JOYCE LUSSU |
Io non farei gran differenza tra Papa Wojtyla, Papa Roncalli o Pacelli, per me donna non è cambiato niente (1). L'atteggiamento della Chiesa, diciamo di tutte le Chiese, verso le donne non ha subito nessun mutamento, seppur mutando i linguaggi "diplomatici". A Papa Roncalli è stato chiesto una volta da un gruppo di donne che la Chiesa chiedesse perdono alle donne per la caccia alle streghe, un orrendo fenomeno durato tre secoli in tutto il mondo cristiano, sul quale i cristiani, che in quel momento si stavano scannando tra loro (nelle varie guerre di religione) si trovavano tutti d'accordo. Sul tavolo di tutti i giudici laici ed ecclesiastici del mondo cristiano si trovava il "Malleus Maleficarum", ossia quel libro ordinato da Bonifacio VIII che parla delle donne come quelle attraverso le quali il demonio si introduce nell'umanità.
Le donne dunque vanno gravemente punite perché ogni donna è passibile di introdurre il demonio. Questo ha dato luogo ad una serie di delitti contro l'umanità così gravi che veramente noi chiederemmo un po' d'analisi critica su ciò, ma le Chiese non fanno storia, perciò non esaminano i loro atteggiamenti verso, ad esempio, il colonialismo, la riduzione in schiavitù di così larghe fasce umane fatta nel segno della Santa Trinità, o quell'orrendo fenomeno che è la caccia alle streghe.
Per noi donne non è cambiato niente attraverso le varie posizioni della religione, diciamo della religione in generale, perché avrete notato che i poteri decisionali di qualsiasi religione sono maschili. Sono tutti uomini, sempre. Pare che per comunicare col Padreterno si debbano avere degli attributi anatomici maschili, diversamente questa cosa non si può fare.
Ma perché l'atteggiamento delle religioni è sempre contro la donna, e non c'è differenza tra il Dalai Lama, il Papa, l'Imam islamico o un sacerdote induista? L'atteggiamento verso le donne è costante, è un atteggiamento di disprezzo, di assoggettazione, di non riconoscimento della loro dignità umana. Perciò il difetto sta a monte, qui c'è qualcosa che non va nelle origini, non soltanto nelle applicazioni. Non è che le religioni fossero una cosa buona all'inizio, e che poi gli uomini cattivi e pieni di peccati le abbiano condotte e amministrate male. Il difetto invece sta nell'inventarsi un "Padreterno", un Padreterno che è sempre un Padre, e che immediatamente porta avanti un principio, quello dell'assoluta autorità paterna e dell'assoluta obbedienza filiale, contrabbandato da tutte le religioni come una "virtù".
Ora, noi sappiamo che l'assoluta autorità e l'assoluta obbedienza, sono il principio di tutte le dittature, principi che non è possibile democratizzare. E' ben strana nelle società moderne questa confusione mentale, per cui si cerca di combinare nella propria mente l'inconciliabile, per cui la gente da una parte va a messa e dall'altra dice che è per la democrazia, per il sistema parlamentare, per la partecipazione del cittadino, per i diritti dell'uomo. Mantenendo determinanti e potentissime all'interno della società due istituzioni che sono di per sé delle monarchie assolute, e non possono essere altro. La Chiesa e l'Esercito non possono diventare delle monarchie nemmeno costituzionali, e tantomeno avere un sistema parlamentare elettivo. Sopravvivono soltanto in quanto sono delle monarchie assolute, basate sul principio della assoluta autorità e della assoluta obbedienza. Naturalmente con la conseguenza della legittimazione del sacrificio umano.
E' utile riguardo alle religioni fare un po' di storia, ossia andare alle origini storiche. Le religioni sono dei fenomeni storici, e vanno storicamente esaminati ed anche superati. Un fenomeno storico, analizzato, si può superare ed anche delegittimare. Abbiamo, durante la storia, delegittimato il cannibalismo, l'incesto, la tortura giudiziaria, la schiavitù: il fatto che non siano più legali fa sì che ci siano dei forti movimenti che si scandalizzano quando queste cose avvengono. Pero' stranamente non abbiamo delegittimato il principio del sacrificio umano e dell'assoluta autorità paterna insito in tutte le religioni; di conseguenza non abbiamo delegittimato la guerra. La guerra è il risultato storico di questi simboli del linguaggio, di questi modelli, purtroppo ancora potenti nel mondo. La guerra contiene la tortura, il sacrificio umano, lo stupro legittimato e tante altre cose, ed è inutile delegittimarle da un lato quando poi legittimiamo l'intero fenomeno.
