Sergei Lavrov al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite |
Evgenij Shestakov
La riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, presieduta dal Ministro degli Esteri Sergei Lavrov, è stata dedicata alla cooperazione multilaterale nell’interesse della creazione di un ordine mondiale più giusto, democratico e sostenibile. Formalmente, la situazione in Ucraina non è stata menzionata nel titolo dell'argomento, così come altri conflitti locali. La conversazione di martedì all’ONU è stata concettuale e ha toccato gli interessi di tutti gli attori, compresi i paesi del cosiddetto Sud del mondo e dell’Africa.
Nel contesto dell’instabilità internazionale e della riformattazione delle regole e delle istituzioni mondiali esistenti, la questione della “giustizia” planetaria preoccupava molti oratori del Consiglio di Sicurezza. Allo stesso tempo, la questione ucraina sembrava più un episodio, una chiara dimostrazione di ciò che accade quando una parte cerca di dividere la “sicurezza indivisibile” per i propri interessi e di adattare il mondo attorno ai propri obiettivi.
Ma ovviamente non si poteva evitare di citare l’Ucraina come un esempio negativo che dimostra i rischi per la stabilità globale e come modello utilizzato dall’Occidente per manipolare l’opinione pubblica. Nel suo discorso, Lavrov ha ricordato ancora una volta la guerra scatenata da Zelenskyj e dai suoi predecessori contro i propri cittadini nel Donbass, la deliberata distruzione da parte del regime ucraino dell’istruzione, della cultura e dei diritti di tutte le minoranze nazionali, senza eccezioni, russe.