al porto di Oristano foto di Cristi F. |
Ieri , dopo tempo si preannuncia il movimento di mezzi, ricordiamo prima che venerdì 12 pomeriggio alle 18,00 si è svolta una assemblea popolare in piazza di fronte al comune di Santa Giusta con la presenza del Sindaco e dell'assessore all'ambiente, oltre che di persone del calibro di Salvatore Garau artista scultore e autore della statua dedicata all'anguilla cui è stat posto un lenzuolo per tutta la sua lunghezza per contestare l'immobilità della Regione Sardegna e spronare ad agire per cacciare questa nuova invasione coloniale, mentre come si diceva ieri sera dopo ore dal carico delle torri sui camion speciali, si è adempiuto il dramma del trasporto delle pale fuori dal porto dei Oristano, quanto si attendeva e temeva da tempo si è verificato ieri notte.
Il messaggio per la richiesta di mobilitazione |
Mario Guerrini ex giornalista RAI percepisce, quanto avvenuto al porto di Oristanoe ne descrive il danno morale etico e politico cui siamo soggetti oggi in questa patria sarda maltrattata e vessato dai soliti colonialisti, e scrive:
Dopo 5 anni di distruzione istituzionale. Con Alessandra Todde speravo, da sardo devoto alla "sardità", di avere segnali diversi. Tre mesi di Governo sono pochi. È vero. L' ho scritto proprio ieri. Ma i segnali che arrivano, davanti alle emergenze, mi lasciano perplesso. A cominciare dalla battaglia contro l'eolico e il fotovoltaico. La Sardegna è purtroppo prigioniera dello Stato. Oppressivo. Quelli che ci troviamo di fronte oggi sono i risultati dell' incuria amministrativa di cinque anni di Salvini e di Solinas. Con un retroterra che affonda le radici negli ultimi venti anni. Alessandra Todde, pentastellata, sta dando segnali errati. Lo dico con dolore. Il suo apparato presenta tracce di nomi di discendenza leghista-sardista nei posti chiave. Quasi a continuare la filosofia dei 5 anni del peggior governo della storia della Sardegna. Speravo in una Presidente più presente nella lotta pacifica che il popolo sta affrontando davanti alle emergenze lasciate da altri. Come la "rivolta degli ulivi" a Selargius, l' abbraccio di cittadini pacifici a Terra Mala contro il Tyrrhenian Link, la simbolica opposizione di ieri notte di manipoli di sardi indignati per i mostri eolici che si muovevano con la loro sinistra imponenza verso i Paradisi della Terra dei 4 Mori. È la volontà popolare che emerge. Civilmente e pacificamente. La presenza della Governatrice sarebbe stata, anche se per pochi istanti, per pochi minuti, un segnale forte e diverso rispetto al passato. Non solo verso i conterranei, ma anche verso l'opinione pubblica nazionale. Un segnale dal significato rivoluzionario, con la Governatrice solidale con il suo popolo nelle battaglie democratiche e pacifiche contro le angherie di Roma e di Bruxelles. Per la prima donna alla guida della Sardegna sarebbe stato un successo straordinario. Per gli oppressori una catastrofe. Almeno sul piano mediatico.
Sotto il video della registrazione in diretta di ieri notte dal presidio e blocco del camion riprese fatte da SadignaNatzioneTV
Pensiamo che dopo questo confronto che ha prodotto sicuramente un'aspetto molto positivo, la non violenza e la determinazione di tutti i presenti , dunque un forte intento di rifiuto della transazione ecologica che si è rivelata per quel che in realtà è ovvero una transizione energetica speculativa finanziaria , che si accaparra i fondi del PNNR perciò a debito dei contribuenti italici a tutto beneficio delle multinazionali come Vestas e finanziarie in testa BlackRock il cui padrone sappiamo tutti essere le famiglie Rothschild e Rockefeller
Certo come dicevamo un effetto positivo è sicuramente la presenza dei media che hanno esposto al pubblico la violenza del sistema contro la nostra bella terra, ma ci chiediamo quale strategia e che azioni fare per poter bloccare per sempre questo mostro in corso d'opera?
