domenica 8 gennaio 2023

La devozione a San Lamentino.


 

Le abitudini dei Sardi, e la devozione a San Lamentino.

I sardi hanno molte abitudini, molte delle quali derivano dalla nostra storia eterna, molte altre derivano da comportamenti indotti dai vari colonizzatori.

Tralascio di analizzare come mai alle manifestazioni si vedono troppi sardi con la bandiera dei 4 mori in una mano, e una bottiglia di birra jchnusa nell'altra, quandanche non si presentino con la bandiera del cagliari calcio.

Tralascio di analizzare i motivi per i quali non ci si ribella anche se la dispensa e il frigorifero sono irrimediabilmente vuoti, l'importante è che restino i soldini per partecipare ai concerti dei tazenda, o peggio a quelli di blasco o jovanotti, o per pagare l'abbonamento a mediaset premium.

E' oramai assodato che lo sport preferito dai sardi è il salto del tirreno (o dell'atlantico), sia per la voglia di conoscere luoghi "più moderni", sia per il fatto che sono stati obbligati, in quanto qualche fetente ha deciso di spopolare la nostra terra.

Una abitudine molto ben radicata nel nostro popolo, è la pratica pluri-secolare di mettere colossali ceri accesi in onore di San Lamentino.

Conosciamo bene quali siano le nostre problematiche, ma non mettiamo risorse neuronali per cercare soluzioni, vista l'inedia secolare che ci attanaglia.

Considerando l'inedia indotta che convive con il nostro popolo, sono arrivato alla conclusione che ci sia bisogno di altro, e cioè di una colossale "rivoluzione culturale" generalizzata, e visto che storicamente il popolo (tutti i popoli) non riesce a cambiare un fico secco di niente, se non è supportato, finanziato e indirizzato da una elite (sia essa popolare o meno) che decide, opera, e impartisce disposizioni, da questa tortura non se ne esce.

Spero di non essere stato frainteso, e propongo la soluzione.

Vi prego leggetelo attentamente !!!

Leggetelo attentamente e poi se ne può discutere, nel caso ciascuno di voi che legge sia disposto ad abbandonare abitudini secolari, sia disposto ad abbandonare l'idea di mettere ceri accesi a SAN LAMENTINO, e operare finalmente in maniera meritocratica.
https://jolao77.blogspot.com/2018/06/il-diritto-divino-applicato-ai-popoli.html 

E' come se qualcuno ci stia "coltivando" per suoi interessi persinali, ma abbiamo tutto quello che ci serve, un clima splendido, una posizione geografica invidiabile, tradizioni e artigianato particolarissimi, per non dire unici, il che è un valore aggiunto alla bellezza dei nostri posti.
Siti archeologici diffusi e rilevantissimi, dei quali non sono state ancora scoperte le potenzialità in ambiti turistici, le spiagge più belle del mondo, una natura che ha conservato in molti luoghi la sua originaria bellezza, un senso arcaico di justizia non ancora completamente assopito, un senso di sardità, anche esso residuale, che ci fa ancora affermare che siamo nazione a tutti gli effetti.
Per non parlare del fatto che qualunque sardo che espatrii, riesce a esprimere le capacità ed eccellenze che in patria non riesce a sviluppare.

Abbiamo però la pessima abitudine di andare a votare alle elezioni indette dal colonizzatore di turno, per di più con la convinzione che se non appartieni ad una formazione indipendentista "di sinistra" non sei un vero patriota.
Abbiamo la pessima abitudine di considerare che tutto quello che viene da "altrove" sia superiore a quello che produciamo in terra sarda, e così, a fianco delle merci estere, abbiamo importato il concetto che anche le idee che vengono da fuori sono superiori alle nostre.
Questa società del profitto, del denaro, del consumismo, dei servizi che non servono alla gente, ma alle elite finanziarie di oltre mare, delle metropoli in sfregio alla vera civiltà, quella rurale, distruggerà i nostri particolarismi e le nostre specificità, scaraventandoci in un sistema livellato verso il basso dove tutti parleranno una sola lingua, dove tutti avranno una sola moneta, dove tutti avranno un solo pensiero, dove la spiritualità verrà tarpata, per far posto ad una religione comune.
Ricordiamoci più spesso che siamo quello che siamo, e non quello che ci vorrebbero far credere che siamo, noi siamo sardi, non siamo europei, non siamo italiani, non siamo cittadini di nessun posto, apparteniamo unicamente alla terra più bella del mondo!

E siccome apparteniamo alla nazione sarda abbiamo il dovere di difendere la nostra storia e la nostra cultura, abbiamo il dovere di sganciarci dal latifondo della indegna coltivazione globale dell'umanità, e siccome questo lo abbiamo capito, come abbiamo capito che esiste la possibilità di uscire dal recinto, anzi, di devastarlo, è nostro dovere lottare per la nostra sacrosanta autodeterminazione personale e collettiva.


 

 

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