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venerdì 30 ottobre 2020

TESTIMONIANZA DI UNA UCCISA DI CINQUE STELLE

TESTIMONIANZA DI EVA REALI UCCISA DALL’ÈLITE


EVA REALI 

COSA SI CELA DIETRO LE RIMOZIONI E LE ESPULSIONI DI MILITANTI DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE DI GRILLO?


LA TESTIMONIANZA DI EVA REALI, ex infermiera e candidata alla Regione Toscana per il Movimento 5 Stelle,  ACCUSA I SUOI CARNEFICI E PONE IN GRAVE IMBARAZZO I DIRIGENTI DEL MOVIMENTO 5S, COLPEVOLI DI AVER VENDUTO LA BUONA FEDE DEI SUOI MILITANTI A GRUPPI DI INTERESSE SOVRANAZIONALE, COME FA BEN INTENDERE E CAPIRE LA POVERA EVA , COLPEVOLI DI COLLABORAZIONI CON MOVIMENTI PSEUDO-RELIGIOSI COME SCIENTOLOGY AL SOLDO DEI ROCKFELLER

Rivelazione che potrebbe all’apparenza credersi irreale e complottista, ma per le menti più attente e centrate sulla reale condizione di Eva esse si rivelano per quel che sono , un atto di accusa per le élite del movimento e dei suoi gestori occulti; è la testimonianza di una candidata dei 5S alla Regione Toscana , che s’è ritrovata invischiata in una storia di psyOp suo malgrado e per questa sua scoperta e accusa ha pagato con la sua vita…

LA SOCIETÀ A CUI SI RIFERISCE FORMA I QUADRI POLITICI AL GOVERNO NEI VARI STATI OCCIDENTALI È INOLTRE UN’ORGANIZZAZIONE DI DIVULGAZIONE DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE IA (CHE A LORO DIRE È FONTE DEL 13% DEL PIL DEGLI STATI DELLE NAZIONI PIÙ PROGREDITE) È INOLTRE SOSTENITRICE DEL TRANSUMANESIMO.

LA SOCIETÀ DI CUI PARLIAMO È LA MCKINSEY RESPONSABILE TRA LE ALTRE COSE DELLA POLITICA MONDIALE DI DEPOPOLAMENTO, GESTISCE TUTTE LE MULTINAZIONALI DEL FARMACO, INOLTRE ANNOVERA TRA LE SUE FILA DELLE PEDINE CON RICONOSCIUTE IDEE EUGENETICHE D’ALTO LIVELLO COME BILL GATESGEORGE SOROSMARK ELLIOT ZUCKERBERGJEFFREY PRESTON BEZOSELON REEVE MUSK, ECC. IL CAPO DEL NUOVO ORDINE MONDIALE È IL VECCHIO HENRY KISSINGER.

QUESTI SOGGETTI SI NUTRONO DI ADRENOCROMO ESTRATTO DAI BAMBINI TORTURATI VIOLENTATI E MASSACRATI NEI LORO RITI SATANICI, COMANDA OLTRE A LORO TUTTE LE ELITÈ GLOBALISTE TRANSUMANISTE, PEDOFILE E SATANISTE MONDIALI.

TESTIMONIANZA DI EVA REALI UCCISA DALL'ELITÈ
Henry Kissinger ex segretario di stato USA


di Andrea Tosatto

E SE DIETRO A TUTTO CI FOSSE LA MCKINSEY?
SE I GOVERNI FOSSERO STATI CORROTTI?
ECCO I FILES AUDIO CHE LA CHIAMANO IN CAUSA.
QUALCUNO È DISPOSTO AD INDAGARE?

Condividete e guardiamo quanti magistrati e giornalisti liberi e onesti ci sono in Italia!


Sotto un video che mostra Eva Reali nella campagna per le elezioni regionali del 2015 in Toscana.




mercoledì 9 settembre 2020

PRIMA LA GUERRA CIVILE, POI IL GOVERNO DRAGHI: IN AUTUNNO IL MONDIALISMO DARÀ L’ASSALTO FINALE ALL’ITALIA

Cesare Sacchetti
Sa Defenza 
Stiamo arrivando alla fine dei giochi, i cosiddetti nodi  vengono al pettine,  e dunque ora sta anche al popolo non farsi imbelinare dai soliti criminali al governo e dai vecchi criminali che hanno svenduto  i beni del popolo, vedi il criminale Prodi e suoi accoliti... l'autunno sarà caldo, la lotta della luce per liberarsi dall'oscurità giunge al termine.  W la luce! 
Sa Defenza

Italia gli anni della guerra civile anni quaranta

Se si dà uno sguardo all’ultima indagine della banca d’Italia sulle condizioni economiche del Paese dopo il Covid, si avvertirà probabilmente un brivido freddo che percorre la schiena.

