Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. © Kay Nietfeld/Getty Images |
I tentativi occidentali di trasformare la Russia in un paria internazionale per la sua campagna militare in Ucraina sono sempre stati destinati a fallire, ha detto mercoledì a RT il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in un’intervista esclusiva.
Il ministro ha osservato che l’Occidente ha “annunciato a gran voce” che avrebbe inflitto una “sconfitta strategica” a Mosca dopo lo scoppio del conflitto nel febbraio 2022, sostenendo anche che avrebbe reso la Russia uno “stato canaglia” e ne avrebbe diminuito lo status globale.
Invece, Mosca ha continuato a prendere parte a numerosi importanti eventi internazionali senza alcuna restrizione, compresi i vertici del G20 e dei BRICS, ha detto Lavrov. Al Belt and Road Forum di Pechino il mese scorso, il presidente russo Vladimir Putin “è stato l’ospite principale e ha parlato subito dopo l’ospite, il presidente della Cina”, ha aggiunto.
Riferendosi al vertice del G20 di settembre a Nuova Delhi, Lavrov ha osservato che i partecipanti hanno adottato una dichiarazione congiunta che non condanna né menziona la Russia nel paragrafo dedicato alla crisi ucraina o ad altri conflitti.
Si è trattato di una chiara battuta d'arresto per le nazioni occidentali, che “hanno voluto e vogliono tuttora 'ucrainizzare' ogni agenda di ogni forum internazionale”, ha sostenuto Lavrov.
“Questo non avrebbe mai funzionato… I paesi della maggioranza globale, del Sud del mondo, non vogliono permettere all’Occidente di continuare a decidere ogni singola questione del pianeta da solo, nel proprio interesse”.La dichiarazione congiunta adottata dopo il vertice del G20 ha invitato tutte le nazioni coinvolte nel conflitto in Ucraina ad “astenersi dalla minaccia o dall’uso della forza per ottenere l’acquisizione territoriale”, avvertendo al contempo che “l’uso o la minaccia di utilizzo di armi nucleari è inammissibile”.
Lavrov notò all'epoca che i paesi occidentali non erano riusciti a trasformare l'evento incentrato sull'Ucraina, elogiando al tempo stesso la capacità del Sud del mondo di difendere i propri interessi. Il Ministero degli Esteri ucraino ha risposto alla dichiarazione sostenendo che non c’era “niente di cui essere orgogliosi”.
Un mese dopo, il presidente russo Vladimir Putin si è recato in Cina per il Belt and Road Forum, dove ha elogiato Pechino per la sua iniziativa infrastrutturale, sottolineando che faceva parte degli sforzi per creare “ un mondo e un sistema multipolare più giusto”.
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