La Corte Suprema ha recentemente ascoltato le argomentazioni nel caso Murthy v. Missouri ha focalizzato nuovamente l'attenzione sugli sforzi del governo degli Stati Uniti per convincere le piattaforme di social media a sopprimere la presunta "disinformazione" del Covid-19 e sulla questione se questi sforzi abbiano oltrepassato il "limite tra persuasione e persuasione". coercizione” e quindi costituiva la censura del governo.
Ma come potevano gli sforzi del governo non costituire una censura governativa quando disponeva di un vero e proprio “Programma di monitoraggio della disinformazione contro il Covid-19” in cui erano iscritte tutte le principali piattaforme online e che richiedeva loro di presentare rapporti periodici che delineavano, addirittura quantificando, la loro soppressione di quelle che erano considerate “informazioni false e/o fuorvianti che potrebbero causare danni fisici o compromettere le politiche di sanità pubblica?”