giovedì 11 agosto 2022

Ipotesi sulle leggi del futuro Stato Sardo




Le leggi del futuro Stato Sardo (ipotesi)
Perché la democrazia (quella Vera e Viva, non quella delegativa) funzioni in maniera corretta, riteniamo che sia necessario adottare un concetto di giustizia comprensibile a tutti, essenziale, chiaro, locale, e senza leggi scritte.
Passa per corretto il principio che leggi che non contengano elementi socialmente giusti, o siano generate da logiche corporative, settarie, personalistiche, incomprensibili alla stragrande maggioranza della popolazione, sono da rigettare senza indugio.
Ci si domanda a cosa servano le leggi scritte.
L’aggiunta di norme scritte, postille, distinguo, codici, rimandi, precisazioni, parzializzazioni, non fa altro che rendere l’esercizio della giurisprudenza ingessato, non fruibile in maniera inequivocabile, macchinoso e in definitiva non funzionale agli scopi che una vera giustizia debba avere tra i suoi fini istituzionali, cioè il corretto riconoscimento dei diritti personali e collettivi.
Non può esistere serenità e democraticità in mancanza di giustizia, l'Uomo ha il diritto ed è tenuto a esprimere giustizia collettiva e personale in ogni sua decisione.
Leggi troppo macchinose generano dubbi sulle sentenze, mentre legiferare in maniera snella, eseguita con norme intuitive, non fanno altro che generare fiducia nella gente, che si riconoscerà in tal modo, più agevolmente, come facente parte attiva della società.
Autolegislazione collettiva significa che ogni paese o città debba avere una struttura legiferante autonoma, locale, diretta, e gestita dagli abitanti di ciascuna contrada, che tenga conto di semplici principi universali, naturali e consuetudinari.
Ognuno gestirà direttamente la giustizia locale, dedicherà il suo tempo ad essere utile alla sua famiglia e alla collettività, si impegnerà in quello che altri chiamano lavoro, ma che noi definiamo produzione, che può essere manuale, commerciale, intellettuale, produttiva, artistica o quant'altro.
Produrre oggetti inutili in ottica consumistica, significa inquinare cervelli, dare illusioni e incentivare povertà.
Si dedicherà alla produzione di reale, utile ricchezza, che migliora la qualità della felicità della gente, sia essa umanistica, artistica, organizzativa o quant’altro.
Riteniamo che impegnarsi in produzioni troppo estese nuoccia alla natura e all'ambiente, e al contempo sia una limitazione, sia alla serenità della gente, che alla corretta realizzazione delle produzioni, che hanno bisogno di lucidità e non di tempo eccessivamente esteso, ogni essere umano ha diritto a vivere e godere, e non solo a lavorare.
Produrre per vivere felici, e non vivere per il lavoro.
Questi assiomi saranno presenti in ogni azione legiferante.
Passa per acquisita in questa società di melma la modalità che leggi ingiuste debbano essere applicate perchè sono "leggi", ciò va contro ogni possibile legge naturale e universale, e non può essere accettata, ciascun individuo si ritenga responsabile delle sue azioni, anche se obbedisce a ordini dall'alto palesemente ingiusti.
Le Vere Leggi sono quelle della natura, le leggi del vento, dell'acqua, della Terra, delle foreste e delle nuvole, quelle che oggi chiamano leggi non sono altro che codici.
Se tu, "persona fisica", dipendente da equitalia, mi imponi di pagare una gabella ingiusta, io non mi rivolgerò alla società che ti paga, no, io prenderò provvedimenti verso di te; simili comportamenti onorevoli, non possono far altro che migliorare la società, ciascuno sarà responsabile delle proprie azioni, e ne pagherà eventuali conseguenze, un modo per spingere chiunque a comportarsi con onore.
E se la legge viene dalla sensibilità della gente, e non da rappresentanti delegati a usare il loro potere contro gli interessi delle stesse persone che li hanno delegati, è necessariamente corretta.
Con tempi estesi da dedicare a se stessi, alla famiglia e alla collettività, in attività che rendano felici, ciascuno potrà avere l’opportunità, se lo desidera, di dedicare parte del suo tempo all’esercizio di un diritto fondamentale che spetta alla gente, e non allo stato: Stabilire Leggi.
In quel caso darà la sua disponibilità ad occuparsi dell’esercizio della legislatura di contrada, mettendo al servizio della collettività le sue competenze, in termini di esercizio della sua sovranità decisionale.
In presenza di leggi semplici, intuitive, che tengano in gran conto il diritto universale, quello naturale, divino, e quello consuetudinario, con eventuali rimandi al codice barbaricino, chiunque è in grado di legiferare correttamente, visto che si desiderano leggi snelle, comprensibili, giuste, e in numero relativamente basso, complicare codici e normative è esercizio preferito da chi non ha interesse a che la società funzioni in termini meritocratici e condivisi.



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