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martedì 20 novembre 2018

I CAMPIONI DEI SOVRANISTI? SONO ENRICO MATTEI E GIOVANNI PAOLO II. CON TANTI SALUTI A MACRON E ALLA MERKEL


I CAMPIONI DEI SOVRANISTI? SONO ENRICO MATTEI E GIOVANNI PAOLO II. CON TANTI SALUTI A MACRON E ALLA MERKEL


Alla commemorazione della fine della Prima guerra mondiale, il presidente francese Macron ha esaltato il patriottismo (proprio) e ha “bombardato” quello altrui squalificandolo come nazionalismoCe l’aveva con il sovranismo dei paesi (come l’Italia) che non si vogliono sottomettere al nazionalismo di francesi e tedeschi.

Donald Trump, in un tweet, ha scritto che Macron cerca di parlar d’altro perché ha, in Francia, un livello di consenso troppo basso (il 26%) e un livello di disoccupazione troppo alto (circa il 10%). Poi Trump ha aggiunto: “a proposito, non c’è paese più nazionalista della Francia, gente molto orgogliosa, ed è giusto così”.

Insieme a Macron anche la Merkel ha tuonato contro il nazionalismo: ha detto che porta alla guerra. I due paesi più nazionalisti d’Europa, poco dopo aver dato queste “lezioni” agli altri, hanno realizzato un’intesa a due sul bilancio dell’eurozona, ovviamente penalizzante per l’Italia. L’ennesimo gesto di supremazia ed arroganza.

Chiamano “nazionalismo” il tentativo degli altri paesi di difendere la propria sovranità e i propri interessi dallo strapotere franco-tedesco.

Peraltro, negli ultimi duecento anni, due paesi hanno tentato di soggiogare con le armi tutta l’Europa: prima ci ha provato la Francia napoleonica e poi la Germania del III Reich.

La storia dunque dovrebbe indurre quei due paesi ad evitare di dar lezioni agli altri e piuttosto dare il buon esempio. Invece continua la guerra economica e politica in Europa che è alimentata da una guerra di parole, usate a sproposito.

Per esempio identificare il nazionalismo con la nazione è come identificare la polmonite col polmone. Senza i polmoni non si può vivere e chi se li facesse asportare per evitare la polmonite si suiciderebbe. Egualmente senza sovranità nazionale un paese si suicida.

Il sovranismo è dunque un dovere. Volete il miglior esempio di sovranista mai visto in Italia, un patriota capace di una straordinaria azione di difesa dei nostri interessi nazionali? E’ Enrico Mattei. Il mitico “fondatore” dell’Eni.

Già partigiano cattolico, avendo alle spalle la Dc di De Gasperi, Vanoni e Moro, riuscì a dare al nostro paese quell’indipendenza energetica che lo liberò dalla sudditanza straniera e che fu la precondizione del nostro miracolo economico.

Mattei, difendendo i nostri interessi nazionali, inaugurò anche un rapporto nuovo nei confronti dei paesi sottosviluppati, ma ricchi di petrolio, rispettando e riconoscendo anche i loro giusti interessi. In questo modo mostrò che l’amore alla patria italiana significa anche rispettare la patria e gli interessi altrui. Il miglior campione di sovranismo è dunque Mattei.

Purtroppo oggi si stravolge il linguaggio e “sovranista” (che poi è un’espressione ripresa dall’art. 1 della Costituzione) è diventato un termine deprecabile. Addirittura la parola “nazione” è diventata disdicevole.

Ha stupito per esempio un intervento di Andrea Riccardi pubblicato dal giornale della Cei, Avvenire (l’intenzione era quella di attaccare i “movimenti sovranisti e populisti”).
Il concetto principale di Riccardi, leader della Comunità di S. Egidio ed ex ministro del governo Monti, è questo: La ‘cultura nazionale’ è stata un grande contenitore che ha dato efficienza all’odio, l’ha congelato e conservato negli anni, l’ha diffuso come educazione all’identità. Storia, lingua, geografia, epica letteraria hanno contribuito all’efficienza e alla diffusione dell’odio.
A dire il vero il Novecento è stato devastato e insanguinato da una cultura dell’odio che proveniva non dalle nazioni, ma dalle ideologie, che erano radicalmente avverse alle diverse identità nazionali: il comunismo e il nazismo.

