Aviaria al parco di Monte Urpinu?
5 novembre 2022, così recita l’articolo di Sardiniapost: “Tutti gli animali di Monte Urpinu saranno abbattuti. – Abbiamo trovato un virus ad alta patogenicità che POTREBBE essere trasmesso all’uomo, - spiega il veterinario all’Ansa, e prosegue – anche se nella maggior parte dei casi i sintomi sono lievi, con sintomi lievi tipici di un raffreddore”.
Quattro giorni fa, 8 novembre, VeronaSera titola: “Influenza aviaria in un allevamento di tacchini di Nogara, 50mila abbattimenti. - Il virus non attacca la salute dell’uomo, ma ne danneggia le attività economiche, colpendo gli allevamenti di polli, tacchini ed altri uccelli domestici e selvatici.”
9 novembre, Alimentando, periodico del settore alimentare, pubblica:” Aviaria Usa: nel 2022, abbattuti 49 milioni di capi. Produzione tacchini -6%, prezzi della carne +112%”.
11 novembre, sempre da Alimentando leggiamo: “Influenza aviaria: in Francia scatta l’obbligo di confinamento per tutti i volatili ……polli, galline e anatre. – Dopo aver vissuto la stagione 2021-2022 in modo catastrofico – con oltre 21 milioni di volatili abbattuti tra la fine di novembre e la metà di maggio ...- il settore avicolo francese si dice allarmato e in attesa di un vaccino. Il governo spinge infatti per questa soluzione, ritenendola l’unico modo per affrontare un virus diventato endemico e con il quale sarà necessario convivere a lungo termine.”
Torniamo con la memoria ad un’altra catastrofe su cui oggi si fa omertoso silenzio.
Gennaio 2019, La Gazzetta del Mezzogiorno: “Xylella, il Governo: “chi non abbatte gli alberi ammalati rischia il carcere. – pena da 1 a 5 anni”.
Sempre a gennaio 2019, l’Avvenire: “Xylella, ulivi tutti da abbattere. La Puglia è in ginocchio”. Ovvio che se getti nei terreni veleni che abbattono il bioma le piante si ammalano, benché l’ulivo sia una delle piante più robuste e longeve se le avveleni è ovvio che si ammalano.
Topica la storia delle bufale campane produttrici della buona mozzarella, mesi fa gli han fatto la PCR (tamponi) che serve solo per studi di laboratorio o e non per la diagnostica come tutti sappiamo, le dichiarano malate e dunque le destinano all’abbattimento, ma essendo malate il valore della carne è alla stregua di smaltimento e riciclo delle carcasse, con un costo enorme per l'economia dell'allevamento che subisce un danno mortale, la legge prevede di abbattere le bufale, ma notare private degli organi infetti, vengono macellate e le loro carni regolarmente immesse sul mercato. Come ci testimoniano gli stessi allevatori, la stragrande maggioranza dei capi da macellare finisce in un solo stabilimento, quello della Real Beef di Flumeri in provincia di Avellino, che appartiene al Gruppo Cremonini, un colosso mondiale della carne, che produce, tra le altre cose, le scatolette di carne Montana.
Potremmo andare avanti parecchio, comprendendo anche altre categorie, ma a buon intenditor poche parole. Difficile, o forse colpevole, non vedere inequivocabili similitudini con quanto in questi anni abbiamo subito come cittadini. Le “pandemie”, insomma, sembrano non risparmiare nessun ambito di questo nostro mondo, anzi ad un esame più attento, in grado di sfuggire alla narrazione ufficiale e al dogma dettato dalla scienza, lasciano intendere un unico disegno, un filo conduttore che lega territori, animali, vegetali e infine gli stessi popoli, ad un unico, ineluttabile destino: una devastazione ambientale, economica e sociale senza precedenti.
Un altro “nemico invisibile” attraversa i territori, infettando tutto e tutti, trasformando ciò che fino a ieri era simbolo di comunanza, di mutualità, di prosperità per i popoli, in mero strumento di guadagno per multinazionali e vili affaristi.
Ancora una volta la commedia della “virologia”, che supporta e giustifica la teoria del contagio, diviene arma a loro vantaggio, motiva la cosiddetta “profilassi” e gli iniqui “protocolli” e condanna uomini, animali e piante a loro volere in nome di un falso e mistificatorio “bene comune”.
#SaDefenza
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