Il 55% degli italiani si trova ad un passo dalla soglia di povertà. Un terzo delle famiglie italiane tra tre mesi non avrà più sufficienti riserve. L’ossigeno finirà in autunno e molti non avranno più nemmeno le risorse necessarie per comprare il pane.

Quella che sta per arrivare è una ondata tale che trascinerà il Paese in un vortice di caos e violenza mai visti dalla fine del secondo conflitto mondiale.

Cacciari, uomo da sempre vicino agli ambienti globalisti, non ha avuto pudori nel descrivere ciò che sta per arrivare in Italia.

Le sue parole infatti non lasciano spazio a dubbi.
“IN AUTUNNO LA SITUAZIONE SOCIALE ED ECONOMICA SARÀ DRAMMATICA CON PERICOLI PER L’ORDINE SOCIALE. PER STARE A GALLA, IL GOVERNO DOVRÀ COPRIRSI DIETRO IL PERICOLO DELLA PANDEMIA E TENERE LE REDINI IN QUALCHE MODO. UNA DITTATURA DEMOCRATICA SARÀ INEVITABILE.”
A parte la definizione paradossale e ipocrita di “dittatura democratica”, è chiaro a cosa si sta andando incontro.

E’ uno scenario da guerra civile, accuratamente voluto e preparato dal governo e dalle élite internazionali che lo dirigono.

L’attenzione del pubblico è stata interamente rivolta contro un virus che ad oggi non è stato in grado di fare più morti nel mondo della comune influenza stagionale, al netto di tutte le falsificazioni fatte sui numeri.

Mentre le masse sono state magistralmente, e in maniera criminosa, fatte mettere le une contro le altre per quello che riguarda l’uso di guanti e mascherine, il regime è andato avanti e ha portato una sospensione delle libertà personali senza precedenti dal 1945.

Per il momento, sembra che la prevista proroga dello stato di emergenza non ci sarà, ma ciò non cambia purtroppo nulla rispetto allo scenario che sta per arrivare.
La crisi ci sarà e sarà devastante, così come le possibili rivolte. E’ a quel punto che la proroga oggi messa nel cassetto potrebbe essere ritirata fuori domani, per portare ad un’altra durissima repressione.
IL PRETESTO SARÀ ANCORA UNA VOLTA IL COVID-19, E SU QUESTO AVRANNO UN RUOLO FONDAMENTALE I MEDIA NEL REGOLARE AL MASSIMO LA MANOPOLA DEL TERRORE DEL VIRUS.
In quel momento, il punto massimo di rottura sarà probabilmente raggiunto e il rischio di tumulti sarà estremamente elevato.

Ecco perchè il virus serve. Serve a mantenere in vita il colpo di Stato consumatosi lo scorso gennaio.

Perchè il mondialismo vuole distruggere l’Italia

A questo punto ci si chiede perchè le élite mondialiste che stanno coordinando in diverse parti del mondo uno scenario di dittatura globale, si siano accanite così tanto in modo particolare contro l’Italia.

La ragione sta nella storia stessa di questo Paese e di ciò che esso rappresenta sia sotto il profilo culturale sia sotto quello economico.

Come già spiegato in altre occasioni, l’Italia assume un ruolo importantissimo nelle strategie esecutive del nuovo ordine mondiale.

L’ex agente dei servizi segreti britannici, John Coleman, nel suo libro “Il comitato dei 300”, denunciò come la morte del Paese fosse stata decretata molti anni prima da uno dei circoli più importanti del mondialismo, il comitato dei 300 che a sua volta controlla fermamente il Club di Roma, fondato da Aurelio Peccei, uomo degli Agnelli, e il club Bilderberg, un altro gruppo globalista del quale fanno parte tra gli altri l’attuale capo della task force del governo, Colao.


Comitato dei trecento

L’attacco all’Italia ordinato da questi gruppi sovranazionali si è articolato principalmente su due piani.

Il primo è di natura prettamente spirituale e religiosa.

L’Italia rappresenta dai tempi della sua fondazione la cristianità. Per arrivare ad un governo unico mondiale fondato su una nuova religione globale, in tutto e per tutto simile al culto misterico e gnosticista praticato dalla massoneria, occorre prima colpire al cuore il Paese che ospita e custodisce la tradizione fondante del cristianesimo, ovvero l’Italia.