E’ strano è che una tale demonizzazione dell’idea stessa di nazione appaia sul quotidiano dei vescovi, perché è un concetto totalmente contrapposto al magistero di Giovanni Paolo II, il quale, nel corso del suo pontificato, ha elaborato una vera e propria “teologia delle nazioni”.

Il papa polacco affermò, in uno storico discorso a Varsavia, il 2 giugno 1979, che non si può comprendere l’uomo fuori da questa comunità che è la nazione. E lo stesso giorno aggiunse: “la ragion d’essere dello Stato è la sovranità della società, della nazione, della patria”.

In quello storico viaggio incitò i giovani polacchi ad amare la cultura e la storia della propria nazione e concluse: Restate fedeli a questo patrimonio! Fatene il fondamento della vostra formazione e il motivo del vostro nobile orgoglio! Conservate e accrescete questo patrimonio, trasmettetelo alle generazioni future.

Altro che la “cultura nazionale” come contenitore di odio. Giovanni Paolo II sottolineò che la fedeltà all’identità nazionale possiede anche un valore religioso.

Come si vede da una parte c’è Giovanni Paolo II (a cui si potrebbero aggiungere le parole analoghe di Pio XII, di Benedetto XV, di Leone XIII e di san Tommaso d’Aquino), dalla parte opposta Riccardi e l’“Avvenire” (che su questo concetto sono in consonanza con Emma Bonino).

Fu soprattutto in un discorso all’Onu, il 5 ottobre 1995, che Giovanni Paolo II articolò l’insegnamento della Chiesa sulle nazioni.

Anzitutto dette, del Secondo conflitto mondiale, un’interpretazione opposta a quella oggi dominante: “quel conflitto venne combattuto a causa di violazioni dei diritti delle nazioni. Molte di esse hanno tremendamente sofferto per la sola ragione di essere considerate ‘altre’. Crimini terribili furono commessi in nome di dottrine infauste, che predicavano l’‘inferiorità’ di alcune nazioni e culture”.

E parlava un figlio della nazione polacca che fu la prima ad essere aggredita e annientata da due opposti totalitarismi imperialistici.

Il papa osservò che l’Onu nacque proprio “dalla convinzione che simili dottrine erano incompatibili con la pace”. E nacque assumendo “l’impegno morale di difendere ogni nazione e cultura da aggressioni ingiuste e violente”.

Il papa richiamò, come basi filosofiche, la “notevole riflessione etico-giuridica” che vi fu già al Concilio di Costanza nel XV secolo e “la riflessione” che “nella medesima epoca” a partire dall’Università di Salamanca fece scuola “nei confronti dei popoli del nuovo mondo”.

Ma “purtroppo”, osservò il papa anche dopo la fine della seconda guerra mondiale i diritti delle nazioni hanno continuato ad essere violati.

Poi Giovanni Paolo II spiegò, con intuizione profetica, che la globalizzazione, omologando e livellando tutto, avrebbe suscitato nei popoli “un bisogno prorompente di identità e di sopravvivenza e disse che questo fenomeno “non va sottovalutato, quasi fosse semplice residuo del passato”.

Perché si tratta dei fondamenti dell’umano, infatti il “termine ‘nazione’, evoca il ‘nascere’, mentre, additato col termine ‘patria’ (“fatherland”), richiama la realtà della stessa famiglia” ed è “su questo fondamento antropologico che poggiano anche i ‘diritti delle nazioni’, che altro non sono se non i ‘diritti umani’ colti a questo specifico livello della vita comunitaria”.

Concluse: Presupposto degli altri diritti di una nazione è certamente il suo diritto all’esistenza: nessuno, dunque – né uno Stato, né un’altra nazione, né un’organizzazione internazionale – è mai legittimato a ritenere che una singola nazione non sia degna di esistere.

E seppure si possono realizzare forme di aggregazione giuridica tra differenti nazioni è necessario “che ciò avvenga in un clima di vera libertà, garantita dall’esercizio dell’autodeterminazione dei popoli”.

Amare e difendere la propria identità significa dunque amare e difendere anche quelle altrui. Una bellissima poesia di Karol Wojtyla, Pensando Patria, dice: “Quando penso ‘patria’, esprimo me stesso, affondo le mie radici, è voce del cuore, frontiera segreta che da me si dirama verso gli altri, per abbracciare tutti, fino al passato più antico di ognuno”.

