IL GRAFOLOGO Romanzo di Mariano Abis Nona parte
Siamo appena saliti in macchina quando due carabinieri mi consegnano un dispaccio che mi intima di rientrare immediatamente a roma. Arriviamo a civitavecchia in tarda mattinata, siamo a roma nel primo pomeriggio, percorrendo le strade, anche quelle periferiche, notiamo una strana atmosfera, capannelli inusuali di persone che discutono, incontriamo un piccolo, improvvisato corteo, siamo circondati da una insolita atmosfera, decidiamo di interrompere il viaggio e informarci su cosa stia succedendo, e le notizie che riceviamo non sono per me così strampalate come potrebbero apparire, immaginavo che la situazione si sarebbe potuta evolvere verso una conclusione che a me appariva logica. E’ stato compiuto giorni fa un attentato contro il capo del governo, e la sua reazione immediata è stata la limitazione drastica delle libertà personali della gente. Sono stati sciolti i partiti e azzerata la libertà di stampa; il traballante, insicuro sistema democratico che arrancava finora, non esiste più, l’antico giornalista socialista si è trasformato in dittatore.
Il mio pensiero va a Lupo.