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18 ottobre 2025 Niamh Harris

Niamh Harris
Papa Leone XIV, come prima di lui Papa Francesco, ha elogiato un sacerdote ora defunto che avrebbe scritto di aver portato a letto dei ragazzi e di aver abusato sessualmente di loro.
Ha perfino definito profeta il sacerdote in questione!
Don Lorenzo Milani (1923-1967) non era un profeta. Era un sacerdote che scriveva lettere così vili che persino i suoi ammiratori arrossiscono a citarle.
LifeSiteNews riporta: Parlando ai pellegrini della diocesi di Toscana riuniti in piazza San Pietro l'11 ottobre, Papa Leone XIV ha esortato "ogni nostra comunità cristiana a un risveglio dell'evangelizzazione e a un discernimento sulle forme di presenza ecclesiale nel territorio". Poi ha continuato:
Don Lorenzo Milani, profeta della Chiesa toscana e italiana, definito da Papa Francesco “testimone e interprete della trasformazione sociale ed economica, aveva come motto ‘I care’, cioè ‘mi importa, mi interessa, mi sta a cuore’”.
Sfortunatamente, ciò che contava per Milani tanto quanto o più della difficile situazione dei poveri erano i ragazzi.
"Quelle parole, pronunciate davanti a migliaia di persone, erano deliberate", ha scritto Chris Jackson in un post su Substack molto critico nei confronti del Pontefice. "Richiamavano le precedenti lodi di Francesco allo stesso uomo. Leone sapeva esattamente cosa stava dicendo. Stava canonizzando la corruzione".
"Don Lorenzo Milani (1923-1967) non era un profeta. Era un prete che scriveva lettere così vili che persino i suoi ammiratori arrossiscono a citarle", ha osservato Jackson, che ha citato una lettera oscena scritta da Milani nel 1959:
Se c'è un pericolo per la mia anima, non è certo quello di aver amato troppo poco, ma quello di aver amato troppo – cioè fino al punto di portarli a letto. E poi, chi potrà mai amare i ragazzi fino in fondo senza, alla fine, metterglielo nel sedere, se non un maestro che, insieme a loro, ama anche Dio, teme l'inferno e anela al paradiso
vedi anche https://www.giovannidallorto.com/lettere/milani.html
"Queste sono le parole dello stesso Milani, pubblicate dai suoi sostenitori", ha osservato Jackson. "Sembrano il diario di un predatore; un miscuglio empio di pietà e perversione. Rivelano una mente che confondeva l'affetto con la lussuria, la santità con la malattia. Nulla in esse parla di santità, solo della corruzione dell'innocenza mascherata da sensibilità spirituale"."Questo è l'uomo che Leone XIV chiamava profeta", ha detto Jackson. "Che Francesco chiamava un modello per i sacerdoti! Un prete che fantasticava apertamente di atti sessuali con ragazzi viene ora presentato come modello di 'una Chiesa che si prende cura'. È osceno. È il capovolgimento di tutto ciò che un tempo rappresentava la Chiesa di Cristo".
"Onorare una figura del genere è una profanazione", ha dichiarato Jackson. "Dichiara al mondo che la carica più alta nella Chiesa non fa più distinzione tra peccatori feriti in cerca di redenzione e predatori che glorificano la propria depravazione"
Le lettere di Milani "sono la prova di un cuore che bramava le stesse anime che era stato ordinato di proteggere", ha detto Jackson. "Il fatto che Roma potesse leggerle e allo stesso tempo appiattire il loro autore con la parola profeta è la misura più vera di quanto sia caduta la gerarchia".
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