venerdì 8 novembre 2024

Vaticano e Israele implicati nello scandalo hackeraggio in Italia, rivelano i file trapelati

ROMA — Un enorme scandalo di hacking che ha travolto l'Italia minaccia ora di estendersi oltre i suoi confini, coinvolgendo Israele, il Vaticano, il Regno Unito e la Lituania.


Dalle intercettazioni telefoniche della polizia sono emerse nuove accuse secondo cui tra le potenze straniere ci sarebbero coloro che si sono avvalsi di una società di investigazioni private con sede a Milano per penetrare nei database della sicurezza dello Stato allo scopo di ottenere informazioni segrete su attività finanziarie, transazioni bancarie private e indagini di polizia.

La società di intelligence italiana Equalize, che avrebbe hackerato informazioni su migliaia di persone, tra cui politici, imprenditori, atleti e persino musicisti, è accusata di lavorare per l'intelligence israeliana e il Vaticano, come dimostrano le intercettazioni della polizia trapelate ai media italiani.

Secondo le intercettazioni trapelate, i membri della rete di hacker, tra cui Nunzio Samuele Calamucci, l'uomo che i pubblici ministeri accusano di aver orchestrato il piano, hanno incontrato due agenti israeliani presso la sede dell'azienda a Milano nel febbraio 2023 per discutere di un incarico dal valore di 1 milione di euro.

Il lavoro era un'operazione informatica contro obiettivi russi, tra cui il "braccio destro" non identificato del presidente Vladimir Putin, e la scoperta della pista finanziaria che portava dai conti bancari di personaggi facoltosi al gruppo mercenario russo Wagner. Le informazioni avrebbero dovuto poi essere trasmesse al Vaticano.

Dai documenti trapelati non è chiaro perché l'intelligence israeliana e il Vaticano fossero coinvolti nella controversa azienda milanese e quali fossero le loro motivazioni nel richiedere informazioni su obiettivi russi, ma la loro presenza nel dossier ha ampliato notevolmente la portata della vasta indagine italiana.

Il Vaticano non ha risposto alla richiesta scritta di commento da parte di POLITICO.

Secondo le intercettazioni telefoniche, gli israeliani hanno proposto una partnership per scambiarsi informazioni, offrendo "tutti i documenti originali" del cosiddetto scandalo Qatargate dell'UE, che prevedeva accuse secondo cui persone legate al Parlamento europeo avrebbero accettato denaro o regali in cambio dell'esecuzione degli ordini dello Stato del Golfo a Bruxelles.

Hanno inoltre offerto all'azienda italiana informazioni che potrebbero aiutare uno dei presunti clienti di Equalizer, il colosso energetico italiano Eni, con informazioni sul "traffico illecito di gas iraniano con aziende italiane".

L'ambasciata israeliana a Roma ha rifiutato di rilasciare dichiarazioni.

Eni ha confermato in una nota di aver assunto Equalize per “un incarico investigativo a supporto della sua strategia e difesa in vari casi penali e civili”, ma ha affermato di non essere a conoscenza di alcuna attività illecita da parte della società.

Task force, riunitevi!

Ivan Scalfarotto, senatore del partito centrista di opposizione Italia Viva, ha dichiarato a POLITICO che il ruolo degli attori stranieri nello scandalo ha aggiunto "un'ulteriore dimensione preoccupante a un fenomeno che presenta rischi strategici per il Paese". | Riccardo Antimiani/EFE tramite EPA
I politici italiani sono in rivolta per il mega hacker a pagamento.

Ivan Scalfarotto, senatore del partito centrista di opposizione Italia Viva, ha dichiarato a POLITICO che il ruolo degli attori stranieri nello scandalo ha aggiunto “un’ulteriore dimensione preoccupante a un fenomeno che presenta rischi strategici per il Paese”.

Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha affermato mercoledì che l'attacco informatico "inaccettabile", che mirava a "ricattare, attaccare o fare pressione" sui politici, e le connessioni degli hacker oltre i confini nazionali lo hanno reso "molto più grave".

Tajani ha ordinato la creazione di una task force per proteggere il suo ministero e le ambasciate italiane all'estero.

È probabile che altri Paesi vengano coinvolti nell'inchiesta italiana.

Calamucci, che in precedenza si vantava di aver penetrato il Pentagono con il collettivo di hacktivisti Anonymous, faceva spesso riferimento a decine di hacker che lavoravano per lui a Colchester, in Inghilterra. L'azienda ha anche utilizzato server negli Stati Uniti e in Lituania, dove si sentiva meno vulnerabile, secondo documenti trapelati.

Secondo quanto riportato dai media italiani, la procura ha ordinato il sequestro di un server in Lituania e sta valutando se inoltrare una richiesta agli inquirenti nel Regno Unito.

Quattro indagati, attualmente agli arresti domiciliari in relazione al caso, si sono presentati giovedì all'udienza a Milano, ma hanno rifiutato di rispondere alle domande del giudice.

Antonia Augimeri e Paolo Simonetti, avvocati dell'ex investigatore di polizia Carmine Gallo, socio di Equalize, e del consulente IT Calamucci, hanno affermato che Gallo intendeva opporsi alle accuse, ma che avrebbe potuto avere una discussione "fruttuosa" con gli investigatori solo dopo aver visionato tutti i documenti legali.

Calamucci è "intenzionato a chiarire la sua posizione" non appena verrà delineato un quadro completo dell'indagine, hanno affermato gli avvocati. Alcune delle accuse sollevate contro di lui "sono empiricamente irrealizzabili", hanno aggiunto gli avvocati.

Da politico.eu

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