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giovedì 23 maggio 2019

Escatologia cristiana - La Venuta intermedia di Gesù


Escatologia cristiana - La Venuta intermedia di Gesù


Vittoriano Mezzi
Sa Defenza 

Visto l'acceso dibattito nel mondo cattolico attorno alla discussa figura di Bergoglio e le contestazioni che il popolo cattolico rivolge al Papa di non avere a cuore la Chiesa cattolica , ma di essere assorto nelle cose del mondo , come  la politica migratoria e le politiche legate alle élite globaliste di Soros e compagni; riteniamo giusto pubblicare questa riflessione spirituale che abbiamo ricevuto e che giriamo ai nostri lettori interessati alla Parusia e alla fine dei tempi. Sa Defenza


Alla luce della fede cattolica ricordiamoci che :

”Anche se la Rivelazione (pubblica) è compiuta,
non è però completamente esplicitata”
(cioè appieno spiegata, compresa, sviluppata).
( CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA - CCC al n. 66 )

...

Nell'ora presente a me pare che il compito fondamentale di tutti i cristiani sia quello di cooperare
alla preparazione della venuta del glorioso Regno di amore di Gesù .


In realtà Gesù non annunzia soltanto il Regno di Dio, Gesù di Nazareth è l'evangelizzazione in atto nella pienezza dei tempi...

"La Chiesa militante e ogni singolo cristiano vive nella realtà escatologica di una salvezza raggiunta del "già" e "non ancora": il Regno di Dio è già tra di noi, partecipiamo già al Banchetto Celeste; ma questa partecipazione al Regno di Dio e a questo Banchetto non è ancora stata realizzata nella sua forma finale, definitiva. La Chiesa, quindi, vive nella speranza di ottenere questa pienezza finale, una speranza rafforzata dal fatto di partecipare già alle promesse escatologiche. La promessa della salvezza finale tramite le grazie di Gesù Cristo viene sperimentata come "già" presente in maniera preminente nell'Eucaristia: in quest'ultima, infatti, non soltanto ci vengono messe a disposizione le grazie salvifiche di Gesù, ma Egli stesso è già presente tra di noi, Corpo e Sangue, Anima e Divinità."
...

Oggi, però, non c’è il clima di attesa della Venuta di Gesù, che c’era nei primi secoli ed è presente nella S. Messa, quando diciamo: “Nell'attesa della Sua Venuta

"Quando Gesù venne la prima volta,
come ‘servo’ sofferente
per espiare i peccati del mondo,
non fu accolto dal suo popolo
ma solo da un piccolo resto di Israele.
I capi del popolo ebraico
e soprattutto i dottori della legge di allora,
non avendo approfondito abbastanza i testi biblici, soprattutto del profeta Isaia,
dove si parlava delle sofferenze di Cristo,
attendevano un Messia Glorioso nel senso politico
e non spirituale,
per cui non accolsero Gesù.
Ora, dice un carismatico,
si sta ripetendo il medesimo errore.
La maggioranza dei teologi di oggi,
non avendo approfondito i testi biblici
che parlano della Venuta Intermedia di Gesù
e rifiutando l’aiuto dei carismatici,
sono contrari
alla idea della Venuta Intermedia di Gesù,
e quindi non l’attendono
e non preparano il popolo di Dio
per l’incontro con Gesù :
ciò che invece stanno facendo
i carismatici di tutto il mondo, per ordine di Dio."

E' per utilità soprattutto del popolo di Dio, che ha bisogno di essere illuminato su questo argomento di capitale importanza, che è doveroso interpretare i segni dei tempi e riconoscere e far conoscere la Venuta intermedia di Gesù alla luce della Bibbia, del pensiero dei Padri della Chiesa, del Magistero della Chiesa Cattolica, dei messaggi di persone carismatiche e della riflessione di alcuni teologi
che hanno approfondito l'argomento.

...


Papa GIOVANNI PAOLO II  parlando il 28 agosto 1988 ad un gruppo di piloti dell'aeronautica e ringraziandoli per la loro collaborazione ai suoi viaggi apostolici nel mondo disse :

"Si sta avverando la profezia di Gesù, che si legge nel capitolo 24 di S. Matteo:
Questo vangelo del Regno sarà annunziato in tutto il mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti."
[Il Papa ha troncato la citazione ma il Vangelo conclude:"E allora verrà la fine."!] 
"Il Dio della pace sia con noi, qui in Canada e ovunque. Possano giustizia e pace baciarsi ancora una volta alla fine del secondo millennio che ci prepara alla venuta di Cristo, in gloria. Amen."
[Omelia in Canada, a Edmonton, davanti a migliaia di persone]
(Osservatore Romano N. 216, 19.9.84)
...

