martedì 23 ottobre 2012

Agenda 21.

Agenda 21.

Un documento politico del 1991, preparato per la Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo sviluppo (UNCED), delinea una strategia per il trasferimento di ricchezza in nome dell'ambiente da attuare nel corso di 35 o 40 anni.
Nat Mastropietro
Il "percorso virtuoso verde" dell'O.N.U. porta dritto al genocidio


Jurriaan Maessen
Infowars.com
October 17, 2012

Tutti i bracci della dittatura scientifica sembrano muoversi all'unisono. Ultimamente sentiamo ripetute richieste di de-industrializzare il mondo occidentale da parte dell'élite globale. Inoltre un tentativo è stato fatto da parte dell'élite di integrare le cosiddette "questioni demografiche" in altre questioni come la povertà, il cambiamento climatico "" ed altre profezie di sventura necessarie per portare a termine antica l'utopia eugenetica. 





Con l'obiettivo di precipitare l'umanità in una nuova era agraria, e spopolare il pianeta nello stesso tempo, l'elite globale ha preso un approccio ad ampio respiro che l'auto-nominatosi eco-socio-economista, professore Ignacy Sachs, ha eufemisticamente definito un "percorso virtuoso verde", più comunemente noto come Agenda 21.



Un documento politico del 1991, preparato per la Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo sviluppo (UNCED), delinea una strategia per il trasferimento di ricchezza in nome dell'ambiente da attuare nel corso di 35 o 40 anni. E' evidente che si tratta di un documento visionario che descrive fase per fase la strada verso la dittatura "eco-sostenibile" del mondo. Come il professore Sachs afferma nel suo articolo:
"Per essere attuabili, le strategie dovrebbero coprire l'arco temporale di diversi decenni. Trentacinque-quarant'anni sembrano un buon compromesso tra la necessità di dare il tempo necessario alle trasformazioni pianificate e le incertezze causate dal prolungamento del lasso di tempo. 





"Nel suo lavoro nei prossimi 40 anni: strategie di transizione verso il percorso virtuoso Verde: Nord / Sud / Est / Global , Sachs descrive accuratamente non solo il lasso di tempo previsto per realizzare una società globale, ma anche ciò che è opportuno per garantire la "stabilizzazione dell popolazioni":
"Il fine di stabilizzare le popolazioni del Sud del mondo attraverso semplici campagne per il controllo delle nascite e la distribuzione di contraccettivi,invece di mezzi come guerre o epidemie, si è rivelato abbastanza inefficiente."



Nella prima parte della descrizione (retrospettivamente) stranamente accurata degli eventi in corso , Sachs punta sulla ridistribuzione della ricchezza quale unica strada percorribile verso la stabilizzazione della popolazione e, come lui stesso lo definisce, un "mondo virtuoso verde". Il professore: "La via d'uscita dal doppio legame della povertà e   distruzione ambientale richiede un periodo abbastanza lungo di maggiore crescita economica per sostenere le strategie di transizione verso il percorso verde virtuoso di ciò che è stato chiamato a Stoccolma ecosviluppo e da allora ha cambiato il suo nome nei paesi anglosassoni in sviluppo sostenibile. "



"(...) Un buon grado di accordo sembra esistere, quindi, per il percorso di sviluppo ideale da seguire fino a quando non riusciamo a stabilizzare la popolazione mondiale e, al tempo stesso, ridurre notevolmente le disparità oggi prevalenti." , afferma il professore.
"Più saranno audaci le iniziative intraprese nel prossimo futuro", afferma Sachs, "più breve sarà l'intervallo di tempo che ci separa da uno stato stabile. Soluzioni radicali devono affrontare la radice del problema e non i sintomi. Teoricamente,i tempi della transizione potrebbero essere accorciati mediante misure di redistribuzione di beni e di reddito. "



Sachs mette in evidenza le difficoltà nell' attuazione di tali proposte politiche (perchè l'umanità tende a non fidarsi di qualsiasi governo nazionale o transazionale che voglia ridistribuire la sua meritata ricchezza). Si propone pertanto che tali misure siano attuate gradualmente, seguendo una strategia meticolosamente pianificata:
"La prospettiva pragmatica è di una transizione estesa nell'arco di diversi decenni."