Non vi è dubbio che è necessario l'intervento politico legiferativo della RAS per fermare quanto stiamo subendo , non solo con la moratoria della Todde , una legiferazione sul nostro patrimonio ambientale e urbanistico , come indicato dalla Corte Costituzionale , riprendiamo un cenno di Mauro Pili sull'argomento:
I quesiti sono espliciti: può la Regione sarda pianificare l’uso del proprio territorio? Può legiferare in materia urbanistica-energetica senza confliggere con le competenze dello Stato? Con quella norma contrastata da Roma la Sardegna aveva deciso che si poteva variare la destinazione urbanistica sulle aree gravate da usi civici a condizione che il Consiglio comunale avesse accolto la richiesta di “variante” con i due terzi dell’assemblea civica. In pratica una norma che andava ad incidere su tre diversi livelli di “competenza” statutaria e costituzionale.Inoltre crediamo che la mobilitazione popolare non basta a fermare questi mostri arrivati nel porto di Oristano, ma, crediamo sia necessario interfacciarci con i sindacati dei portuali per fare azione comune , intanto facendo in modo che venga dichiarato lo stato di agitazione permanente con possibili scioperi a macchia di leopardo che non garantisca il carico e scarico in questo periodo di agitazione di queste pale e torri sui mezzi, questo per mettere in difficoltà oltre il carico delle merci permette di pendere tempo affinchè si apra un contenzioso stato regione e si arrivi a una via d'uscita, la cosa importante dichiarare il blocco delle merci fino alla scadenza con la data da decidere a livello assembleare con il presidio esterno che si attiva per bloccare il cancello del Porto.
Il primato “urbanistico”
Il primo: la modifica urbanistica di quell’area in base all’art.3, lettera «f», dello Statuto che assegna alla Regione sarda competenza primaria su «edilizia e urbanistica». Il secondo: derubricare un terreno gravato da «Usi Civici» in area per la produzione di energia rinnovabile, in ottemperanza alla lettera «n» dello stesso art.3 della norma statutaria. Il terzo: un intervento legislativo in materia di energia avvalendosi del comma 4, lettera «e», dello Statuto che assegna alla Regione competenza concorrente su «produzione e distribuzione di energia elettrica». Chi ha impugnato la legge sarda, il Governo Meloni, non si è, ovviamente, preoccupato del fatto che la Regione volesse realizzare un parco eolico in un’area dichiarata “inidonea” dal Decreto Draghi in quanto gravata da «Uso Civico», cambiandone di fatto lo status e la destinazione urbanistica, ma l’angoscia degli uffici di Roma era ben più rilevante: quella legge poteva diventare sullo scacchiere energetico un precedente “pericoloso”.
Inoltre l'azione politica della Regione per allontanare le forze dell'ordine in quanto non si tratta di un problema di ordine pubblico ma esclusivamente di rapporto civile tra le parti in essere : le multinazionali , i lavoratori portuali e le associazioni esterne per una contrattazione che porti al blocco di questi mostri in terra sarda, i comitati e associazioni continuano a mantenere attivo il presidio permanente, sino come anzidetto alla fine del contenzioso.
Per quanto concerne l'off-shore crediamo si debbano attivare immediatamente le nazioni e gli stati sulla stessa falsariga dei trattati che concernono le zone umide come ad esempio per capirci meglio: La Convenzione sulle Zone Umide (Ramsar, Iran, 1971), denominata "Convenzione di Ramsar", è un trattato intergovernativo che fornisce il quadro per l'azione nazionale e la cooperazione internazionale per la conservazione e l'uso razionale delle zone umide e delle loro risorse. Alla stessa stregua si deve porre le basi per una convenzione che impedisca l'installazione delle torri e pale eoliche in alto mare, nei mari non territoriali oltre le 12 miglia, le acque per convenzione internazionali , ove deve essere posto il divieto di installare torri eoliche devastanti per i fondali e ambiente marini e le specie ittiche...
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