Il sacrificio di Isacco ci viene presentato come esemplare; sapete bene a cosa mi riferisco. Un sonetto del Belli su questo sacrificio è chiarificatore.
La religione è qualcosa di diverso dalla cultura popolare dell'animismo, che inventava immagini poetiche, fantasie, personalizzazioni di fenomeni della natura, in un rapporto costante e dialettico con la natura che faceva sì che tutte queste immagini, fantasie, personalizzazioni, fossero varie, come è l'uomo stesso e la sua vita. E comunque ciò non costituiva Potere. Una sibilla o uno sciamano non avevano Potere. Il Potere è sempre legato alla istituzione militare, queste invece erano semplicemente persone che avevano più "conoscenza", ne sapevano di più sulla realtà delle cose, sulle fantasie o sulle invenzioni, per spiegare qualcosa che diversamente sembrava inspiegabile. Ma non era Potere. La religione è un Potere. Ed è in fondo un fenomeno abbastanza recente, di qualche migliaio d'anni dopo la rivoluzione del Neolitico, ossia dopo la grande novità per l'umanità di poter selezionare le piante selvatiche per dar luogo a una agricoltura controllata, e di saper gestire l'allevamento degli animali e l'uso dei metalli.
Tutti questi fenomeni danno luogo ad un possibile "nuovo", il nuovo che si crea è quello dell'accumulazione, della possibilità di qualcuno di impadronirsi di una parte maggiore di questi beni per farne uno strumento di potere. Quando vado nelle scuole di tutti gli ordini chiedo sempre ai ragazzi: "vi hanno insegnato come si innesca una società schiavistica"? La società schiavistica è qualcosa di assolutamente innaturale: non esiste in natura. Le comunità umane, per vivere in maniera equilibrata, non avevano inventato queste forme di enorme squilibrio di potere e d'accumulazione che danno luogo alla società schiavistica. Ma queste oligarchie riescono ad affermarsi sulle maggioranze, creando il fenomeno estremamente squilibrato di un minor numero che s'impone ad un maggior numero, il che evidentemente non è nelle leggi di natura e crea degli squilibri.
Così sorge l'istituzione militare, che prende avvio con le società schiavistiche, per proteggere questo enorme squilibrio messo in pericolo dal fatto che i subordinati sono tanti, e quelli che comandano sono così pochi.
Perciò si crea il professionismo del militare, della violenza organizzata, e questa è una grande svolta, abbastanza recente rispetto ai tempi storici. Ma il monopolio della violenza non basta per far sì che una maggioranza si adatti ai lavori forzati, a farsi estorcere tutti i prodotti, a vivere in condizioni certamente molto disagiate, e in più nella paura continua di un "castigo", cosa quanto mai espropriante. Lo spaventato è manipolabile, e spaventarlo con la possibilità di ricorrere alla violenza fisica, non è sufficiente per creare una espropriazione duratura.
Ci vuole anche il terrorismo psicologico. E allora assieme all'istituzione militare sorgono le religioni, ossia il concetto di un superpadrone, che è mandato dalla metafisica, cioè oltre la natura, al di là della nostra dimensione. Chiaramente, essendo al di là della nostra dimensione, ci puoi mettere quel che vuoi e inventarlo come ti pare: non ci sono controlli, verifiche, possibilità di riportarlo ad una dimensione umana. Il Mistero è l'assoluto Potere. Sorgono insieme questi due aspetti delle società oligarchiche e squilibrate che prendono la prima forma di società schiavistica. Da un lato il professionalismo e la continuità della violenza organizzata, dall'altra il terrorismo psicologico dato dall'invenzione di un Superpotere, di cui le oligarchie si autonominano rappresentanti, mettendo sulla loro testa, oltre al potere economico, militare, sociale, anche un superpotere misterioso, onnipotente, terrificante.
La religione ha sempre questa caratteristica di inventarsi un superpotere, al di là della nostra dimensione, assolutamente inventato e manipolabile, che penetra nelle coscienze di queste maggioranze continuamente spaventate, aggravando la loro espropriazione, la loro impossibilità di crescere, di conquistarsi una loro autonomia e dignità.
Le religioni iniziano col divinizzare quello che è il supremo capo della società, poi dilagano nell'impensabile e nell'infinito creando al di sopra delle nostre teste, della nostra vita, della nostra comprensione possibile, dei superpoteri a cui non si può resistere.