Antonio Socci
Da “Libero”, 18 novembre 2018

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https://sadefenza.blogspot.com/2018/11/i-campioni-dei-sovranisti-sono-enrico.html


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martedì 13 novembre 2018

Squadroni Della Morte e Truppe Speciali Naziste, Per Omicidi Politici Sono Uno "Spaccato" Della Scena Tedesca

Squadroni Della Morte e Truppe Speciali Naziste, Per Omicidi Politici  Sono Uno "Spaccato" Della Scena Tedesca

Ronald Thomas West
Front Russ
Sa Defenza 



Questa storia ha a che fare con 1) negazione, 2) cospirazione e /o 3) copertura. In una qualsiasi delle precedenti, o in una loro combinazione, il principio sottostante alla guida di questo vuoto  non evento mediatico è la codardia.

Iniziando con un flashback a un altro caso che riguardava l'estrema destra tedesca, dove c'erano prove iniziali, forti, circostanziali, la polizia tedesca radicalizzata fu coinvolta nell'assassinio di una poliziotta, Michèle Kiesewetter, da una cellula terrorista nazista ideologicamente simile (aiutò a coordinare il suo omicidio ) e il caso è stato sepolto dopo che:
"Heinz Fromm, allora presidente del BfV [FBI tedesco], si è dimesso volontariamente nel 2012 dopo che si è saputo che i file relativi alla NSU erano stati distrutti poco dopo che l'esistenza del gruppo era diventata pubblica. Qualsiasi file BfV rimanente sulla NSU è stato redatto o rimane sotto chiave. Alcuni altri sono stati distrutti, anche dopo l'inizio dell'indagine "[ 1 ]
I terroristi della NSU sono stati una seria cellula killer che bersagliava gli immigrati in tutta la Germania, ma con questa poliziotta ha fatto un'eccezione clamorosa:
"Il tabloid  Bild ... ha riferito che i due terroristi del NSU, Uwe Böhnhardt e Uwe Mundlos, erano rimasti per giorni in agguato per l'ufficiale di polizia invano, perché aveva improvvisamente deciso di trascorrere una vacanza con sua madre. Ma il 25 aprile 2007, Kiesewetter telefonò al dipartimento dove lavorava a Heilbronn, chiedendo di essere messa di pattuglia. Secondo il registro di servizio, avrebbe dovuto essere fuori.
"Böhnhardt e Mundlos hanno successivamente prolungato il contratto di affitto nella loro roulotte. Il giornale ha chiesto: "Hanno ricevuto una soffiata?". Potrebbe essere arrivato dai due agenti di polizia con legami con il [capitolo tedesco] Ku Klux Klan, uno dei quali era il capo di Kiesewetter? "[ 2 ]

Tutto ciò avvolto è stato ordinatamente sepolto dalla BfV di Angela Merkel (polizia federale), i due poliziotti di ultra-destra tedeschi, che potrebbero avere (probabilmente) assistito nell'omicidio del loro collega, hanno mantenuto il loro posto di lavoro dopo che i relativi file investigativi erano stati distrutti; arriviamo alla storia di oggi che era stata interrotta poco dopo la mezzanotte o alle 00:25 di venerdì mattina dell'Europa centrale dall'edizione online di FOCUS Magazine [ 3 ] dove è riportata (questa parte dell'articolo tradotta in inglese)

"Nel caso investigativo di [luogotenente] Franco A. l'Ufficio federale di polizia criminale (BKA) ha apparentemente sviluppato prove di una più ampia rete di cospiratori radicali, cioè di persone che si preparano a una possibile fine del mondo, all'interno dell'esercito tedesco. FOCUS riferisce e fa riferimento ai fascicoli investigativi del BKA.
 
