martedì 31 gennaio 2023

Su xibiru, meris in domu nosta.





Su xibiru, meris in domu nosta.

"Prego tutti coloro che cercano di far intervenire a mio favore quei soggetti che si identificano come indipendentisti, ma che invece sono tutti quanti rispettosi delle leggi italiane che opprimono il popolo sardo: né a me, né a nessuno di noi serve il loro sostegno."
Doddore Meloni.

Questa frase è di una inaudita potenza devastante, ma non ancora del tutto compresa dal mondo "indipendentista", specie da coloro che ambiscono a "poltrone o favori italiani" in terra di Sardegna.
Il buon contadino separa il grano da elementi inutili (o dannosi), per me e per molti altri Doddore è stato "su xibiru" che separa nel mondo indipendentista chi ha elevate intenzioni patriottiche, da chi ha infime urgenze (anche elettorali), che collimano con le strategie nascoste e colonizzanti sulla nazione sarda, che non necessariamente hanno la loro genesi in italia, ma piuttosto nate da bisogni mondialisti, appiattenti e livellanti, tipici dei modi di operare delle fetenzìe globalizzanti.
Oramai è ben noto a tutti che gli argini al mondialismo imperante sono, checchè ne dica la propaganda di regime, sani principi ancestrali e nazionali e altrettanto positivi bisogni della gente, etichettati dalle televisioni del potere come beceri populismi.
E comunque professarsi indipendentisti senza sapere quando grande è stato il nostro popolo in tempi antichi, senza aver studiato la grande civiltà sarda, non serve a niente.
E comunque pensare che sviluppare economicamente la nostra nazione sia la strada maestra per la libertà, è una illusione.
La strada maestra è sapere chi siamo stati, da chi discendiamo, è incentivare il nostro orgoglio di popolo, acquisire cultura e juste informazioni, discernere tra i messaggi scolastici e mediatici fetenti che tendono a screditare la nostra storia, e le nostre genti, e le juste azioni compiute da eccellenze della nostra nazione, è fondamentale.
E' altamente meritorio fare fronte comune durante manifestazioni indette per tastare il polso ai politici italiani che siedono in regione, ma non basta.
Non basta manifestare per informare i politici, che "vi faremo sapere", quando pensiamo che un patriota ucciso da uno stato democida, un anno fa "se la è cercata".