L’infiltrazione degli ambienti progressisti dentro la Chiesa cattolica e il pontificato di Bergoglio sono in questo senso l’esempio più vivo della strategia di secolarizzazione e scristianizzazione perseguita dalle élite contro l’Italia.
Il secondo è di natura prettamente economica, ed è subordinato al primo in quanto a importanza.
La deindustrializzazione del Paese e la sua completa spoliazione economica è funzionale al raggiungimento del primo obbiettivo.
Occorreva giungere al depauperamento nazionale sia per spegnere la forza economica della nazione sia per togliere di mezzo un pericoloso competitor per l’industria mercantilista nord-europea e francese.

Non è certo un caso se dagli anni’80 in poi, con la prima infausta stagione di privatizzazioni realizzata avviata da Romano Prodi, allora presidente dell’IRI, l’istituto per la ricostruzione industriale che racchiudeva il patrimonio industriale pubblico, si sia andati in una progressiva direzione di abbattimento dell’industria pubblica nazionale che aveva consentito al Paese di diventare una potenza economica mondiale.

Il processo è continuato con la seconda ondata di privatizzazioni degli anni’90, e con la svendita del patrimonio dell’IRI, eseguita attraverso il contributo fondamentale ancora una volta di Romano Prodi, nuovamente presidente dell’istituto nel 1993, e di Mario Draghi, un uomo che già all’epoca era un riferimento fondamentale per le élite europee riguardo ai piani da eseguire per l’Italia, e che avrà anche ora un ruolo decisivo, come si vedrà a breve.

Infine, il passaggio al disastroso modello economico ordoliberale, l’ingresso della moneta unica e la conseguente adozione di un cambio troppo pesante per i parametri dell’economia italiana ha dato un’ulteriore accelerazione al processo di deindustrializzazione del Paese, a tutto beneficio del cartello mercantilista nord-europeo, rappresentato dall’industria tedesca e olandese, che di converso hanno beneficiato di un cambio artificialmente svalutato.

La crisi da Covid è l’ultima fase per colpire a morte l’Italia

Ora si è alle battute finali. E’ stato fatto un lavoro scientifico di demolizione di una nazione dal punto di vista materiale e spirituale, ma non si è ancora giunti al suo annichilimento totale.

Serve qualcosa di ancora più devastante. In questo senso, la crisi da Covid si è rivelata perfetta perché le previsioni economiche parlano di un crollo verticale del PIL pari a -12%.

L’Italia sarà il Paese che subirà quella che sarà considerata probabilmente la più grave repressione economica della storia economica internazionale.

Di fronte ad una situazione così drammatica, i disordini pertanto saranno inevitabili e il governo fantoccio nelle mani delle élite lo sa perfettamente.
Per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale, mancherà il pane a milioni di persone.

Ecco perchè è necessaria la farsa della seconda ondata. Per disinnescare qualsiasi tentativo di rivolta e usare il pugno duro della repressione dittatoriale contro le rivolte di piazza.

Quando questa crisi raggiungerà l’apogeo e l’instabilità sarà totale, allora con ogni probabilità questo traballante governo uscirà di scena.

I segnali di una sua dipartita precoce sembrano esserci già adesso.



Senato italiano
Il vice-ministro della Salute, Pierpaolo Sileri, che durante la crisi da Covid non osava pronunciare una parola contro il governo di cui fa parte, ora sembra essere investito da una sorta di incontinenza verbale acuta che lo sta portando praticamente a rinnegare tutto quanto fatto dal suo stesso governo in materia di gestione Covid.
In genere, nei palazzi della politica, quando si cambia rotta così bruscamente è il segnale che la baracca sta per crollare e si cerca di mettere un piede fuori dalla porta.

La “soluzione” delle élite: il governo Draghi

Dunque le élite e il governo da questo manovrato, stanno permettendo deliberatamente che il Paese venga travolto dalla crisi per poi passare ad ogni probabilità alla “soluzione” auspicata dalle prime.

Un altro governo tecnico, stavolta nelle mani di quello che appare ancora essere il candidato preferito dall’establishment, ovvero Mario Draghi, sicario economico che ha avuto un ruolo da protagonista nell’accompagnare il processo di smantellamento dell’Italia.

Draghi a palazzo Chigi darebbe il via all’ultima stagione di saccheggio della nazione e gli ultimi residui gioielli in mano allo Stato verrebbero messi sul mercato a prezzi di saldo.

