Siamo la decima potenza economica del mondo. Persi anche i marchi del lusso... Eppure, basterebbe che Meloni agisse per l'attuazione della dovuta "Zona Franca " in Sardegna...
Secondo Kantar, una società di ricerca, i 30 più grandi marchi italiani valgono complessivamente solo un terzo dei primi 30 tedeschi e un quarto di quelli francesi.
KANTAR: La classifica dei marchi italiani è stata ampliata per la prima volta da 30 a 40, al fine di misurare e celebrare maggiormente i marchi italiani di maggior successo.
Il valore totale del marchio nella classifica Kantar BrandZ Top 40 Most Valuable Italian Brands 2023 ammonta a 110,5 miliardi di dollari, con i primi 30 che complessivamente raggiungono un premio del valore del marchio del 2% rispetto al livello del 2020 (pre-COVID-19).
Il macroambiente rimane turbolento a causa degli effetti persistenti della pandemia e della crisi energetica in corso, dell’inflazione e dei colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento. I marchi indispensabili per la vita dei loro clienti sono in una posizione molto migliore per prosperare sia nei momenti buoni che in quelli cattivi.
Questo studio sulla classificazione dei marchi italiani, basato sulle opinioni di oltre 50.000 intervistati su 1.191 marchi unici in 84 categorie, rivela:
KANTAR: La classifica dei marchi italiani è stata ampliata per la prima volta da 30 a 40, al fine di misurare e celebrare maggiormente i marchi italiani di maggior successo.
Il valore totale del marchio nella classifica Kantar BrandZ Top 40 Most Valuable Italian Brands 2023 ammonta a 110,5 miliardi di dollari, con i primi 30 che complessivamente raggiungono un premio del valore del marchio del 2% rispetto al livello del 2020 (pre-COVID-19).
Il macroambiente rimane turbolento a causa degli effetti persistenti della pandemia e della crisi energetica in corso, dell’inflazione e dei colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento. I marchi indispensabili per la vita dei loro clienti sono in una posizione molto migliore per prosperare sia nei momenti buoni che in quelli cattivi.
Questo studio sulla classificazione dei marchi italiani, basato sulle opinioni di oltre 50.000 intervistati su 1.191 marchi unici in 84 categorie, rivela:
- Gucci è il marchio italiano di maggior valore per il quinto anno consecutivo
- Enel, Kinder, Ferrari e TIM compongono il resto della top 5
- Il lusso è la categoria più numerosa nella classifica, con Prada e Fendi nella top 10
- Tra i nuovi arrivati tra i 30 e i 40 nella classifica figurano i brand crocieristici: Costa Crociere e MSC Crociere e i brand Food & Beverages: San Pellegrino, Levissima, Giovanni Rana e AIA
- Il 29% dei consumatori italiani si lascia guidare dal prezzo quando prende decisioni di acquisto; i marchi devono decidere se abbassare i prezzi o difendere la propria posizione dimostrando un valore elevato.
Il The Economist ha tracciato ieri, 8 febbraio 2024, un quadro impietoso della realtà economica italiana.
L'articolo, pare sia stato ispirato dalla copertina del libro Quando eravamo i padroni del mondo, esposto in una libreria dell'Aeroporto di Linate e che, secondo l'autore del The Economist, Riflette il desiderio nostalgico degli italiani per la loro gloria ormai piuttosto antica.
Osserva che, gli italiani, Potrebbero trarre conforto dal fatto che molti marchi italiani sono ancora padroni del mondo: pensate alle auto veloci (Ferrari, Maserati, Lamborghini), alle moto eleganti (Ducati, Vespa), ai bellissimi vestiti (Gucci, Prada, Zegna) e agli accessori da portare con sé con loro (Fendi, Bottega Veneta), ma un "conforto" scarso, giacchè, ormai, Solo che pochi degli ambiti marchi ed etichette italiani di questi tempi, inclusi tutti quelli sopra elencati, sono completamente italiani.
Molti hanno spostato la sede legale fuori dall'Italia, sono quotati in borse estere o sono posseduti da stranieri.
Se il Governo Meloni decidesse, finalmente, di attivare la zona franca in Sardegna (spettante per legge...), lo scenario economico italiano sarebbe trasformato in uno scenario ad altissimo potenziale.
Le grandi società italiane avrebbero un nuovo ed accogliente approdo nella grande isola italiana e altre, anche dall'estero, sarebbero incentivate a seguire lo stesso percorso, rivitalizzando l'economia sarda e quella italiana, con buone prospettive per il bilancio locale e nazionale.
L'attuale Governo potrebbe agire in tal senso se decidesse di svincolarsi dalle forti ingerenze esterne e contrarie, anzichè rincorrere obiettivi di evidente fragilità.
Il giornale se la ride sul nostro conto, puntando il dito sulla "caratteristica spacconeria del paese", ridicolizzando il nostro mercato borsistico nel quale, il flottante vale meno di 800 miliardi di euro, drammaticamente, appena il doppio della capitalizzazione di mercato di Ivmh, proprietario francese di diversi marchi di lusso italiani (tra cui Fendi).
