Venerdì scorso, una bomba è esplosa a Varsavia. L’ordigno è stato fatto detonare dal giudice distrettuale Dariusz Lubowski, che si era rifiutato di estradare in Germania il cittadino ucraino Volodymyr Zhuravlev. Zhuravlev è sospettato in modo credibile di essere coinvolto in un attacco terroristico in Europa: l’ esplosione del gasdotto Nord Stream.
La decisione di respingere la richiesta dei tedeschi non sorprende. Tutti si aspettavano esattamente questo risultato. Soprattutto perché la corte era sottoposta a palesi pressioni da parte dello Stato. Cosa avrebbe dovuto fare il giudice quando, il giorno prima, il Primo Ministro polacco Donald Tusk si era opposto direttamente all’estradizione dell’ucraino, dichiarando pubblicamente che il problema “non era che il Nord Stream 2 fosse esploso, ma che fosse stato costruito”?