Non sarebbe altro che l’esecuzione del piano Colao di cui si è già parlato in un’altra occasione, che prevedrebbe anche la possibilità di vendere asset strategici per il controllo del Paese, quali i trasporti e infrastrutture come porti e aeroporti, in mani straniere.

Sarebbe una privatizzazione di massa dell’intero sistema Paese.

Qualcuno è arrivato a sostenere che in realtà questo non accadrebbe perchè Draghi si sarebbe “riconvertito” nuovamente al pensiero del suo originario maestro, il compianto professor Federico Caffè.

La prova di questo “pentimento” sarebbe stato un articolo del Financial Times, nel quale l’ex presidente della Bce, parlava della necessità di espandere i debiti pubblici, senza dire però a quali condizioni e senza sottolineare che quella espansione senza un ombrello della banca centrale che inietta moneta per garantire la solvibilità del debito si rivelerebbe disastrosa.

In realtà, quell’articolo è sembrato essere fatto su ordinazione per poter appunto mettere su la narrazione di una immaginaria conversione di Draghi.
Una idea veicolata soprattutto da alcuni ambienti della Lega che hanno salutato il presunto arrivo di Mario Draghi tra i sovranisti.

Un’assurdità che si smentisce da sola, ma che comunque potrebbe essere usata per giustificare un governo Draghi appoggiato anche da Renzi.

Nel frattempo, il Draghi mai redento si sta dando da fare per prepararsi la strada che porta a palazzo Chigi. Prima ha incontrato segretamente Di Maio alla Farnesina, poi ha incontrato Renzi e si è sentito telefonicamente anche con Franceschini, che vedrà nelle prossime settimane


Mario Draghi
Alla cordata che vuole l’ex presidente Bce prossimo primo ministro si è aggiunto anche Bergoglio che lo ha insignito dell’incarico di membro dell’Accademia delle Scienze Sociali.
Tutto questo assieme al fatto che il pontefice attuale, uno tra i più accesi e fanatici sostenitori del mondialismo, dia un incarico del genere a Draghi dovrebbe essere sufficiente a far capire che non c’è stato nessun cambiamento e che l’uomo di Goldman Sachs è rimasto esattamente quello che era prima.

Ad ogni modo, in alcuni ambienti politici, l’incontro con Di Maio è stato letto come un allargamento del fronte che vorrebbe Draghi premier.

A bordo ora ci sarebbero oltre a Renzi, Forza Italia, Prodi, un buon pezzo di PD e una buona parte del M5S guidata da Di Maio che sarebbe pronta a tutto pur di evitare le urne anticipate, evenienza che scriverebbe la parola fine alla storia del movimento della Casaleggio Associati.

E la Lega? Al momento Salvini sembra aver accantonato l’idea del governissimo per chiedere invece le urne anticipate, ma Giorgetti, l’uomo del deep state leghista vicino a Draghi, è da sempre uno dei più convinti sostenitori di un governo di larghe intese guidato proprio dall’ex governatore di Bankitalia.

A settembre, dopo le amministrative, si vedrà meglio se Salvini avrà intenzione di strappare sul serio dalla linea di Giorgetti, oppure se si rivelerà nuovamente funzionale alla linea di quest’ultimo.

Questo comunque sembra essere lo scenario che le élite hanno delineato per il Paese.

Dal caos sociale ed economico volutamente preparato e orchestrato dai mondialisti, uscirà il governo che dovrà infliggere il colpo di grazia al Paese.
In autunno si consumerà quindi l’aggressione finale del clan globalista contro l’Italia.

La speranza è che quell’alleanza Viganò-Trump di cui si è parlato precedentemente, riesca a sventare questo piano criminoso e a impedire la definitiva morte economica e spirituale di questa nazione


Viganò e Trump

Si sta per combattere una battaglia decisiva che deciderà il destino di milioni di persone, non solo in Italia, ma nel mondo.

La guerra che è stata dichiarata all’Italia molti decenni è giunta all’appuntamento più importante.

La madre di tutte le battaglie si combatterà in Italia, nel cuore dell’Occidente cristiano dove tutto ebbe inizio 2000 anni fa, e dove tutto sembra di nuovo finire oggi.



*****
https://sadefenza.blogspot.com/2020/09/prima-la-guerra-civile-poi-il-governo.html

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sabato 25 aprile 2020

Lo stupido piano dei 5 Stelle che ucciderà l'Italia

Lo stupido piano dei 5 Stelle che ucciderà l'Italia

Chris Barlati
Sa Defenza

Premettendo che l'Italia è morta, pubblico la seguente analisi

Il problema della politica, e lo sappiamo, non sono i politici i quali quasi sempre non coincidono con il potere che rappresentano. Il vero problema della politica in Italia è l'assenza di quest'ultima da una trentina d'anni a questa parte. 