Seguono ulteriori sberleffi contro l'insignificante Borsa di Milano, più piccola di quelle di Parigi e Francoforte, che, negli ultimi dieci anni ha sottoperformato anche loro... mentre, Solo cinque delle 500 più grandi aziende del mondo per fatturato provengono dall'Italia, rispetto alle 13 del 1997; 136 sono americani, 30 tedeschi e 23 francesi.
E, chiama in causa Giorgia Meloni che, infastidita da questa situazione, con il suo governo di destra vuole ricreare i campioni italiani nei settori dell’auto, dell’energia, dell’alimentazione e della moda.
Meloni che, allo scopo, il 6 febbraio ha fatto approvare alla Camera bassa del parlamento un disegno di legge sui mercati dei capitali per attirare più quotazioni alla Borsa di Milano, prevenire acquisizioni ostili e impedire alle grandi aziende di incorporarsi in luoghi come i Paesi Bassi.
Paesi Bassi che cita come sede aziendale della Ferrari, con Exor quale maggiore azionista.
Cita Dario Trevisan, avvocato che rappresenta gli investitori istituzionali, che dichiara che il 95% degli azionisti delle società quotate italiane sono stranieri e che afferma, che gli stranieri temono che il disegno di legge favorisca gli italiani.
Oh, perbacco! Come se Trevisan fosse marziano e non italiano...
L'articolo, pare sia stato ispirato dalla copertina del libro Quando eravamo i padroni del mondo, esposto in una libreria dell'Aeroporto di Linate e che, secondo l'autore del The Economist, Riflette il desiderio nostalgico degli italiani per la loro gloria ormai piuttosto antica.
Osserva che, gli italiani, Potrebbero trarre conforto dal fatto che molti marchi italiani sono ancora padroni del mondo: pensate alle auto veloci (Ferrari, Maserati, Lamborghini), alle moto eleganti (Ducati, Vespa), ai bellissimi vestiti (Gucci, Prada, Zegna) e agli accessori da portare con sé con loro (Fendi, Bottega Veneta), ma un "conforto" scarso, giacchè, ormai, Solo che pochi degli ambiti marchi ed etichette italiani di questi tempi, inclusi tutti quelli sopra elencati, sono completamente italiani.
Molti hanno spostato la sede legale fuori dall'Italia, sono quotati in borse estere o sono posseduti da stranieri.
Se il Governo Meloni decidesse, finalmente, di attivare la zona franca in Sardegna (spettante per legge...), lo scenario economico italiano sarebbe trasformato in uno scenario ad altissimo potenziale.
Le grandi società italiane avrebbero un nuovo ed accogliente approdo nella grande isola italiana e altre, anche dall'estero, sarebbero incentivate a seguire lo stesso percorso, rivitalizzando l'economia sarda e quella italiana, con buone prospettive per il bilancio locale e nazionale.
L'attuale Governo potrebbe agire in tal senso se decidesse di svincolarsi dalle forti ingerenze esterne e contrarie, anzichè rincorrere obiettivi di evidente fragilità.
Il giornale se la ride sul nostro conto, puntando il dito sulla "caratteristica spacconeria del paese", ridicolizzando il nostro mercato borsistico nel quale, il flottante vale meno di 800 miliardi di euro, drammaticamente, appena il doppio della capitalizzazione di mercato di Ivmh, proprietario francese di diversi marchi di lusso italiani (tra cui Fendi).
Seguono ulteriori sberleffi contro l'insignificante Borsa di Milano, più piccola di quelle di Parigi e Francoforte, che, negli ultimi dieci anni ha sottoperformato anche loro... mentre, Solo cinque delle 500 più grandi aziende del mondo per fatturato provengono dall'Italia, rispetto alle 13 del 1997; 136 sono americani, 30 tedeschi e 23 francesi.
E, chiama in causa Giorgia Meloni che, infastidita da questa situazione, con il suo governo di destra vuole ricreare i campioni italiani nei settori dell’auto, dell’energia, dell’alimentazione e della moda.
Meloni che, allo scopo, il 6 febbraio ha fatto approvare alla Camera bassa del parlamento un disegno di legge sui mercati dei capitali per attirare più quotazioni alla Borsa di Milano, prevenire acquisizioni ostili e impedire alle grandi aziende di incorporarsi in luoghi come i Paesi Bassi.
Paesi Bassi che cita come sede aziendale della Ferrari, con Exor quale maggiore azionista.
Cita Dario Trevisan, avvocato che rappresenta gli investitori istituzionali, che dichiara che il 95% degli azionisti delle società quotate italiane sono stranieri e che afferma, che gli stranieri temono che il disegno di legge favorisca gli italiani.
Oh, perbacco! Come se Trevisan fosse marziano e non italiano...
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