“SONO STATA SCELTA DALLA SS. TRINITÀ
A DIVENTARE LA MADRE DEL SECONDO AVVENTO,
E COSI’ MIO COMPITO MATERNO
E’ QUELLO DI PREPARARE LA CHIESA E TUTTA L’UMANITÀ
AD ACCOGLIERE GESU' CHE TORNA A VOI NELLA GLORIA.
QUESTA SUA SECONDA VENUTA SI SVOLGERÀ NELLA LUCE DELLA SUA DIVINITÀ, PERCHE' GESU' TORNERÀ A VOI SULLE NUBI DEL CIELO,
NELLO SPLENDORE DELLA SUA REGALITÀ
ED ASSOGGETTERÀ A SE' I POPOLI E LE NAZIONI DELLA TERRA
E TUTTI I SUOI NEMICI SARANNO SCHIACCIATI
SOTTO IL TRONO DEL SUO UNIVERSALE DOMINIO”.
( MESSAGGIO DI MARIA VERGINE AI SACERDOTI DEL M.S.M. DELL' 8 DICEMBRE 1990 :
Dal libro “Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna”, 24 ed.,2000, p. 810-811 : N.B. : Questo libro è stato stampato con l'imprimatur del vescovo di Pescara).


Sempre dal suddetto libro (p. 282) nel messaggio del 24.12.78 Maria Vergine dice :

” Anche in questa seconda venuta
il Figlio verrà a voi attraverso sua Madre.Come del mio seno verginale il Verbo del Padre si è servito per giungere fino a voi, così del Mio Cuore Immacolato Gesù si servirà per giungere a regnare fra voi. Questa è l’ora del mio Cuore Immacolato, perché si sta preparando la venuta del glorioso Regno di amore di Gesù”.

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Altri riferimenti da consultare:

QUANTE SONO LE PARUSIE DEL SIGNORE? - il crivellohttp://www.ilcrivello.altervista.org/le_parusie_del_signore.htm



[PDF]
LA VENUTA INTERMEDIA DI GESÚ
http://www.it.la-parusia-viene.com.ar/pdfs/LA%20VENUTA%20INTERMEDIA%20PDF.pdf



Padre Martino Penasa: La Venuta Intermedia di Gesù! (Dedicato a ...
http://www.anadimionlus.it/.../padre-martino-penasa-la-venuta-intermedia-di-gesu-dedicato-...
29 mar 2018 - È forse eresia Credere nella Venuta Intermedia di Gesù? No! ...


venutaintermediadigesua - Sito - Libero
https://digilander.libero.it/maranathadgl/varie/vig.htm
Recentemente Johannes De Parvulis, Mondo nuovo, nuovo, nuovo; pubblicato in ...... T
EOFILO IL SICULO,Il tempo dell'anticristo e la Parusia intermedia, Udine, ...


[DOC]
2.Il <Grande Equivoco> di s. Agostino.
http://www.ilcattolicoonline.org/Il%20grande%20equivoco%20di%20Sant%27Agostino.doc
Di Teofilo il Siculo. Più volte nel mio libro “Il tempo dell'Anticristo e la Parusìa intermedia”
tratto del 'grande equivoco' di sant'Agostino, come punto di partenza ...
della confusione che vige nel campo dell’escatologia ...


[PDF]
apocalisse - Fede e Cultura
http://www.fedeecultura.it/file/apocalisse/cap20.pdf
http://www.fedeecultura.it - email: info@fedeecultura.it -.
Capitolo 20. APOCALISSE. “Lo studio del Capitolo 20 presenta una delle maggiori difficoltà dell'Apocalisse” ...


[PDF]
quale interpretazione - Fede e Cultura
http://www.fedeecultura.it/file/apocalisse/interpretazionecap20.pdf
del Cap. 20 dell'Apocalisse, che è il. “capitolo cerniera” della teologia della storia.
È il capitolo infatti che decide e condiziona l'interpretazione di tutto il libro, nel ...


Il Messianismo Regale nell'Antico Testamento e nel Giudaismo ...


https://forum.termometropolitico.it/245598-il-messianismo-regale-nell-antico-testame...
4 feb 2003 - All'interno di questa nozione generale sono sorte due interpretazioni:
il “messianismo regale o dinastico” e il “messianismo escatologico”, che ..