Tutti i governi che si sono succeduti da Mani Pulite ad oggi hanno agito favorendo interessi geopolitici ed economici stranieri. E l'ultimo atto di tale meschino compito è andato in scena grazie ai 5 Stelle.

Il partito fascista 2.0

Ricordo di una cena a Napoli, ove conobbi i dissidenti dell'allora gruppo 5 Stelle Campania guidato da Fico, che denunciavano l'incompetenza e la mediocrità del leader defininendolo, pressappoco, e non a torto, un idiota e un burattino.
All'epoca ero un po' critico nei confronti dei dissidenti e vedevo con accesa curiosità il Movimento di Grillo, nonostante la figura di Casaleggio, promoter di personaggi come Di Pietro e De Magistris.

Sempre in quegli anni, si diceva che lo stesso Beppe Grillo fosse stato avvicinato, un giorno, da un signore con accento siciliano. che gli avrebbe fatto certe raccomandazioni un po', per così dire, ''speciali'': ''può succedere qualcosa ai vostri figli signor Beppe, stia attento''.
Grillino o non grillino, poco importa. Quello che premeva conoscere era il contenuto delle denunce dei dissidenti: ''Vengono messe persone incapaci e mediocri nei posti nevralgici. Abbiamo tentato, politicamente parlando, anche di dialogare con il Pd ed altre forze partitiche in Campania, ma ci hanno espulso. Abbiamo fatto ricorso ed abbiamo vinto e questo dimostra che il Movimento 5 Stelle è destinato a diventare un partito fascista 2.0 poiché guidato da gente che non fa altro che eseguire ordini dall'alto, togliendo voci alle correnti''.


Parole dure all'epoca, ma che oggi appaiono non tanto distanti dalla realtà.
Con il tempo incontrai altri personaggi, anche Aldo Giannuli, che mi diede l'idea per la mia tesi di laurea, e che ringrazio. Persona molto simpatica, mi parlò anche dei 5 Stelle, di cui era consulente.
Giannuli, come tutti quelli dotati di lucidità, come anni addietro i dissidenti, conobbe l'allontanamento dal partito, ma volontario: ''Il Movimento si è ammalato di governismo, esattamente come il Pci(...). Oggi, nel movimento vige un regolamento che nessuno ha mai approvato e che dà pieni poteri al capo politico, sino al punto di dargli la possibilità di nominare i capigruppo parlamentari non più eletti (cosa che non ha precedenti nella storia del parlamento repubblicano).''
Ed aveva ragione.

Avremmo dovuto saperlo

Cosa voglio dire con questo? Gli ex grillini della prima ora ci avevano avvisato. E non tanto per la componente genetica del partito, ma per la presenza di innumerevoli personaggi manipolabili e condizionabili a piacimento.

Le testimonianze che raccolsi misero in luce i teatrini che si nascondevano dietro quel Movimento di facciata, e che vi riassumo qui di seguito:
  • Di Battista era il capopolo, il più amato dalla massa. Un po' ''ardito'' in certe affermazioni, ma in fondo un ragazzo di impulso sincero(disse che con il terrorismo si doveva trattare, ma il terrorismo jihadista si combatte. Non si media con i taglia testa, non sono i brigatisti).
  • Di Maio è sempre stato la ''pecora nera''. In tutti i movimenti viene sempre ''pompato'' il tizio più incline al complesso napoleonico e di solito anche il più cretino. Il pomiglianese, acquisendo spazio e notorietà all'interno del Movimento, con una certa dose di protezione da parte di Casaleggio, iniziò a corteggiare le cosiddette lobby, pensando di poter entrare a ben merito nei circoli illuminati dell'alta finanza. Ma quest'ultimi iniziarono a prenderlo inesorabilmente per il culo, data la sua poca cultura e la sua scarsa abilità politica.
    Internamente, i rapporti tra Di Maio e Di Battista erano pessimi, e il pomiglianese aspirava a sostituire Grillo. Lo stesso Grillo infatti soleva prenderlo in giro: ''ha tutti i vestiti uguali, tutto puntiglioso, è svizzero!''.
  • Grillo era Grillo grazie anche a Casaleggio, ritenuto un genio nel suo lavoro e che gli scriveva i comizi.
  • La piattaforma Rousseau per le votazioni online era ed è una patacca poiché, vada che sia veritiero e sincero il funzionamento della selezione interna, la scelta del leader è pari merito accomunabile ad una votazione delle primarie, ovvero un contatta Tizio e Caio il giorno prima del voto, pagalo e dagli il c***o che vuole, e vediamo se ne usciamo vincitori.
Per quanto riguarda la preparazione individuale, i 5 Stelle sono simili ai colleghi di Forza Italia e del Partito Democratico: ignoranti come dei muli. L'unica differenza è che un ignorante in Parlamento, dopo un po', può imparare. Un criminale, per quanto bravo in politica, non può e non agirà mai per l'interesse dello stato. PD e Forza Italia si sono dimostrati partiti criminali. II Movimento 5 stelle al tempo ancora no. Questa è stata la ragione per la quale i 5 Stelle avrebbero potuto cambiare in meglio l'Italia. Ma qualcosa si è messo di traverso.

