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venerdì 16 febbraio 2024

SIAMO LA DECIMA POTENZA ECONOMICA DEL MONDO. PERSI ANCHE I MARCHI DEL LUSSO...

Giannina Puddu

Siamo la decima potenza economica del mondo. Persi anche i marchi del lusso... Eppure, basterebbe che Meloni agisse per l'attuazione della dovuta "Zona Franca " in Sardegna...

Secondo Kantar, una società di ricerca, i 30 più grandi marchi italiani valgono complessivamente solo un terzo dei primi 30 tedeschi e un quarto di quelli francesi.

KANTAR: La classifica dei marchi italiani è stata ampliata per la prima volta da 30 a 40, al fine di misurare e celebrare maggiormente i marchi italiani di maggior successo.

Il valore totale del marchio nella classifica Kantar BrandZ Top 40 Most Valuable Italian Brands 2023 ammonta a 110,5 miliardi di dollari, con i primi 30 che complessivamente raggiungono un premio del valore del marchio del 2% rispetto al livello del 2020 (pre-COVID-19).

domenica 21 gennaio 2024

Nel piano pandemico del governo ricompaiono i lockdown e i dpcm

Orazio Schillaci (Imagoeconomica)

Mentre la Corte dei diritti umani ammette il processo alla gestione dell'emergenza, si scopre che per difenderci da un'eventuale altra pandemia useremo gli stessi strumenti: chiusure, dad, diktat e vaccini buoni a prescindere.


Ci voleva il governo di centrodestra, quello del «mai più green pass», quello della commissione parlamentare d’inchiesta sulla pandemia, per riportare in auge i lockdown, le mascherine, il mantra dei vaccini e persino i dpcm di Giuseppe Conte.

L’esecutivo, con la collaborazione degli enti sanitari e di alcuni delegati regionali, ha preparato il piano pandemico per il periodo 2024-2028. Il documento dovrà essere approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, ma è difficile immaginare che sarà modificato in maniera sostanziale. Eppure, una rimaneggiata la meriterebbe. Perché tutti i provvedimenti che i partiti dell’attuale maggioranza hanno contestato, quando a Palazzo Chigi c’erano l’avvocato di Volturara Appula e poi Mario Draghi (in questo caso, a opporsi a Mr Bce restò solo Fratelli d’Italia), vengono non soltanto assolti, ma addirittura riproposti.

mercoledì 21 giugno 2023

I motivi per dire ancora NO al MES della UE

Da sinistra: Pierre Gramegna (direttore del Mes), Paolo Gentiloni (commissario europeo), Christian Lindner (ministro delle finanze tedesco) 

 Purtroppo questo percorso non è privo di insidie. Ricordiamo che Ursula Von der Leyen poco prima delle elezioni, di fronte all’ipotesi di una vittoria della Meloni e conseguenti importanti rivendicazioni verso la UE, disse che “…se le cose andranno in una direzione difficile, abbiamo degli strumenti…“. Ed è vero. Gli strumenti per costringerci a cambiare idea ci sono ma i bottoni per azionarli non sono nella stanza della Von der Leyen ma in quella di Christine Lagarde all’ultimo piano dell’Eurotower di Francoforte. È sufficiente lasciare scadere dei titoli italiani senza provvedere al loro riacquisto, anche solo per qualche giorno, per lanciare inequivocabili messaggi agli investitori. Sono metodi già utilizzati ed immediatamente efficaci e, soprattutto, non lasciano impronte.

Claudio Borghi: La posta in gioco: il “potere imperiale” UE di provocare un credit crunch nell’economia di uno Stato membro. Ma, perché no, una crisi finanziaria in piena regola

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