Nel mondo antico, sussistono accanto alle divinizzazioni anche degli spazi per un residuo di culture popolari, animistiche. Poi, dal sesto secolo avanti Cristo suppergiù, sino a epoche veramente recenti, appaiono le grandi religioni. Noi, qui, da queste parti del mondo abbiamo a che fare con l'insorgere d'una religione monoteista, strettamente verticistica, con un potere assoluto che è raccolto in un solo simbolo, senza niente accanto, e che ha sull'umanità questo potere, terrificante perché è soprattutto un potere punitivo. Se tu mi preghi, va bene, ti lascio campare, se tu non mi preghi ti distruggo.
Anche durante la guerra del Golfo, ciascuno pregava il suo particolare Dio, perché chiaramente tutti questi dei che ci sono nel mondo non si possono mai mettere d'accordo, fare un "sindacato" e dire "mo', vediamo un po'". Perché ciascuno deve dichiarare di se stesso che è unico, che è quello vero, e che gli altri sono finti e delinquenti. Qui sta la legittimazione della distruzione di chi non riconosce il vero Dio, che va pregato.
Durante la guerra del Golfo, vedevamo Bush che si precipitava nella chiesa episcopale, la Thatcher in quella anglicana, Saddam Hussein nella moschea, Shamir nella sinagoga: tutti pregavano il loro Dio di cosa? E cos'è questo Dio che si fa pregare? Se egli avesse il potere di far cessare un macello perché non lo fa subito senza farsi pregare? Cos'è questa preghiera? "Ah, se mi preghi abbastanza forse lo faccio, ma poi se non mi va non lo faccio". Mi ricordo le preghiere d'una signora, moglie d'un notabile cattolico democristiano, durante la guerra. Una brava donna, simpatica, che una mattina arriva da me tutta felice e dice "il Signore ha ascoltato le mie preghiere". Perché era stato bombardato un quartiere di Roma quella notte, e la bomba, invece di cadere sulla sua casa era caduta accanto. Poi ho saputo che era caduta su un asilo di bambini alle ore nove del mattino, ammazzando trenta bambini. Questa signora ringraziava il Signore perché aveva fatto la grazia a lei, e non l'aveva fatta cadere sulla sua casa. Questo è il pregare. Pregare è chiedere una grazia per te o per il tuo clan o per i tuoi simili ma certamente non per tutti, perché evidentemente ciò non sarebbe possibile.
Le religioni inoculano questi principi estremamente gravi per i processi d'incivilimento della specie umana e per il suo rapporto con la natura: il fatto che ci sia un potere assoluto, che non si discute, paterno e maschile (le donne non c'entrano), e che in nome di questo potere si abbia il diritto di sacrificare coloro i quali si oppongono. E' la legittimazione del sacrificio umano. Leggendo il Vecchio Testamento si vede ciò. La strage dei Madianiti, Mosè che dice "andate a distruggere i Madianiti che non riconoscono il vero Dio e meritano di essere eliminati dalla faccia della terra". Quelli partono, vanno e ammazzano quasi tutti, poi tornano e dicono "abbiamo risparmiato qualche neonato e qualche vergine perché ci sembrava che in fondo le distruzioni fossero sufficienti", e Mosè dice "no, ritornate, ammazzate fino all'ultimo neonato, fino all'ultima vergine, perché la razza dei Madianiti deve essere eliminata dalla faccia della terra perché non riconosce il vero Dio".
Ero a Marsiglia nel '42, un anno molto buio, pareva proprio che il nazismo con tutti i suoi alleati potesse predominare il mondo; noi dimentichiamo spesso che il nazismo non era una malattia particolare del popolo tedesco, una patologia episodica e strana, ma una conseguenza logica dei principi e dei simboli della civiltà occidentale; infatti Hitler aveva moltissime complicità, pensate che tutti i governi cattolici negli anni '30 erano filonazisti, che il discorso più infiammato di esaltazione del nazismo ("finalmente abbiamo un baluardo che difende il mondo cristiano e occidentale dalla barbarie che viene dall'Est"), fu pronunziato da Pacelli, allora nunzio apostolico a Budapest, quando Hitler, nel Gennaio del '33, andò al potere. Non solo, i cattolici irlandesi, preparavano i punti di sbarco per i nazisti in Inghilterra; ora, la Thatcher non è un granché ma sempre un po' meglio di Hitler.