Massoneria e populismo: il partito perfetto

Dei legami di Casaleggio con la massoneria e l'esoterismo, è risaputo. Quello che non è risaputo è se Grillo lo sapesse oppure no, insieme ai puristi del Movimento, quali Di Battista, Taverna, Morra che hanno scelto la strada del silenzio(paura o interesse?).
Ugual che Syriza del distruggi stati Tsipras, il partito anti casta si è trasformata nella mano della finanza, probabilmente perché creato dalla finanza stessa o infiltrato fino alla sua totale conversione.
Di Syriza lo si intuiva poiché, allo stesso modo che la Lega di Salvini, un partito che alterna uscita dall'euro e linea flessibile significa che in realtà dall'euro non ci vuole affatto uscire, ma che vuole governare solo ed esclusivamente per i propri interessi personali. Per i 5 Stelle, Grillo parlava liberamente di signoraggio e della necessità, come per il Giappone, di essere sovrani della propria moneta. Ma con il tempo più nulla. Vuoi per la minaccia ai figli, vuoi per Casaleggio che formava i piccoli Di Maio ignoranti e assetati di potere, la vocazione nazionalista e ''partigiana'' degli ''amici di Beppe Grillo'' si perse a favore di una linea debole e servilista di certe dinamiche eurocentriche e natocentriche.

I 5 Stelle puntano alla ''mafia'' di Stato

L'ho ripetuto un'infinità di volte: i 5 stelle da quattro anni puntano ad entrare nei circoli decisionali italiani, che non è l'alta finanza o l'imprenditoria di stato, ma quel conglomerato che, anni addietro, veniva definito ''Falange Armata'', e che ora il giudice Carlo Palermo definirebbe con il nome ''La Bestia''. Tale centro di potere è composto da:
Finanza detta di ''sinistra'', editoria legata all'ala De Benedetti, servizi deviati, magistratura massonica e organizzazioni criminali(gli ultimi processi ''Ndrangheta stragista'' e ''Gotha'' stanno disvelando questo intreccio).

L'ala militare di quest'apparato è quella che, dopo l'uccisione di Falcone e Borsellino, si metabolizzò in un unico organo d'intelligence militare, somma di criminalità organizzata(mix tra Cosa Nostra e 'Ndrangheta) ed apparati ultra atlantici.

Perché mai i governi dagli anni successivi le stragi non hanno mai confiscato i beni sequestrati o lottato veramente contro il traffico di droga, armi o inasprito concretamente le misure antimafia? Perché mai adesso i 5 Stelle stanno liberando i carcerati al 41 bis, arrivando là dove nemmeno Berlusconi, proiezione di dell'Utri, garante di Cosa Nostra, si è dovuto fermare? Quando si corteggiano certe forze e si fanno certi favori, è solo per farsi nuovi amici. Una nuova trattativa, insomma.

5 Stelle e Servizi, storia di un vecchio amore

Della corte che i 5 Stelle hanno fatto e continuano a fare ai servizi, quelli deviati ovvio, ho scritto qualche articolo su Sa Defenza, che varrebbe la pena leggere. Vi riassumo quanto in passato esplicato:
Una volta al governo, i pentastellati cercano di posizionare i propri uomini nei punti chiavi dello spionaggio. La posta in gioco è di quelle grosse, ma i leghisti sono più abili e fregano i 5 Stelle. Il PD, il partito della finanza, favorevole alla morte dei bimbi in Grecia per mancanza di assistenza sanitaria e per fame, conta sull'editoria del massone De Benedetti e sui servizi d'intelligence francesi e tedeschi(che si stanno comprando l'Italia), nonché sugli appoggi dello stato terrorista di Israele(ricordiamo che il braccio destro di Renzi, Marco Carrai, e lo stesso Renzi, appartengono a quella sfera lì).
Il tutto però non basta perché la Germania, la Merkel, e i centri di poteri europeisti non confidano nel Partito a cinque punte. E per quale motivo?