Nel secondo sotto-capitolo "Le cinque dimensioni dell'Ecosviluppo", il professor Sachs riassume le dimensioni principali di questa mossa ben delineata per fare dell'Agenda 21 una prospettiva futura reale. La prima dimensione che tocca è la "sostenibilità sociale":
"L'obiettivo è quello di costruire una civiltà con maggiore equità nel patrimonio e nella distribuzione del reddito, al fine di migliorare in modo sostanziale i diritti delle grandi masse di popolazione e di ridurre il divario nel tenore di vita tra chi ha e chi non ha".
Questo certamente implica la riduzione del tenore di vita del "NORD" (USA, Europa) e l'innalzamento di quello delle nazioni in via di sviluppo ("Il Sud e l'Oriente"). Ciò dovrebbe essere realizzato attraverso quella che chiama Sachs "Sostenibilità economica": "Resa possibile da una più efficiente allocazione e gestione delle risorse e da un flusso costante di investimenti pubblici e privati."



La terza dimensione descritta dal professore è la "sostenibilità ecologica", che, tra l'altro, limiti "il consumo di combustibili fossili e di altri prodotti facilmente esauribili o dannosi per l'ambiente, sostituendoli con risorse rinnovabili e / o abbondanti e rispettosi dell'ambiente, riducendo il volume di inquinanti per mezzo del risparmio energetico e delle risorse ed il riciclaggio e, ultimo ma non meno importante, la promozione dell'autolimitazione nel consumo materiale da parte dei paesi ricchi e degli strati sociali privilegiati in tutto il mondo ";



Al fine di rendere questo possibile Sachs sottolinea la necessità di "definire le regole per un'adeguata protezione ambientale, la creazione di meccanismi istituzionali e la scelta di strumenti economici, giuridici e amministrativi necessari per l'attuazione delle politiche ambientali."



Dimensione 4: "La sostenibilità territoriale":
"Diretto alla realizzazione di una configurazione rurale-urbano più equilibrata di e una migliore distribuzione territoriale degli insediamenti umani e delle attività economiche (...)".



La quinta ed ultima dimensione descritta nel documento di politica delle Nazioni Unite è la "sostenibilità culturale": "alla ricerca delle radici endogene dei processi di modernizzazione, in cerca del cambiamento nella continuità culturale, traducendo il concetto normativo di ecosviluppo in una pluralità di soluzioni locali, specifici all'ecosistema, specifici alla lingua ed ai siti".



Ma per rendere reale questa nuova direzione per il mondo, Sachs sottolinea ancora una volta l'importanza dell'attuazione graduale nel tempo. Come disquisire se sia meglio bollire la rana lentamente oppure gettare il povero animale nella padella bollente:
"Anche se sappiamo dove vogliamo arrivare, il problema operativo è: come si procede nel mettere l'umanità sul sentiero di sviluppo virtuoso vero e proprio, socialmente responsabile e in armonia con la natura. Si sostiene che UNCED 92 dovrebbe dare grande attenzione alla formulazione di strategie di transizione che potrebbero diventare il punto centrale dell'Agenda 21 ".



Agenda 21: la strategia delle Nazioni Unite per ridistribuire la ricchezza accumulata dal "Nord", al fine di creare una società mondiale completamente "equilibrata"-sotto gli auspici delle Nazioni Unite, naturalmente, e delle banche centrali private che lo controllano. Questo può avvenire solo attraverso la distruzione della classe media. Una improvvisa ridistribuzione ed industrializzazione non può essere realizzabile perchè la classe media si ribellerebbe immediamente. Pertanto, Sachs sostiene la necessità di una lenta, graduale ed attentamente pianificata dissoluzione della classe media fase per fase:
"Per essere attuabili, le strategie dovrebbero coprire un arco temporale di diversi decenni. 