Tutti i movimenti islamici erano filonazisti, in odio a Francia e Inghilterra che col loro colonialismo efferato avevano creato tali stragi e tali orrori nel Medio Oriente e in altre parti del mondo. La Turchia era filonazista come Stato, ma lo erano anche tutti i movimenti dalla Siria al Marocco, persino i palestinesi.
D'altra parte le grandi potenze colonialiste, tipo Francia e Inghilterra, che si battevano contro il nazismo, e come oggi parlavano di diritti dell'uomo, in realtà lo facevano per difendere degli imperi coloniali ancora vastissimi, e se la prendevano con Hitler soprattutto perché faceva nel cuore dell'europa quello che loro avevano fatto da tre secoli negli altri continenti.
Queste potenze colonialiste che si dichiaravano contro Hitler, in realtà partecipavano degli stessi simboli, degli stessi modelli, degli stessi principi. A Marsiglia incontrai un vecchio ebreo, che veniva dalla Polonia (era molto provato), che mi diceva "i miei correligionari si dimenticano di rileggere -Mein Kampf-, perché vi troverebbero dentro tutto il Vecchio Testamento". Infatti, dal sacrificio d'Isacco, alla strage dei Madianiti, dalla razza eletta al Dio degli Eserciti, c'è praticamente tutto. Sembra che -Mein Kampf- (ora ci sono anche le prove di questo) dato che Hitler non era molto versato nelle lettere, sia stato scritto in collaborazione con un frate cappuccino bavarese.
Allora, dobbiamo andare a fondo in queste cose, conquistare un minimo di coerenza; non possiamo fare abitare nella nostra mente dei principi inconciliabili. Quando vado nelle scuole, spiego ai ragazzi che fare la cresima o la comunione non è una cosa innocente: è una complicità con le stragi degli Indios in Amazzonia. Non è difficile dimostrarlo.
In questo mondo, ormai tutto "effervescente" grazie ai mass media, all'aumento enorme dell'informazione e della comunicazione che c'è,... nel mondo tutto in fermento su quelli che sono stati simboli e modelli indiscussi per tanto tempo, e che adesso vengono messi in discussione, bisogna cercare di conquistare un minimo di coerenza nel nostro modo di pensare e di agire.
Come donna devo dire che c'è un bel po' da fare, perché la complicità dei vari poteri e delle varie culture con un lungo assoggettamento che poi ha avuto nella caccia alle streghe il suo momento più efficiente, non è che sia del tutto cancellata o che sia diventata molto diversa. Basta accendere la televisione per vedere schieramenti di maschi, che decidono delle nostre sorti dal punto di vista militare, politico, economico. Se c'è una donna presente, è sempre stata prescelta dai maschi e non rappresenta certo le donne rimaste nelle case e per le strade, ma solamente l'accettazione d'un modello maschile dato che altro mezzo non c'è per arrivare al potere.
Allora riflettiamo su quella che è stata l'azione di tutte le religioni in questi tre ultimi millenni, perché in realtà questi fenomeni si sono "sistemati", hanno avuto la loro organizzazione, la loro istituzionalizzazione proprio in questo brevissimo lasso di tempo. Il che non vuol dire che non sussistevano altre culture, naturalmente asfittiche e represse: queste hanno assicurato all'umanità quel tanto di progresso che bene o male siamo riusciti a rimediare, e che certo non è dovuto alle oligarchie del potere politico, religioso ed economico, a quelle che sono la parte peggiore della società sia dal punto di vista morale dell'etica della specie, sia dal punto di vista mentale nella cecità di causare infinite distruzioni non necessarie rendendo addirittura difficile la sopravvivenza dell'essere umano su questo pianeta con distruzioni immani di tutti i tipi di vita e con un concetto della natura serva e dell'uomo padrone che ci porta oggi ai disastri a cui assistiamo. Con un sistema economico il quale ci insegna a preferire un mucchio di cartamoneta all'acqua potabile. E purtroppo c'è un solo tipo di economia nel mondo, non ne abbiamo due: l'illusione di credere che i paesi dell'Est fossero un'alternativa o una contrapposizione a quelli dell'Ovest è stata la grande illusione di questo secolo. In realtà il fondo dei simboli e dei modelli cui si richiamavano erano dello stesso tipo, non erano alternativi.
