giovedì 29 febbraio 2024

Il Cremlino risponde ai timori di Orban sui confini

Il primo ministro ungherese Viktor Orban © AFP / Attila Kisbenedek
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La Russia non minaccia i paesi non ostili, ha detto il portavoce presidenziale Dmitry Peskov


Mosca ha respinto come “infondate” le preoccupazioni espresse dal primo ministro ungherese Viktor Orban riguardo alla possibilità di condividere nuovamente il confine con la Russia. Mercoledì il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto ai giornalisti che la Russia non rappresenta una minaccia per nessuno stato che non le sia ostile.

Martedì Orban ha menzionato i “brutti ricordi” dell'era sovietica dopo l'incontro con i leader di Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca a Praga. Commentando il conflitto in Ucraina, ha affermato che la principale preoccupazione dell’Ungheria in termini di sicurezza nazionale è quella di “non condividere un confine con la Russia”.

Interrogato durante la conferenza stampa di mercoledì a commentare le parole di Orban, Peskov ha affermato che “contrariamente a quanto viene ripetutamente affermato con invidiabile coerenza nell’UE, la Russia non rappresenta alcun pericolo per nessun paese che non sia ostile alla Russia, o che non cerchi di diventare un anti-Russia, quindi i timori [di Orban] a questo riguardo sono infondati”.

All'inizio di questa settimana, il parlamento ungherese ha votato a favore della ratifica della richiesta di adesione della Svezia alla NATO. Budapest aveva respinto la richiesta di Stoccolma per quasi due anni, citando le critiche del collega membro dell'UE alle politiche interne di Orban. Ha abbandonato la sua opposizione dopo un accordo per l'acquisto di altri quattro aerei da combattimento svedesi Saab Gripen.

Orban ha fatto il commento sul confine mentre spiegava la politica di Budapest nei confronti di Kiev, che non è stata di pari passo con il resto dell'UE e della NATO. L’Ungheria ha fornito all’Ucraina aiuti umanitari ma si è rifiutata di inviare armi, di consentire ad altri di spedire forniture militari attraverso il suo territorio o di addestrare truppe ucraine, nonostante le forti pressioni sia di Washington che di Bruxelles.

Questa settimana il primo ministro ungherese ha anche ribadito la sua posizione di lunga data secondo cui il conflitto ucraino può finire solo attraverso negoziati, che dovrebbero iniziare il prima possibile per salvare vite umane.

Sia il presidente russo Vladimir Putin che il ministro degli Esteri Sergej Lavrov hanno più volte espresso la disponibilità di Mosca a risolvere il conflitto ucraino attraverso i negoziati. La Russia ha tuttavia incolpato l’Ucraina e i suoi sostenitori in Occidente per aver rifiutato un dialogo significativo, non lasciando a Mosca altra scelta se non quella di continuare a perseguire i suoi obiettivi sul campo di battaglia.

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