Trentacinque-quarant'anni sembrano un buon compromesso tra la necessità di dare il tempo necessario alle trasformazioni e le incertezze causate dal prolungamento del lasso di tempo. La riconversione delle industrie, anche in periodi di rapida crescita, richiede da dieci a venti anni. La ristrutturazione e l'espansione delle infrastrutture richiede diversi decenni e questo è un settore di cruciale importanza dal punto di vista ambientale. "



Poi Sachs fà la sua affermazione più scioccante: "Tuttavia, il motivo più importante per prendere in considerazione le strategie di transizione per un periodo minimo di trentacinque-quarant'anni deriva dalla non-linearità di tali strategie, che devono essere concepite come una successione di cambiamenti di priorità nel tempo. Un buon esempio è fornito dalla transizione delle popolazioni. Il fine di stabilizzare le popolazioni del Sud del mondo con mezzi diversi da guerre o epidemie, solo attraverso campagne per il controllo delle nascite e la distribuzione di contraccettivi si è rivelata abbastanza inefficiente. "



Sachs sostiene che "un programma accelerato di sviluppo sociale ed economico delle aree rurali dovrebbe essere la priorità assoluta nella prima fase di un programma realistico di stabilizzazione delle popolazioni." Chi o che cosa coordinerà tutto questo, secondo Sachs, e in che modo le Nazioni Unite prenderanno il controllo?
"Le soluzioni", dice Sachs, "possono variare in termini di audacia e possono assumere la forma di accordi mondiali, multilaterali o bilaterali." Queste disposizioni dovrebbero, per quanto riguarda Sachs, garantire "almeno parzialmente l'automatismo dei trasferimenti finanziari mediante meccanismi fiscali, che si tratti di una imposta sul reddito di piccole dimensioni o di una serie di imposte indirette su beni e servizi la cui produzione e consumo hanno impatti ambientali significativi. "



Nel corso del tempo, a poco a poco, queste tasse dovrebbero aumentare:
"Partire con una operazione uno per 10.000 e l'aumento delle imposte in modo da raggiungere l'uno per mille in dieci a venti anni sembra una proposta abbastanza realistica, tanto più che il sistema crea un mercato interessante per le imprese private coinvolte in ricerca e sviluppo. "



Leggendo tutto questo, la domanda su quale entità dovrebbe prendere il controllo non è difficile rispondere. Sachs: "Al fine di creare la massima sinergia tra le strategie nazionali e le azioni globali, le Nazioni Unite dovrebbero creare un forum per la discussione e la valutazione periodica di tali strategie e una pianificazione della ricerca, il monitoraggio e la flessibilità degli impianti per metterli in una prospettiva globale. (... ). Il forum dovrebbe avere un'equa rappresentanza di tutti i principali attori coinvolti: i governi, i parlamenti, i movimenti dei cittadini e il mondo delle imprese. Data la sua importanza, dovrebbero essere portate da agenzie specializzate in un posto centrale nel sistema delle Nazioni Unite. "



Questo quasi letteralmente fa eco al recente appello di un gruppo di scienziati per il Summit 2012 delle Nazioni Unite sulla Terra per creare "un Consiglio per lo sviluppo sostenibile all'interno del sistema delle Nazioni Unite per integrare la politica sociale, economica e ambientale a livello globale."



L '"equa rappresentanza" di cui parla Sachs è naturalmente solo un pretesto per portare tutti a bordo. Come il "testo danese", elaborato per la conferenza di Copenaghen alla fine del 2009, illustra chiaramente, il FMI e la Banca Mondiale avranno sempre l'ultima parola nella costruzione di un sistema internazionale.



L'altro, elemento più sinistro dell'Agenda 21 è, naturalmente, lo sforzo concertato da parte delle élite globali, attraverso trattati multilaterali e regolamenti, non solo per controllare le popolazioni di tutto il mondo, ma per abbattere le stesse popolazioni.



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