempre necessarie e utili perché fanno “ pulizia”.


Il neoliberismo come teorizzato dal suo supremo teorico Milton Friedman cambia pragmaticamente pelle , date le gravi difficoltà per la realizzazione del profitto a causa della “crisi” , e dunque richiede/pretende un deciso intervento della politica e dello stato . Non solo dunque la finanziarizzazione estrema che ha allontanato per quindici/venti anni la crisi da accumulazione produttiva ma anche la richiesta di un forte sostegno dello stato per salvare le banche “esuberanti”, per favorire liquidità , per interventi che ridiano fiducia ai risparmiatori … uno stato che perda naturalmente il suo ruolo di regolatore dell’economia e che acquisisca la dimensione di sportello al servizio della grande finanza … uno stato che tuttavia , secondo dottrina , va smantellato del suo patrimonio economico , immobiliare , demaniale , dei suoi beni comuni ,dei servizi essenziali per la popolazione .
Se è vero che viene ribadito il concetto di mercato come supremo regolatore indispensabile per l’economia , di fatto viene introdotta , con gli ultimi aggiustamenti pragmatici , una importante novità : la valutazione della non autosufficienza del mercato .

Comunque sia , anche con iniezioni di keynesismo militare e del lusso ( perché un super-ricco deve accontentarsi di un solo aereo personale quando potrebbe averne almeno tre ? ) , le prospettive future di una stagnazione permanente vanno in direzione di una ulteriore devastazione sociale ed ambientale di cui i guru della politica e della finanza occidentale sono consapevoli , come anche della necessità finanziaria di ulteriori guerre a " pezzi “*, di ennesimi atti indotti di terrorismo , della possibilità concreta di conflitto nucleare .

Ma sulle “magnifiche sorti e progressive” del finanzcapitalismo* avremo modo di ritornare .


Note:
*1) dal film "L'odio" di Mathieu Kassovitz cit. da M.Bertorello , D. Corradi ,Capitalismo tossico , 2011*2)L. Gallino ritiene tale definizione più appropriata di "complesso militare/industriale" .*3)definizione ironica sui piccoli risparmiatori che comunque hanno un'enorme importanza per il sistema bancario .*4) da " M. Bertorello , D. corradi , op. cit .*5) La definizione è di Papa Bergoglio che in seguito preciserà : "Io ho parlato di terza guerra mondiale a pezzi . In realtà non è a pezzi : è proprio una guerra".*6) vedi L. Gallino , Finanzcapitalismo , 2013

foto di Una parola contro le guerre.


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