Io compiango particolarmente i ragazzi che vanno nelle scuole di economia e commercio o scelgono Economia all'università, perché ne escono veramente con delle idee molto pericolose, senza nessuna alternativa. A loro non si dice che c'è anche un altro tipo di cultura emergente, per ciò che riguarda l'economia, l'ecologia, la produzione e la distribuzione dei beni; se ne insegna una sola che bene o male finisce per influenzarli malamente: meglio un mucchio di carta moneta, dell'ossigeno o dell'acqua potabile, che non vengono considerati beni perché non sono commerciabili, non rientrano nelle formule matematiche dell'Economia, del tutto astratta, senza nessun rapporto con la vita della gente, con la vita dei corpi, del quotidiano. Con la vita della gente e con tutte le vite con cui viviamo in simbiosi, perché noi non possiamo vivere senza gli alberi, senza l'erba: nessun marchingegno tecnologico può sostituire l'operazione che la clorofilla fa durante la notte. Non possiamo vivere senza acqua potabile: è già diminuita del trenta per cento su questo pianeta. Però di questo non si parla. Si parla soltanto del gioco del denaro, che è un'astrazione, perché questo mucchio di carta moneta da un momento all'altro può diventare carta straccia.
Le religioni dove sono state in tutto questo periodo? Sono servite a corroborare delle situazioni storiche, degli assetti, in cui un'oligarchia s'impone a una maggioranza. Sono state gravemente complici, e addirittura promotrici di tutti i maggiori delitti contro l'umanità.
Dopo tutti questi disastri, fanno un po' d'assistenza; la popolazione indiana è passata da 400 milioni trent'anni fa a 87O milioni, grazie alle propagande delle religioni, sempre contrarie alla contraccezione e all'aborto; Teresa di Calcutta di certo non dice "bisogna cambiare, il regime, bisogna contestare i poteri", no, lei a disastro avvenuto fa un po' di assistenza conquistando un enorme potere che diversamente non avrebbe. Tutte le vicende di questi tre millenni sono sempre legate ad un apporto, una complicità, una giustificazione delle religioni. Non c'è caso di delitto contro l'umanità che non abbia visto questo, altroché carità cristiana.
Ci vuole Papa Montini, considerato che era espressione dell'imprenditoria milanese, pareva più moderno, ma lo sembrava comunque in questo tipo di economia: cos'ha fatto quando nel '71 è sorto il movimento femminista? Ha proclamato Dottore della Chiesa una donna terribile, la cui vita sembra la cartella clinica d'un ospedale psichiatrico: Caterina da Siena. Ora Caterina da Siena viene addirittura proposta da alcuni italiani a Strasburgo come patrona dell'Europa; voi sapete che è già patrona dell'Italia e delle Forze Armate. Sapete quando è stata proclamata patrona delle Forze Armate da Papa Pacelli? Nel '39; nel '39 viene riesumata questa donna orrenda, sanguinaria, guerrafondaia, maniacale nella sua crudeltà, che approvava i roghi... e viene proclamata patrona delle Forze Armate italiane che si avviavano verso l'Albania, la Grecia.
Perciò inutile dire che un Papa è meglio d'un altro: non è questione di persone, non è nemmeno questione di tipo di religione, perché fondamentalmente tutte sostengono certi principi di fondo che comprendono l'accettazione del sacrificio umano. "Qualcuno deve morire di morte violenta per farmi star meglio". Una società comunitaria animistica non conosceva questo principio, non ne aveva bisogno. Il sacrificio umano avviene quando il potere di una minoranza si impone ad una maggioranza.
Il crocefisso è un simbolo del sacrificio umano; è terribile che si cerchi come simbolo di una cultura, ovverosia dicono addirittura di una morale, un orrendo strumento di tortura: questa è un'assuefazione tremenda alla violenza. Vedere un povero diavolo, un chiodo qui, un chiodo là, che "è morto per noi", per riscattarci da cosa? Ma scherziamo? Dobbiamo delegare qualcuno a morire per noi tra torture orrende, per farci star meglio o per riscattarci da qualcosa? Questo è terribile.
La sedia elettrica è stata usata ieri nella Virginia, Stati Uniti, naturalmente per un nero, perché i bianchi che finiscono sulla sedia elettrica sono pochi. Non è bastata la prima scarica, c'è voluta la seconda; poi si dice che abbiamo delegittimato la tortura. La tortura cui viene sottoposto un essere umano per una fine così orrenda, a freddo, con tutto questo cerimoniale spaventoso; oltre alla tortura psico-mentale che soffre in quest'attesa, c'è anche l'orrore del modo di farlo morire. Perché fare questa cerimonia terrificante, carica di atroci sofferenze? Poi diciamo che siamo per la democrazia, per la libertà, che si vanno a fare le guerre in Medio Oriente per ristabilire la civiltà dei popoli! Se al posto del crocifisso nei vari luoghi pubblici ci mettiamo una sedia elettrica (la croce era la sedia elettrica dei romani) abbiamo la dimensione dell'orrore di prescegliere uno strumento di tortura a simbolo di una cultura.
