lunedì 28 novembre 2022

Il diritto esiste in natura rifiutiamo l'obbligo vaccinale la libertà di scelta è un diritto!

la locandina per il sit-in del 29  fronte Tribunale di Cagliari

La mail PEC che il comitato spontaneo di autodifesa  "SaDefenza" ha inviato alla Corte Costituzionale , Al governo nazionale , al Prefetto, e al Presidente della regione Sardegna


"Pronunciamento obblighi vaccinali relativi al covid 19" proveniente da "sadefenza@pec.it"



NESSUN OBBLIGO VACCINALE PER I CITTADINI ITALIANI

Il 29 novembre 2022 la Corte Costituzionale si pronuncerà in merito alle norme che
hanno imposto gli obblighi vaccinali relativi al Covid 19.
Dopo più di due anni la Consulta si esprimerà su una situazione diventata ormai
insostenibile e paradossale: un obbligo vaccinale, su cui gravano rilevanti evidenze di
illegittimità, ancora previsto per alcune categorie di lavoratori.
A fronte di una norma motivata dallo scopo di “impedire la malattia e assicurare
condizioni di sicurezza in ambito sanitario”, infatti, l’obbligo vaccinale non soddisferebbe
affatto alcuno di tali requisiti, sia in riferimento alla salute pubblica (immunizzazione) come
affermato dagli stessi report degli istituti di vigilanza europei ed internazionali (AIFA,
Euromomo, Eudravigilance, ecc.), sia del singolo cittadino obbligato a un farmaco coperto
da segreto “militare” sconosciuto nei componenti quanto, per ammissione delle stesse
case produttrici, negli “effetti a lungo e medio termine – mentre si sa che nel breve termine
hanno già causato migliaia di decessi ed eventi avversi gravi;” (Trib. di Firenze, Sec. Sez.
Civile, n. 7360/2022).
All’unisono, in ambito giuridico è parere di diversi illustri costituzionalisti la
violazione di numerosi articoli della nostra Costituzione: in particolare almeno otto: artt. 1,
2, 3, 4, 32, 33, 34, 41, in netto contrasto con i diritti fondamentali della persona sanciti
anche dai trattati internazionali puntualmente ratificati dal nostro paese.
L’introduzione del green pass, nella forma imposta dal governo italiano,
diversamente da quanto previsto dalla normativa UE (anch’essa discutibile), ha reso
ulteriormente più evidente la significativa compressione di diversi diritti inviolabili come
quello della libera circolazione e del lavoro.
Nell’Ordinanza del Tribunale di Catania, Giudice del Lavoro del 14.03.2022, si
legge: “Non appare pleonastico ricordare che il diritto al lavoro costituisca una delle
principali prerogative dell’individuo, su cui si radica l’ordinamento italiano, che trova
protezione nell’ambito dei “principi fondamentali” della Carta costituzionale (artt. 1, 4) e
che viene tutelato, non solo in quanto strumento attraverso cui ciascuno può sviluppare la
propria personalità (art. 2), potendo così concorrere al progresso materiale e spirituale
della società (art. 4), ma innanzitutto perché costituisce il mezzo per assicurare alla
persona e al rispettivo nucleo familiare, attraverso la giusta retribuzione, il diritto
fondamentale di vivere un’esistenza libera e dignitosa (art. 36 Cost.)”.

Qualora la decisione della Corte Costituzionale tentasse di salvaguardare
giuridicamente l’azione politica dei governi Conte e Draghi durante il periodo della cosiddetta
“pandemia covid”, attraverso il sostegno della legittimità costituzionale di tutti gli atti
amministrativi emanati per limitare le libertà fondamentali e per impedire ai cittadini
danneggiati di attivare le possibili azioni risarcitorie nei confronti dello Stato, oltre
all’evidente legittimazione di un sopruso inaccettabile, aprirebbe un pericoloso precedente
giuridico atto a legittimare qualsivoglia “stato d’emergenza”, in frode al dettato
costituzionale e funzionale a dare il via libera a generalizzate, gravissime e illiberali
limitazioni della vita dei singoli e della collettività intera, cosi come d'altronde
tristemente già avvenuto.
E’ invece auspicabile che la Corte Costituzionale, con la sua sentenza, ponga fine
ad un lungo susseguirsi di ripetute, gravi violazioni di cui alcune ancora
incomprensibilmente in vigore pur in assenza di condizioni che ne giustifichino
l’applicazione.
Che prenda atto degli effetti avversi riconosciuti in connessione alle terapie
vaccinali, spesso irreversibili, come riportato dallo stesso Istituto Superiore della Sanità
(dati anch’essi sottostimati visto l’attivazione della sola vigilanza passiva), nonché degli
inconoscibili effetti a medio e lungo termine originati dalla totale assenza di ogni preventiva
e necessaria sperimentazione farmacologica dei prodotti utilizzati.
Alla luce delle recenti dichiarazioni rilasciate dal dirigente della Pfizer in audizione
presso il Parlamento Europeo, circa la mancata esecuzione da parte dell’azienda
farmaceutica delle sperimentazioni necessarie alla messa in commercio di tale farmaco,
appare oltremodo inaccettabile, oltre che politicamente e socialmente immorale, per uno
Stato che osa dichiararsi Civile, usare in deroga a qualsiasi criterio di prudenza e
precauzione, con azioni palesemente coercetive, i propri cittadini come cavie da
laboratorio a tutto vantaggio di industrie farmaceutiche private protette, con contratti
truffaldini e omertosi, da ogni possibile azione penale e civile.
In tale situazione di estrema incertezza dei cittadini e profonda, inaccettabile
ambiguità dimostrata dalle istituzioni statali nazionali ed europee, dalle industrie
farmaceutiche, nonché da una certa parte del mondo scientifico riconosciuto,

AUSPICHIAMO

al fine di ripristinare un minimo di fiducia verso le istituzioni e l’ordinamento giuridico
fondamento imprescindibile di uno Stato, una doverosa presa di posizione netta e limpida
da parte della Corte Costituzionale, senza alcuna ambiguità interpretativa, per ripristinare il
diritto inderogabile alla libertà di cura e riaffermare quella inviolabilità del corpo, sancita in
ben note Dichiarazioni internazionali, a cui lo Stato italiano non dovrà mai più venir meno.

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