La strategia della mignotta

Diceva Mussolini che l'Italia è una meretrice che va con l'uomo vincente. E i 5 Stelle l'hanno capito.
Da un lato abbiamo il Mes, il provvedimento ammazza stati, che strangola le economie riducendo in povertà le popolazioni per arricchere pochi centri di potere occulto(francesi e tedeschi per la maggiore).
Dall'altro abbiamo il 5G, arma di spionaggio militare e condizionamento geopolitico, come affermato implicitamente dalla stesso presidente di Huawei, senza contare la nuova rotta della Seta.

Perché vendersi tra una sperimentazione vaccinale, una recessione e l'installazione di una rete nociva per la salute? Perché svendersi ai due blocchi economici concorrenti a discapito della pelle dei propri concittadini?

Risposta n.1: Rocco Casalino, della scuola di giornalismo di Emilio Fede, è un idiota, e Conte è un quaquaraqua che esegue gli ordini di Di Maio. Il duo, o trio, Conte, Casalino, Di Maio, inebriati dal complesso di Napoleone, sulla scia del padre(politico) di Conte(Berlusconi), ha deciso di regalare il Bel Paese ai potere forti in cambio di visibilità e di una tessera massonica bordata e autografata da qualche membro della famiglia Clinton(cosa che capita spesso nei paesi dell'America Latina).



Risposta n.2: Tenendo in conto l'attuale e presente sfiducia dei vertici europei nei confronti dell'Italia, nonostante la politica servilista e meschina adottata dal governo Pd-5Stelle, i nostri leader tenterebbero di integrare l'Italia nei meccanismi euro-asiatici internazionali, in modo da convertirla in un ingaggio essenziale, così da poter rivendicare, in un futuro prossimo venturo, pretese di portata internazionale, permettendosi di ''ricattare'' le piramidi finanziarie, ovvero quegli ''idioti degli illuminati'', di cui ha spesso e volentieri ha parlato Giulio Tremonti in numerose trasmissioni televisive.

In questo quadro strategico, il mandar a casa i mafiosi al 41 bis rientrerebbe nella strategia del ''farsi amico'' quel potere militare deviato che fattura ben 140 mld di euro l'anno, passato alla storia con il nome di ''mafia s.p.a.'', e che potrebbe ritornare utile come alleato se le cose iniziassero a mettersi male.

Conclusioni. Quali delle due?

Sia l'una che l'altra ipotesi hanno un fondamento: o, come Tsipras, si fa di tutto per vendere l'Italia allo straniero(Prodi, Monti, Letta, Renzi: tutti agenti al servizio delle potenze straniere), o si sacrifica oggi per ripescare qualcosa domani(anche se questa appare alquanto remota come possibilità).

Dal punto di vista strategico, solo l'impiego massiccio di militari fedeli alla causa e di ''falangisti'' al soldo dello stato, con un'occupazione delle basi U.S.A. e Nato, ed il sequestro degli armamenti nucleari, potrebbe in qualche modo rovesciare gli equilibri. Si potrebbe ricattare l'America e l'Europa con la divulgazione dei segreti di Stati o con la nazionalizzazione del debito pubblico, ma tutto questo, nel paese dove ha vinto lo straniero, non è possibile. E non credo nemmeno che i 5 Stelle avrebbero le palle di farlo. Oramai siamo in guerra, e noi l'abbiamo persa prima di iniziare.

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https://sadefenza.blogspot.com/2020/04/lo-stupido-piano-dei-5-stelle-che.html

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giovedì 7 novembre 2019

Dell'ILVA se ne lavano tutti le mani

Dell'ILVA se ne lavano tutti le mani

La multinazionale ArcelorMittal minaccia di abbandonare Taranto rescindendo il contratto per l'acquisizione dell'ex Ilva. Prescrizioni, tutele ambientali e lacci legali si legano male alla proliferazione del capitale.