Da cosa deriva questo? Perché e come si giustifica filosoficamente? E' che le classi dominanti debbono anche creare una filosofia in appoggio alle loro azioni, che con la filosofia non hanno niente a che fare: sono eminentemente pratiche di potere.
Si crea allora la filosofia dell'uomo "cattivo": l'essere umano, questo neonato tutto nudo che è il più fragile degli animali, sarebbe già carico di "colpe", ossia avrebbe il peccato originale. E questo è un principio che pervade tutte le religioni come loro giustificazione, sino alla psicanalisi che dice che questo povero neonato come prima pulsione avrebbe la violenza. Ma dove?
Questo tipo di teoria serve a corroborare il principio che, visto che l'essere umano è cattivo di per sé, fragile e portato alle deviazioni e al crimine, ci voglia una bella classe di custodi che crei regole, discipline, chiusure, imposizioni, per impedirgli di diventare un delinquente; perché secondo queste teorie, se lo si lascia alla sua natura, questo chissà cosa combina. Per non parlare della donna, che è quella che secondo tutte le religioni introduce il diavolo nella società. Partire da questi principi giustifica tutti i peggiori delitti, le peggiori imposizioni, i peggiori autoritarismi da parte dei Poteri, che sarebbero i custodi di quest'ordine in nome di qualcosa che, poi, si può inventare come si vuole dato che sta al di là della nostra dimensione. Ancora oggi si insegna questo.
Ma chi custodirà i custodi? Questi che si erigono a custodi dell'ordine, ossia del buon comportamento delle maggioranze, da quale pulpito, da quale principio derivano questa legittimazione?
E siccome esiste il principio dell'assoluta autorità paterna e dell'assoluta obbedienza filiale si risolve tutto.
Di queste cose, che sono già di per sé tragiche e squallide, non parleremmo nemmeno, se appartenessero al passato, se si dicesse che le abbiamo già superate, e giusto qualche erudito andrebbe a vedere cos'è la caccia alle streghe, oppure come sono insorte le religioni nelle società schiavistiche. Ma purtroppo questi sono fenomeni ancora presenti e per questo è indispensabile parlarne; non possiamo farne a meno ma dobbiamo andare fino in fondo alle cose, perché la coerenza richiede questo. Non possiamo fare le cose a metà; facendo la metà il vecchio assetto continua a procedere tranquillamente. Per mettere in difficoltà il vecchio assetto (tutti questi valori, simboli, modelli che abbiamo introiettato dentro di noi per cui nemmeno più ce ne accorgiamo), dovremmo fare l'esame delle nostre complicità.
EMILIO E JOYCE LUSSU |
Quando si fa una guerra perché mandarci i ragazzi? Io ci manderei le persone al di sopra dei quarant'anni, che bene o male qualche complicità con l'assetto l'avranno avuta; altrimenti si tratta veramente del sacrificio d'Isacco, perché i ragazzi per la loro età non sono responsabili delle azioni, degli avvenimenti che si susseguono attraverso i Poteri che le determinano. La società espelle invece dal suo seno una parte di se stessa, i giovani maschi, e li manda al macello affinché il resto della società stia meglio. Questa è stata la logica di tutte le guerre fino alla prima guerra mondiale. Abbiamo mandato a morire seicentomila giovani contadini nell'Alto Adige per prendere un pezzo di terra dove tutti parlavano tedesco e non avevano nessuna voglia di far parte dello Stato italiano. E poi seicentomila morti di Spagnola, perché la guerra porta epidemie. Quando vedete questi cippi nei paesi, con l'elenco degli eroi morti nella prima guerra mondiale, tenete presente che la maggior parte è stata ammazzata degli italiani. Secondo il regolamento, in azione, ossia durante il combattimento, l'ufficiale, che porta un'arma a corta portata, ossia una pistola, quando uno dei soldati invece di andare avanti verso il fuoco nemico, animato da buon senso e voglia di sopravvivere, si gira e va indietro, ha il dovere di sparargli con la pistola. Se poi il poverino usciva dall'altra parte della trincea, trovava lo schieramento dei Carabinieri che immediatamente lo acchiappava e lo fucilava.
