In seguito all'emissione della illegittima “ordinanza Schillaci” del 28.4.2023 che obbligava l’utenza all’uso della mascherina nei luoghi ad alta densità di cura nonché attribuiva ai direttori sanitari, anche di strutture private, il potere di decidere se imporre l’uso della mascherina e l’effettuazione dei tamponi diagnostici in tutti i locali diversi da quelli anzidetti, Avvocati Liberi ha proposto ricorso al TAR ed ottenuto un provvedimento interlocutorio del 11.9.2023 che rilevava tale ordinanza priva del requisito dell’urgenza e non suffragata da un’istruttoria e da motivazioni adeguate.
L’ordinanza ministeriale non solo è nulla e illegittima, ma diviene addirittura illecita in quanto alcuna Legge prevede l’imposizione ai cittadini di prestazioni personali (uso della mascherina) o di trattamenti sanitari (effettuazioni di tamponi diagnostici), obblighi che sono riservati alla Legge dagli artt. 13, 26, 23 e 32 Cost.
Ancor più illecite sarebbero però le imposizioni alla libertà personale, alla libertà di circolazione e alla libertà delle cure imposte da provvedimenti o circolari interne dei direttori sanitari ai pazienti per l’accesso alle cure ed all’utenza per l’accesso alle strutture di cura socio-sanitarie e socio-assistenziali, alle strutture di ospitalità e lungodegenza, alle residenze sanitarie assistenziali, agli hospice, alle strutture riabilitative, alle strutture residenziali per anziani ed a quelle di cui all’art. 44 DPCM 12.1.2017.
Invero tali direttori non devono permettersi di imporre a proprio piacimento questi obblighi alle persone e, se lo fanno, devono assumersi le proprie responsabilità.
Ecco perché Avvocati Liberi ha iniziato a diffidare le Regioni italiane – la prima è stata la Sardegna grazie all’opera del Collega Avv. Antonio Verdone – affinché vengano interrotte queste pratiche che, purtroppo, registriamo in ordine sparso in molte strutture, non tutte invero, dislocate sul territorio, generando una disuguaglianza ed una disparità ingiustificata tra cittadini.
L’operato di questi soggetti (cioè i Direttori delle strutture sanitarie, anche private) è da ritenersi oltre che illegittimo persino penalmente rilevante, laddove l'effettuazione del tampone (o anche l'uso della mascherina) debba essere ritenuta condizione imprescindibile per l'accesso alle cure ed alle strutture di cura da parte degli utenti, violando così l’habeas corpus di ogni persona, l’art. 13 Cost in merito alla libertà personale, l’art. 16 Cost. in merito alla libertà di circolazione; l’art. 32 Cost. in merito alla libertà delle cure e della riserva di legge, nonché gli obblighi di uguaglianza ed i divieti di discriminazione sanciti dall'art 3 della Costituzione e dall'art 21 della Carta di Nizza.
Il banner di SaDefenza LA SANITÀ è un BENE COMUNE evidenzia i diritti lesi e indica art. 32 Costituzione e Carta di Nizza, per il diritto all'integrità del proprio corpo e il rispetto della persona |
Per questo Avvocati Liberi ha iniziato anche a diffidare le singole strutture sanitarie quando ha notizia di tali imposizioni illegittime grazie alla segnalazione da parte dei cittadini vessati, e questa volta è toccato all’Ospedale Santobono di Napoli come si vede dalla copia in alto.
I cittadini devono sapere che non sono tenuti a fare ciò che non vogliono fare, e qualora vengono costretti ad effettuare prestazioni personali o subire trattamenti sanitari per essere curati, per accedere e far semplicemente visita a parenti ricoverati, possono denunciare i responsabili per violenza privata, interruzione di pubblico servizio e, disgraziatamente se dovessero conseguire danni alla salute, anche per lesioni.
A breve pubblicheremo sul sito di ALI un fac simile di denuncia querela da presentare per tali eventualità, ma intanto invitiamo i cittadini che hanno notizia o sono costretti a subire tali pratiche abusi e di segnalarci la struttura in questione che provvederemo ad inviare una diffida come quella appena mandata al Santobono.
*****
Vademecum per i diritti distribuito da SaDefenza al presidio presso l'ospedale Brotzu di Cagliari Mercoledì 18 ottobre al presidio ha partecipato anche l'Avv. Verdone dove ha presentato l'iniziativa dei Diffida firmata dai comitati sardi
Difendiamo i nostri diritti da richieste illegittime
Ospedali, ASL, RSA possono ancora chiedere mascherina o tampone?
Visto il Decreto Legge n.24 del 24 marzo 2022 del Consiglio dei Ministri: chiusura dello stato di emergenza dichiarato il 31.01.2020;
Vista la dichiarazione dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) del 5 maggio 2023: dichiarazione di cessata emergenza;
Considerato che l’Ordinanza emessa dal Ministro della Salute presenta (TAR Lazio 20.09.2023):
a) L’insanabile assenza dei presupposti di Legge per l’esercizio del potere di Ordinanza ai sensi dell’Art. 32 della Legge n. 833/1978, e cioè la totale mancanza di contingibilità, urgenza e motivazione adeguate;
b) Una delega (peraltro generica) del potere di imporre trattamenti sanitari obbligatori (tamponi e mascherine) alle direzioni sanitarie, alle autorità regionali, ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta in aperta violazione degli inderogabili sistemi di bilanciamento predisposti dall’Ordinamento per evitare derive nell’esercizio di poteri eccezionali.
PREMESSO
(Che nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario, se non previo consenso o per disposizione di legge)
- il tampone non è obbligatorio: dall’Ordinanza 28.05.23, Art. 1, comma 5, “Si rammenta infatti che non sussiste obbligo a livello normativo dal 31 ottobre 2022”;
- la mascherina, o meglio il “dispositivo di protezione individuale” (quindi anche un fazzoletto), non può essere imposto da regolamenti non supportati dalla legge.
COME COMPORTARSI DAVANTI A UNA RICHIESTA ILLEGITTIMA
1) citate i motivi di inefficacia dell'ordinanza,
2) (fate un video, documentate ciò che succede, ricordate che non potete pubblicarlo);
3) chiedete al personale ospedaliero di identificarsi (numero tesserino/cartellino, nome e cognome, numero di matricola);
4) (in ultima istanza) chiamate le forze dell’ordine, (insistete affinché intervengano per relazionare l’accaduto e verbalizzare le vostre dichiarazioni; se si rifiutano: - continuate a registrare, potete-, chiedete loro di mostrare tesserino/cartellino di riconoscimento).
NESSUNO PUO’ NEGARVI L’ACCESSO ALLA STRUTTURA SANITARIA E ALLE CURE
Non cediamo alle loro minacce (ad es.: interruzione di pubblico servizio); ricordiamo loro che possono incorrere nei seguenti reati: art. 610 c.p., “Violenza privata”; art. 328 c.p., “Rinuncia di atti d’ufficio”; artt. 3 e 5 del Codice deontologico (sanzioni disciplinari);
Nessun commento:
Posta un commento