[PDF]
dal libro “La Sinfonia della Creazione e della Storia”
https://digilander.libero.it/adveniat/02/fs_art17.pdf
“LA FINE DEI TEMPI”. Che cosa è? È lo stesso che la fine del mondo? I tempi di che cosa?
Quali eventi debbono accadere in rapporto ad essa?

*****
https://sadefenza.blogspot.com/2019/05/escatologia-cristiana-la-venuta.html

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martedì 20 novembre 2018

I CAMPIONI DEI SOVRANISTI? SONO ENRICO MATTEI E GIOVANNI PAOLO II. CON TANTI SALUTI A MACRON E ALLA MERKEL


I CAMPIONI DEI SOVRANISTI? SONO ENRICO MATTEI E GIOVANNI PAOLO II. CON TANTI SALUTI A MACRON E ALLA MERKEL


Alla commemorazione della fine della Prima guerra mondiale, il presidente francese Macron ha esaltato il patriottismo (proprio) e ha “bombardato” quello altrui squalificandolo come nazionalismoCe l’aveva con il sovranismo dei paesi (come l’Italia) che non si vogliono sottomettere al nazionalismo di francesi e tedeschi.

Donald Trump, in un tweet, ha scritto che Macron cerca di parlar d’altro perché ha, in Francia, un livello di consenso troppo basso (il 26%) e un livello di disoccupazione troppo alto (circa il 10%). Poi Trump ha aggiunto: “a proposito, non c’è paese più nazionalista della Francia, gente molto orgogliosa, ed è giusto così”.

Insieme a Macron anche la Merkel ha tuonato contro il nazionalismo: ha detto che porta alla guerra. I due paesi più nazionalisti d’Europa, poco dopo aver dato queste “lezioni” agli altri, hanno realizzato un’intesa a due sul bilancio dell’eurozona, ovviamente penalizzante per l’Italia. L’ennesimo gesto di supremazia ed arroganza.

Chiamano “nazionalismo” il tentativo degli altri paesi di difendere la propria sovranità e i propri interessi dallo strapotere franco-tedesco.

Peraltro, negli ultimi duecento anni, due paesi hanno tentato di soggiogare con le armi tutta l’Europa: prima ci ha provato la Francia napoleonica e poi la Germania del III Reich.

La storia dunque dovrebbe indurre quei due paesi ad evitare di dar lezioni agli altri e piuttosto dare il buon esempio. Invece continua la guerra economica e politica in Europa che è alimentata da una guerra di parole, usate a sproposito.

Per esempio identificare il nazionalismo con la nazione è come identificare la polmonite col polmone. Senza i polmoni non si può vivere e chi se li facesse asportare per evitare la polmonite si suiciderebbe. Egualmente senza sovranità nazionale un paese si suicida.

Il sovranismo è dunque un dovere. Volete il miglior esempio di sovranista mai visto in Italia, un patriota capace di una straordinaria azione di difesa dei nostri interessi nazionali? E’ Enrico Mattei. Il mitico “fondatore” dell’Eni.

Già partigiano cattolico, avendo alle spalle la Dc di De Gasperi, Vanoni e Moro, riuscì a dare al nostro paese quell’indipendenza energetica che lo liberò dalla sudditanza straniera e che fu la precondizione del nostro miracolo economico.

Mattei, difendendo i nostri interessi nazionali, inaugurò anche un rapporto nuovo nei confronti dei paesi sottosviluppati, ma ricchi di petrolio, rispettando e riconoscendo anche i loro giusti interessi. In questo modo mostrò che l’amore alla patria italiana significa anche rispettare la patria e gli interessi altrui. Il miglior campione di sovranismo è dunque Mattei.

Purtroppo oggi si stravolge il linguaggio e “sovranista” (che poi è un’espressione ripresa dall’art. 1 della Costituzione) è diventato un termine deprecabile. Addirittura la parola “nazione” è diventata disdicevole.

Ha stupito per esempio un intervento di Andrea Riccardi pubblicato dal giornale della Cei, Avvenire (l’intenzione era quella di attaccare i “movimenti sovranisti e populisti”).
Il concetto principale di Riccardi, leader della Comunità di S. Egidio ed ex ministro del governo Monti, è questo: La ‘cultura nazionale’ è stata un grande contenitore che ha dato efficienza all’odio, l’ha congelato e conservato negli anni, l’ha diffuso come educazione all’identità. Storia, lingua, geografia, epica letteraria hanno contribuito all’efficienza e alla diffusione dell’odio.
A dire il vero il Novecento è stato devastato e insanguinato da una cultura dell’odio che proveniva non dalle nazioni, ma dalle ideologie, che erano radicalmente avverse alle diverse identità nazionali: il comunismo e il nazismo.