E la nostra artiglieria, che non era tanto brava, faceva cadere molto spesso le bombe destinate al nemico sulle nostre truppe. Perciò sono pochi coloro che sono stati ammazzati dagli altri poveri contadini sloveni o austriaci.
Ma adesso siamo arrivati ad un tipo di guerra, a causa degli sviluppi della scienza e della tecnologia, abbastanza atipico.
In una guerra moderna il solo che si trova in condizioni di assoluta sicurezza è il militare; l'abbiamo visto nel Golfo. I seicentocinquantamila uomini inviati da tutto l'Occidente nel deserto, con tutte le comodità: tre docce al giorno nonostante che lì non ci sia acqua, ben nutriti, dietro ai Patriot. Non è morto nessuno se non per incidente.
In Iraq, la sola parte della popolazione sopravvissuta, ben nutrita, è stata la guardia repubblicana di Saddam Hussein, che non ha avuto nessuna perdita; avevano ottimi rifugi, in combattimento c'hanno mandato degli sciiti o dei kurdi. Saddam Hussein ha praticamente vinto la guerra: ha tutto il suo esercito in ordine, gli offrono ottimi contratti per la ricostruzione, continua ad ammazzare i kurdi nel silenzio generale.
Dunque le vittime sono i civili, sicuramente almeno un milione e duecentomila ammazzati durante la guerra del Golfo. Perché tutto sommato ottantamila incursioni di bombardieri qualche guasto lo fanno. Secondo la Convenzione di Ginevra i soldati dei bombardieri sarebbero tutti criminali di guerra, anche il nostro Cocciolone, che assieme agli altri va ad ammazzare degli innocenti e poi torna e viene festeggiato dal presidente della Repubblica. La guerra attuale è un freddo assassinio. Quello che ha creato tutta la retorica sulla guerra, dagli eroi d'Omero... che quanto c'hanno stufato! Non facevano altro che farsi a pezzi, con tutta una serie di frodi e d'inganni, sino a tutti i generali romani e tutti i grandi condottieri dei quali i libri di storia parlano quasi esclusivamente. La retorica si basava sul fatto che rischiavano la pelle; che bel coraggio. La giustificazione di tutta la retorica era il coraggio. Ma adesso è assassinio a freddo. Non si rischia proprio niente dall'alto di un bombardiere.
E coloro che vi stanno spesso sono affetti da turbe psichiche, come quelli reduci dal Vietnam o quelli che hanno buttato le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaky (per le quali non vedo differenza con un campo di sterminio nazista).
La guerra lascia uno strascico di turbe mentali e di fortissime turbe morali. Non si può giustificare moralmente questo assassinio a freddo che è la guerra di oggi e rimettersi in pace con la propria coscienza. Di fronte a tutti questi problemi, troviamo sempre le varie Chiese che benedicono i gagliardetti, che vanno a benedire i combattenti, che dicono che bisogna vincere; oppure ogni tanto dicono che la guerra è una cosa brutta che non andrebbe fatta ma non gli costa niente dirlo, non pagano per questo. Ed è giunto il momento di dare sulle religioni una valutazione dal punto di vista politico e storico, non metafisico, perché io non so cosa sia la "metafisica". E attraverso i "dogmi" nessuno porta alla mia mente un concetto di cui si possa discutere, che si possa spiegare. Oggi noi ci troviamo in una situazione che richiede veramente la nostra presenza e la nostra coerenza, oggi i problemi del mondo, gravemente disastrato, non possono risolversi per delega.
Oggi la gente è in preda alla confusione mentale, concilia l'inconciliabile, ed è quindi manipolabile. Il Potere sapientemente crea queste confusioni mentali e con grande larghezza permette che convivano nella testa della gente delle cose assolutamente contraddittorie, poi, giocando su questa contraddizione, manipola. (...)Ma per andare verso un minimo di civiltà e di coscienza morale dobbiamo superare certi simboli che legittimano l'assoluta autorità paterna (contro le donne) ed il sacrificio umano.
(1) Joyce Lussu riprende l'introduzione di D. Romito, del Circolo N. Papini, che faceva notare la svolta integralista in cui è incorsa la Chiesa Cattolica con questo Papa.
Nota: La pubblicazione su BellaSardegna.it del materiale "Guerra agli infedeli" di Joyce Lussu è stato resa possibile grazie alla gentile collaborazione del Circolo Culturale Napoleone Papini .
