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giovedì 29 agosto 2024

Mani sulla valvola: come questa ex colonia francese potrebbe ora controllare l'Europa

Un impianto di gas in Algeria. © AP Photo / Aflred de Montesquiou
Di Tamara Ryzhenkova , orientalista, docente presso il Dipartimento di Storia del Medio Oriente, Università statale di San Pietroburgo, esperta per il canale Telegram "Africa araba"

Algeri sta ora svolgendo un ruolo sempre più importante nel garantire la sicurezza energetica dell'UE e si sta muovendo verso la sovranità economica.


Nella primavera del 2022, al culmine del conflitto tra Russia e Ucraina, l'UE ha iniziato a pensare di abbandonare le forniture di gas russe e ridurre il più possibile il consumo di energia. I paesi dell'UE hanno iniziato a guardare altrove e uno dei luoghi su cui hanno concentrato la loro attenzione è stata l'Algeria.

Ora, due anni dopo, l'Algeria è il più grande fornitore di gasdotto dell'UE e continua a occupare la posizione di leader in Africa nella produzione e nelle esportazioni di gas naturale. Ma la sua posizione in una serie di questioni internazionali sta ora rappresentando una minaccia per le forniture all'Europa e i paesi del Mediterraneo europeo devono scendere a compromessi nella loro politica estera per non perdere una fonte di energia così importante.

mercoledì 13 dicembre 2023

MES: ITALICI COMPLICI E INETTI

Antonello Boassa
MES: il 14 dicembre alla Camera. Ennesima truffa contro lo Stato italiano. Che si aggiunge alla programmata svendita dell'ENI e delle POSTE. Nessun segno di vitalità e di decoro del governicchio dopo l'indecente inginocchiamento dinanzi al Padrone yankee sulla Via della Seta, approvata e firmata da Conte, che avrebbe assicurato una via di accesso a qualla parte del pianeta (Asia) non decadente, non in discesa libera come Usa/Europa...ripubblico grazie a Claudio C. una mia analisi di quattro anni orsono sul MES. Che fu facilmente profetica...
MES: ITALICI COMPLICI E INETTI

Il MES, approvato in prima come in seconda formulazione dai ceti politici di “sinistra” come di destra, a parte le pantomime elettorali parlamentari, in linea con la devastazione del Bel Paese, iniziata nel famoso “Britannia” e continuata con lo sciacallaggio sull’industria e sui lavoratori italiani con l’annientamento dell’IRI, volano della crescita (che evidentemente andava contrastata) e con il divorzio suicida del Tesoro dalla Banca d’Italia, ora privatizzata, che ha reso i governi ostaggio della speculazione internazionale e perciò della crescita del debito pubblico, può, con l’utilizzo di una moneta non sovrana creata con furbizia e malafede, disporre di un apparato occulto che tenterà una svolta “greca” a quella che non è ancora un’economia artritica, come la si vorrebbe far credere da parte delle agenzie di rating ai “mercati” e agli stessi italiani terrorizzati dai loro indecenti politici, in fondo tutti di color nerastro.

L’Italia ha un debito superiore al 130 % del PIL. Ciò che può apparire strano è il fatto che Paesi che hanno un PIL non sostenibile al di la del 100% come Francia, Spagna, Belgio, non si muovano assieme all’Italia contro questo “ordigno”. Il motivo è “semplice” per la squallida oligarchia europea. L’Italia ha il debito peggiore quindi farà da parafulmine, tanto più che è la terza economia dell’Unione. In teoria si teme che i conti non a posto del Bel Paese farebbero crollare Euro ed Unione. Questa preoccupazione non esiste per il Portogallo che ha un debito simile a quello italiano.

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