E’ strano è che una tale demonizzazione dell’idea stessa di nazione appaia sul quotidiano dei vescovi, perché è un concetto totalmente contrapposto al magistero di Giovanni Paolo II, il quale, nel corso del suo pontificato, ha elaborato una vera e propria “teologia delle nazioni”.

Il papa polacco affermò, in uno storico discorso a Varsavia, il 2 giugno 1979, che non si può comprendere l’uomo fuori da questa comunità che è la nazione. E lo stesso giorno aggiunse: “la ragion d’essere dello Stato è la sovranità della società, della nazione, della patria”.

In quello storico viaggio incitò i giovani polacchi ad amare la cultura e la storia della propria nazione e concluse: Restate fedeli a questo patrimonio! Fatene il fondamento della vostra formazione e il motivo del vostro nobile orgoglio! Conservate e accrescete questo patrimonio, trasmettetelo alle generazioni future.

Altro che la “cultura nazionale” come contenitore di odio. Giovanni Paolo II sottolineò che la fedeltà all’identità nazionale possiede anche un valore religioso.

Come si vede da una parte c’è Giovanni Paolo II (a cui si potrebbero aggiungere le parole analoghe di Pio XII, di Benedetto XV, di Leone XIII e di san Tommaso d’Aquino), dalla parte opposta Riccardi e l’“Avvenire” (che su questo concetto sono in consonanza con Emma Bonino).

Fu soprattutto in un discorso all’Onu, il 5 ottobre 1995, che Giovanni Paolo II articolò l’insegnamento della Chiesa sulle nazioni.

Anzitutto dette, del Secondo conflitto mondiale, un’interpretazione opposta a quella oggi dominante: “quel conflitto venne combattuto a causa di violazioni dei diritti delle nazioni. Molte di esse hanno tremendamente sofferto per la sola ragione di essere considerate ‘altre’. Crimini terribili furono commessi in nome di dottrine infauste, che predicavano l’‘inferiorità’ di alcune nazioni e culture”.

E parlava un figlio della nazione polacca che fu la prima ad essere aggredita e annientata da due opposti totalitarismi imperialistici.

Il papa osservò che l’Onu nacque proprio “dalla convinzione che simili dottrine erano incompatibili con la pace”. E nacque assumendo “l’impegno morale di difendere ogni nazione e cultura da aggressioni ingiuste e violente”.

Il papa richiamò, come basi filosofiche, la “notevole riflessione etico-giuridica” che vi fu già al Concilio di Costanza nel XV secolo e “la riflessione” che “nella medesima epoca” a partire dall’Università di Salamanca fece scuola “nei confronti dei popoli del nuovo mondo”.

Ma “purtroppo”, osservò il papa anche dopo la fine della seconda guerra mondiale i diritti delle nazioni hanno continuato ad essere violati.

Poi Giovanni Paolo II spiegò, con intuizione profetica, che la globalizzazione, omologando e livellando tutto, avrebbe suscitato nei popoli “un bisogno prorompente di identità e di sopravvivenza e disse che questo fenomeno “non va sottovalutato, quasi fosse semplice residuo del passato”.

Perché si tratta dei fondamenti dell’umano, infatti il “termine ‘nazione’, evoca il ‘nascere’, mentre, additato col termine ‘patria’ (“fatherland”), richiama la realtà della stessa famiglia” ed è “su questo fondamento antropologico che poggiano anche i ‘diritti delle nazioni’, che altro non sono se non i ‘diritti umani’ colti a questo specifico livello della vita comunitaria”.

Concluse: Presupposto degli altri diritti di una nazione è certamente il suo diritto all’esistenza: nessuno, dunque – né uno Stato, né un’altra nazione, né un’organizzazione internazionale – è mai legittimato a ritenere che una singola nazione non sia degna di esistere.

E seppure si possono realizzare forme di aggregazione giuridica tra differenti nazioni è necessario “che ciò avvenga in un clima di vera libertà, garantita dall’esercizio dell’autodeterminazione dei popoli”.

Amare e difendere la propria identità significa dunque amare e difendere anche quelle altrui. Una bellissima poesia di Karol Wojtyla, Pensando Patria, dice: “Quando penso ‘patria’, esprimo me stesso, affondo le mie radici, è voce del cuore, frontiera segreta che da me si dirama verso gli altri, per abbracciare tutti, fino al passato più antico di ognuno”.

Antonio Socci
Da “Libero”, 18 novembre 2018

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https://sadefenza.blogspot.com/2018/11/i-campioni-dei-sovranisti-sono-enrico.html


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