E la nostra artiglieria, che non era tanto brava, faceva cadere molto spesso le bombe destinate al nemico sulle nostre truppe. Perciò sono pochi coloro che sono stati ammazzati dagli altri poveri contadini sloveni o austriaci.
Ma adesso siamo arrivati ad un tipo di guerra, a causa degli sviluppi della scienza e della tecnologia, abbastanza atipico.
In una guerra moderna il solo che si trova in condizioni di assoluta sicurezza è il militare; l'abbiamo visto nel Golfo. I seicentocinquantamila uomini inviati da tutto l'Occidente nel deserto, con tutte le comodità: tre docce al giorno nonostante che lì non ci sia acqua, ben nutriti, dietro ai Patriot. Non è morto nessuno se non per incidente.
In Iraq, la sola parte della popolazione sopravvissuta, ben nutrita, è stata la guardia repubblicana di Saddam Hussein, che non ha avuto nessuna perdita; avevano ottimi rifugi, in combattimento c'hanno mandato degli sciiti o dei kurdi. Saddam Hussein ha praticamente vinto la guerra: ha tutto il suo esercito in ordine, gli offrono ottimi contratti per la ricostruzione, continua ad ammazzare i kurdi nel silenzio generale.
Dunque le vittime sono i civili, sicuramente almeno un milione e duecentomila ammazzati durante la guerra del Golfo. Perché tutto sommato ottantamila incursioni di bombardieri qualche guasto lo fanno. Secondo la Convenzione di Ginevra i soldati dei bombardieri sarebbero tutti criminali di guerra, anche il nostro Cocciolone, che assieme agli altri va ad ammazzare degli innocenti e poi torna e viene festeggiato dal presidente della Repubblica. La guerra attuale è un freddo assassinio. Quello che ha creato tutta la retorica sulla guerra, dagli eroi d'Omero... che quanto c'hanno stufato! Non facevano altro che farsi a pezzi, con tutta una serie di frodi e d'inganni, sino a tutti i generali romani e tutti i grandi condottieri dei quali i libri di storia parlano quasi esclusivamente. La retorica si basava sul fatto che rischiavano la pelle; che bel coraggio. La giustificazione di tutta la retorica era il coraggio. Ma adesso è assassinio a freddo. Non si rischia proprio niente dall'alto di un bombardiere.
E coloro che vi stanno spesso sono affetti da turbe psichiche, come quelli reduci dal Vietnam o quelli che hanno buttato le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaky (per le quali non vedo differenza con un campo di sterminio nazista).
La guerra lascia uno strascico di turbe mentali e di fortissime turbe morali. Non si può giustificare moralmente questo assassinio a freddo che è la guerra di oggi e rimettersi in pace con la propria coscienza. Di fronte a tutti questi problemi, troviamo sempre le varie Chiese che benedicono i gagliardetti, che vanno a benedire i combattenti, che dicono che bisogna vincere; oppure ogni tanto dicono che la guerra è una cosa brutta che non andrebbe fatta ma non gli costa niente dirlo, non pagano per questo. Ed è giunto il momento di dare sulle religioni una valutazione dal punto di vista politico e storico, non metafisico, perché io non so cosa sia la "metafisica". E attraverso i "dogmi" nessuno porta alla mia mente un concetto di cui si possa discutere, che si possa spiegare. Oggi noi ci troviamo in una situazione che richiede veramente la nostra presenza e la nostra coerenza, oggi i problemi del mondo, gravemente disastrato, non possono risolversi per delega.
Oggi la gente è in preda alla confusione mentale, concilia l'inconciliabile, ed è quindi manipolabile. Il Potere sapientemente crea queste confusioni mentali e con grande larghezza permette che convivano nella testa della gente delle cose assolutamente contraddittorie, poi, giocando su questa contraddizione, manipola. (...)Ma per andare verso un minimo di civiltà e di coscienza morale dobbiamo superare certi simboli che legittimano l'assoluta autorità paterna (contro le donne) ed il sacrificio umano.
(1) Joyce Lussu riprende l'introduzione di D. Romito, del Circolo N. Papini, che faceva notare la svolta integralista in cui è incorsa la Chiesa Cattolica con questo Papa.
Nota: La pubblicazione su BellaSardegna.it del materiale "Guerra agli infedeli" di Joyce Lussu è stato resa possibile grazie alla gentile collaborazione del Circolo Culturale Napoleone Papini .
(il loro sito è http://www.anticlericale.it).
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