lunedì 14 novembre 2022

Troppi sardi dipendono economicamente da mamma italia

 




Chiedete, chiedete pure all'italia, qualcosina vi daranno, così , giusto per sopravvivere, ma lottare per essere liberi è altra cosa.
Troppi sardi dipendono economicamente da mamma italia, impiegati, burocrati, militari, personale scolastico, sanitario, nei sindacati, nei trasporti ecc ecc, gente che riceve stipendi e pensioni da matrigna italia, e ammettendo che non tutti di loro sono mentalmente incantati dalle lusinghe italiane, essi sono una buona parte della popolazione sarda, e non recepiranno la voglia di cambiamento, non recepiranno mai istanze di autodeterminazione.
Non sanno, o non immaginano che con lo stato sardo starebbero sicurissimamente molto meglio, e non solo economicamente, ma sotto tutti i punti di vista.
Con lo stato sardo abbandonerebbero tutte le storture di cui il sistema-Italia è pesantemente affetto.
Filo-sionismo imperante.
Atlantismo irrazionale.
Corruzione, parola sinonimo si stato italiano.
Mafia.
Bustarelle in cambio di favori a discapito dei pochi onesti rimasti.
Satanismo fin troppo evidente di chi comanda.
Disinformazione ai massimi livelli.
La Verità che soccombe sempre.
Cittadini disinformati e omologati.
Una scuola da quarto mondo.
Bullismo statale.
Non avrei finito, ma l'importante è che abbia dato l'idea a cosa dovremmo rinunciare.
Per chi non ha la mente aperta ogni cambiamento è terrorizzante, il nostro scopo è comunicare loro che avremmo solo dei vantaggi sotto tutti gli spetti, a far parte della futura Repubrica de Sardinnia.
Immaginiamo una terra gestita in maniera eticamente libera, compartecipativa, collaborativa, senza gerarchie inutili, con un unico imperativo: ogni azione dovrà essere compiuta con spirito onorevole e meritocratico, in funzione del bene di tutti.
Un formidabile strumento di sviluppo dovrà essere la moneta popolare al portatore, di proprietà del popolo sardo, di fronte a tale strumento fanno meschine figure assiomi purtroppo troppo diffusi tipo il zonafranchismo, l'autonomismo, la continuità territoriale, la fiscalità "regionale", il parlamentino sardo dei servi d'italia, che non conta nemmeno in minima parte di quanto contassero gli stamenti settecenteschi.
La gente non si accorge che è immersa in una malefica feten-sion, e sull'onda di impostazioni mediatiche, preferisce soluzioni parziali, localizzate, e corporativizzate, piuttosto che lottare per la piena libertà decisionale: la costituzione del libero Stadu de Sardinnia, o se vi piace di più Judicau de Sardinnia.
Immaginiamo che dopo un primo periodo dedicato giocoforza a pratiche autarchiche, le specificità delle nostre produzioni e delle nostre idee sono destinate a invadere tutto il globo, come fecero i nostri antichi progenitori.
No, non sto dicendo che esportare sia meglio che importare, con la nostra moneta popolare potremmo acquistare tutto quello che ci serve, fossanche tecnologicamente recentissimo, ma un certo equilibrio è bene conservarlo.
Pensare come dice il televisore che bisogna esportare e importare il meno possibile è uno strafalcione pazzesco.
Beni reali, ingegno, studi, esperienze, intuiti in cambio di pezzi di carta o di un bip al computer. 
La storia sarà studiata in verità e onore, l'economia indirizzata verso produzioni rispettose dell'ambiente, la ricerca sarà in funzione del nostro sviluppo, le multinazionali del consumismo più sfrenato saranno cacciate come il peggior cancro esistente sul pianeta, le leggi saranno scarne e intuitive, così semplici che per difendersi non sarà più necessario ricorrere ad avvocati.
Sarà abolito ogni albo professionale, burocraticismi inutili, norme, codici, balzelli, leggine e rimandi, che non fanno altro che ingessare e ingabbiare.
La Sardegna diventerà il più grande sito di scavi archeologici che si sia mai visto sul pianeta terra, verrà riportata alla luce, come è justo che sia, la grandezza dell'antica civiltà sarda, quella civiltà che ha cadenzato i passi primordiali dell'umanità.
Con l'adozione delle assemblee sovrane degli esseri umani liberi, legiferare, eseguire e giudicare diventeranno pratiche snelle e semplici, noi aborriamo qualunque sotterfugio che tolga naturalità ad ogni nostra azione.
Mai più politici di professione, mai più votazioni, mai più elezioni, mai più partiti politici, mai più democrazie finte, mai più deleghe e rappresentanze, ma vera e viva partecipazione di ciascun essere umano che lo voglia, alla gestione del bene comune.
Tutto questo sull'onda della Vera Democrazia prendendo esempio dalle riunioni degli antichi sardi che si riunivano nelle esedre di fronte alla maestosità dei nostri megaliti, e decidevano direttamente, per di più prendevano le juste decisioni favoriti dall'energia orgonica che quelle strutture emanavano.


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