Andrea Angelini 
lintellettualedissidente 
Sa Defenza 





L’ex Ilva di Taranto è da tempo un ingombrante altoforno i cui gas non asfissiano solamente i lavoratori e la popolazione del capoluogo di provincia pugliese, bensì hanno la capacità di disperdersi nei gangli dei dicasteri governativi romani e di infiammare il dibattito politico come pochi altri temi sul lavoro. Al governo, che nel palio delle alleanze, delle rivalità e dei colori degli ultimi mesi ha conservato la sua componente gialla, non è evidentemente bastata la lezione di Whirlpool concernente l’unità produttiva di Napoli. Ha dovuto nuovamente sbattere la testa sul muro eretto dai padroni, sull’economia che detta le regole alla politica, sul capitale che giostra le regole del lavoro, perché non possiamo più nascondere l’ennesimo voltafaccia di un colosso industriale all’Italia dietro l’orpello dell’inesperienza di chi governa. Una minaccia non può essere frutto di una contingenza politica. Le mani che ora si passano la palla avvelenata dell’abrogazione dello scudo penale – il quale avrebbe fatto saltare il banco nelle stanze dei bottoni di ArcelorMittal– sono le stesse che firmavano accordi di riqualificazione e ambientalizzazione dello stabilimento tarantino, mani che gestivano le casse statali che erogavano ammortizzatori sociali per appagare i capricci industriali ed occupazionali dei padroni.

Quando esponenti apicali del governo ci raccontano di rivoluzioni gentili e ci comunicano, attraverso smorfie, la loro sorpresa nel non veder rispettati accordi con una multinazionale che ha un utile operativo di 6 miliardi e mezzo di dollari l’anno, abbiamo la consapevolezza che nessuno di loro è rimasto in una fonderia oltre il tempo necessario per un comizio tra gli operai. Nessuno di loro, prima di pensare se armare o meno la parte datoriale di uno scudo penale, ha mai pensato alle reali condizioni di lavoro dopo l’abolizione dell’articolo 18 e la defenestrazione del contratto a tempo indeterminato. Così come nel quartier generale lussemburghese della ArcelorMittal riescono benissimo a fare gli indiani, fingendo di non capire quale bomba sociale ed ambientale rappresenti la dismissione incontrollata dello stabilimento di Taranto, a Palazzo Chigi reiterano lo stesso comportamento, derubricando l’emergenza in una penosa individuazione di responsabilità cronologica nei confronti di chi ha portato sui banchi del Parlamento la norma sull’immunità penale ai gestori dell’acciaieria.

D’altra parte nel circo mediatico che viene allestito quando ballano diecimila posti di lavoro è più vendibile e ricreativo sbranarsi sotto gli occhi del domatore che offrire spettacoli edificanti, in un’ottica di unità nazionale. Che la rimozione dello scudo penale e le prescrizioni del tribunale di Taranto siano per la ArcelorMittal solo il casus belli per abbandonare un impianto non remunerativo come da aspettative, non ne parla quasi nessuno. La crisi di acciaio in Europa è già realtà: i grandi colossi che divorano capitale finanziario e umano hanno un’oggettiva difficoltà nel trovare manovalanza a basso costo in un continente dalle grandi tradizioni industriali e sindacali. In aggiunta, l’economia stagnante del Vecchio Continente ha compresso la richiesta di acciaio e permesso alla Via della Seta – anche nel settore della siderurgia – di diventare un’arteria radiale per l’ingresso dei suoi prodotti in Europa.

Malgrado ciò e i loschi tentativi di promuovere nuove cordate di acquirenti che succedano ad ArcelorMittal, in cambio di appoggio politico, lo scenario dell’ex Ilva sarebbe la tempesta perfetta per rispolverare l’ombrello costituzionale, in riferimento alla disciplina dei rapporti economici. L’articolo 43 della Costituzione Italiana detta chiaramente che “la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazione di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale”. L’ex Ilva non fa forse parte di questa categoria di imprese? Siamo sicuri che i lavoratori non sappiano gestire e realizzare un piano industriale – nel rispetto delle prescrizioni ambientali – meglio di manager prezzolati i quali, se non vengono debitamente assecondati nei loro bluff, buttano le carte e si siedono tranquilli su un altro tavolo da gioco? Sino a quando nelle politiche e nelle relazioni industriali non tornerà centrale l’assioma che è il lavoro ad essere in vendita e non il lavoratore, lo Stato Italiano giammai potrà essere in grado di affrontare seriamente il tema della gestione privata delle grosse imprese. Se nazionalizzare è un’utopia – o una distopia per i fan delle liberalizzazioni – bonificare il sito e salvaguardare i piani occupazionali rilanciando una produzione ecosostenibile deve essere il centro di gravità permanente su sui fissare il futuro di Taranto. Chi ha paura di lottare continua a morire ogni giorno invece che una volta sola.


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