E non basta nemmeno compiere azioni dimostrative tendenti a protestare, se lo scopo ultimo è chiedere.
E non basta attivarsi contro sfratti e pignoramenti, se si pensa che il nostro compito sia finito nel momento in cui le forze dell'ordine se ne vanno senza aver compiuto la "missione".
A queste emergenze bisogna lavorare in maniera continua, intelligente e costruttiva per trovare soluzioni, e la soluzione non può essere attivarci ogni volta che un nostro fratello rischia di perdere i suoi beni.
E comunque non basta lottare per le emergenze, senza una corretta strategia che guardi al futuro.
Ben vengano le manifestazioni che certificano la nostra indisponibilità ad accogliere scorie e migranti, scendere in pazza per contrastare lo spopolamento della nostra nazione, lo stupro della nostra terra, se dobbiamo sempre delegare le decisioni ad uno stato straniero.
Non serve andare a votare alle elezioni indette da chi ci colonizza, il cappello in mano di fronte a chi rappresenta lo stato non ha mai portato risultati decenti, solo illusioni.
Non basta essere un assiduo commentatore della voce dei sardi, se non si conosce la differenza tra stato e nazione, tra indipendenza e libertà.
Non serve aver capito che industrializzazioni imposte dall'altro siano penalizzanti per la nostra nazione, oggi lo abbiamo capito, ieri no.
E quello che oggi ci sembra di aver capito, domani sarà superato, la storia è ciclica, la Sardegna è rurale, contadina, le nostre eccellenze derivano tutte dalla nostra ruralità a misura di uomo.
Ieri avevamo la smania di abbandonare in fretta la civiltà contadina che ha fatto grande il nostro popolo.
E' finalmente ora di tornare sui nostri passi.
E comunque non è sufficiente disertare i centri commerciali, e fornirci di cibo dal nostro vicino contadino, se non abbiamo capito cosa sono le multinazionali, le imposture della grande industria commerciale, la truffa della società dei consumi.
E comunque gli indipendentisti nostrani sanno che senza libertà decisionale non può esistere sviluppo, bontà loro lo hanno capito, salvo affermare in maniera convinta di essere "anche" italiani, se non europei, o "cittadini" del mondo.
Se conoscessero la vera condizione di "essere cittadini" forse ragionerebbero diversamente.
E' inutile dichiararsi indipendentisti, se poi si aggiunge alla definizione la parola " di sinistra".
Lascio a voi, a voi che usate il cervello, valutare se la libertà può essere di destra o di sinistra, dal canto mio ho compassione di loro, dimostrano che hanno il cervello devastato dalle ideologie.
E comunque chi si vanta di essere indipendentista, e conosce i personaggi storici che hanno attraversato la nostra terra, solo da frequentazioni scolastiche, non è un vero indipendentista.
Gente che conosce Grazia Deledda, personaggio costruito dal sistema dominante, e ignora Francesca Sanna Sulis, eccellenza popolare che non viene menzionata dai libri scolastici.
E comunque chi si vanta di essere indipendentista, e non ha mai studiato macro economia, la funzione della moneta, le tecniche elitarie di distrazione di massa, chi non ha studiato la globalizzazione e il mondialismo, non è un vero indipendentista.
Chi non ha capito che lo stato non potrebbe, e non deve, imporre imposte alla gente, se non in casi particolarissimi, non ha capito cosa sia la vera libertà, non ha capito a cosa servono gli stati attuali, non ha capito che da millenni una manica di famiglie criminali specula sulla dabbenaggine della gente.
Chi pensa che una millantata autonomia sia utile alla nostra gente, non ha capito che la conquista della libertà, finalizzata alla costruzione di una società etica e meritocratica, l'affermazione del Diritto Divino, è il bene supremo a cui tutti gli indipendentisti, e tutti gli esseri umani dovrebbero ambire.
E comunque, se non lo avete capito, la politica, quella statale e quella regionale, è distrazione di massa.
Dal canto mio osservo voi e osservo le mie regole individuali che riassumo così.
PRIMO >L'italia e le sue forze militari dislocate in terra di sardegna sono abusive.
SECONDO> le elezioni regionali sono elezioni italiane.
TERZO, > partecipare alle elezioni italiane in terra sarda, significa riconoscere la legittimità dell'italia a occupare la nostra terra.
QUARTO> i sardi non sono italiani, anche se qualche sardo crede di essere italiano.
QUINTO > Le prossime elezioni alle quali parteciperà jolao saranno quelle nazionali sarde.
SESTO> la sardegna e il suo popolo sono nazione, nazione che ha diritto, che lo voglia o no l'italia, a lottare per la propria autodeterminazione.
Le energie che dovremmo mettere in campo sono per trovare soluzioni che decolonizzano, i partiti politici nati in terra di sardegna o altrove, non possono decolonizzare un bel niente, perchè agiscono secondo il diritto interno del colonizzatore, e quindi che facciamo?
Facciamo organizzare il cenone di natale al cappone sacrificale?
Questo fanno i partiti indipendentisti italiani, se per voi tutto questo non è chiaro, non so più cosa scrivervi, farò un disegnino.
Le ideologie politiche, peggio ancora quelle partitiche, non giovano alla causa di libertà per la nazione sarda, il nostro obbiettivo non è (o non dovrebbe essere) quello di interessarci di politica italiana (la politica regionale sarda è politica italiana, smentitemi se ci riuscite) ma di puntare dritto alla liberazione della nostra terra,

 

1 commento:

gionanellabalena ha detto...

Popolo sardo...che tristezza.

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