sabato 3 giugno 2023

Un popolo in difesa del suo territorio

Grano non bombe
di Mariella Camedda

Un popolo in difesa del suo territorio

 “In mille a Cagliari contro esercitazioni e basi militari”

Così titola L’Unione Sarda.it alle 20.15 di ieri 02 giugno 2023 in occasione della manifestazione tenutasi ieri con un pacifico corteo che dal Poetto, passando per le caserme del lungomare, è giunto fino a Cagliari.

Tra le molte sigle, associazioni e movimenti presenti, immancabile  Sa Defenza  pronta a  ribadire il suo dissenso tanto alle servitù militari, quanto alle guerre, a cominciare, come ricordato  dallo stesso Valter Erriu nel suo intervento, da quella che lo Stato, con il lockdown, il coprifuoco, l’imbavagliamento, la privazione del lavoro e coercitivi trattamenti sanitari, ha messo in atto  contro i suoi cittadini.

Quanto  si faccia scempio della nostra Isola a buon mercato è un dato di fatto tristemente confortato dai dati: dati  che si fanno sempre più evidenti e che rischiano un’escalation viste le pressioni per ulteriori espansioni e allargamenti delle aree di territorio già coinvolte o da dedicare all’industria degli armamenti.


Trentacinquemila (35mila) ettari di territorio sardo sotto vincolo di servitù militare; oltre 20mila chilometri quadrati di mare (pari quasi all’estensione dell’intera Sardegna), interdetta alla navigazione, alla pesca e alla sosta in caso di esercitazione.

Grave inquinamento ambientale per l’uso di armi all’uranio impoverito e al torio (17 tra le più belle spiagge al mondo potrebbero essere contaminate per sempre); pericoli per la salute di persone e animali: malformazioni genetiche e forme tumorali in età giovanile, come la leucemia.

Danni all’economia ed impoverimento sociale: gli insediamenti militari e le loro attività sono, per i Comuni interessati, limiti all’uso del territorio nei proprio programmi di sviluppo economico; incidenza sulle risorse finanziare della Regione, a buona ragione, utilizzabili per ben altri fini (anche nel 2023 saranno ripartite dalla Giunta regionale 5.124.524 euro a favore dei Comuni maggiormente gravati dalle servitù militari).

Possiamo ancora ignorare tali evidenze?  Ignorare i soprusi subiti con il tacito assenso di Amministrazioni  Regionali  dimostratesi, in tutti questi anni e al di là del colore di rappresentanza,  incapaci anche solo di porre un freno a tanta arroganza?


Ma che cos’è la NATO (1949)?

Una qualsiasi ricerca sui siti ufficiali vi condurrà a simili affermazioni:

‹‹Alleanza politica e militare fra Paesi dell’Europa e dell’America del Nord. La Nato promuove i valori democratici e consente ai membri di consultarsi e collaborare in materia di difesa e sicurezza per  risolvere i problemi, creare fiducia e, nel lungo termine, prevenire i conflitti. La NATO si impegna a risolvere pacificamente le controversie. 

EPPURE

Questa organizzazione definita “difensiva”, ha  un Esercito permanente integrato, un Comando militare che lavora 24 su 24 con un Comandante supremo che è in realtà un Capo di stato maggiore (sempre americano), che fa quello che fanno tutti i capi di stato maggiore, cioè preparano la prossima guerra.

Che dire, poi, della supposta Alleanza”.

E’ possibile definire alleato chi usurpa i nostri territori;  sperimenta sui nostri territori e sulla nostra pelle armi e tecniche di guerra chiamandole  esercitazioni;  dirige la nostra politica estera, vincola le nostre alleanze,  impone sanzioni per noi controproducenti,  limita la nostra politica economica;

e,

con  la connivenza di una classe politica priva di spina dorsale e totalmente asservita, fa carta straccia dei dettami della nostra Carta Costituente che fa della “non belligeranza” e del dialogo diplomatico tra i popoli il fine primo di questo Nazione? 

La NATO non è un’alleanza difensiva,  ma una forza aggressiva e destabilizzante che pesa,  con cifre sempre più insostenibili,  si parla di più 80 milioni di euro al giorno,  sulle economie degli Stati  di fatto resi  Colonie  e ad essa asserviti.

In nome di questo Patto ingiustificato e ingiustificabile e nella totale inconsapevolezza della maggioranza della popolazione,  noi accettiamo di essere  Pacifisti per la guerra, collaboratori attivi di un perenne stato belligerante messo in atto in tutti questi anni, a vario titolo, in altri territori e a danno di altri popoli.


Sapete quanti Stati sono stati  bombardati  dagli USA dopo la Seconda Guerra Mondiale?          Corea e Cina (1950-53), Guatemala (1954), Indonesia (1958), Cuba (1959/1961), Guatemala (1960), Congo (1964). Laos (1964/1973). Vietnam (1961/1973), Cambogia (1969/1970), Guatemala (1967/1969), Grenada (1983), Libano, Siria (1983,1984), Libia (1986), El Salvador (1980), Nicaragua (1980), Iran (1987), Panama(1989), Iraq (1991,Guerra del Golfo), Kuwait (1991), Somalia (1993), Bosnia (1994/1995), Sudan (1998), Afghanistan (1998), Jugoslavia (1999), Yemen (2002), Iraq (1991/2003, USA/UK), Iraq (2003/2015), Afghanistan (2001/2015), Pakistan (2007/2015), Somalia (2007/2008, 2011), Yemen (2009,2011) Libia (2011,2015), Siria (2014/2015).
(Pubblic. Ambasciata cinese)

Lascio a voi le considerazioni sull’attuale  conflitto a cui non solo stiamo assistendo, ma che ci vede attivamente coinvolti con un assurdo e infame sostegno agli armamenti.

Che dire, poi,  del fronte kosovaro, nel territorio che ospita credo la più grande base americana in Europa, ben 400 ettari, e dove a seguito degli scontri con i Serbi, al nord del Kosovo, sono stati feriti 14 militari italiani, inviati sul territorio con stanziamenti di forze Nato.

Chi soffia venti di guerra  alle porte di casa nostra?

Alla  luce di tutto questo c’è una sola parola d’ordine, una sola strada possibile per noi e per il                    nostro  futuro,  FUORI LA NATO DALLA SARDEGNA.


Riportiamo i video , un sunto della bella manifestazione a Cagliari che tra balli, interventi dei vari gruppi movimenti e associazioni si dipana e sfila accanto alla basi militari a Marina Piccola 


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