Mauro Pili
Terra di nessuno. Come se quelle pendici a ridosso dell’Oasi del Cervo, dominate dal Monte Arcosu, fossero diventate di colpo zona franca, dove tutto è consentito, dove le leggi dello Stato e della Regione si sono fatte in un attimo carta straccia. I Palazzi di Roma questa volta sono stati solerti come non mai, pronti a chiudere occhi e ignorare vincoli e divieti. Un blitz, si potrebbe dire. Questa storia, però, fatta di prugne annientate e paradisi fiscali che incombono, è molto di più. È l’ultima prova di forza di uno Stato “padrone” che non guarda in faccia a nessuno, che ignora la storia, calpesta le norme, cancella senza colpo ferire le più elementari regole della “leale” collaborazione tra Regione e Comuni, se ne infischia di natura, patrimonio ambientale e paesaggio.