mercoledì 27 settembre 2023

INVASIONE? FRANCIA GERMANIA AUSTRIA CHIUDONO. PAROLE AL VENTO DI URSULA. UNA SOLUZIONE, L'UNICA POSSIBILE. VIA GLI IMPERI DALL'AFRICA. L'AFRICA AGLI AFRICANI

Lampedusa presa d'assalto dai migranti 
Antonello Boassa
Jacques Chirac: " La Francia, senza l'Africa, scivolerebbe a una potenza da terzo mondo...siamo onesti, dobbiamo riconoscere che una gran parte dei soldi nelle nostre banche provengono dallo sfruttamento del Continente africano", Ma già nel 1957 il "socialista" Mitterand non aveva dubbi: " Senza l'Africa, la Francia non avrà storia nel ventunesimo secolo".

Dichiarazioni che, grazie ad una stampa complice e corrotta non hanno fatto il giro del mondo ma che certo spiegano a chi non ha gli occhi bendati dal pensiero imperiale la ricchezza di molti Paesi europei, il benessere diffuso tra le classi alte e medie, la sontuosità dei boulevards, dei monumenti, dei servizi, delle infrastrutture del castello europeo murato a coloro che sono stati derubati delle terre, del lavoro, delle famiglie, della vita.

Dichiarazioni che evidenziano l'aggressione proditoria alla Libia nel 2011, un assalto della Nato, fortemente voluto principalmente in Europa da Sarkozy, in stretta collaborazione con Napolitano che tradì gli interessi politici ed economici in Africa dell'Italia dopo gli incontri a Roma tra Gheddafi e l’ambiguo Berlusconi che sembravano preludere a relazioni solidali e di pace tra la Libia e il Belpaese al fine di riscattare gli orrori compiuti da Mussolini e da Graziani che, come si sa, in seguito furono protagonisti di ulteriori massacri spaventosi in Etiopia.

La Libia, con la sua impetuosa crescita economica e di livelli di vita, come riconosciuti dalla stessa Banca Mondiale, costituiva di fatto un punto di riferimento essenziale per la liberazione in particolare delle 14 colonie francesi dalla schiavitù coloniale. Le menzogne delle Ong sui "cimiteri" di Gheddafi, sugli assassinii indiscriminati crearono il terreno per favorire un intervento umanitario che esportasse la democrazia in uno "stato fallito", come lo definì il Presidente italiano Napolitano. Un intervento appoggiato anche dai "pacifisti" con l'elmetto e da tanta "sinistra", con il silenzio assenso di gran parte degli intellettuali miopi e beceri.

Libia, attualmente somalizzata con due governi in bassa sintonia che preludono ad una possibile divisione tra Tripolitania sotto controllo militare turco e Cirenaica...e con un Fezzan allo sbando percorso da avventurieri di ogni tipo, da Jihadisti addestrati da Francesi e loro compagni di terrore e di saccheggio da piazzare nel Sahel per azioni terroristiche di destabilizzazione.

Le rivoluzioni, prese finora sotto gamba da media e da "intellettuali", in Mali, in Burkina Faso, in Niger preludono ad una liberazione dalla schiavitù del Continente. Certo ci vorranno decenni perché gli Africani possano stabilire relazioni diplomatiche economiche, commerciali alla pari. Ma il processo è iniziato, va avanti. Paesi come Cina, Russia, Turchia, Paesi arabi che vogliano subentrare all’Occidente egemonico dovranno cambiare registro rispetto a quello coloniale…ed alcuni segni si avvertono di già.

Sarebbe ingenuo pensare che i Paesi che hanno osato affrontare il mostro imperiale non saranno attaccati militarmente o diplomaticamente. L'Ecowas (comunità economica degli Stati dell’Africa dell’ovest) è sotto il controllo degli egemoni. Gli Stati Uniti sono ben presenti nell'area e pronti a sfruttare la cacciata dei Francesi per insediarsi e saccheggiare al loro posto. Avvoltoi sono appostati, fiancheggiando Paesi che non hanno osato. Ma altri, Centrafrica, Guinea, Gabon appaiono difficili da controllare. La Nigeria che dovrebbe costituire il nerbo vincente di una spedizione contro i Paesi ribelli ha problemi forse insormontabili per una guerra contro il Niger (ad esempio le regioni settentrionali poco disponibili a scontrarsi con i cugini nigerini)

Per ora, in tema di immigrazione, assistiamo alla solita sceneggiata del Potere. Ursula e Giorgia a Lampedusa a comiziare di futuri di solidarietà e di pace (molta fuffa nei dieci punti gridati). Ursula, che aveva giudicato positivo l’accordo raggiunto da Giorgia a Tunisi sull’immigrazione, ha avuto la sfacciataggine di inventarsi una solidarietà europea che non esiste. Il problema è europeo e avrà una risposta europea. Immediatamente Francia, Germania e Austria hanno chiuso i confini all’immigrazione. La Polonia, tramite il suo Premier Morawiechi annuncia un fronte anti-von der Leyen proprio sul tema dell’immigrazione in particolare dall’Italia. Salvini coglie l’occasione per salire in sella e va contro il suo attuale comandante proponendo un blocco navale, un’operazione criminale che potrebbe recare tanti voti, in un’italietta, che ha resuscitato il fascismo, per il Parlamento europeo. Intanto soluzioni immediate sono già all’opera. Diciotto mesi di detenzione nei CPR, costruzione di altri CPR, possibilmente in aree isolate lontane dalle comunità urbane, pizzo salato (5.000 euro) per gli immigrati che non vogliono essere reclusi nei nuovi campi di concentramento.

Aspettando un Draghi che, tolta la sedia di comando ad Ursula, accentri tutto il potere nelle istituzioni europee e riduca gli Stati ad organi amministrativi incaricati di applicare le leggi dell’Unione Europea.

Ma ora è il caso di volgere lo sguardo al Niger, alla rivoluzione nigerina, al desiderio di libertà che infiamma la “prateria” del Sahel.

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