"L'ISIS E' HAMAS, HAMAS E'L'ISIS". COSI' NETANYAHU. FALSO. DISTANZA INTELLETTUALE E POLITICA ABISSALE. PARTITO NAZIONALISTA, PATRIOTTICO. RADIOGRAFIA MINIMALE
Hamas è il partito di maggiore consistenza numerica all’interno della Resistenza palestinese di cui la stampa di regime tratta minimamente, dando la responsabilità automaticamente all’organizzazione islamica di tutte le operazioni militari. Del resto non c’è da aspettarsi un’analisi accurata, approfondita, sincera da pennivendoli che hanno come attitudine la difesa ad ogni costo delle malefatte del Potere e la denigrazione dei suoi oppositori.
Falsa la dichiarazione di Netanyahu “L’Isis è Hamas e Hamas è l’Isis” riportata enfaticamente dai media di cui sopra e che viene giudicata in parte valida da pacifisti e da intellettuali “progressisti”.
La distanza intellettuale, religiosa, politica tra le due organizzazioni è invece abissale. Tanto che l’Isis, dopo l’attentato a Kerman che ha rivendicato, senza citare i suoi mandanti, ha giudicato apostata, rispetto all’Islam, Hamas perché, a suo dire, non pratica la Sharia ed è amica degli infedeli di cui osserva le loro convinzioni politiche. A livello di media una tale dichiarazione, in cui era incluso un appello ai “fedeli” di far giustizia di Ebrei in qualsiasi parte del pianeta, avrebbe dovuto accendere qualche lume. Niente. Perché, in effetti, c’è solo il richiamo alla fede islamica che può erroneamente apparentare Isis ed Hamas.
L’Islam di Hamas non ha niente a che fare con l’Islam dell’Isis che è una negazione del Corano come oggi viene interpretato dai fedeli, fuori dal contesto storico in cui venne scritto. Hamas crede nella “ragione”, non si basa solo sull’approccio testuale. Ritiene che i cristiani e gli ebrei non siano di per sé nemici. Lo sono nemici quando vogliono opprimere, quando vogliono colonizzare. Ne sia esempio il clima di pace e di solidarietà che esisteva in Palestina tra ebrei e arabi prima dell’assalto violento delle masse gestite dagli aschenaziti sionisti alla terra profetizzata in dono agli ebrei dalle sacre Scritture.
Nel governo di Gaza, Hamas non aveva escluso né cristiani, né donne. E nella guerra contro lo Stato Ebraico, combatte non solo assieme alla Jihad islamica e a combattenti sciiti, ma anche con il FPLP (organizzazione marxista). In tutti questi anni, caratterizzati dalle continue aggressioni selvagge dei sionisti, ha lavorato diplomaticamente a tutto campo con il movimento sciita ed alawita (corrente minoritaria dello Sciismo).
Buoni rapporti con il Libano, con l’Iraq, con la Siria, con l’Iran. E intensificati, penso, saranno i rapporti con lo Yemen e con gli Houthi (sciiti zaiditi) in particolare. Forte del suo razionalismo, mantiene rapporti diplomatici con l’Egitto di al-Sisi che aveva conquistato il potere, scalzando la Fratellanza musulmana sunnita (di cui statutariamente Hamas è una branca) e con i jihadisti del Sinai, al fine di proteggere la Striscia. Scalpore aveva suscitato a suo tempo l’incontro di Ismail Haniyeh con l’ex presidente Usa Jimmy Carter che si era definito"in qualche modo responsabile" dopo aver visto le rovine di Gaza, interpretata come una gabbia devastata anche dal feroce embargo. Cina, Russia, Brasile e molti altri stati non accettano che Hamas sia considerata terrorista e infilata nella lista delle organizzazioni terroriste compilata dagli Stati Uniti e dalla UE (che sono indubbiamente realtà terroristiche).
Altro elemento di apostasia di Hamas, secondo l’Isis, consiste nell’acquisizione di concetti che vengono attribuiti alla cultura infedele occidentale: nazionalismo, patriottismo, democrazia, pluralismo, tolleranza (vedi il trattamento dei prigionieri), elementi di cui, secondo l’opinione comune dell’Occidente, Hamas ne è priva. Basterebbe ricordare il suo fondatore Ahmed Yassin (assassinato, mentre disabile andava in carrozzina verso la Moschea, dai sionisti nel 2004) che definiva islamico Hamas ma anche nazionalista e patriottico ("anche un buddista può far parte di Hamas") e lo stesso governo di Gaza costituito da una pluralità di forze come anche le strategie comuni in battaglia e lo stesso disegno programmatico di una Palestina unica indipendente plurietnica e pluriconfessionale.
Ricordo che Hamas aveva proposto la formazione di due stati già alla fine degli anni '80. Lo stato della Palestina avrebbe occupato le "terre occupate", Gaza compresa. Capitale Gerusalemme est. Rientro in Israele dei Palestinesi espulsi. Usa e UE hanno fatto orecchie da mercante alla proposta negoziabile per favorire la graduale espulsione dei Palestinesi dalle loro terre. Chi è l'estremista? Chi è che impedisce una reale trattativa?
Una gran parte dei media dell’Occidente, cartacei o audiovisivi, sono, in gran parte non credibili sulla Palestina come su tutte le questioni di cui trattano. E’ necessario che chi si professa dalla parte delle classi subalterne e dei popoli oppressi, studi con maggiore attenzione i problemi cui si trova di fronte e disimpari l’apprendimento passivo, elaborando in modo creativo i dati, le nozioni, i concetti che la realtà quotidiana gli offre sistematicamente spesse volte in modo velato, oscuro. Per cui si rende necessaria una decriptazione della realtà in modo che si disveli la sua essenza.
Altro elemento di apostasia di Hamas, secondo l’Isis, consiste nell’acquisizione di concetti che vengono attribuiti alla cultura infedele occidentale: nazionalismo, patriottismo, democrazia, pluralismo, tolleranza (vedi il trattamento dei prigionieri), elementi di cui, secondo l’opinione comune dell’Occidente, Hamas ne è priva. Basterebbe ricordare il suo fondatore Ahmed Yassin (assassinato, mentre disabile andava in carrozzina verso la Moschea, dai sionisti nel 2004) che definiva islamico Hamas ma anche nazionalista e patriottico ("anche un buddista può far parte di Hamas") e lo stesso governo di Gaza costituito da una pluralità di forze come anche le strategie comuni in battaglia e lo stesso disegno programmatico di una Palestina unica indipendente plurietnica e pluriconfessionale.
Ricordo che Hamas aveva proposto la formazione di due stati già alla fine degli anni '80. Lo stato della Palestina avrebbe occupato le "terre occupate", Gaza compresa. Capitale Gerusalemme est. Rientro in Israele dei Palestinesi espulsi. Usa e UE hanno fatto orecchie da mercante alla proposta negoziabile per favorire la graduale espulsione dei Palestinesi dalle loro terre. Chi è l'estremista? Chi è che impedisce una reale trattativa?
Una gran parte dei media dell’Occidente, cartacei o audiovisivi, sono, in gran parte non credibili sulla Palestina come su tutte le questioni di cui trattano. E’ necessario che chi si professa dalla parte delle classi subalterne e dei popoli oppressi, studi con maggiore attenzione i problemi cui si trova di fronte e disimpari l’apprendimento passivo, elaborando in modo creativo i dati, le nozioni, i concetti che la realtà quotidiana gli offre sistematicamente spesse volte in modo velato, oscuro. Per cui si rende necessaria una decriptazione della realtà in modo che si disveli la sua essenza.
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