"In effetti, sembrano esserci numerose connessioni a un'associazione per soldati d'élite e membri del comando delle forze speciali (KSK). Secondo testimoni oculari, in gruppi di chat e in veri e propri incontri di sopravvivenza, c'erano piani concreti per un cosiddetto "Giorno X", "per inviare politici impopolari in un luogo per le esecuzioni". 
"Inoltre, sono stati creati depositi di armi segrete e stoccaggio di carburante, riferisce FOCUS. Con una lista di morte non ancora trovata, il leader del Partito della Sinistra nel Bundestag, Dietmar Bartsch, dovrebbe esserne al vertice. Nell'ambito dell'inchiesta dello scorso anno è stata perquisita la casa di un politico e avvocato locale di Rostock. Il tenente colonnello [controspionaggio militare] ostruì le indagini "

Mentre sto scrivendo, sono passate quasi 72 ore dall'evento. È stato ripreso dalla stampa britannica e russa [ 4 ], [ 5 ], [ 6 ], [ 7 ]  oltre 48 ore fa, ma apparentemente non da pubblicazioni tedesche diverse da FOCUS, che ha infranto la storia. Al momento nelle edizioni inglesi di domenica di Deutsche Welle, Handelsblatt, The Local e The Munich Eye, non si fa menzione della storia in cui una cellula con circa 200 soldati d'élite tedeschi hanno una struttura parallela, fornita e armata, quindi composta da (identificati) ufficiali e sottufficiali d'alto livello fino al grado di colonnello; con la missione di massacrare immigrati e politici.

Tutti i titoli di cronaca sono sull'armistizio della prima guerra mondiale che copre i discorsi politici della politica ignorando la necrosi che infetta le loro istituzioni che hanno portato a incredibili bagni di sangue del passato, e questa abitudine aveva preceduto sia la prima guerra mondiale che i successivi nazisti, ad esempio con il massacro tedesco dei Namibiani. [ 8 ]

Quindi, qual è il ritardo per la segnalazione? Troppo imbarazzante rovinare le visite di Merkel ai cimiteri, con le lapidi dei soldati,  fin dove si può vedere? La grande stampa tedesca è in attesa di qualche indicazione, ad esempio il governo di Merkel deve prima incontrarsi e decidere in merito? Non degno di nota immediata? Oh, e anche se questo caso che scopre la cellula militare ha più di un anno con il caso del colonnello (molto tranquillamente) davanti a un tribunale, la relativa supervisione parlamentare non è mai stata informata? Questo ha certamente un cattivo odore.

A giudicare dal modo in cui l'omicidio di Michèle Kiesewetter è stato gestito, fa trattenere il respiro sulle istituzioni segrete naziste [ 9 ] che il governo di Angela Merkel  elimineranno questa necrosi. Dopotutto, questo investigatore (veramente) ha consegnato ciò che riguardava il capitolo europeo dell'attuale capo di Gladio [ 10 ] (una tonnellata di intelligence usabile che è stata soppressa) sul piatto della polizia tedesca, e gli attori politici al vertice sembra che abbiano semplicemente ricucito quella testa sul corpo dell'organizzazione criminale. [ 11 ]

Il bianco e nero è che, la Germania non ha mai perso i suoi riferimenti nazisti altrimenti questa cellula terrorista militare sarebbe stata eliminata molto tempo fa. Peccato che gli onesti poliziotti di basso e medio livello siano alla fine indeboliti e soppressi al vertice, in circostanze in cui la giumenta delle Fiandre Merkel fatica e non ha il coraggio di licenziare le persone che la circondano e di portare le forze dell'ordine oneste a eradicare il male.

La lezione di questo? Possiamo accreditare Napoleone per unificare gli stati tedeschi, consentendo a Bismarck di istruire tutti i tedeschi in veri prussiani che, apparentemente messi al loro posto dopo la seconda guerra mondiale, possono comunque impiegare i loro servizi di intelligence per contribuire al caos in Siria e Ucraina ... nel frattempo Merkel non dice nulla quando Macron parlando,  adora il collaboratore nazista Marshal Petain. [ 12 ]

Questo è un problema in Europa, e se non vedi il marciume, anche quando ne senti l'odore, è perché la materia  dell'etica dei leader europei è celata e morta come fosse una questione d'abitudine. Il fatto che la Merkel sia figlia di un pastore con una laurea in fisica non può conferire anima.

Rekruten der Bundeswehr nehmen am Montag (20.07.2009) vor dem Reichstagsgebäude a Berlino un dem öffentlichen Gelöbnis teil. Traditionell werden am 20. Juli jeden Jahres, dem Tag des missglückten Attentats auf Adolf Hitler vom 20. Juli 1944, junge Soldaten auf die Bundesrepublik Deutschland vereidigt. Foto: Wolfgang Kumm dpa / lbn +++ (c) dpa - Bildfunk ++
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https://sadefenza.blogspot.com/2018/11/squadroni-della-morte-e-truppe-speciali.html


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