mercoledì 17 agosto 2022

Ipotesi su eventuali tassazioni nel futuro Stato Sardo

 




Prinicipi Fondanti del futuro Judicau de Sardinnia e ipotesi di tassazione.
Accogliamo le linee guida, e le discussioni, sull'assetto del futuro, ineluttabile, meritocratico Judicau de Sardinnia.
Filosofia statale, concretezza operativa, principi gestionali, MERITOCRAZIA da premiare e incentivare, anche con azioni tangibili.
SPIRITUALITA', PRINCIPI, Etica, Chiarezza, giurisprudenza attenta ai principi del codice barbaricino, della carta de logu, e del diritto UNIVERSALE, oltre che attenzione per il diritto internazionale.
Verranno trattati i singoli argomenti in una miriade di sezioni, scrivo un elenco molto parziale.
lavoro, casa, bisogni elementari, assetto burocratico, moneta, sport e tempo libero, istruzione e formazione, FELICITA', progresso, ruralità, alimentazione, tasse e imposte, sovranità, difesa, cultura eccetera.
Il principio che ci ispira, è che la delega in democrazia non deve esistere, la delega è la negazione delle conclusioni alle quali si è pervenuti, e l'eletto per ovvi motivi nega i principi del candidato.
Anche perchè spesso è un alibi per disinteressarci del bene comune.
La democrazia non ha bisogno nè necessità di deleghe, nessuno deve essere rappresentato, ma deve poter agire direttamente e in prima persona.
Attualmente sta succedendo questo: la gente è chiamata a esprimere la sua sovranità una volta ogni cinque anni, con le truffaldine elezioni delegative.
Chiamiamo questo tipo di democrazia una tantum, o se preferite, democrazia sospesa.
Quando un "votante" non può esprimere la sua sovranità in qualunque momento, destituendo chi non merita di governare, allora ha perso la sua regalità di uomo diventando così cittadino.
Mai più votazioni-truffa significa estinguere politici e partiti, gli amministratori vanno scelti da assemblee sovrane, o per acclamazione, o tramite estrazione a sorte, in termini meritocratici.
In questo modo, la gente diventa ineluttabilmente, e a tutti gli effetti, Legislatore e Giudice Sovrano. Parleremo del sistema democratico delle assemblee sovrane in altra sede, e in futuro, ancora più dettagliatamente, ed in modo esaustivo, in questo sito.
Concretizzazione dello stato sardo.
Ma ciò non deve essere inteso come unico traguardo, sarebbe da ingenui cercare libertà senza avere bene in mente il futuro assetto dello stato che si vuole costruire, perchè di costruzione si tratta.
Sarebbe da ingenui liberare la Sardegna, senza operare almeno nelle sue immediate vicinanze, per eradicare il mondialismo imperante.
Illustrerò il futuro assetto del Judicau de Sardinnia, parlerò di tutti gli aspetti che ne regoleranno l'esistenza.
Oggi parliamo di tassazione.
Il primo, basilare principio costitutivo, dovrà essere la felicità della gente sarda.
Lo stato non può e non deve operare contro la gente, contro la sua serenità.
Eppure oggi succede che il peggior nemico della gente sia proprio lo stato.
In contro tendenza alla prassi attuale, diffusa su tutto il pianeta, dove le tasse vengono adottate per impoverire, noi affermiamo che tassazioni, imposte e imposizioni finanziarie, sono da escludere, a parte alcuni, rarefatti casi.
E li elenco.
***Eliminazione di disparità economiche troppo evidenti, va da se che la stragrande maggioranza della popolazione, quella che campa dal proprio lavoro non va tassata in nessun caso.
***Drenaggio, ma solo quando necessario, di parte del surplus monetario che, come si sa, se eccessivo, può creare squilibri economici e finanziari.
E' ammessa una moderata (o praticamente nulla) tassazione (imposta sul valore aggiunto) sui beni di prima necessità, casa, cibo, trasporti, vestiario, benessere fisico e psicologico, salute, formazione, fermo restando il fatto che beni voluttuari, di lusso, non necessari (o dannosi perchè creano vizi) devono essere abbondantemente tassati, se non aboliti; non è giusto, e non dovrà avvenire, tassare un operaio che circola con una utilitaria, mentre un ricco non contribuisce in maniera consistente ai bisogni dello stato per i suoi capricci o inutili comodità.
Il lavoro non verrà assolutamente tassato, ma nondimeno non può essere la struttura portante dello stato, come avviene altrove.
Sfatiamo la favola che bisogna pagare contributi previdenziali, essi non sono necessari per la futura pensione dei lavoratori, essa è a totale carico dello stato, sono ammessi solo contributi che andranno a beneficio della sicurezza sul lavoro.
Niente tasse scolastiche, o riferibili al trattamento di malattie, nessun contributo per concessioni governative o statali, nessuna forma di interessi in caso di approvazione di progetti utili alla comunità.
E termino correggendo in parte la frase bisogni dello stato, e scrivendo che lo stato non dovrebbe aver bisogno di moneta fornita dalla gente quando in possesso della sua sovranità monetaria, la moneta, per uno stato realmente sovrano, è come il sole, il vento, il mare e le nuvole, bene inestinguibile.
