Antonello Boassa
Il governo di al Jolani si rivela sempre di più un governo di paglia (a rischio di destituzione da parte dei jihadisti più fanatici) a fronte delle potenze che hanno coordinato e gestito la rivolta. La Siria, come, a suo tempo, la Libia, diventerà un terreno di scontro cui, allo stato attuale, potranno partecipare per il saccheggio i siriani collaborazionisti pronti a svendere la loro patria.
Innanzitutto Israele che ha aggredito la Siria e il Libano con la sua consueta ferocia. Razzie, distruzioni, ruberie, violenze e omicidi.
Coloni israeliani si sono precipitati sulle terre libanesi per occuparle e addirittura venderle. Insediamenti illegali su cui la comunità cosiddetta internazionale (in effetti la comunità che soggiace all'Egemone) nulla ha da ridire.
Del resto, l'entusiasmo dell' Occidente per la caduta di Assad non era dovuta alla sua contestata mancanza di rispetto dei diritti umani bensì alla possibilità concreta che coloro che opprimono i Palestinesi da quasi 80 anni possano avere ora le mani libere per i loro crimini, una volta che le armi di difesa espresse dal movimento di liberazione e da Hezbollah risultino, senza il presidio della Siria laica che garantiva il sostegno concreto dell'Iran e dell'Asse della Resistenza, notevolmente indebolite. Entusiasmo ovviamente espresso dai governi occidentali e dal mainstream mediatico per l’ arretramento militare e diplomatico della Russia e dell’Iran che avranno enormi difficoltà, con il governo terrorista, amico dell’Occidente, ad assistere l’Asse della Resistenza e a difendere i propri spazi commerciali.
E mentre, a Gaza, l'esercito sionista continua l'opera di genocidio limitando l'uso dell'acqua e delle strutture igienico-sanitarie, interrompendo l'elettricità, nella Siria meridionale i militari sparano contro i manifestanti che protestano per l'invasione dei loro villaggi, per gli impedimenti creati dall'occupante a recarsi nei loro campi, di fatto requisiti.
L'esercito invasore, con pianificazione coloniale, corre verso le fonti d'acque, che approvvigionano la Siria ma anche la Giordania, per prenderne possesso, finalizzato al raddoppiamento della popolazione nelle alture del Golan, con l'obiettivo, tra l'altro, di fare dei Drusi cittadini israeliani, cosa che i Drusi negano, nonostante i media si forzino di dimostrare il contrario. Veicoli corazzati e bulldozer spadroneggiano nelle aree conquistate. I civili vengono disarmati. Non solo annessione del Golan. Altri territori sono nel mirino. Damasco a soli venti chilometri.
Ma potrà scorrazzare anche l'esercito di Erdogan con le sue truppe terroriste. Al Sultano non gli basta più Idlib. Avendo il pieno controllo del servile esecutivo di al Jolani potrà, dopo Mambij, puntare verso Kobane cui il Sultano aspira da tempo. Con la balcanizzazione avvenuta con il crollo dello stato laico, potrà, con maggiore facilità e con maggiore determinazione, tentare l'annientamento dell'autonomia del Rojava e metter fuori legge, con la complicità del governo servo di HTS, il PKK e le varie forze di protezione curde.
Non solo. Conquistare quel petrolio che gli Usa con il sostegno curdo hanno rubato allo stato siriano, privandolo di quell'energia che sarebbe stata assolutamente necessaria per la popolazione in estrema difficoltà e per la sopravvivenza militare della Repubblica siriana.
Una disfatta per la Russia e per l'Iran. Ma forse in questo momento inevitabile. Un intervento nell'area avrebbe potuto determinare un collasso. Non bisogna mai dimenticare che Russia ed Iran sono completamente accerchiate dagli States e dai suoi valletti. Il vertice ad Astana tra Russia, Turchia ed Iran aveva già, probabilmente, deciso l'esito del governo Assad e aveva steso un tappetto per le conquiste ottomane, tappetto che è stato ben utilizzato dall'esercito sionista in Siria e nel sud del Libano.
P.S. la mappa l'ho ricavata tramite Internet e mi scuso per non poterla attribuire all'autore. Non la ritengo del tutto precisa sul piano politico. Ma preferibile alla tante bandiere a tre stelle che campeggiano nel mainstream mediatico
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