Naturalmente, e questo dovrà essere scritto a chiare lettere in costituzione, non dovrà cedere, per nessun motivo, nessuna scheggia delle sue sovranità.
Entriamo ancora più nello specifico.
Occorre fare due distinguo: tassazione in regime di moneta sovrana, e tassazione in regime di moneta privata, come è adesso.
Le imposte in regime di moneta sovrana non sono dovute, a parte che in due casi, che esponiamo di seguito.
Le imposte in regime di moneta privata non sono dovute in nessun caso, ma lo Stato Sardo non può e non deve usare monete private.
Perchè? L’uso di moneta privata va contro ogni possibile logica, i soldi così rastrellati non verrebbero mai più messi in circolazione nel tessuto economico della nazione, ma intascati dalle società finanziarie creditrici, quindi c'è da chiedersi che funzione sociale abbiano imposte che spariscono, e che verrebbero rimesse in circolo solo dopo un ulteriore prestito gravato da interessi, che, lo ricordo, vengono pagati dalla collettività.
Capiamo tutti benissimo, pur non essendo economisti, che ciò è fondamentalmente errato ed ha un rancido odore di truffa.
Pagare imposte sapendo che non sono di nessuna utilità per lo stato, è per la gente e per lo stato, roba da imbecilli.
Ricordiamo una schifosa propaganda televisiva e giornalistica, che descriveva l'evasore fiscale come la zecca della società, un ministro disse che pagare le tasse è bello, ma pensiamo che qualsiasi disposizione che urta la sensibilità della gente è sicuramente truffaldina.
Quando la gente toglie dal suo portafogli ingenti quantità di moneta, credendo che la tassazione che subisce andrà a favorire servizi, o a contrastare disagi, o a rendere la vita delle persone più agevole, e poi si accorge che quei soldi spariscono nel nulla, e continua a pagare imposte, beh, allora ha pienamente ragione a considerare le tasse roba iniqua, ma non ha ragione di continuare in maniera imperterrita a pagarle.
Eppure continua a pagarle.
A questo punto precisiamo che esiste netta differenza tra tasse e imposte.
Le tasse sono un compenso corrisposto allo stato o ad altro ente pubblico come controprestazione di alcuni beni, servizi o concessioni, nella stragrande maggioranza dei casi non saranno applicate.
Un'imposta è un prelievo coatto e senza contropartita di denaro effettuato dallo Stato per sostenere la spesa pubblica, le imposte si differenziano dalle tasse in quanto non corrispondono ad una prestazione ma sono un'entrata costante, le imposte al contrario delle tasse sono ammesse.
In uno stato a moneta sovrana come sarà il futuro ineluttabile Stato Sardo la eventuale tassazione non serve per pagare servizi, o per far scorrere la società in maniera etica, per questo c'è lo stato che, stampando nuova moneta, per queste esigenze (ospedali, scuole, difesa, biblioteche, musei, stato sociale, pensioni, ambiente, viabilità, trasporti, ecc) soddisfa le aspettative della gente a vivere serenamente la propria esistenza, in uno stato realmente a favore della gente.
Per questi bisogni bastano le imposte.
Il futuro Regno di Sardegna emetterà moneta sovrana, popolare, moneta di proprietà della gente sarda isolana e peninsulare, emetterà la moneta sovrana denominata "su Pegu", nome che si rifà alla moneta usata dai nostri avi oltre cinquemila anni fa.
Nel nuovo Regno di Sardegna le tasse e le imposte avranno valore etico, le tassazioni non impoveriranno, ma regolarizzeranno l’economia e appianeranno eventuali disparità sociali troppo accentuate.
Spieghiamo meglio, ed entriamo nel dettaglio.
Quando nel circuito economico esiste denaro a sufficienza, per far funzionare al meglio gli scambi, non è necessario nè conveniente drenare moneta, se invece l’economia risente di eccesso di moneta, di per se negativa, allora è necessario prelevare dal circuito una quantità di moneta congrua, per riequilibrare il sistema finanziario, solo allora sono plausibili tasse.
Chi dovrebbe contribuire?
Le imposte servono per ridimensionare disparità troppo accentuate, va da se che nulla è dovuto da chi ha un reddito non eccessivamente cospicuo, quantificato come doppiamente superiore al minimo necessario.
In altra sezione tratteremo il tema del reddito minimo al quale tutti dovrebbero accedere, argomento di fondamentale importanza in seno a qualsiasi società che ritiene di essere equa e rispettosa dei fondamentali diritti di tutti gli esseri umani.
Anticipiamo qui che il principio che i Sardi non dovrebbero perdere nè tempo, nè energie, per soddisfare i loro bisogni primari, esiste lo stato per questo, ma impiegare le loro capacità, il loro tempo, i loro pensieri e la loro intelligenza per progredire, in maniera collettiva e individuale, in serenità, spirito meritocratico, e collaborazione sinergica.







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